Ho paura. Il mio corpo... è come se non mi appartenesse più. Come se non fosse più mio.

Non aveva niente. Non aveva più avuto niente da molto tempo. Aveva perso tutto, quel giorno, quando era fuggito dalla sua casa data alle fiamme.

La sua casa. La sua famiglia. Il suo nome. Il suo braccio. Gli era stato portato via tutto.
E ora, anche il suo stesso corpo non gli apparteneva più. Sentiva i muscoli intorpidirsi dolorosamente (mai avrebbe creduto quanto potesse essere dolorosa l'assenza del dolore) e la pelle rivestirlo come un guscio fittizio, come le carni di un estraneo, così come estranei erano i suoi nemici. O forse la sua carne era il vero nemico?

"Voi siete morti. Niente più che cadaveri che camminano."

Gli sfuggì un sorriso amaro. Che crudele ironia.

Se quegli uomini avessero saputo... Se avessero anche solo IMMAGINATO quanto le loro parole corrispondessero al vero, ammesso che sapessero ancora distinguere la verità...

E chissà come avrebbero reagito i suoi compagni se avessero saputo che quelle parole, seppur inconsapevolmente a coloro che le avevano pronunciate, non erano poi solo vuote minacce imbevute di delirio di onnipotenza? Che facce avrebbero fatto Angie, Misuzu e Shiori se avessero saputo fino a che punto quel patto fallito avesse influito su di lui? Ne sarebbero stati disgustati, spaventati, come già li disgustava e intimoriva il suo braccio? O forse avrebbero rifiutato anche quella realtà, come già facevano fin da quando la guerra era entrata nelle loro vite, continuando a inseguire un futuro perduto, seguitando a chiamarlo ''signorino''...

Come se avesse ancora un significato, come se nulla fosse successo, come se bastassero le parole a renderlo di nuovo reale.

Lui che non aveva niente. Lui che non ERA niente.

Non era vivo. Non era morto. O meglio, era vivo e morto al tempo stesso.
La sua esistenza era una menzogna, una menzogna che si cibava delle vite di altre persone per continuare ad essere.

Come poteva vivere in quella maniera? Alla fine, sarebbe stato solo un ostacolo per loro. Se non un pericolo.

Strinse i pugni, fissando il fumo che si levava nell'aria avvolgendosi su se stesso come un serpente, la sua decisione presa.

Se non poteva più vivere come un essere umano, sarebbe morto come un eroe.

E se la sua vita era ormai una bugia, almeno la sua morte sarebbe stata reale.


Note:

Basato sul v2 quando renya va a ''suicidarsi''. Nello stesso volume si scopre che Renya è una specie di misto tra Naruto e Madoka Magica. :P
L'avevo già scritta ma si è cancellata per sbaglio. La prima stesura era meglio. Magari poi la riscrivo. :(