Wow!!!!! Sono tornata! Ciaociaociaociaociao!! Come ve la
passate gente? Allora, capiamoci, naturalmente questa storia non può essere
letta se la prima parte non è stata letta! Altrimenti nessuno ci capirà nulla!!
XD sono troppo felice di postare la seconda parte!!!! Spero la leggiate numerosi come la prima e che vi piaccia
altrettanto!
Ricordate l’ultimo capitolo della prima parte?? Spero per
voi di si ma vi rinfrescherò un attimo la memoria!
Kagome e Inuyasha si sono messi insieme ad Amsterdam e la
loro permanenza era purtroppo finita! Le partenze commuovono Kagome che neppure
si immagina la relazione tra Kikyo e Naraku che sono partiti! Come faranno ora
Sango e Miroku? Inuyasha e Kagome? Ma principalmente, come cambierà la loro
vita ora che sono tornati nel mondo reale, quali insidie affronteranno?? E per
finire, il discorso tra Inuyasha e Miroku Kagome lo scoprirà mai??
Beh, più o meno queste sono le domande piccanti che la Prima
Parte ci ha lasciati ^^ Beh, ora vi dico solo buona lettura e… ALLA PROSSIMA!!
NOTE E ANIMA -Vita diversa-
Seconda
parte
Capitolo 1
Ritorno a casa.
La vita di tutti i giorni
Sabato. Ore 00.20
Kagome venne scossa con
dolcezza e lei aprì gli occhi impastati di sonno
-Mh…?- mugugnò
-Kagome dai, siamo arrivati-
-Inuyasha…-
-Si, stiamo per atterrare,
devi allacciarti la cintura!- esclamò. Lei si sistemò bene sul sedile e si
assicurò la cinghia intorno alla vita automaticamente.
Si guardò intorno e scorse
gli amici dietro di lei. Paolo leggeva una rivista, Kagome da lì non avrebbe
mai potuto capire quale rivista fosse, mentre Miroku e Sango parlavano tra loro
e ridevano. La ragazza sorrise: era felice che quei due fossero così rilassati,
non era assolutamente certa che avrebbero riso così in futuro… Sentì la ormai
famigliare vibrazione ai piedi, il rumore delle ruote a contatto con l’asfalto
e dolcemente l’aereo si fermò.
Capolinea: Giappone, Tokyo,
in una parola: casa.
Scesero dall’aereo e presero
un pulmino che avrebbe portato i passeggeri a una porta sul retro dove
avrebbero aspettato di ritirare i bagagli. Il pullman era decisamente piccolo
per tutti i passeggeri e il nostro quintetto venne allontanato e spiaccicato
contro i vetri.
Sango e Kagome fissarono
inquiete l’oscurità della notte
-Kagome, mi ha telefonato
mia madre: ha detto che si è messa d’accordo con tua mamma per tornare a casa-
-Si, mi ha avvertito mamma.
Ci aspetta davanti all’entrata dell’aeroporto- disse prendendo fuori il
cellulare e accendendolo –Chissà come se la passa Kikyo…?- chiese Kagome. Sango
alzò le spalle scuotendo il capo
-Dio! Dobbiamo cambiare
l’ora Kagome!- esclamò lei guardando l’orologio da polso –Dunque… ad Amsterdam
ora sono le 00.26 quindi qua sono le… 9.26 di Sabato- Regolarono gli orologi
Sabato. Ore 9.26
-Strano che ci sia ancora
buio- affermò Kagome indicando il cielo
-Ci sono dei nuvoloni neri…
e poi siamo in inverno, le ore di luce qua diminuiscono in modo impressionante-
Le ultime parole famose:
grosse gocce di pioggia iniziarono a bagnare il finestrino e dei lampi
illuminarono il cielo
Le due si guardarono
sospirando
-Bentornati- sbottò Kagome
seccata
-Stiamo per tornare nel
mondo reale- annuì Sango
-Ora cambierà tutto-
-No Kagome non cambierà
proprio niente!- esplose l’amica guardandola seria. Molte teste si girarono
verso di loro ma Sango non ci diede peso –Non cambierà proprio nulla- mormorò
abbassando lo sguardo e stringendo i pugni.
Kagome sfiorò il ciondolo
preoccupata e incrociò gli occhi di Inuyasha che le sorrise. Il ragazzo era
abbastanza lontano ma se Kagome si concentrava poteva sentire il suo calore.
Lei addolcì lo sguardo poi concentrò la sua attenzione verso l’amica diventando
seria
-Hai parlato con Miroku?- Si
guardarono.
Una volta ho letto che uno
sguardo vale più di mille parole, oppure che gli occhi sono il cuore dell’anima.
In quel preciso momento gli occhi di Sango facevano trasparire un dolore
infinito e una muta risposta. Naturalmente Kagome non poteva capire fino in
fondo il suo dolore ma ne aveva una certa idea, dopotutto lei non si era
innamorata di suo fratello…
-Dovremo stare più attenti e
non farci vedere in giro ma… ce la faremo- Il pullman si fermò e Sango sospirò
mentre tutti iniziavano a scendere –Non voglio lasciarlo, non lo farò mai-
-Dio come siete felici di
essere tornate! Avete delle facce così allegre che potreste contagiare un
infermo!-
Paolo si era avvicinato a
loro riuscendo a muoversi liberamente. Anche Inuyasha e Miroku si stavano
avvicinando facilmente
-È’ il tempo- sbottò Kagome
seccata
-Andiamo?- chiesero i
ragazzi avvicinandosi
-Si- risposero.
Kagome prese lo zainetto
rosso adagiandoselo sulle spalle e aspettò che Sango finisse di prepararsi
quando Inuyasha le picchiettò un dito sulla spalla. Lei lo guardò: era serio,
maledettamente serio. Lui le fece cenno di seguirlo poco più in là dal pulmino
e si allontanarono dal gruppo dicendo che tornavano subito.
Si ripararono sotto un
albero.
Inuyasha si fermò davanti a
lei e si guardarono per un tempo che le parve interminabile. Kagome lo guardava
con curiosità ma dentro di lei sopraggiunse la paura. Perché Inuyasha la
fissava così? Perché era così serio? Perché non le diceva nulla?
-Kagome…-
-...Si?- mormorò lei. Lui si
azzittì e le voltò le spalle. Kagome lo vide stringere i pugni.
Non era un bel segno…
-Io devo dirti una cosa, una
cosa importante-
-Certo-
-Lo hai detto anche tu molte
volte, io sono un figlio di papà, ricco sfondato ecc- Lei annuì anche se lui
non poteva vederla. Un dolore al petto la fece smettere di respirare un momento
–Non potremmo fare come tutte le coppie Kagome: passeggiare mano nella mano,
baciarci ecc come abbiamo fatto finora, dovremo stare attenti. Se ci scoprono
mi allontaneranno da te e chissà cosa ti faranno per costringerti a lasciarmi,
capisci?-
-No- disse lei –Cosa vuoi
dire? Mi stai mollando?- strillò quasi
-No, non ti lascio ma mi
chiedo se a te va bene- Si guardarono
-Ma che dici?? Io ti amo e
non dovrebbe andarmi bene? Per stare insieme a te, maledizione, farei qualsiasi
cosa, qualsiasi! Che domande fai!?- gridò. Respirò a fondo –L’importante è che
stiamo insieme e che tu,- Lo fulminò –non mi tradisca- Lui la abbracciò forte
nascondendo il viso nei capelli di lei
-Quindi a te, va bene anche
se non potrò farlo molto spesso?- chiese stringendola più stretta.
Le faceva male, ma lei non
si lamentò affatto. Gli strinse la vita dolcemente appoggiando la fronte sulla
sua spalla
-Ma certo che si Inuyasha…
troveremo il modo, vedrai…- mormorò e si diedero un ultimo bacio prima di
prendersi per mano e avvicinarsi ai compagni
-Possiamo andare?- chiese
Paolo. Entrarono e si misero in fila aspettando i bagagli.
Quando li ebbero presi e
assicurandosi di non avere dimenticato nulla andarono verso l’entrata e prima
di uscire Miroku fermò Sango abbracciandola e lei corrispose stringendosi a lui
-Ciao Sango- mormorò
-Oh Miroku…- disse lei con
gli occhi lucidi
-Non piangere Sango dai…
oggi pomeriggio ti chiamo sul cellulare ok?-
-Va bene… ma non troppo
presto altrimenti non credo di riuscire a risponderti- disse. Lui sorrise e le
sfiorò le labbra con le proprie
-Ora devo andare Sango…- Lei
lo guardò spaesata e gli prese la maglia sentendo un vuoto dentro di se
Già? Adesso? No, non era
pronta…
-No… no Miroku…- disse
singhiozzando. Kagome la guardò e le si avvicinò
-Sango… guardami dai… non è
un addio ok? Vi rivedrete presto- disse
-Tu non capisci!- esclamò
allontanandola e stringendosi a Miroku
-Ti chiamo e poi usciremo
insieme!-
-Hai detto che non possiamo
più fare come prima- singhiozzò lei scuotendo il capo –Sei un bugiardo! Sarà
come se non stiamo insieme!-
-Ti vuoi calmare?- Miroku la
allontanò prendendola per le spalle guardandola –Ti giuro che troverò un modo,
ma ora dobbiamo andare. Sango per carità non fare così: rendi le cose più
difficili!- esclamò. Sango annuì e lui la abbracciò.
Kagome sospirò di sollievo e
si appoggiò ad Inuyasha
-Io invece ti chiamo questa
sera… sarò in coma oggi…- Lei annuì
-Tanto il numero ce l’ho
quindi il problema non c’è. Ah, oggi e domani dovrò fare un sacco di compiti,
che pizza!- sbottò sconsolata. Lui sorrise e le baciò la guancia
-Ciao-
-Ciao Inuyasha- disse lei
stringendo la mano di lui che dopo averle sorriso rivolse a Miroku un cenno del
capo e i due uscirono dopo che Miroku aveva dato un bacio a Sango che gli
sorrise imbarazzata.
Le due si guardarono e Sango
sorrise
-Scusa per prima, non volevo
trattarti male…- disse. Kagome sorrise
-Ah, lascia perdere. Paolo
tu che fai ancora qua?- chiese lei quando l’uomo rientrò
-Ho guardato i due sparire
nel temporale sopra la loro macchina da due soldi- disse ironico –Con una
macchina del genere vivo come un Dio per i prossimi mesi- sbottò –I vostri?-
chiese guardandosi intorno
-Mia madre mi doveva venire
a prendere adesso… la porto a casa io- disse indicando l’amica. Lui annuì più
tranquillo
-Kagome, comunque ci vediamo
Lunedì e tu Sango invece…-
-Martedì, si lo so. Paolo
tranquillo!- disse quest’ultima divertita
-Bene… allora vi ho detto
tutto vero?- chiese
-Siii- dissero seccate. La
porta a vetri si spalancò e la donna rabbrividì, Kagome si illuminò e
sorridendo corse verso la donna
-Mamma! Mamma!!- esclamò
abbracciandola felice
-Kagome! Tesoro, come stai?
Tutto bene?-
-Si… oh mamma tu, tutto bene
vero?- La donna annuì e sorrise alla figlia sfiorandole la guancia
-Ti vedo più matura o
sbaglio?- chiese. Kagome sorrise senza rispondere –Ciao Sango, come stai?-
domandò la donna alla ragazza
-Tutto bene, grazie signora-
rispose
-Oh, Paolo- La madre di
Kagome allungò la mano che lui prontamente strinse
-Buongiorno signora-
-Mia figlia si è comportata
bene?- domandò
-Ohi! Mamma!! Guarda che sono qua di
fianco a te!- disse la ragazza contrariata. I due fecero finta di non averla
sentita mentre Sango scuoteva il capo divertita
-Si, è stata un angelo-
disse lui calcando bene l’ultima parola.
Lei arrossì leggermente
senza farsi notare e l’amica ghignò
-E i debutti sono andati
bene?- Kagome sbuffò
-Continuo a dire che
potresti chiedere a me- sbottò
-Oh si… sono tutti stati
magnifici, ma potrà vederlo lei stessa nella cassetta-
-Paolo! Perché hai detto
della cassetta!? Non voglio che mamma mi guardi!- esclamò pronta a piangere
-Che cassetta?- chiese la
donna curiosa all’uomo
-Quella dei debutti-
rispose. Lei lo fulminò indicandolo
-Questa me la paghi, Lunedì
ti faccio nero- ringhiò
-Chiamerò allora qualcuno
che ti calmerà- mormorò facendosi sentire dalla ragazza che arrossì
-Idiota- sbottò girandosi e
prendendo a braccetto l’amica si allontanò
-E ricordatevi…-
-Di Lunedì e Martedì-
risposero meccanicamente alzando la mano –Ciao- dissero.
La donna sorrise e abbassò
il capo in segno di saluto allontanandosi.
Le tre salirono in macchina
e la donna facendo retromarcia uscì dal parcheggio. Kagome rabbrividì mentre
guardava la pioggia scendere
-Allora, vi siete
divertite?- chiese la donna guardando Sango seduta sul sedile posteriore, dallo
specchietto retrovisore
-Oh si. È stata l’esperienza
più bella, più gratificante e più spettacolare della mia vita!- esclamò
sorridendo felice
-Tu Kagome?- domandò la
madre alla figlia
-Mh, si… è stato bello-
disse assorta
-Che entusiasmo- notò la
donna –Avete fatto amicizie?- chiese mentre la ragazza sbadigliava
-Tantissime!!- esclamò
Kagome con gli occhi che luccicavano –Abbiamo conosciuto Tom, Naraku, Eve, Don,
Giselle e poi il bibliotecario che mi ha pure sgridato, dei bambini
simpaticissimi, Marlov…-
-Frena frena frena ho
capito! Qui in Giappone non avrai mai una vita sociale così attiva!- esclamò
fermandola subito -Poi mi racconterai quando ti sarai riposata- disse
lanciandole una occhiata che la diceva lunga. Kagome le sorrise e un cellulare
squillò improvvisamente
-Kagome, quella cavolo di
suoneria prima o poi m farà venire un colpo apoplettico!- disse Sango
mettendosi una mano sul cuore
-Ma si può sapere cos’ha? È
così allegra…- disse tirando fuori il cellulare e leggendo il messaggio
Ti sono venuti a prendere,
vero?
Kagome sorrise e si portò il
display al cuore chiudendo gli occhi.
Sango sorrise.
Kagome lanciò una occhiata
alla madre assorta nella guida e rispose
Si…
Sto tornando a casa,
siamo quasi arrivati
Bene,
allora ti chiamo stasera.
Io ora vado a dormire
Anche se mi piacerebbe essere lì con te…
Kagome arrossì di piacere e
voltò il volto dando le spalle alla madre e rispose
Anche a me piacerebbe…
Buonanotte
Ti amo
Buonanotte angelo
Kagome sorrise e diede un
leggero bacio alla tastiera e sfiorò il ciondolo al collo
“Ti amo Inuyasha… fa sogni
d’oro” pensò
-Arrivati- disse la donna
parcheggiando davanti alle villette a schiera color panna. La donna diede un
ombrello alla figlia –Kagome, accompagna Sango fino all’entrata altrimenti si
inzupperà!- Kagome annuì e uscì aprendo l’ombrello. Lei e Sango, appiccicate,
presero i bagagli della ragazza e aprirono il cancello della casa oltrepassando
il viottolo ciottolato in mezzo al giardino ben curato. Sango si fermò sotto la
veranda e sorrise all’amica
-Allora, Inuyasha sta bene?-
Kagome arrossì leggermente
-Ehm… si…-
-In macchina credevo avresti
preso fuoco- disse ghignando. Kagome assottigliò gli occhi
-Piantala, ci vediamo domani
ok? Così mi dici cosa ti ha detto…- Si bloccò e guardò le finestre sbarrate e
si morse la lingua guardando l’amica rattristata –Beh… ecco… scusami io… sono
un’idiota e… però ecco…- balbettò
-Lascia stare- disse lei
sorridendo triste –Comunque ho capito e si, ti informerò- Le diede un buffetto
sulla guancia –A domani- disse. Kagome annuì e si girò mogia
-A domani- Sango sorrise e
entrò in casa pronta a piangere prima di essere assalita dalla madre.
La macchina si fermò dentro
al garage e Kagome uscì
-Kagome il nonno è in
cucina- disse sorridendo e tirando fuori le valigie dal portabagagli. Kagome
annuì, ne prese una correndo in casa. Suo fratello era a scuola e prima
dell’una non sarebbe tornato a casa
-NONNO!- esclamò entrando in
cucina come una furia.
L’anziano, seduto
comodamente sulla sua poltrona con il giornale aperto davanti a se, si alzò di
scatto e spalancò le braccia facendo cadere il giornale
-La mia nipotina preferita!-
La ragazza lo abbracciò
-Sono la tua unica nipote
femmina, lo sai no?- disse preoccupata
-Certo che lo so, ma c’è
anche Sota!- esclamò stringendola forte. Lei corrugò le sopracciglia: non le
sembrava che suo fratello in realtà fosse una ragazza… mah! Lei si staccò e la
madre rientrò in quel momento –Sai una cosa?- disse scrutandola l’anziano –Mi
sembri più alta… più matura e più… non so… più…-
-…donna?- azzardò la madre
-Già…- sbottò lui. Kagome
sorrise imbarazzata
-Bene. Io ho parecchio
sonno… Vado a letto- disse. I due annuirono
-Buon riposo tesoro- disse
la madre baciandole la guancia. Kagome sorrise e prese la valigia
incamminandosi –Mh, Kagome?- Lei si girò
-Si mamma?-
-Sono felice che sei
tornata- disse. Kagome la guardò stupita poi mormorò
-Anche io mamma- disse e
sorridendo iniziò a salire le scale trascinando la valigia. Aprì la porta della
camera e accese la luce.
Le pareti erano candide come
sempre, con le solite vecchie foto; le lenzuola erano pulite e profumavano di
buono e la scrivania, al solito posto, era la solita con allineati i libri di
scuola.
Kagome chiuse la porta alle
proprie spalle e si appoggiò contro di essa mettendo le valigie vicino a lei.
Chiuse gli occhi e sospirò rumorosamente
“Vita monotona di tutti i
giorni, ti stai avvicinando troppo pericolosamente a me” pensò e si spogliò
mettendosi il pigiama di flanella spegnendo la luce. Mise il cellulare sul
comodino e si mise sotto le coperte chiudendo gli occhi sfiorando il leggero
ciondolo sorridendo e addormentandosi cullata dal rumore della pioggia contro
le tapparelle.
Tic
Tac
Tic
Tac
L’orologio di Kagome era a
dir poco assordante.
Tic
Tac
Tic
Tac
Mai però quanto il trambusto
nel piano inferiore. La porta sbatté, l’urlo del bambino che era tornato, la
corsa sulle scale, la cartella buttata vicino alla porta della propria camera e
la porta che si apriva piano. Il bambino quatto si avvicinò al letto della
sorella guardandola sorridendo
-Sorellina?- mormorò. La ragazza
si girò su un fianco continuando a dormire con il sorriso sulle labbra.
Un bel sogno sicuramente…
Sota corrugò le sopracciglia
-Sorellina- disse più forte
con più convinzione. Incrociò le braccia al petto –Sorellina!- esclamò più
forte. La ragazza aprì l’occhio stropicciandoselo e guardò la figura davanti a
lei
-Mh? Ma chi…- borbottò
-Sorellina!- Sota le si
buttò addosso abbracciandola forte. Kagome sorpresa lo guardò –Sei a casa che
bello! Com’era Amsterdam? Bella? E… e… Sorellina? Perché mi guardi così?-
chiese. Kagome ridusse gli occhi in due fessure nere
-Sota… mio unico impiastro…
mi echeggia una domanda nella mente: come ha solo osato, questo impiastro,
ovvero tu, a svegliarmi?- domandò
-Beh, ma dormi dalle 9.40 e
adesso è l’1.20-
-Sota, impiastro mio, dormo
dalle 10.05, tanto per cominciare e poi… se volevi salutarmi potevi aspettare
che mi svegliassi, non trovi?- chiese lei con dolcezza infinita. Sota deglutì
-Ma la mamma… lei ha detto
che se dormi troppo poi stanotte non dormi… e poi giù è pronto…-
-Uhm, è pronto il pranzo?-
Lui annuì –Beh, potevi dirlo subito!- Accese la luce e si alzò dal letto
rifacendolo con movimenti fluidi –Dì a mamma che arrivo, mi vesto- disse
stirandosi. Lui annuì e si voltò verso la porta. Kagome lo guardò –Sota?- Lui
si girò
-Si?- Lei lo abbracciò e lo
strinse forte –Sorellina? Che c’è?- chiese sorridendo
-Niente- Si staccò da lui
dolcemente –Vai mostro, arrivo subito- Lui annuì e uscì dalla stanza chiudendo
la porta.
Kagome guardò il cellulare
senza nessun messaggio e sospirò aprendo l’armadio. Si mise una felpa e un paio
di jeans poi andò in cucina
-Ciao Kagome. Dormito bene?-
Kagome annuì e si sedette
-Fuori piove ancora?-
chiese. La donna annuì
-Già-
-Volevo andare a fare un
giro… vabbé- disse alzando le spalle –Oggi sarò un po’ impegnata… altre a
disfare la valigia dovrò anche ricominciare i compiti quindi…-
-Non ti disturberemo- disse
la donna sorridendole –Dove vuoi studiare?- chiese
-Avete già acceso il
caminetto in sala?- chiese eccitata
-Puoi studiare lì- concesse
la donna –Attenta quando accendi il fuoco mi raccomando- disse
-Si mamma- disse alzando gli
occhi al cielo
-Tu però mi dai la
cassetta?- chiese
-Che cassetta?- chiesero il
nonno e Sota
-Ehm… ok, così intanto la
guardo anche io, non l’ho vista- disse
-Va bene-
Finito di pranzare Kagome
sparecchiò e mise tutto nella lavastoviglie con movimenti agili, poi andò su in
camera prendendo lo zainetto rosso e tirò fuori cassetta e regali. Tornò dai
familiari
-Eccomi. Prima voglio dare
questo a Sota- disse allungandogli la scatola –Alla mamma questo e al nonno-
Diede rispettivamente una scatola blu e un pacchettino
-Un robot! Un robot!!- esclamò
eccitato il bambino. La madre sfilò la collana e la ammirò
-Grazie tesoro, è magnifica-
disse
-Dei talismani… ah! Li vado
subito a mettere nella mia bacheca- disse dando un bacio alla nipote e sparendo
nel corridoio. Kagome sorrise felice e andò al registratore mettendo dentro la
cassetta e accendendo il televisore. Il nonno tornò e si sedette nella
poltrona, la madre sul divano e Sota per terra, vicino al tavolino circolare, a
gambe incrociate. Kagome schiacciò play e andò a sedersi vicino alla madre.
Lo schermo nero, si schiarì
piano piano diventando quasi bianco e una voce parlò in giapponese facendo
quasi piangere la ragazza: la voce di Naraku
-Per ricordarci di 5
ragazzi doniamo loro un sogno e una promessa. Che essa vi resti nel cuore-
Lo schermo si scurì
improvvisamente e il palco illuminato balenò in fondo alla sala e si ingrandì
lentamente con l’arrivo di Miroku.
Kagome ricordava come era
teso quel giorno, una vera corda di violino.
Il ragazzo si inchinò negli
applausi e quando si sedette regnò il silenzio totale. Un primo piano di Miroku
nel suo unico momento di concentrazione e le spalle si abbassarono lentamente
facendolo cominciare. Non volava una mosca.
La ragazza quel giorno,
aveva provato una grandissima emozione ma, nello stesso tempo, aveva provato
una grandissima tristezza pensando alla sua povera amica. Scrollò quel pensiero
dalla sua testa e ascoltò il discorso di Miroku
-Grazie signori. Sono
davvero felice per questa opportunità, non credo proverò mai quello che ho
provato oggi, qua, su questo palco. L’emozione è stata intensa e tutto questo è
stato grazie a Paolo. La prima volta che l’ho visto ho pensato che fosse uno
squilibrato, non sto scherzando!- disse mentre la sala scoppiava a ridere –Ve
lo giuro. Alla nostra prima lezione era vestito in jeans e maglia nera e al
fianco gli pendeva una catena! Avevo 12 anni, mi era venuto un colpo
apoplettico!- Silenzio –Poi invece… ho capito che non è tanto male,
vabbé, ogni tanto ha i suoi viaggi ma… senza di lui ora non sarei qua e di
conseguenza non avrei conosciuto Naraku. Quindi… grazie a tutti, grazie di
cuore-
Kagome sorrise. Quando poi
erano tornati il giorno dopo lei aveva avuto il primo appuntamento con Tom.
Cavolo, come scordarselo? Adesso che ci pensava, non era mai più andata a quel
ristornate sul mare… diavolo!! L’aveva portata su una barca le aveva regalato
dei fuochi d’artificio… una notte magica… Ah, Inuyasha le aveva dato della
puttana… maledizione lui e la sua gelosia! Avrebbe voluto ucciderlo!!
Lo schermo poi tornò al
palco vuoto e agli applausi mentre Sango saliva dignitosamente su esso andando
vicino allo strumento. Il suo abito era bellissimo…
Kagome chiuse gli occhi
mentre sentiva la musica della ragazza. Come poteva scordare ciò che Miroku e
Inuyasha si erano detti e ciò che lei, con gli occhi lucidi, aveva affermato?
Il discorso di Sango le arrivò alle orecchie con ancora gli occhi chiusi. Sua
madre non aveva mai parlato con la madre di Sango, non si conoscevano. Non
c’era pericolo quindi e lei ne era sollevata…
-Wow… accidenti! È
finita! Ero tesa come una corda di violino! Comunque diciamocelo, poteva andare
peggio vero?- chiese –Beh, chi tace acconsente giusto? Comunque questo
pezzo non mi è venuto in mente a caso, per niente. Dietro c’è una storia
davvero triste. La volete sentire?- domandò. Si sentì un “si” e lei
continuò –Allora, vediamo… da dove possiamo iniziare? Ah si. Dovete sapere che
questa storia riguarda una mia amica, una mia carissima amica che poi è morta
purtroppo… scomparsa dalla faccia della terra… Ma è un’altra storia questa, più
noiosa che non sto neppure a raccontarvi. Allora la storia parla di questa mia
amica, come ho già detto, che alle medie conobbe un ragazzo- disse
sedendosi sullo sgabello. La telecamera gli fece un primo piano –Un ragazzo
anche molto strano a dir la verità! Ora è meno svampito, ma prima…- Ci fu
un momento di silenzio -Insomma, questa ragazza fu “salvata” da lui dai suoi
compagni di classe, si perché lei era bruttina, intelligente anche troppo,
cicciotella… insomma era il bersaglio di tutti quanti. Questo ragazzo dopo
averla salvata, non volle sapere il suo nome, diceva che era poco importante
ma… lei era stata al gioco e come mi aveva detto lei stessa: un nuovo gioco per
un nuovo amico…- sorrise –Diventarono amici e poi si
misero insieme, senza sapere ancora nulla dell’altro. Lui faceva la 1 superiore
e stava nella scuola di fianco a quella della mia amica e… ogni giorno lui
l’accompagnava a casa. Stavano bene insieme, avevano il loro spazio ma… quando
qualcuno aveva bisogno dell’altro erano pronti a sorreggersi. Un bel giorno la
ragazza tornò a casa e trovò un album… non un album qualunque, assolutamente.
Era l’album dell’ex matrimonio di sua madre. Fu un vero choc quando la ragazza
vide… un altro bambino nelle foto. E così lei scoprì di avere un altro fratello-
sospirò –La mia amica chiese spiegazioni a sua madre, che le fece vedere
una foto più recente di suo figlio… e alla ragazza non ci volle un tutor per
capire chi era il ragazzo nella foto: era il suo ragazzo. Il dolore fu tale e
insopportabile che credette di spezzarsi in due… un vero inferno… Le sue
lacrime erano troppe per contenerle in un’unica stanza e il suo dolore non
poteva essere racchiuso in questo mondo. E lei mi disse: possibile Sango…
possibile che con tutti gli uomini in questo mondo… proprio di mio fratello
dovevo innamorarmi? Il giorno stesso mollò senza una parola il fidanzato-fratello,
lui si trasferì in un’altra scuola e lei si uccise- Alzò le sopracciglia –Ecco…
la storia è questa, tristissima e… tetra… Non so perché mi è venuto in mente
questo racconto dopo tanti anni… però ho voluto suonare proprio questa canzone
così triste perché non è giusto dimenticarloI- Si vide Sango alzarsi –Allora,
buon proseguimento- Mise giù il microfono e scese dal palco allontanandosi.
Kagome chiuse gli occhi
facendosi sommergere dai ricordi. Quella era stata una serata veramente
importante per la sua vita e quella di Sango. Quest’ultima, infatti, e Miroku
si erano giurati eterno amore, lei e Inuyasha invece avevano avuto il loro
primo mini appuntamento e poi… poi…
Di nuovo il palco, e poi
eccolo, lui: Inuyasha. La sua aria da ragazzo strafottente mentre saliva sicuro
di se le scale accolto dagli applausi che lo riempivano di orgoglio, lui che si
sedeva allo sgabello appoggiando la chitarra alla gamba e lui che cominciava
lentamente.
Kagome sbagliava, o vedeva
il suo viso altamente contrariato? Sorrise. Beh, aveva ballato con Tom tutta la
sera appiccicata a lui come una sardina! Adesso che ci pensava quella sera
Inuyasha aveva bevuto come una spugna…Le aveva anche fatto passare la notte in
bianco! Era quasi morta di sonno! Questa doveva fargliela pagare… Però mentre
suonava era proprio bello…
-Oh, ora tocca a te vero
Kagome?- domandò la madre. Lei annuì e infatti l’immagine di lei, nel suo abito
lungo perlato, che si sedeva davanti al pianoforte bianco fece azzittire tutti
-Cappero sorellina ma quanto
hai speso per quel vestito?-
-A dirla tutta impiastro, i
vestiti ce li pagava Naraku- sbottò lei incrociando le braccia
-Ma chi è lui?- domandò
Sota. Il nonno impallidì
-L’UOMO!?- ululò. Kagome
sospirò
-No! Ma ve lo devo dire in
cinese!?- chiese
-KAGOME DIMMI TUTTO DI
LUI!!- intimò il nonno mentre Sota sghignazzava
-Vi siete messi voi in testa
questa cosa!!! Io non ho…-
-Allora volete chiudere un
po’ il becco? Non si è sentito nulla di quello che ha suonato la nostra
Kagome!- esclamò la madre seccata –Tesoro chi era il tipo che ti ha dato il
microfono?- La ragazza guardò lo schermo
-Marlov mamma- mormorò. La
ragazza incenerì Sota con lo sguardo: tutta colpa sua se credevano che lei
avesse uno!! Poi si concentrò sul televisore dove lei aveva già cominciato il
suo discorso
-…una unione di
tanti pezzi di Chopin, ho preso i pezzi più importanti unendoli con dei piccoli
pezzi miei, tranne l’ultimo, l’ultimo l’ho scritto tutto io… era un mio vecchio
pezzo e l’ho voluto rimodellare alla Chopin diciamo!- esclamò la ragazza –Sono
molto contenta che vi sia piaciuto e volevo ringraziarvi tutti quanti, anche
chi si è eclissato fuori quasi subito- Kagome scoppiò a ridere divertita
ricordandosi del signor Holsen
–Prima di uscire da
questo palco… vorrei tanto ringraziare Paolo, il mio insegnante di piano… un
po’ fuori di testa, ma accettabile… mi ha insegnato tantissime cose e spero
continuerà a farlo perché altrimenti non avrei conosciuto Naraku, comunque si
vede che sono amici, quando ci si mettono partono tutti e due in ugual modo; o
Tom, dolce ragazzo… un mio grande amico e spero, lo spero vivamente, che quando
tornerò in Giappone potremo scriverci… mollare poi una amicizia così sarebbe
brutto, vero?; ma non avrei conosciuto Kikyo, che è però nella mia scuola, come
amica è ok e poi è tosta e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno; poi…
beh, Sango è nella mia stessa classe a scuola quindi… il problema non si pone;
ecco ora qua passiamo a un problema grave… ehm… Miroku secondo me ha doppia
personalità, anche lui è nella mia scuola,- disse pensierosa –…si perché
quando non c’è la sua ragazza è… un po’ pervertito mentre quando lei c’è lui
diventa così docile… mah, io non lo capisco, comunque se sta bene lui…; ok, ora
passiamo a Inuyasha che è sempre nella mia scuola…- Silenzio e si sentì la
sala ridere-… beh, su di lui non si può dire nulla… tanto avrete sicuramente
capito che razza di bambinone è! Bene… io ora vado e spero che ci siate tra
quanto? Tre giorni vero? Buon proseguimento- La ragazza prese lo spartito e
uscì seguita da applausi e fischi
-Brava la mia nipotina!-
-Brava la mia sorellina!-
-Oh Kagome, sei stata
bravissima!-
-Dai… se continuate mi fate
arrossire!- esclamò lei. Kagome ricordò che quella sera Tom se ne era andato
subito dopo raggiungendo la sua ragazza Eve, e Inuyasha le aveva detto che la
sua musica non gli piaceva. Sentì un vuoto nello stomaco improvvisamente, ma si
rallegrò subito al pensiero della notte e dei giorni a seguire. Certo Inuyasha
avrebbe potuto evitare di ordinarle come vestirsi! Scosse il capo.
Lo schermo tornò nero dopo
un momento e la voce di Naraku risuonò ancora una volta nell’aria
-Come ha detto Kagome,
questa è stata la prima tappa, la vera prima tappa che li hanno portati alla
seconda ed ultima tappa. Abbiamo chiesto a Kagome, di preparare un testo, un
testo che avrebbero dovuto suonare, le abbiamo chiesto di comporre le parole
per Kikyo e lei lo ha fatto…- A queste parole si sovrapposero quella dei
ragazzi mentre provavano, quando Inuyasha aveva quasi rotto la chitarra per la frustrazione,
quando Kagome aveva pestato i piedi nella sua postazione davanti al pianoforte
e quando Miroku, calmissimo, si era seduta vicino alla ragazza mettendo un po’
a posto il tutto.
Kagome era sorpresa: quando
diavolo li avevano filmati?
-…ed ecco qua il loro
“mini-concerto” ha avuto un successone e sono certo che ora, mentre guarderanno
questa cassetta, ricorderanno l’emozione di questi momenti e i loro giorni
trascorsi qui. Sono felice di avere conosciuto dei ragazzi in gamba come loro e
spero davvero tanto, che un giorno non molto lontano ci potremo rivedere- A
queste parole la stanza illuminata si presentò davanti a loro.
Kagome si accorse solo in
quel momento della strana inquadratura della telecamera e comprese: erano negli
angoli! Ecco perché nessuno le aveva viste!
Naraku salì sul palco e
sorridendo disse
-Buona sera miei ospiti-
disse Naraku cordialmente sorridendo –Sono lieto di avervi qua questa sera
per festeggiare la fine di questo viaggio per i nostri stranieri- Un
applauso si levò dalla folla –Questa sera, finiranno una lunga avventura qua
ad Amsterdam, e chissà se mai torneranno un giorno a trovarci. In queste due
settimane, hanno dimostrato quanto valgono e voi avete visto il loro talento,
sono certo che siate orgogliosi di averli sentiti e felici per avere avuto
questa possibilità- disse –Oggi, li vediamo nel loro ultimo atto,
insieme. Hanno composto la canzone e la musica e solo loro sanno quanto avranno
litigato per mettersi d’accordo. Ma ora, miei ospiti, vorrei tanto sentire il
commento di colei che ha ideato la canzone e vorrei che facesse un discorso per
spiegarci come, ha avuto questa grande illuminazione- Naraku volse lo
sguardo –Vieni pure Kagome-
Un istante dopo arrivò la
ragazza in abito bianco palesemente nervosa
-Ehm… buona sera-
cominciò –Allora… questa canzone l’ho ideata con Kikyo ma a dire la verità
le parole sono nate da me… È successo quasi una settimana fa… io ero in un
bivio atroce, dovevo decidere che fare nella mia vita e… questa canzone sono un
po’ i miei sentimenti di quello che provavo ma, forse devo ringraziarla oggi
perché mi ha dato una spinta abbastanza forte per decidere finalmente quindi…
beh, godetevela perché per me è molto importante- Sorrise e dalla folla si
levarono degli applausi
Kagome sorrise al ricordo di
quei giorni difficili. Inuyasha l’aveva fatto proprio sudare freddo! Ma almeno
ora era felice e poi… Sfiorò il cellulare e sorrise.
I cinque ragazzi, salirono
sul palco sedendosi ai loro posti e si lanciarono uno sguardo prima della
partenza, la canzone iniziò. Durante la telecamera scorse sugli spettatori e si
vide Naraku, Paolo, il signor Holsen, Marlov e Tom
-È’ lui mamma! È’ lui Tom!-
esclamò indicandoglielo
-Wow! Che gran…- iniziò la
donna
-MAMMA!- esclamò la giovane
scioccata
-Eddai!- esclamò
-È lui l’uomo!?!?!?!?!-
-Ma nonno!!!- esclamò la
ragazza esasperata
-Beh, a me per genero non
dispiacerebbe proprio- mormorò la donna
-Mamma!! Ma che dici!? Ho 15
anni!-
-Ai miei tempi…- iniziò il
nonno
-Bastaaaaaaaaaaa- sbuffò lei
contrariata –Non volete sentire la canzone?- domandò
-Oh, è finita- disse
dispiaciuta la donna
-La ascolterete poi- disse
lei alzando le spalle
-Ahhh, sorellina, che
frignona!!- esclamò il fratello indicandola e si irrigidì –Sorellina!! Allora è
vero che c’è un uomo!!!- urlò. Kagome guardò il monitor: stava abbracciando
Inuyasha… cavolo!!
-Mi ha fatto calmare, che vi
devo dire?- domandò lei alzando le mani tranquilla. Il nonno la guardò e lei
sorresse lo sguardo –Uh, ascoltate Naraku invece di inveire contro di me!-
esclamò
-Complimenti ragazzi,
bravissimi. Davvero, bravissimi. Signori, un ultimo applauso per questi giovani
promettenti e un applauso anche alla nostra emozionata Kagome che non sa
trattenere le lacrime-
Kagome sorrise e scosse il
capo divertita
“E che ci posso fare se mi
emoziono per così poco?” si domandò. La voce di Naraku le arrivò di nuovo alle
orecchie
-So meglio di chiunque
altro cosa hanno vissuto in questi giorni questi ragazzi: ci sono stati momenti
difficili e bui, ma anche pieni di gioia. Chissà, forse alcuni di loro hanno
trovato l’amore in queste strade…- Le strade di Amsterdam, il teatro,
l’hotel con l’entrate e le scale, il parco dove aveva litigato con Inuyasha e
con cui aveva giocato divertendosi come una pazza, la gioielleria, il negozio
di vestiti, la pizzeria dove tante volte avevano mangiato, la villa dove aveva
suonato…
Kagome guardò tutti quei
posti che scorrevano lenti seguendo le parole di Naraku con un velo di
malinconia
-…quacun’altro ha trovato
degli amici che non scorderà mai e con cui ha stabilizzato un forte legame.
Sono certo che nessuno si dimenticherà mai di questa esperienza e la porteranno
sempre nel cuore. Grazie, grazie a tutti voi- Lo schermo divenne nero e
iniziarono in titoli di coda.
Kagome si alzò e fece
tornare indietro la cassetta poi la tirò fuori
-Vado a fare i compiti di là
ok mamma?- chiese. La donna annuì sorridendo alla figlia e la ragazza uscì. In
corridoio si posò la cassetta al petto stringendola “Grazie Naraku… grazie di
cuore” Guardò l’orologio. Le 14.39.
Andò in camera e acciuffò tutti i libri che aveva sulla scrivania e li portò
nella sala e sorridendo accese il caminetto facendolo scoppiettare. Fuori la
pioggia picchiava contro i vetri e lei chiuse gli occhi rilassata quando
improvvisamente il cellulare squillò. Senza nemmeno guardare chi fosse rispose
sicura che fosse Inuyasha –CIAO! Ti sei già svegliato?- domandò sorridendo
-Svegliato!? In realtà
dovrei andare a dormire ma… se proprio proprio, ti chiamo più tardi visto che
non aspettavi la mia chiamata!-
La voce, quella voce, la
voce calda e affettuosa, la voce un po’ ironica, la voce che da sicurezza,
quella voce che si riconoscerebbe tra mille, la voce che ora era a distanza di
centinaia di chilometri da lei, quella voce che adesso le faceva venire le
lacrime agli occhi. Kagome si posò una mano sulla bocca sgranando gli occhi
-T…Tom…?- mormorò incredula
-In carne ed ossa- disse lui
–Beh, non proprio visto che non sono davanti a te… diciamo: in spirito e voce!-
esclamò allegro.
Lei si sedette sul divano
scioccata
-Ma… Tom, lì da te non è…
notte?- chiese
-Le 5 di mattina- confermò
–Comunque: ciao Tom, come va? Anch’io sono felice di sentirti! Non dovevi
disturbarti a chiamarmi a quest’ora tarda sai? Potevi chiamarmi almeno alle 8!
Tanto sarei stata sveglia!- esclamò in falsetto –Oh Kagome, non preoccuparti, è
un piacere sentirti anche per me, non vedevo l’ora! Sto benissimo e anche Eve
non se la cava male, ora infatti sta dormendo, non vorrei svegliarla sai…-
sbottò
-Ops, scusami Tom- disse
–Come te la passi?- chiese
-Come al solito. Hai sentito
Kikyo?- domandò
-No perché? Tanto entro la
settimana torna!- esclamò
-Kagome…- mormorò
-Si?- Silenzio –Tom?-
-Ehm… nulla, lascia stare-
disse –Che stavi facendo?- Lei fece una smorfia di disappunto
-Stavo per studiare- sbottò
-Come sei felice-
-Trovi?-
-Già. Com’è il tempo?- Lei
arricciò il naso e si avvicinò alla finestra
-Pessimo. Diluvia da quando
siamo arrivati questa mattina- disse seccata –Lì?-
-Qua? Non piove, ma c’è
molto freddo- Kagome annuì
-Capisco. Abbiamo visto la
cassetta che ci ha dato Naraku! Prima di partire…- esclamò
-Oh, allora è riuscita a
darvelo in tempo!- esclamò
-Lo sapevi?- chiese
-Certo! Che credi? Guarda
che io e Naraku siamo culo e camicia!- esclamò incrociando le braccia
-Ceeeerto- disse lei
-Inuyasha? Gli altri? Sai
cosa hanno detto i genitori di Kikyo?-
-No- disse scuotendo il capo
–Gli avrà parlato Inuyasha- disse –Gli altri stanno tutti bene. ora staranno
dormendo- disse
-E tu perché sei sveglia?
Non avevi sonno?- domandò
-Si che ce ne ho. Però devo
fare i compiti o non ce la farò mai a farli solo domani-
-Dovevi studiare anche qua-
la rimproverò lui
-Oddio, sembri Sango!-
esclamò –Ero in vacanza!-
-Non eri in vacanza!-
protestò
-Uffa!!!!-
-Beh, ora ti lascio al tuo
studio e io, al piacere puro- disse ghignando
-Maiale- disse lei
-Non fare la furbetta con me
Kagome, credi che io non sappia?- Lei arrossì furiosamente
-E chi ti dice che io abbia…
abbia fatto… quella cosa?- chiese
-Oh, le ultime volte che ci
siamo visti mi sei sembrata più tutto. E poi gli sguardi tuoi e di Inuyasha
facevano scorrere parecchia acqua sotto i ponti- disse malefico
-Oddio… che vergogna! Non
dirlo in giro!!- esclamò
-Ok ok…-
-Ora vado, salutami Eve,
Naraku e Kikyo ok?- Lui rimase in silenzio
-Ok- mormorò –Ciao!-
-Ciao! Ti voglio bene-
-Anche io, bye!-
-Bye!- Riattaccò, sospirò
appoggiando la testa al vetro freddo poi con decisione andò al telefono di casa
chiamando le amiche di classe
Domenica. Ore 5.30
Tom riattaccò e sospirò poi
si girò su un fianco guardando la ragazza dormire placidamente. Le sfiorò il
viso con la punta delle dita e lei rabbrividì aprendo gli occhi
-Scusa, non volevo
svegliarti- mormorò
-Niente- disse lei
avvicinandosi più a lui e appoggiando il viso sulla sua spalla –Hai chiamato
Kagome?- chiese. Lui annuì –Che ha detto?-
-Sta bene, cose così- disse
frivolo. Lei annuì
-Non sa nulla di Naraku?-
domandò
-No-
-Non le hai detto niente?-
chiese lei facendo leva sui gomiti per guardarlo in faccia
-No- rispose
-Ma… Tom… cosa credi che
succederà quando lo scoprirà?-
-Piangerà- mormorò
guardandola e stringendola a se
-Tom…- implorò lei –Dovevi
dirglielo- disse
-Non ne ho avuto il
coraggio, tutto qua-
-Hai detto anche tu che
piangerà- mormorò
-Già- La guardò negli occhi
accarezzandole i capelli –Quando però tu piangi non so mai che fare…- disse
baciandole la fronte alzandole la frangia
-Che farà Naraku? Tu lo
sai?- Lui scosse il capo
-Non si è fatto sentire,
proverò a chiamarlo domani- disse. Lei annuì
-Va bene- mormorò
-Ora dormi amore- disse
spingendola contro il suo petto. Lei si accomodò contro di lui e chiuse gli
occhi cullata dal battito del cuore del suo unico amore.
Sabato. Ore 20.53
Kagome si stiracchio sulla
sedia della sua camera.
Dopo che Tom l’aveva
chiamata aveva chiamato le amiche facendosi dare tutti i compiti poi si era
messa a studiare freneticamente. Quel girono aveva finito Matematica, Storia e
Diritto. Domani avrebbe fatto Italiano e Inglese… ora era decisamente troppo
stanca! Prese il cellulare e si mise prona sul letto mettendo le mani sotto il
cuscino chiudendo gli occhi e sospirò. Si lasciò cullare dal ticchettio
dell’orologio e dopo un tempo che le parve infinito andò in un dormiveglia
tranquillo quando improvvisamente il cellulare squillò impazzito. Kagome saltò
sul letto spaventata e lo cercò a tentoni per poi rispondere assonnata
-Pronto?-
-Ciao angelo-
-Oh, Inuyasha!- esclamò
sorridendo dolcemente
-Che c’è? Non sei felice di
sentirmi?- chiese
-No no… felicissima!-
esclamò convinta
-Allora perché quella voce?-
domandò. Lei si sdraiò
-Nulla… ero nel dormiveglia
quando mi hai chiamato… mi è preso un colpo!- esclamò
-Scusa- mormorò. Kagome
sgranò gli occhi
-Inuyasha ma che dici? Vuoi
farmi cadere un mito?- chiese divertita –Tu che mi chiedi scusa… incredibile!-
-Volevo solo essere gentile-
sbottò con una nota di irritazione. Kagome si more la lingua.
Possibile che non pensasse
mai prima di parlare?
-Perdonami, non volevo
dirlo, davvero. Mi piaci quando sei gentile e mi fai le carezze, quando mi baci
e… e…- Arrossì
-Si?-
-Smettila dai, hai capito!-
-No… credo di no-
-Beh… ecco… quando noi due
facciamo ehm…- balbettò. Lui sorrise
-Ti sto ascoltando- mormorò
-Quando noi due facciamo…
beh, UFFA SMETTILA BESTIONE!!- esclamò nascondendo il viso nel cuscino
-Si, ho capito- Lei sospirò
–Mi stava venendo un movimento che non ti vorrei dire a sentirti dire certe
cose, quindi meglio se cambiamo discorso- disse lui veloce. Lei stupita guardò
il muro
-E adesso che fai?- chiese
–Se trovi un’altra ti ammazzo!- ringhiò furiosa
-Gelosa?-
-Inuyasha… provaci e giuro
su Dio che bacio uno davanti a te- ringhiò con già le lacrime agli occhi
-Provaci e ti riempio di
sberle- Silenzio. Kagome si morse il labbro con gli occhi pieni di lacrime.
Perché succedeva sempre
così?
-Kagome?- Un sussurro –Non
lo farei mai, davvero- Lei singhiozzò
-Nemmeno… nemmeno io- Pianse
-Non starai piangendo vero?
Kagome, non piangere dai… non ti prenderei mai a sberle, sul serio… dai angelo,
cosa posso fare qua da casa mia?- domandò nel panico. Lei sorrise e si asciugò
le lacrime
-Ci sono- disse più calma
-Meno male- disse sospirando
-Ti sei alzato ora?- chiese
cambiando discorso lei
-Più o meno, prima sono
andato a mangiare o rischiavo di morire- Lei sorrise –Preferirei mangiare te
ma… mi sono dovuto accontentare- Kagome sorrise
-Anche io- disse
semplicemente –Io invece ho visto la cassetta di Naraku questo pomeriggio-
disse
-La dovrò vedere, lo farò
domani mattina- disse
-È bellissima- commentò lei
–Poi ho disfatto le valigie, ho studiato- disse seccata poi si illuminò –E mi
ha chiamata Tom!- esclamò. Lui fece una smorfia
-Ah si?- sbottò
-Si… Ma non mi ha detto
nulla di nuovo, mi ha fatto delle domande sul ritorno eccetera e mi ha chiesto
di voi! Il tempo e anche se avevo sentito Kikyo… Poi mi ha anche chiesto cosa
avevate detto ai genitori- disse
-Abbiamo detto loro che si
sarebbe fatta sentire e che aveva perso il biglietto e l’aereo era tutto
occupato- Alzò le spalle lui
-Sai che Tom…-
-La smetti 10 minuti di
parlare di lui?- chiese seccato
-Sorry- mormorò lei
-Comunque… ti va se ci vediamo
domani pomeriggio?- chiese lui. Lei guardò la cornetta
-Domani? Ok- disse –Sei
sicuro che tu non passerai dei guai se qualcuno ci vedrà?- chiese
-No, non dirà niente nessuno
basta che non ci baciamo o abbracciamo- disse –Se ci vedrà per esempio mio fratello…
beh, penserà che sei una delle tante, non che tu lo sia- disse subito
velocissimo. Lei sfiorò il ciondolo tristemente
-Già… lo penserà senz’altro-
mormorò
-Angelo…-
-Dai Inuyasha, non avere
quel tono. Mi dovrò solo abituare alla cosa- disse –Ho un grande spirito di
adattamento io!- esclamò. Lui sospirò
-Troverò il modo- disse. Lei
annuì
-Allora domani dove?- chiese
lei. Annuì un paio di volte poi sorrise –Ok, allora ci vediamo lì alle 16.00-
-Si, buonanotte angelo-
-Buonanotte Inuyasha, ti
amo- disse. Lui sorrise
-Mi sognerai stanotte?-
chiese. Lei sorrise
-Sicuramente- disse –Anche
se mi piacerà molto di più domani quando ti vedrò, finalmente- disse sospirando
-Kagome, ci siamo visti meno
di 12 ore fa- disse ridendo
-Sono troppe- sbottò
-A domani dunque-
-A domani, buonanotte-
-Notte angelo-
-Inuyasha?- mormorò lei
-Cosa?- domandò. Lei esitò
un momento
-Mi dai un bacio?-
-Un bacio?- chiese stupito
-Si, il bacio della
buonanotte!- esclamò. Lui sorrise
-Ok- Lei chiuse gli occhi
mentre lui posava le labbra sulla parte dove parlava. Kagome si leccò piano le
labbra poi sorrise aprendo gli occhi
-Ok, ora buonanotte- disse
-Notte angelo-
-Notte- disse e
riattaccarono entrambi. Kagome guardò ancora il cellulare e gli posò un bacio
leggero.
Si infilò il pigiama poi,
dopo avere salutato i famigliari, si coricò. Prima di spegnere la luce posò un
bacio sulla chiave e sorridendo si addormentò.
ANTICIPAZIONI:
Cosa
succederà all’appuntamento?? Andrà tutto bene?
Al prossimo
capitolo ^^