Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: WING    19/05/2012    9 recensioni
[...] la rapì dal manicomio dove lui lavorava – non capirò mai l’ossessione di noi vampiri per voialtri umani – e subito dopo la salvò. La poveretta non diede mostra di sentire nemmeno il dolore. Era rimasta troppo a lungo rinchiusa in quel buco nero di cella. […]
con Queste parole James parla di Alice a Bella.
ma cos'è successo quella notte?
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, James, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga, Twilight
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alice Cullen: storia di Quell'ultimo battito

La figura si richiuse la porta della cella alle spalle; la giovane ragazza rimase immobile nell’angolo della stanza mentre le serrature scattavano rumorosamente.
la figura pose uno sguardo circospetto ai corridoi, poi, in un attimo, scomparve.
 
Una sagoma scura si acquattò sul tetto dell’edificio.
Inspirò profondamente, le narici si dilatarono e un ghigno di denti scintillanti brillò alla luce fioca della luna.
Poteva sentirne il profumo persino da quella distanza. Così dolce, così accattivante. Poteva immaginarsi quel liquido scorrere nel suo corpo, pompato nelle vene del collo, nelle arterie.
Scosse la testa come per togliersi quelle tentazioni. Lui era un segugio e i segugi sono pazienti: non era ancora il momento giusto. Eppure, nell’aria, c’era qualcosa che non andava.
 
La figura riapparve poco lontano dall’edificio, guardò in alto: eccolo, sul tetto.
Quell’essere maledetto così simile a lui, eppure così diverso.
Non avrebbe mai permesso che riuscisse a farle del male. In un attimo scomparve, nuovamente.
 
La sagoma si voltò. Cos’era stato quel leggero spostamento d’aria?
Poi una leggera scia d’odore la raggiunse. Possibile che fosse di turno anche oggi? No, non lo era.
Cosa ci faceva lì, allora?
Con un salto atterrò silenziosamente fra l’erba.
 
La porta della cella si aprì scricchiolando; un piccolo fascio di luce illuminò la ragazza.
<< Alice? >>
La figura la chiamò dolcemente.
La ragazza alzò il viso incavato verso di lui. Due occhi vitrei lo fissarono spaesati.
Non avrebbe mai permesso che le accadesse qualcosa.
Le si avvicinò e nemmeno quando la prese in braccio la ragazza diede segno di sentire qualcosa.
Quell’anno, fatto solo di buio ed elettroshock, l’aveva estraniata dalla realtà... eppure lei aveva un profumo così buono e un dono così raro...peccato che la gente comune non fosse in grado di apprezzare le sue qualità.
Strinse i pugni e scosse la testa. Non poteva cedere ora, no. Aveva poco tempo, doveva agire in fretta.
Erano ormai un paio di mesi che quell’essere si stava muovendo nei dintorni del manicomio, la ragione si poteva ben capire: la sua natura da segugio lo aveva portato verso la preda più succulenta.
Ma non gli avrebbe mai permesso di ucciderla, solo per assaggiarne il sapore, poi.
La figura la guardò, mentre si allontanavano a grandi falcate dal manicomio.
Gli occhi aperti, erano spenti come quelli di un cadavere, la pelle piena di lividi e croste, le ossa fin troppo visibili, il peso inesistente.
<< Piccola mia, vedrai che fra poco sarà tutto finito >> le sussurrò.
La vide sorridere; o forse lo immaginò solamente.
 
La sagoma lo vide allontanarsi son la sua preda fra le braccia.
Non poteva essere vero. Non gli era mai sopravvissuto nessuno e lui voleva assaggiarla.
Iniziò a seguirli.
Lo vide entrare in un capannone abbandonato vicino al porto.
 
La figura poggiò delicatamente la ragazza su un telo.
<< Alan...? >> sussurrò Alice muovendo leggermente lei iridi per cercarlo.
<< sì, solo io, tranquilla. Ora finirà tutto >>
Le prese la mano e come un gentiluomo gliene baciò delicatamente il dorso.
Poi quel dolce bacio si trasformò in un morso.
Appena i suoi denti perforarono la carne fragile della ragazza, il sapore del sangue entrò con prepotenza in lui, annebbiandogli i sensi.
- Ancora meglio dell’odore.... - pensò; poi subito si riscosse. Non poteva lasciarsi andare agli istinti, lui doveva salvarla, perché l’amava.
Alice rabbrividì un attimo quando Alan allontanò le proprie labbra dalla sua pelle.
 
La sagoma si fermò vicino al capannone.
Sentì i denti del vampiro penetrare la carne della sua preda. La sua preda!
La figura di voltò verso di lui e la guardò trionfante, poi scomparve nella notte.
James non perse nemmeno tempo a rincorrerlo: se ne sarebbe occupato più tardi.
Si avvicinò alla ragazza.
Corti capelli neri, fisico piccolino.
Lentamente il suo profumo andava sfumando in qualcosa di diverso.
Ormai il fuoco avrebbe dovuto essersi già impossessato di lei, ma la ragazza non sembrava nemmeno sentirlo. Non era sicuramente peggio di tutto quello che le avevano fatto in quel posto.
Si alzò. Non aveva più ragione di starle dietro, ormai quel dolce sapore non esisteva più.
Ora aveva un altro compito: riscuotere la preda che gli era stata sottratta.
Lentamente si diresse dove la scia del vecchio vampiro lo conduceva.
 
Alan lo fissava, felice.
Aveva fatto quello che doveva, ora poteva anche andarsene.
James si acquattò, pronto ad attaccare.
<< sai >> gli disse il vecchio vampiro raccogliendo su un dito quell’unico rivolo di sangue che ancora gli rimaneva sulle labbra << peccato che tu non l’abbia assaggiata, era veramente squisita >>  
Subito dopo James si avventò sulla propria vittima.
 
Due giorni dopo...
 Alice stava ancora lì, sdraiata su un telo in quel capannone.
Gli occhi spalancati. Capiva che le stava accadendo qualcosa ma non riusciva a dargli un nome.
Qualcosa le circolava nel sangue, qualcosa si stava impadronendo di lei.
Un altro dei soliti attacchi, forse? No, non era quello.
Un altro elettroshock? No, Alan non la portava mai a fare quelle brutte cose.
Forse stava morendo.
Sì, stava sicuramente morendo: il suo cuore stava aumentano il ritmo, presto avrebbe consumato i battiti che gli restavano..
Allora perché si sentiva più forte?
Il suo cuore continuava ad accelerare, fino a quando...
Due battiti corti, più vicini degli altri e dopo una attimo di pausa un ultimo palpito.
- Sono morta... - pensò.
No, non era morta, al contrario: si sentiva più forte che mai.
Un fuoco stava divampando nella sua gola: aveva sete, sete di sangue.
 
 
 
Angolino dell'autrice :3
Che ne dite di questa mia prima FF?
Spero vi sia piaciuta ^^!
Un giorno ero su questo splendido sito e ho fatto una piccola ricerca: per quanto ho potuto leggere, tutti scrivono del passato di Alice, di lei che va in cerca delle proprie origini... ma perché non narrare la sua seconda nascita? e così eccomi qui con questa FF ^^!
Grazie a tutti quelli che sono arrivati fin qui e anche un bacio a tutti quelli che scriveranno qual cosina qui sotto ;)
un abbraccio a tutti!
a presto,
WING =3
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: WING