Sono pazza.
Lo dicono tutti,che sono pazza.
E’ l’unica cosa che la gente sa di me.
Matta da legare.
Nessuno mi vuole parlare.
Sono da evitare.
Quando è così finisci anche per diventare pazza.
Pazza.
Ma non è sempre stato così,c’è stato un periodo in cui ero “felice”.
Normale,felice.
Avevo amici,un sacco di amici.
Forse è meglio che rimango qui.
Non do noia a nessuno,non posso nuocere a nessuno.
Qui però muoio dentro.
Mi ricordo di aver visto,una volta,una figura alla finestra della mia camera.
Avevo paura.
Non sapevo chi fosse.
Ha bussato,e è entrato.
Doveva aggiustare la televisione.
L’aggeggio infernale che non si ferma mai.
“Tranquilla non devi avere paura di me.
“Non ho paura.
“Perfetto allora.
“Io vado sul balcone.
“Ok,
Sai sei carina.
“Che intendi dire con questo?
“Che non capisco perché tu stia qui dentro.
“Io sto qui perché sono pazza.
Dirlo a voce alta e non nella mia testa metteva i brividi,e non sono riuscita a contenere le lacrime che controvoglia scendevano ai lati del mio viso.
“hey,tranquilla,non volevo rattristarti,io non volevo..
“So cosa volevi,sei come gli altri,quelli normali,quelli che provano compassione per me.
“Hey,no aspetta,abbiamo cominciato col piede sbagliato.
Chi dice che sei tu quella anormale?
E se lo fosse il mondo?
E se io dovessi rimanere qui e tu fuori?
E se tu fossi l’unica normale qui sulla terra?
“ma non è così.
“Secondo me si,perché tu sei un essere speciale e io avrò cura di te.
“Speciale?
“Perché essere come gli altri se si può essere meglio?
“Meglio?
“Si,meglio,migliore,tu sei migliore!
“Piacere,Astrid.
“Niall.
“Mi prometti che se rompo la tv di nuovo torni?
“Anche se non la rompessi.