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Autore: Giallo4ver    20/05/2012    2 recensioni
''Allora accende la luce del corridoio, e rimane a bocca aperta.
Qualcosa le è caduto in cucina, e quel qualcosa le ha scartavetrato il lampadario dal soffitto, spaccato a metà il tavolo di legno massiccio e fatto una mezza voragine nel pavimento.''
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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d Notte fonda di campagna.
Luna piena.
Agro silenzioso.
Vita che dorme.
Piccola casa sopita nel mezzo del nulla, lontana dalle strade principali, persa sulla sua collinetta e circondata dalle viti e dagli ulivi, a qualche terreno di distanza da un’altra casa, più grande, più densamente abitata, bensì dormiente.
All’improvviso, un terribile fracasso, un ‘crack’ vertiginoso, come di qualcosa di molto grosso che si spezza a metà, poi un tintinnio di metalli  e vetri, un’imprecazione trattenuta a stento e sibilata a denti stretti, il terreno scrollato da una scossa, poi un gran polverone e, prima un breve silenzio, poi, d’un tratto, come se tutto si svegliasse all’improvviso, il vento prende a soffiare, i cani ad abbaiare, le civette a canticchiare serenate alla luna e i grilli, maestri direttori dei prati di grano, a dirigere il loro coro  di voci bianche.

L’affittuaria della piccola casa, epicentro del terremoto, si sveglia di soprassalto, e vede che i quadri e il lampadario, così come altri oggetti poggiati sui comò, ballano.
Di corsa si alza, senza neanche infilarsi le  ciabatte, e corre verso l’uscita.
Appena in corridoio, sente un odore strano, simile a quello dei cantieri delle case in costruzione, mentre avanza nella semioscurità, constata che in cucina c’è qualcosa che non va.
Vi si affaccia, cerca di accendere la luce, invano.
Allora accende la luce del corridoio, e rimane a bocca aperta.
Qualcosa le è caduto in cucina, e quel qualcosa le ha scartavetrato il lampadario  dal soffitto, spaccato a metà il tavolo di legno massiccio e fatto una mezza voragine nel pavimento.
Ottimo, e  questo come lo  spiego a Giovanni?
Pensa lei, ricordandosi che quella casa non è  di sua proprietà,  ma è di un quarantenne un po’ altezzoso che abita nella villa poco distante, e che di sicuro ha sentito il terremoto e sta andando a controllare.
Anche lei, incerta, si avvicina.
Forse è un asteroide…
Si dice, mentre cerca di evitare i detriti e di alzare la tapparella per vedere meglio, e quando i raggi di luna illuminano meglio l’ambiente, si accorge che il soffitto non ha buchi e che quello sommerso da vetri e mobilia rotta, mezzo spiaccicato sul pavimento, è un non saprebbe dire che di umanoide.
Un…alieno?
Azzarda quindi, dandosi della cretina.
Afferra dunque la  prima cosa che le capita in mano (una gamba del tavolo volata via nell’impatto con il tipo umanoide lì disteso) e si avvicina sospettosa.
Quando  constata che è un uomo Grande Giove!, impreca, Mi è morto uno sconosciuto in casa! Meglio un alieno! E che faccio? Chiamo l’ambulanza!  No! Che dico agli infermieri?! “Salve, c’è  un’emergenza in piena campagna, casa sperduta nel  nulla, no numero civico né strada, e un tizio mi è  caduto sul tavolo di mogano massiccio  spaccandolo a metà e tirandosi dietro il lampadario.” E quelli mi risponderanno “Certo, già che c’è, non è che a casa sua oltre che a Spiderman c’è pure Wonder Woman?” Ma questo si è spappolato il fegato, la milza, lo stomaco, la schiena! Sarà diviso a metà, anzi, è da ricomporre come un puzzle da cinquanta pezzi! E perché era appeso al lampadario?
Mentre si aggroviglia sul perché, sul come, quando, dove, si accorge improvvisamente che l’uomo respira, sta bene, anzi, forse sta meglio di lei.
Gli toglie il lampadario (i resti del lampadario) di dosso e lo trascina verso il corridoio, imprecando ogni qual  volta un pezzo di vetro o qualcos’altro le graffia i piedi nudi.
Che cavolo di vestiti ha? Forse è davvero un alieno, anche perché…è inumano sopravvivere al lampadario che ti crolla sullo stomaco  e ad uno schianto su un tavolo di mogano, tavolo tra l’altro ora ridotto a quattro gambe sparse ed una lastra frantumata,  in più…cadendo…sarà stata la sua caduta a  far tremare mezzo mondo? E dov’è che l’ho già visto?
- Ehi, cosplayer di Malefica al maschile…- lo chiama, e si chiede se le sue parole siano conseguenza del forte shock e del non capire la situazione, inoltre, pare che  solo lei abbia sentito il terremoto.
Corre ad affacciarsi alla porta, si guarda furtiva intorno: nessuno, e a casa di Giovanni le luci sono spente e non si sente altro  che il solito logorio della natura notturna.
Rientra dentro, torna dal tipo che gli ha demolito mezza casa e, dubbiosa, incerta tra il trascinarlo fuori all’addiaccio  e far finta di nulla e il trascinarlo sul divano per chiedergli spiegazioni o morire in caso tragico, essendo lei una di quelle persone dalla spiccata e infelice morbosa curiosità, opta per la seconda scelta.
Dopo aver sistemato quello che lei chiama ‘Mortimer’ (per via dell’aspetto simile, per lei, a quello di un morto) sul divano, va a medicarsi i piedi sanguinanti, facendo cadere un bel po’ di Santi dal paradiso e sparando parole  che  avrebbero indignato persino Lucifero.
   

Fantabosco (?) della'utrice:
In primis, voglio ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite, le preferite o quelle da ricordare, e che hanno commentato. *u* Sul  serio, grazie!
Spero che questo capitolo non vi abbia delusi, a presto!
Giallo4ver.
  
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