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Autore: _MoonShine_    20/05/2012    18 recensioni
Lui voleva solo l'anima di quell'umana, solo quella. Voleva tornare a casa vincitore.
Lui non voleva che accadesse tutto questo. E ora si ritrovava a volere lei, solo lei.
E lei voleva lui. Ma lui era come un inferno, lui era l'inferno.
E l'inferno non era mai stato così attraente.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine, Shade, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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♦ MALEDETTO INIZIO ♦

Inferno.
Un mondo normale. Natura, cielo, abitazioni, persone.
Già, sarebbe un mondo normale se la natura non fosse priva di vita, morta. Se il cielo non fosse sempre poco luminoso, grigio, con nubi imponenti. Se le abitazioni non fossero luoghi spaventosi, lugubri, simili alle case stregate e praticamente inutili e quasi mai utilizzate. Sarebbe un mondo normale se coloro che ci vivono non fossero demoni. Demoni immortali, non hanno bisogno del Sole, non hanno bisogno della bellezza della natura, delle case dove vivere e riposare, perché loro non riposano.
Sarebbe un mondo normale se non fossero tutti dannati.
Sarebbe un mondo normale se tutti noi non lo definissimo Inferno. Perché è una sorta di luogo dimenticato dal bene. Un luogo che ha rinunciato al bene.
Molti immaginano demoni e i diavoli come una specie di peccato immateriale, altri come creature concrete con corna e ali, dei mostri.
Ma loro esistono solo nelle nostre paure, sono loro che ci spingono a credere nel male e nel bene, ci spingono a fare una scelta. E per paura, la scelta è sempre il bene. Ma se il male non fosse poi così terrificante? Se i demoni non fossero come li abbiamo sempre immaginati?
Anche noi possiamo definirci demoni in fondo. Si pensa che tutti i peccatori bruceranno all’inferno diventando demoni. E gli altri? Ma gli altri chi? Nessuno può essere escluso dal commettere errori, volontari o involontari. È nella natura umana.
Ed è invece nella natura demoniaca cedere sempre ai peccati, non provare nemmeno a resistergli. I demoni sono creature che vogliono cedere alle tentazioni, perché è questo che alimenta la loro forza. La trasgressione, la libertà, la superbia, l’ira, l’avarizia, la lussuria..
Ma siamo così diversi da loro?
-Sei pronto?- sorrise una ragazzina.
 Una grande collina si ergeva al fianco di alcune di quelle che potremmo chiamare abitazioni. Tre figure vi camminavano sopra. Si fermarono.
-Finalmente avrai la tua occasione-
Un sorriso si dipinse sul volto del ragazzo di fronte a lei. Un sorriso da mozzare il fiato, un sorriso che sedurrebbe chiunque. Ma un sorriso falso, malvagio, ingannatore.
-Bene, trova un’Anima Speciale, legala e sbrigati ad appropriartene- disse la terza figura. Era un ragazzo alto come il primo, con i capelli nero pece. Gli tirò un pugno sulla spalla, un colpo davvero potente. Male? No, per niente, erano demoni.
Lui sorrise di nuovo. Camminò avanti, verso la cima della collina. C’era vento, i suoi capelli cobalto si spettinavano e danzavano sulla sua fronte, lasciando intravedere tra le ciocche che si muovevano, due occhi blu, scuri, profondi, immensi. Due occhi da demone.
Il ragazzo si girò verso i due compagni. Milky e Luc, due demoni come lui. Lei era più piccola, lui aveva la stessa sua età. Non poteva dire che fossero nati lo stesso giorno, era passato troppo tempo, cinquemiladuecento anni. Era non era giusto nemmeno dire che erano nati. I demoni non nascono, i demoni non crescono, non muoiono. I demoni vivono e basta. Nessuno sa come siano stati creati, come siano comparsi. Nessuno.
Alzò la mano in segno di saluto sorridendo enigmaticamente. Quello era il suo sorriso più seducente.
Dopo di che una luce poco vivida ma intensa lo avvolse. Sparì come un ologramma davanti agli occhi dei due demoni.
-A presto Shade- sorrise Milky.

Un ragazzo dalla folta chioma cobalto si guardava in giro. In piedi sopra al tetto rosso di una casa, scrutava ogni minimo particolare dell’orizzonte.
Case, alberi, cielo, persone. Come nel suo mondo. Già, peccato che le case fossero tutte colorate e piene di vita, che gli alberi e la natura fossero di un bel verde acceso e in piena fioritura, che il cielo fosse di un azzurro brillante illuminato dai raggi del sole della tarda mattinata e che le persone fossero tutte allegre e piene di gioia.
Niente di speciale, era un po’ come un luogo tutto perfettino e allegro, niente a che fare con la rude aria del suo mondo.
Shade assottigliò gli occhi e sorrise sicuro.
Doveva trovare un’Anima Speciale nel mondo dei mortali. L’anima di una persona diversa dalle altre, con qualcosa di speciale di qualsiasi tipo. Era come un rito, tutti i demoni arrivati nel millennio dei loro cinquemila anni dovevano trovare una di queste e impossessarsene, assorbendola dopo la morte dell’umano.
Non sapeva dove cercare, era solo convinto del fatto che avrebbe sentito quando l’avesse trovata. Per il resto indizi zero.
-Ti troverò-

Una ragazza dai capelli rosso fuoco si svegliò di colpo sobbalzando sul banco e dilatando due bellissime iridi cremisi. Li socchiuse di colpo investita dalla luce dei raggi del sole.
Aveva sentito una specie di brivido, una sensazione strana. Forse aveva appena fatto un brutto sogno che non si ricordava oppure era solo un brivido di freddo, le finestre dell’aula erano aperte, era piena primavera.
Già, era in classe. Aula 106, sezione A, primo anno, lezione di storia sui romani. Che noia, non c’era da stupirsi che si fosse addormentata, ormai era un’abitudine durante questa materia. A chi interessava? La storia sapeva così di vita passata, a lei interessava solo il presente. Chissene importava di un Romolo che fondò Roma. O forse era Remo?
Al suono della campanella tutti i ragazzi uscirono, chi in cortile, chi nelle classe dei compagni, chi nei corridoi.
-Fine!- 
La ragazza dai capelli rossi si voltò verso la voce che l’aveva chiamata. Era una ragazza dai lunghi capelli azzurro cielo, con due occhi turchesi. Sua sorella, sorella gemella.
Erano molto simili, ma anche molto diverse. Aveva interessi quasi opposti, ma viste una accanto all’altra potevano sembrare la stessa persona escludendo i capelli e gli occhi.
Fine si alzò dal suo banco raggiungendola con in mano il suo pranzo. Avevano l’abitudine di andare a mangiare sul tetto della scuola. Spesso le accompagnavano delle compagne di classe, altre volte erano sole, solo Fine e Rein e il loro affetto.
Ogni mattina quando si svegliavano non vedevano l’ora di andare a scuola per vedersi. Già, non vivevano insieme, i loro genitori erano separati. Fine viveva con la madre, Rein con il padre. Le due sorelle si vedevano quasi sempre a scuola, fuori, e durante alcuni finesettimana quando cenavano tutti insieme.
Il desiderio di Fine e Rein era sempre stato quello di rivedere i loro genitori insieme. E sembrava proprio che in quel periodo le cose stessero andando meglio, o forse alla grande.

-Ma tu lo sapevi che Bright prende lezioni di violino?-
Le due sorelle erano nel parco principale della città, stavano tornando a casa da scuola. Mentre camminavano parlavano e ridevano come due amiche che spettegolano, ok spettegolavano.
Bright era il ragazzo di cui Rein era innamorata persa. Era del secondo anno ma i due avevano stretto un forte legame. Si piacevano era evidente. Fine se n’era accorta subito quando Rein, all’inizio dell’anno, li aveva presentati. Lui era davvero un bel ragazzo e stranamente era anche una brava persona, di solito tutti quelli belli o sono stupidi o sono dei poco di buono. Bright invece era il modello ideale, l’idolo di tutta la scuola.
Fine le sorrise e scosse la testa. Le piaceva sentire sua sorella parlare così allegramente.
Certo, lei preferiva altri argomenti come lo sport, ma quando sua sorella era felice, era felice anche lei.
-Beh, ci vediamo domani- sorrise Rein. Erano arrivate alla fine del parco. A quel punto le loro strade si sarebbero divise, ognuna in direzione della propria casa.
-A domani sorellina!- le rispose Fine raggiante salutandola con la mano mentre si allontanava.
-E fai i compiti!- le raccomandò Rein.
Fine sbuffò. Erano in due classi diverse, ma Rein riusciva sempre a capire quando non faceva i compiti. Beh, erano gemelle in fondo, una mente sola.
Fine si voltò, proseguendo per la sua direzione.
Il sole brillava ancora nel cielo, era pomeriggio, le quattro circa.
Si fermò, si trovava in una via vicino casa sua. Era carina, lunga e con villette con fiori alle finestre. Alzò lo sguardo guardando il cielo. Si coprì con un braccio, facendo ombra sugli occhi per non avere il sole diretto in faccia.
Le piaceva guardare il cielo, le sapeva di infinito, di inesplorato.
Si voltò e corse indietro, verso il parco dov’era prima con Rein. Non aveva voglia di tornare subito a casa, era presto!
Arrivata lì, si buttò su una delle collinette di erba nascoste tra gli alberi. Adorava quel posto, stare lì sdraiata a guardare il cielo senza che nessuno la disturbasse.

-Ahhh Uffa!-  disse mettendo il broncio, ma continuando a guardare il cielo  -Che noia, non succede niente-
Fine cambiava umore facilmente. Era ormai più di mezzora che era ferma lì. Neanche un uccellino passare, non una persona o una mamma con il passeggino con il figlio piccolo, nemmeno un cane che faceva i bisogni, nulla! È vero che adorava stare lì in silenzio, ma un po’ di allegria ci voleva.

Shade aprì di scatto gli occhi sentendo qualcuno parlare. Strano, gli sembrava che quel parco fosse deserto.
Si era seduto sul ramo di un albero. Era arrivato lì solo facendo un salto, era un demone no? Scese da quel tronco volentieri, tutto quel verde sgargiante lo faceva vomitare. Meglio gli alberi secchi e spogli del suo mondo.
Si avvicinò senza fare il minimo rumore al luogo doveva aveva sentito la voce. Finalmente poteva osservare un mortale da vicino.
Vide una ragazza dai capelli rosso fuoco sdraiata sull’erba. Indossava uno strano completo. Una camicetta bianca con un disegno strano sul taschino, uno stemma? E una corta gonna scura.
Prima aveva visto tante ragazze indossare dei vestiti simili, e anche dei maschi con un completo da uomo che si abbinava a quello delle compagne. Ma perché si vestivano tutti uguali?
La vide alzarsi di colpo e dirigersi verso un albero. Aveva lasciato lì a terra una borsa di pelle. Era semiaperta, quindi intravide dei libri. Che noia i libri.
La ragazza si arrampicò con estrema facilità sull’albero, passando di ramo in ramo.
Shade la guardava sorpreso, non pensava che gli umani fossero così atletici nonostante non avessero poteri. O forse era solo quella ragazza quella diversa?
“Diversa”? A quel pensiero Shade si bloccò. E se..
Vide che era già arrivata tra i rami più alti. Era ferma, in piedi e sorrideva estasiata. Guardava la città dall’alto.  A Fine piaceva guardare lontano, la faceva sentire libera.
Per caso guardò l’orologio che aveva al polso. Sgranò gli occhi.
-Oh no! È tardissimo!- urlò in preda al panico.
Tardi? Tardi per cosa? Shade la guardò senza capire.
Fine nel voltarsi per scendere nel ramo più in basso, perse l’equilibrio, scivolando. Cadde, ma per fortuna si aggrappò a un ramo a metà del tronco. Aveva i riflessi pronti.
-Salva- sospirò sollevata, appoggiando saldamente i piedi su un altro ramo e ricominciando a scendere per bene. Ogni tanto le era capitato di rischiare di cadere. Una volta non era riuscita ad aggrapparsi finendo a terra e procurandosi un bel livido. Da quella volta cercava di portare più attenzione, anche se spesso non ci riusciva.
In pochi secondi fu sull’erba. Riprese la cartella e si mise a correre verso casa.
Shade da dietro l’altro albero aveva guardato tutta la scena senza respirare. Beh, non ne aveva bisogno in fondo.  Aveva visto quella ragazzina rischiare di cadere, sicuramente se non si fosse aggrappata a quest’ora sarebbe morta. Era davvero in alto, un volo simile le avrebbe rotto l’osso del collo. Di certo lui che era un demone no si sarebbe fatto nemmeno un graffio, atterrando persino in piedi, ma lei? Come avrebbe fatto? Sapeva che gli umani erano davvero “fragili”, per loro tutto era pericoloso, potevano morire da un momento all’altro. Possibile che a lei non importasse nulla? Non si era nemmeno spaventata. Almeno così gli era sembrato.
Ma perché si stava facendo tutte quelle domande? Che gli importava? Lui doveva pensare solo a trovare quell’Anima Speciale per poi tornarsene finalmente nel suo mondo.
Si voltò dirigendosi chissà dove, dalla parte opposta in cui era andata Fine.
Ah maledetta ragazza, gli aveva solo fatto perdere tempo. Che brutto inizio, noioso e orrendo. Quel mondo era orrendo!







Ciaooooooo :'DDD Mi siete mancatee! (Ma se sei sempre stata qui..! nd.Shade) =.=
(Allora caro Shade, vedi di non prendere l'abitudine di interrompermi nel mio Spazio Autrice, eh?! nd.Me) ("Autrice" tsk! nd.Shade)
Ignoralo, ignoralo, ignoralo, ingoralo..
Ok, dicevo.. Eccomi qua con la nuova storia di cui vi avevo accennato ! Sono così felice, mi è mancato non scrivere più Il Patto della Rosa.. Per non parlare di I Say Yes.. :'(
Ma ora mi dedicherò solo a questa storia senza rivangare il passato e tutti i bei ricordi di quelle storie *tono teatrale con il fazzolettino*
(ok, non dite nulla, mi faccio pena da sola)
Coooomunque.. Spero di avervi un po' incuriosito con questo capitolo :3 Shade è troppo bellooo! :Q_
Volevo solo dire che ho messo il rating arancione perchè (non subito, solo verso la fine.. e andando avanti nella storia capirete il perchè del SOLO ALLA FINE) ci saranno momenti di "coccole" xD
Beh spero di cuore che vi sia piaciuto, aspetto i vostri commenti, critiche, consigli.. tutto quello che volete. Sono ben accette anche torte al cioccolato!
Un bacione a tutte, buona serata!

  
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