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Autore: LyraB    18/05/2012    2 recensioni
Kailey è all'ultimo anno. Ha i capelli rossi, una terribile insicurezza, una fervida immaginazione... e una migliore amica di nome Jo. Jo è vitale, energica e intraprendente. È solo al primo anno, ma non ha paura di niente. Quando decidono, improvvisamente, di iscriversi al Glee Club, intaccano inevitabilmente gli equilibri del gruppo. Ci sarà chi se ne innamorerà, chi le detesterà e chi penserà che "mancavano solo Anna dai capelli rossi e un maschiaccio" per completare il gruppo. Ma entrare a far parte di quel gruppo cambierà le loro vite, insegnando loro che si può, davvero, afferrare una stella.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche anno fa, sul circuito di Forumfree, ho conosciuto una persona fantastica.
Ha qualche anno meno di me, ma non conosco nessuno che si meriti il termine "ragazzina" meno di lei.
È spassosa, intelligente, artistica e... e un tantino folle, sì.
Abbiamo fatto amicizia e abbiamo scoperto di avere mille cose in comune. Tra tutte, la passione per Glee.
Ho scritto questa storia per lei, ma credo di essere stata io la prima ad essermi emozionata mentre la scrivevo...
quindi credo di doverla ringraziare anche per questa ennesima cosa.
E siccome ho tremato, pianto e sorriso con i protagonisti di questo lungo racconto, ho pensto di condividerlo con gli altri.
Per questo eccola qui, per tutti voi ma dedicata solo a lei:
a Iole, l'unica e vera Jo



uno


lunedì mattina, corridoi del McKinley




Era un tiepido lunedì mattina di settembre, un lunedì come tutti gli altri per gli studenti del liceo di Lima.
Nei corridoi si respirava la solita aria: cheerleader che camminavano a testa alta, giocatori di football che si scambiavano fraterne pacche sulle spalle e studenti più o meno invidiosi che li guardavano sognando di diventare come loro.
Ferma ad uno degli armadietti vicino all'aula di scienze c'era una ragazza con un paio di jeans larghi, un paio di scarpe da ginnastica e una camicetta a quadri sotto un golfino azzurro. I capelli di un intenso color rosso rame legati in due codini e la totale mancanza di trucco sul suo viso la facevano sembrare una matricola nonostante fosse all'ultimo anno. Stava rovistando nel disordine del suo armadietto quando una ragazza con una folta chioma di capelli neri le saltò letteralmente al collo esclamando con entusiasmo:
- Buongiorno Kailey! -
Kailey ricambiò l'abbraccio rinunciando all'intento di trovare i compiti di spagnolo nel mucchio di vecchi fogli sul ripiano più alto dell'armadietto.
- Anche io sono contenta di vederti, Jo. Com'è andato il tuo concorso di musica? -
Jo la sciolse dall'abbraccio e si sistemò lo zainetto sulla spalla sinistra, scrollando le spalle come se non fosse un argomento così importante da dover essere tirato fuori.
Alta più di Kailey nonostante avesse tre anni meno di lei, sempre vestita sportiva (in jeans e felpa o addirittura in tuta da ginnastica) Jo era la persona più semplice e sincera che Kailey conoscesse.
- Così così, sono arrivata decima. Però eravamo in cinquanta, quindi tutto sommato bene. -
- Te lo dico da quando prendevi a martellate il mio pianoforte giocattolo che sei portata per la musica. - Disse Kailey.
Jo e Kailey erano amiche fin dalla nascita. Anzi, anche da prima, visto che i loro genitori erano amici dai tempi del liceo. Le due ragazze erano contentissime di trovarsi bene insieme, dato che la loro era un'amicizia più o meno forzata: avevano passato insieme tutte le estati da quando riuscivano a ricordare e lo stesso valeva per il giorno del Ringraziamento e il giorno di Natale. Jo rispose con un sorriso all'amica e la prese sottobraccio.
- Ho lezione di spagnolo, ma non trovo i compiti delle vacanze. -Disse Kailey chiudendo lo sportello dell'armadietto con un botto.
- Figurati se Schuester ti fa storie. Io ho lezione di matematica e di sicuro mi interrogherà, quella sì che è una tragedia. -
- Ma smettila, se sei un genio in matematica! -
- Non se si tratta di calcolo a mente. -
- Oh, guarda, hanno aperto le iscrizioni ai club pomeridiani. - Disse Kailey con finta noncuranza, fermandosi davanti alla bacheca degli studenti. Come sempre la sezione riguardante la squadra di football e il gruppo delle cheerleader erano piene di firme. La Sylvester aveva dovuto addirittura aggiungere altri fogli per permettere a tutte le aspiranti cheerleader di tentare un provino: la bacheca era invasa di firme sui fogli rossi e neri delle Cheerios.
Tra il club dei fumetti e quello per il cinema c'era il foglio del club di canto. Gli occhi di Kailey si posarono sulla lista ancora vuota e provò l'intenso desiderio di prendere la penna e aggiungere il proprio nome.
- Ci stai pensando di nuovo. - Disse Jo.
- Sarebbe così strano? -
- Key, sono tre anni che mi parli di quel club, di quanto sono fantastici e meravigliosi anche se vengono ritenuti degli sfigati. -
- Beh, è la verità. -
- E allora spiegami perché diavolo non hai ancora messo il tuo nome su quel foglio! -
Jo sapeva benissimo perché Kailey non si era mai iscritta, chiederglielo era solo un modo per farglielo ammettere ad alta voce, un primo passo per farle vincere quella sua sciocca paura del giudizio altrui.
- Perché mi vergogno, ecco perché. Perché io canto in macchina quando sono da sola o con i video di Mtv davanti alla televisione. E perché quei ragazzi sono tutti incredibilmente bravi, non sarei mai alla loro altezza. -
Jo le sorrise.
- Motivi che non stanno in piedi, te lo dico da tre anni. Ma, a quanto pare, l'orecchio verso di me è sempre quello più sordo. - Le stampò un bacio a schiocco sulla guancia e si infilò nell'aula di matematica sventolando la mano in cenno di saluto, mentre Kailey proseguiva nel corridoio fino all'aula di spagnolo.
La ragazza si lasciò cadere al suo banco, in terza fila vicino alle finestre, completamente priva della voglia di seguire la lezione.
Il passaggio vacanze - scuola era stato traumatico, per fortuna quell'anno avrebbe avuto Jo nei paraggi per un cappuccino o una Coca d'emergenza tra una lezione e l'altra.
Nonostante fosse all'ultimo anno, Kailey non aveva molti amici a scuola: era timida e faceva fatica a stringere amicizia con qualcuno. Soprattutto non attaccava mai bottone per prima: preferiva rimanere sola che cercare di fare conversazione con uno sconosciuto. La voce del professore che entrava augurando agli studenti "Buenas dias" riportò quasi tutta la sua attenzione alla lezione che stava per cominciare.
Nello stesso istante Jo, seduta all'ultimo banco nell'aula di matematica, pensava che si trovava davvero benissimo in quella scuola: sebbene avesse iniziato il suo primo anno solo da qualche settimana, aveva già conosciuto un sacco di ragazzi e ragazze simpatiche che l'avevano invitata a studiare con loro.
Le amicizie che aveva stretto le avevano messo sotto gli occhi la piramide sociale del McKinley che Kailey le aveva descritto nei due anni precedenti: in cima a tutto c'erano loro, le cheerleader. I giocatori di football, di basket e di tutto il resto del mondo sportivo venivano subito sotto, essendo di per sè molto popolari, ma pendendo letteralmente dalle labbra coperte di lucidalabbra alla fragola delle ragazze pon-pon. Poi c'erano i ragazzi impegnati nel consiglio d'istituto, i rappresentanti e tutti gli altri "socialmente utili". La massa grigia e uniforme del resto del liceo veniva dopo di loro, un mucchio di ragazzi poco importanti e poco considerati.
Infine, sull'ultimo gradino c'erano quelli che venivano solo presi in giro, talmente in basso nella piramide da essere ritenuti inferiori persino da quelli che nei corridoi non alzavano nemmeno gli occhi: erano quelli che erano sfigati e non se ne vergognavano.
Nerd, patiti di fumetti, videogiochi, giochi di ruolo... e canterini. Non quelli che si dilettavano di chitarre elettriche, no, le future rockstar erano ancora considerate degne di un minimo di rispetto.
No, i veri sfigati erano quelli che andavano sul palco a cantare canzoni di altri facendo girotondi come alle scuole materne.
Jo si accigliò al pensiero di quanto potevano essere meschini gli adolescenti: lei e Kailey avevano passato la loro infanzia a fare spettacolini ballati e cantati e non si erano mai sentite sfigate, nemmeno lontanamente. Lei era sempre stata brava a suonare e Kailey aveva una bella voce, anche se da una decina di anni aveva smesso di farla sentire in pubblico: le loro tre amiche del cuore si occupavano della coreografia ed erano così brave che i loro spettacoli erano un evento per tutti i ragazzini del vicinato.
Jo aprì il quaderno di matematica chiedendosi perché quando si diventa grandi tutto diventa tremendamente complicato.


☆☆☆



La lezione del professor Rosenberg era finita prima - doveva essersi accorto che a nessuno importava un fico secco delle opere di Chaucer quando fuori era una giornata così bella - e Jo si era fermata un momento davanti alla bacheca degli studenti: altri fogli si erano aggiunti al blocco delle Cheerios e la ragazza sospirò nel vedere l'elenco del Glee Club ancora vuoto.
Quella testa dura di Kailey non aveva ancora capito che il suo nome, su quel foglio, ci sarebbe stato a meraviglia.
- Jo! - Esclamarono due voci alle sue spalle.
Jo si voltò e si trovò davanti a una coppia di avvenenti ragazze dell'ultimo anno: una alta, bionda, con le curve al posto giusto e penetranti occhi azzurri. L'altra esile e sottile come un giunco, con una cascata di capelli scuri e ondulati che le scivolava sulla schiena.
- Serena. Gabrielle. - Disse con un mezzo sorriso.
Era difficile pensare che quelle due giovani donne che la guardavano da sotto uno strato di matita e mascara fossero le stesse che cantavano "Mary aveva un agnellino" con lei e Kailey nel cortile di casa sua. Eppure erano proprio loro. All'appello mancava solo Alice, sua coetanea e sorella minore di Serena.
- Che fai qui? Ti iscrivi a qualche club studentesco? -
Jo scrollò le spalle con noncuranza: non c'era niente che la attirasse particolarmente… e poi non ci aveva ancora pensato.
- Perché, voi sì? -
Per un solo, stupidissimo istante, Jo pensò che avrebbero potuto far parte del Glee club. Erano ottime ballerine e quanto a spettacoli avevano un pedigree pari a quello suo e di Kailey.
- E ce lo chiedi? - Esclamò Serena.
- Proviamo per la terza volta di entrare nelle Cheerios. - Disse Gabrielle, rovistando nella borsa alla ricerca di una penna.
- Nelle... che cosa? -
Non potevano davvero desiderare di far parte di quel gruppo di biondine smorfiose e superficiali!
Ok, ok, forse non erano tutte smorfiose e superficiali e di certo non erano tutte bionde ma... che diavolo era saltato loro in mente?
- Alice si è iscritta stamattina. - Rispose Serena con leggerezza. - Speriamo che questa sia la volta buona per tutte e tre... anche se la invidierei, se passasse il provino al primo colpo. -
- Ciao ragazze. -
Kailey sopraggiunse in quel momento, con una improbabile felpa della Disney con Ariel disegnata sul davanti e un cerchietto di velluto bianco tra i capelli sciolti.
- Kailey, ciao. Bella felpa. - Disse Gabrielle con un sorrisetto.
- Grazie! - Rispose Kailey raggiante.
Jo alzò gli occhi al cielo: ma la sua migliore amica proprio non lo voleva capire che metà delle parole che uscivano dalla bocca di Gabrielle erano ironiche?
- Si sono appena iscritte alle selezioni per le Cheerios. - La informò Jo un momento dopo.
- Oh. - Disse solo Kailey, senza dare voce allo stupore che le si leggeva negli occhi. - Beh, in bocca... in bocca al lupo. Speriamo che questo sia l'anno giusto. -
- Già, speriamo davvero. - Disse Serena, firmando con uno svolazzo e poi ripassando la penna a Gabrielle. - Ci vediamo! -
Le due ragazze si allontanarono ancheggiando lungo il corridoio, consapevoli di aver appena messo la firma sul loro lasciapassare per la popolarità.
- E io che speravo di convincerle a venire al Glee Club con me almeno quest'anno... -
Jo mise un braccio attorno alle spalle di Kailey scuotendo la testa.
- Credo che sia stata una fantasia, Key. Non cantiamo più nella tua taverna come quando avevamo sette anni. -
- Già... ma perché? -
Jo sospirò: non aveva una risposta, per quella domanda.

☆☆☆

Il giorno delle selezioni dei Cheerios, Kailey si sorbì le chiacchiere di Serena e Gabrielle per l'intera pausa pranzo.
Le due aspiranti cheerleader si erano volute sedere a tutti costi con lei - evento più unico che raro - e pareva non riuscissero neanche a stare ferme, tanto erano agitate. Non riuscivano a smettere di parlare della canzone scelta, dei passi preparati, del timore reverenziale che la Sylvester incuteva loro e tutto il resto.
Kailey scuoteva la testa ogni volta che le sentiva: proprio non capiva come si potesse desiderare di infilare una gonna striminzita e agitare dei brutti pon-pon di carta luccicante per la durata di una partita. Jo avrebbe sicuramente detto che preferiva vedere le partite dagli spalti, dove non rischiava di prendersi un'accidente a causa della divisa ridottissima, dove poteva strillare e scatenarsi quanto voleva con parole sue e dove non rischiava di cadere dalla cima di una piramide umana rompendosi il collo.
Kailey avrebbe voluto dire loro che era solo una stupidissima selezione per un gruppo di stupide ragazze che volevano quella divisa solo per sentirsi gli occhi addosso, ma in fondo sapeva perché loro volevano fare parte delle Cheerios: per lo stesso motivo per cui lei avrebbe voluto iscriversi al Glee Club.
Solo che loro avevano avuto il coraggio di provarci e per di più per tre anni di seguito. Non solo, di provarci e di rischiare di sentirsi rispondere "picche" (anche se Sue Sylvester avrebbe usato un'espressione decisamente meno delicata).
Se lei avesse scritto il suo nome su quel foglio, probabilmente al Glee Club l'avrebbero accolta tutti a braccia aperte senza chiederle nemmeno di intonare una filastrocca. Sentirle così determinate e combattive la faceva sentire ancor di più una ragazzina timorosa.
Mentre Gabrielle e Serena ancora discutevano, il gracchiare dell'altoparlante fece fermare il brusio che riempiva la mensa.
Il fischio dell'eco del microfono anticipò la voce del preside Figgins:
- La partita di apertura della stagione di football si terrà sabato alle otto nel campo del McKinley, aspettiamo un grande tifo per la nostra squadra da parte di tutti gli studenti! - Aveva la voce storpiata dal microfono e a tutte le 't' l'altoparlante scoppiettava - Giovedì sera invece avremo un'esibizione delle Nuove Direzioni, alle nove in auditorium. -
Quell'annuncio fece trasalire Kailey.
Nello stesso momento Jo, affrettandosi verso la mensa, si era tanto distratta ad ascoltare gli annunci da aver travolto un paio di piccole studentesse del suo anno. Non appena Jo riconobbe la testa rossa di Kailey nella folla degli studenti radunati per pranzo, la raggiunse.
- Proprio te cercavo! - Esclamarono in coro, quando furono a portata di voce.
- Hai impegni per questo fine settimana? - Domandò Jo.
- Solo se tu sei libera giovedì. - Disse Kailey.
- Andata! - Rispose Jo, battendole il cinque.
   
 
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