Anime & Manga > Gankutsuou, Il conte di Montecristo
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Autore: Pendragon of the Elves    20/05/2012    4 recensioni
Alcuni dei momenti più drammatici di "Gankutsuou" raccontati attraverso i testi dei Three Days Grace.
Raccolta di Song Fic.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Edmond Dantés - Time of Dying


Erano ore? Giorni? O forse anni? Non lo sapeva più: aveva cessato di contare il tempo graffiando il muro. La testa gli pulsava del lacerante dolore dalle sue stesse grida che ora erano spente tra le crudeli mura del Chateu d'If.
Sentiva come se per ogni parte del suo corpo s'irradiasse dolore. Sembrava che ogni suo osso si fosse spezzato, ogni suo muscolo fosse consumato dalle fiamme e la sua pelle dilaniata da mille pugnali. Si era scagliato più volte contro le sbarre, aveva calciato con forza il pavimento e alla fine, al culmine delle disperazione, aveva sbattuto a piena potenza la testa contro il muro, come volesse spaccarla. Poi, quando l'accesso era terminato, era collassato a terra. Ora gli doleva tutto: era come se il suo intero corpo fosse un unico, indissolubile fascio di dolore. E non aveva più forza, neanche per rialzarsi.

On the ground I lay
Motionless in pain

E in quelle ore, col sangue rappreso sugli occhi e sulla fronte, immerso nel buio ed il silenzio, ritornava con la memoria, ai suoi giorni felici a Marsiglia, a Mercedes e al momento in cui l'avevano portato via: non avrebbe mai dimenticato i suoi occhi in quel momento.
E ogni volta che ci pensava, desiderava soltanto tornare indietro, per poter stare ancora accanto a lei.

I can see my life flashing before my eyes

Si disperava, nella sua impotenza, non essere riuscito a fuggire e, nella sua innocenza, di non essere riuscito ancora a capire per quale motivo l'avessero condannato. Non riusciva ancora a credere a quello che gli era capitato: lui, che sempre si era fidato della giustizia, che sempre aveva ritenuto degno di fede il suo paese, ora questo lo condannava per un crimine che non aveva commesso. Aveva aspettato col cuore in gola di sentire il chiavistello schioccare, la porta della sua cella aprirsi; aveva aspettato che qualcuno venisse a salvarlo, ma aveva aspettato invano, nel silenzio più completo. Non sapeva per quanto aveva atteso con la speranza nel cuore. Il suo fisico si era deteriorato, i suoi denti erano marciti, la barba e i capelli erano cresciuti incolti e selvaggi nel frattempo. Ma nessuno era ancora venuto a portarlo via.
A volte tentava di convincersi che era soltanto un brutto sogno ma il dolore che era ormai diventato la sua unica percezione e il duro e freddo pavimento sotto di lui erano la terribile prova di quella straziante realtà. E anche se la sua testa picchiava contro la parete con una forza tale da fargli vedere le stelle, quell'incubo non si dissolveva e continuava ad esistere: non poteva sfuggirgli.
Perché? Perché gli era successo tutto questo?

Did I fall asleep?
Is this all a dream
Wake me up, I'm living a nightmare

Ma non poteva morire lì: voleva rivedere Mercedes, doveva rivederla, almeno una volta. Non poteva andarsene senza salutarla un'ultima volta. Il ricordo del suo dolce sorriso era l'unica luce di speranza che riusciva a schiarire le tenebre della sua disperazione. Doveva vivere, doveva farlo per lei.

I will not die
I will survive

Quando la disperazione scemava e nella sua mete tornava un po' di lucidità, era il ricordo della sua amata a donargli la forza, se non di sperare, almeno di sognare la libertà: aspettava solo il giorno in cui la porta della sua cella si fosse aperta e, avvolta nella ormai dimenticata luce dorata del sole, gli sarebbe apparsa Mercedes, vestita d'azzurro con in testa il suo cappello preferito a tesa larga che, un giorno, il vento aveva trascinato lontano verso il mare. Nel candore del ricordo e l'amore non dimenticato, aspettava nel buio, attendendo la salvezza. Era quello che gli dava la forza ogni giorno di tenere gli occhi aperti su quella realtà.

I will not die, I'll wait here for you
I feel alive, when you're beside me
I will not die, I'll wait here for you
In my time of dying

 

Ma troppo tempo era passato e anche le più remote speranza, dopo una vita nel buio si spengono e muoiono, consumate dall'umidità e dalla disperazione. Il volto di Mercedes non era che un ricordo, un fantasma, le cui sembianze gli parevano sempre più consumate ed indistinte.
E lo spirito, privato di ogni forza, riusciva ancora soltanto a pensare, colmo di rancore, al tempo sottrattogli che continuava a passare e alla sua vita che il mondo aveva dimenticato. La cella diveniva un focolare ed il suo corpo, ancora immobile per terra come un ciocco nel camino, ardeva internamente d'ira furibonda.


On this bed I lay
Losing everything
I can see my life passing me by

Il tempo la fuori passava inesorabilmente. Gli anni continuavano a passare, attorno a quella prigione i pianeti continuavano ad orbitare, le stelle continuavano a nascere a spegnersi nell'infinito ciclo della vita.
Perché tutto il resto mutava e lui era ancora lì, nel buio e nel silenzio, in bilico tra la vita a la morte, senza più nulla tranne la coscienza per capire di essere spacciato e che fosse troppo tardi per lui per implorare la salvezza? Perché continuava a soffrire così?
Ormai era tardi per sperare, era tardi per pensare ad una vita fuori di li: sarebbe rimasto imprigionato per sempre, che senso aveva continuare ad esistere se era come fosse già morto? Se doveva continuare a vivere con quella verità nel cuore, preferiva la morte, perché ormai solo quella lo avrebbe sottratto a quell'incubo.


Was it all too much
Or just not enough
Wake me up, I'm living a nightmare


Con le ultime forze dei disperati, prese a sbattere la testa contro il muro. Il sangue spillava dalla fronte, gli colava dal mento e macchiava le pareti. Voleva solo che la sua mente si spegnesse in quell'istante, in quel momento, contro quel muro.
Ma faceva male, faceva troppo male. E ancora di più il fatto che mentre lui era lì a buttare ciò che di più prezioso gli era rimasto, il responsabile di quella disgrazia era ancora fuori, libero e felice a godere alle sue spalle. Il pensiero lo folgorò come mai prima di allora. Si accasciò distrutto contro la parete, gli occhi stravolti a fissare il buio.
No, non desiderata più la salvezza, non desiderava più neanche la morte: voleva solo sopravvivere ed uscire di. Voleva tornare nel mondo e trovare il colpevole di tutto ciò che aveva subito. E, quando lo avrebbe trovato, il dolore che aveva provato finora non sarebbe stato nulla in confronto a quello che gli avrebbe inflitto. Non desiderava altro, non voleva speranza, non voleva salvezza, non voleva assoluzione. Voleva una cosa ed una cosa sola: la vendetta. E non sarebbe morto prima di averla ottenuta.

I will not die
I will survive


Fu in quel momento che sentì una voce. Non sapeva da dove provenisse o se se la fosse immaginata, fatto sta che era ovunque, rimbombava su ogni muro, risuonava nella sua testa. Così potente, così immensa e terribile tanto che neanche la voce di Dio avrebbe potuto uguagliarla. Così tonante da scuotere l'intero Chateu d'If come le sue grida mai avevano potuto. Diceva: «Amico mio».
Quando aprì gli occhi, attorno a lui c'era soltanto luce. E, dinnanzi a lui, immersa nella luce, una figura crocifissa, simile nella posa al figlio di Dio ma diverso e terribile nell'aspetto: un cumulo di ossa e stracci entro il quale balenavano lampi verdi e violacei. Una figura così misera e terribile che, però, recava in se una vita ed una volontà potenti.
Neanche per un istante pensò che non fosse un'immagine di salvezza, neanche per un istante dubitò del suo potere.
«Amico mio», ripeteva, «qual è il desiderio del tuo cuore?».
«Voglio trovare quelli che mi hanno fatto questo, quelli che mi hanno condotto alla rovina…», la sua voce era salda e sicura, anche se suonava roca nella gola secca, raschiata dalla continue grida che da troppo tempo non modulava suoni umani, «E quando li troverò… donerò loro la più crudele e terribile punizione che si possa immaginare!».
Sentiva il fervore e una nuova forza crescere dentro di lui, una volontà terribile gli lambiva il cuore, tanto violenta da non avere più nulla di umano.
Levò le braccia al cielo e gridò terribili parole:«Non darò loro neanche il sollievo della morte perché quello che meritano è la sofferenza eterna!».

I will not die, I'll wait here for you
I feel alive, when you're beside me
I will not die, I'll wait here for you
In my time of dying

 

«Per mille anni ho atteso dentro questo corpo per l'arrivo di un'uomo come te», disse la voce.
Nell'oscurità di quella figura si aprirono due buchi luminosi. E lui si ritrovò a fissare due terribili occhi infuocati: non avrebbe potuto immaginare quanto i suoi stessi occhi assomigliassero a quelli in quel momento.
«Io sono con te», disse lentamente la figura, «e tu sei con me».
Le sua parole lo facevano fremere sempre di più, più continuava a fissarla, più sentiva una nuova forza nascergli in corpo, i suoi occhi catturati da quella visione. Ormai, non avrebbe più potuto volgere altrove lo sguardo.
«A te dono le mie conoscenze ed il mio potere. E a me, dona il tuo corpo e la tua anima!», il suo tono era terribile e potente.
In quella voce c'era qualcosa di perverso e vorace che avrebbe fatto tremare di terrore chiunque. Ma lui non temette nemmeno per un istante perché vi riconosceva le esigenze del suo stesso spirito.
«Accetto!»
Una crepa distorse il sorriso maligno e crudele che si era formato sul volto della figura. L'apparizione si incrinò ed esplose con un gran boato ed una più intensa esplosione di luce.
Edmond si sentì avvolgere da una forza estranea ed aliena. Una fiamma gelida infine gli ghermì il cuore. Non tentò neanche un momento di resistergli mentre ascoltava in silenzio il suo corpo cambiare, il suo battito fermarsi, il suo spirito venire irrimediabilmente sigillato e l'essenza della creatura che si fondeva con esso. E per quanto si sentisse freddo dentro, sentiva nascere in lui una forza che mai aveva posseduto in vita.
Una risata terribile risuono nella sua testa e, sulla sua fronte, si aprirono due enormi, spaventosi occhi viola.

I will not die, I'll wait here for you
I feel alive, when you're beside me
I will not die, I'll wait here for you
In my time of dying

Quella era la sua nuova forza, quello era il suo nuovo scopo, quella era la sua nuova vita, quello era il suo nuovo Dio. Quello era Gankutsuou. E quella era stata una sua scelta.



                           


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Salve a tutti! Questo era il mio primo esperimento di Song Fic, dedicato all'anime Gankutsuou, tratto dal grandioso romanzo di Dumas (che invito tutti gli appassionati di questo anime a leggere).
Come già anticipato nella descrizione, questa è una raccolta si song fic. Cercherò di ripercorrere la trama dell'anime attraverso i testi musicali dei fantastici Three Days Grace ma non posso fare miracoli e non ripercorrerò tutta la storia, inserirò solo le fic in ordine cronologico, per quanto possibile. Essendo una raccolta, avverto che non aggiornerò regolarmente (sorry) ma accetterò volentieri vostre recensioni e suggerimenti.
Per ora, posso offrirvi solo queste parole: "Attendete e Sperate!".
A presto! ^ ^

Pendragon of the Elves


P.S.: Una curiosità: questa è la quinta fanfiction in questa sezione e, un'altra mia storia ("Innocent Romance") è stata la quinta nella sezione del "conte di Montecristo". Coincidenza? Il conte crede di no! xD



[Non possiedo i diritti per le lyrics e nemmeno per le immagini (questa è un fotogramma del cartone)].
 

  
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