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Autore: nightswimming    20/05/2012    4 recensioni
I Muse rendono fieri (...?) l'Inghilterra e il mondo intero portando la torcia olimpica. Nel frattempo, su internet...
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: parte di tutto questo è vero e se non l’avete visto in diretta vi siete persi una pepita d’oro zecchino. Nevertheless, i Muse non sono miei, non hanno passato (che io sappia) i momenti subito anteriori al loro glorioso incarico a fare i bambini dell’asilo (l’han fatto di sicuro, dai, li amiamo per questo!) e io non ci guadagno niente. E neanche voglio. XD
 
 
 
 
 
 
 
“Allora, un cono al pistacchio e fragola, uno crema e cioccolato – con panna – e poi…”
Matt fece un gesto seccato in direzione di Dom, guardandolo dall’alto in basso (per quello che glielo consentivano i suoi centimetri di svantaggio) con sufficienza e occhieggiandolo con rabbia quando lui cominciò a ridere sguaiatamente.
“Cazzo, sei ridicolo”, mugolò il batterista, dando di gomito a Chris perché si girasse ad osservare e a sfottere insieme a lui il loro cantante. “Sei davvero… Cazzo, Matt, ridicolo”.
“Credi di essere messo meglio, coglione?” scattò Matt, facendo un gestaccio a Chris che si era limitato a ridacchiare bonariamente prima di allontanarsi a fumare un’ultima sigaretta, guardandosi cautamente intorno in modo da non essere colto in flagrante da quel rompicoglioni salutista del loro responsabile di percorso.
Dominic sghignazzò un’ultima volta, si strofinò il naso e si obbligò a dare un’occhiata al proprio outfit: era, ovviamente, uguale a quello di Chris e di Matt, bianco con i cinque luminescenti cerchi olimpici d’oro stampati sul petto, e lo faceva assomigliare nel complesso a un meccanico che pendeva dall’altra sponda.
Chris era l’unico che sembrava aver mantenuto la sua calma allure da uomo sicuro e credibile, persino avvolto in quella specie di tuta Michelin.
Ma grazie a Dio Matt, il fantastico, impagabile Matt, lui non lo tradiva mai. Sembrava un incrocio fra un profugo di guerra e un gelataio.
Ricominciò a sghignazzare senza controllo, indicandolo con un dito tremante; lui era così infastidito che sembrò arruffare la sua piccola, sporca, disordinata criniera di capelli in un moto di stizza.
 
*
 
“Io. IO!”
“No, io!”
“Ho detto io! Cristo, Matt, sei sulla ribalta tutto il cazzo di tempo quando suoniamo – che ti costa darmi una fetta della torta ogni tanto?”
“Appunto, Dom, non sei in grado di reggere tutto quello stress. Ci sto io in mezzo. E Chris alla mia sinistra, come sempre!”
“Non credo proprio, brutto-“
Il signor Winchester era un uomo con una decennale esperienza nell’organizzazione di grandi eventi sportivi e considerava quelle Olimpiadi il coronamento di un’onorata carriera. Quando gli avevano detto che si sarebbe occupato del tratto di strada che portava la torcia attraverso il Devon non aveva battuto ciglio: sapeva che questo avrebbe comportato farsi carico della cintura di sicurezza che era stata richiesta per alcuni dei corridori – due deficienti che non avevano fatto altro che ridere per tutto il viaggio in navetta e un uomo ben piazzato che gli ispirava istantanea fiducia, collettivamente noti come la rock band di nome Muse – ma della cosa non si era minimamente preoccupato. Aveva affrontato ben altre situazioni di disagio, pericolo e tensione.
Nondimeno, in questo momento aveva gli occhi iniettati di sangue e le mani nei capelli.
“Ok, ora basta” sussurrò esasperato, mettendosi in mezzo ai due litiganti che si guardavano con occhi di fiamme. “Ci sta lui in mezzo. Fine della storia” annunciò in tono autoritario, puntando il dito indice verso Chris che sbiancò vistosamente.
“Ma perché io?” chiese con nervosa educazione il bassista, sudando freddo.
Il signor Winchester lanciò uno sguardo a quei piccoli, informi fagotti bianco-oro che lo stavano guardando con l’aria di due cuccioli presi a calci.
“La torcia è pesante. Conviene che sia tu a portarla – e comunque questa ridicola discussione va sedata, in qualche modo” deliberò senza possibilità di replica. Matt si inalberò così tanto che gli occhiali da sole gli tremarono sul naso.
“Ehi, che significa ‘La torcia è pesante?’ Devo correre per trecento metri, non per mille fottuti chilometri! Posso farcela benissimo! Ma guarda questo!”
Il signor Winchester gli fece un sorriso mellifluo.
“Meglio non rischiare di dover chiamare l’ambulanza. Mi si spezzerebbe il cuore se l’Inghilterra dovesse perdere uno dei suoi più grandi talenti musicali a causa di una stupida crisi respiratoria” disse lentamente, come se stesse parlando con un bambino un po’ stupido.
“Te la do io la crisi respiratoria! Dom, di’ qualcosa!”
“Bells, è previsto che la torcia venga passata anche a noi, non arruffare le piume. Avrai il tuo momento di gloria”, rispose il biondo alzando gli occhi al cielo. Il signor Winchester annuì ammirato e controllò la radio per vedere se se ci fossero nuove comunicazioni.
“Sentito il suo amico, signor Bellamy? Non arruffi le piume”. La radio sfrigolò all’improvviso e l’uomo la tolse dalla cintura per avvicinarsela al viso.
“Collins a Winchester, passo”.
“Winchester, ti ascolto”.
“Signore, pare che ci sia bisogno di aiuto qui sul ponte. Abbiamo controllato la quantità di carico che è in grado di sopportare ed è di settemila persone”.
Il signor Winchester aggrottò le sopracciglia, confuso.
“Ebbene?”
“Ehm, ci sono diecimila persone che spingono per salire, e pare che siano in aumento. Sono, ehm, fan dei Muse, signore. Abbastanza determinati, aggiungerei”.
Gli occhi del signor Winchester scattarono in alto. Non era possibile che quel Matthew Bellamy gli avesse appena fatto una linguaccia trionfante, non era possibile.
 
*
 
“…Siamo sempre in collegamento con le telecamere che stanno seguendo il lungo cammino della torcia olimpica. La torcia viene ora caricata su un furgone per coprire un breve tragitto su quattro ruote, prima di essere passata nelle mani, tra gli altri, di alcuni dei più illustri cittadini del Devon – stiamo parlando di Dominic Howard, Christopher Wolstenholme e Matthew Bellamy, membri della pluri-premiata rock band Muse! Stacy, diamo un’occhiata al nostro hashtag #followingtheolympictorch su Twitter”.
“Con piacere, Robert”.
“Allora… “Contentissima! Ho appena visto passare la torcia, assieme ai miei due figli. Capita una volta nella vita!” E’ vero, gentili teleascoltatori, è vero, quanta emozione!... “Abbiam capito che la campagna del Devon è deliziosa, ma quando arrivano i Muse? E che palle” Arrivano, arrivano, un po’ di pazienza… “Matt è stato rapito dagli Zeta. Dominic si sta facendo le sopracciglia. Chris sta mettendo in cantiere il settimo figlio. DAI SU RAGAZZI, NON ORA” Ehr, n-non capisco, strano messaggio… “FIVE THOUSAND HOUSES BURNING DOWN: ora puoi farlo, Matt! No, scherzo. Occhio alla torcia!” Questo dev’essere un riferimento a una qualche canzone, vediamone un altro… “Ma che fanno Matt e Dom, stanno trombando in un cespuglio? Ma quando arrivano?!?!” Eeeeee questo dev’essere un altro riferimento di un qualche tipo a cose che non ci competono, scusate il linguaggio, vedrò di fare un po’ di, ehm, scrematura per i prossimi tweet… “LO STREAMING E’ ANDATO GIU’ PORCO IL DEMONIO SE AVESSI PER LE MANI IL CAPO DELLA BBC GLI APRIREI IL CULO” Stacy, non è colpa mia, sono tutti così! Sono tutti pazzi! “ECCOLI ECCOLI AHAHAAH come sta correndo Matt ahaha MUOIO” Oh, grazie a Dio, si è tornati alla civiltà, “Begli occhiali, Matt – d’altronde hai ragione: c’è un sole che spacca le pietre!” In effetti le previsioni meteorologiche hanno mantenuto le promesse: cielo coperto! Aaaah, queste rockstar e l’ossessione per gli occhiali scuri!... “Non si riesce a capire: è lui che porta la torcia o è la torcia che porta lui?”
“Faccio io da qui, Robert, che mi sembri un po’ provato… “Guardare questa roba è più divertente che ridere. Siete fantastici. Sono orgogliosa manco foste figli miei” Oh, che bello, che commozione! “BISOGNA ASSOLUTAMENTE FARE MILLE GIF DI MATT CHE CORRE, OMFG” Gif? Che cos’è una gif?... “Guardate che scatto felino, che fluidità. Sembra un ornitorinco con l’ernia. MATTHEW BELLAMY HERO OF THE YEAR!”…Pubblicità? Hanno chiamato la pubblicità? Sia lodato il Signore”.
“Le ultime Olimpiadi mica erano così, cazzo! Si sognano che io faccia ancora la telecronaca!”
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: dedicata a tutti quelli che questo pomeriggio, come me, erano inchiodati davanti allo streaming pezzotto della BBC per riempirsi gli occhi di quello spettacolo epico. E’ una scemenza bella e buona ma non ho potuto farne a meno .
Ah, alcuni tweet sono veri :D Grazie davvero a tutti quanti, ho riso così tanto poche volte nella mia vita.
*stritola Muse*
I MIEI BAMBINI ERAVATE ALTI COSI’ SPACCAVATE CHITARRE E ORA PORTATE LA TORCIA OLIMPICA E SALVATE LA CIN- ops, no, quella è un’altra storia. XD
:***
   
 
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