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Autore: Ilaryf90    20/05/2012    3 recensioni
“Blaine Anderson, non provare a fare il furbo con me. Non cambiare argomento” disse Kurt fingendo un tono serio quando in realtà stava avvolgendo il collo abbondantemente sudato dell’altro con le sue braccia per poi posare le sue labbra su quelle morbide del suo ragazzo.
Dopo qualche minuto interruppero quel contatto per aprire gli occhi e fissarsi a vicenda: era una delle cose che amavano più fare. In seguito ad un lungo e appassionato bacio come quello era bello aprire gli occhi e scoprire l’espressione dell’altro. Di solito avevano entrambi un sorriso sognante: Kurt aveva memorizzato con precisione il punto in cui arrivavano gli angoli della bocca di Blaine dopo baci di quel genere e ogni volta controllava che quel dettaglio non si modificasse.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Elena

Il tuo amore per Blaine, per i suoi ricci e la tua faccia dopo la scena di boxe durante Fighter

mi hanno praticamente costretta a scrivere questa OS per il tuo compleanno.

Auguri e grazie di tutto! <3

 

 

 

 

 

They don’t like my jeans, they don’t get my hair

 

 

 

 

Kurt si era ripromesso di fare due cose dopo la sua esperienza nella squadra di football: cambiare quelle ingombranti e pesanti divise se mai fosse diventato uno stilista di fama internazionale e non entrare mai più nella palestra della scuola, per nessun motivo, a meno che non fosse strettamente necessario. E in quel momento, purtroppo, lo era.

Kurt aprì con delicatezza la porta quel poco che bastava per scorgere la figura di Blaine, con i soliti pantaloni arrotolati sopra la caviglia, intento a tirare con forza dei pugni contro il sacco da boxe appeso al centro della stanza.

Si concesse un attimo per osservarlo mentre sferrava un pugno con tutte le sue energie per poi essere costretto a fermarsi e riprendere a respirare regolarmente. Quando Blaine poggiò le mani sulle ginocchia per prendersi un secondo di pausa Kurt entrò lentamente, cercando di non farsi sentire. Per sua fortuna Blaine era troppo concentrato in quello che stava facendo o, forse, pensava che fosse un giocatore di football desideroso di farsi una bella doccia dopo un duro allenamento.

In ogni caso Kurt riuscì ad arrivare alle sue spalle senza essere notato e, in un momento in cui non rischiava di essere ucciso dal suo stesso ragazzo, avvolse le braccia intorno ai suoi fianchi.

“Perché quando decidi di cambiare il tuo look non mi chiedi un consiglio?” domandò dolcemente al suo orecchio. “Potrei offendermi. Potrei pensare che non ti piace come mi vesto o che-“

Blaine si voltò immediatamente per afferrare le sue braccia e guardarlo negli occhi. “Kurt, cosa stai dicendo?”.

Kurt alzò lo sguardo verso i suoi capelli sistemati con cura da una parte con moltissimo gel. Dopo il ballo era riuscito a convincerlo ad andare a scuola e uscire la sera senza quel gel che non gli permetteva di ammirare i suoi capelli al naturale. Poi quella mattina era venuto a sapere che tutto era tornato come prima: voleva una spiegazione.

“Sai che adoro il tuo look. Anche se dovresti mettere più spesso quei pantaloni dorati del provino per la Nyada” aggiunse Blaine con un’espressione evidentemente maliziosa, avvicinando sempre di più il suo viso a quello di Kurt. “Ti donano”.

Blaine Anderson, non provare a fare il furbo con me. Non cambiare argomento” disse Kurt fingendo un tono serio quando in realtà stava avvolgendo il collo abbondantemente sudato dell’altro con le sue braccia per poi posare le sue labbra su quelle morbide del suo ragazzo.

Dopo qualche minuto interruppero quel contatto per aprire gli occhi e fissarsi a vicenda: era una delle cose che amavano più fare. In seguito ad un lungo e appassionato bacio come quello era bello aprire gli occhi e scoprire l’espressione dell’altro. Di solito avevano entrambi un sorriso sognante: Kurt aveva memorizzato con precisione il punto in cui arrivavano gli angoli della bocca di Blaine dopo baci di quel genere e ogni volta controllava che quel dettaglio non si modificasse. 

“Tornando al motivo per cui mi sono fiondato in questo posto pieno zeppo di germi e in cui non si riesce a respirare per l’aria consumata” riprese Kurt con il suo solito fare teatrale. “Ho saputo, e ora posso vederlo con i miei occhi, che hai infranto la promessa che mi avevi fatto due settimane fa”. Mise il broncio e cominciò a giocherellare con uno dei ricci che era riuscito a sfuggire al gel o che non era più al suo posto a causa del troppo entusiasmo che Blaine metteva nella boxe.

“Kurt, ti giuro, ci ho provato” rispose l’altro con tono affranto. “Brittany non faceva altro che minacciarmi di espellermi dalla scuola perché non risultavo iscritto”.

Kurt cercò con tutte le sue forze di trattenersi dal ridere ma non ci riuscì e ghignò sommessamente. Blaine lo fulminò con lo sguardo.

“Scusami” cercò di riprendersi Kurt. “Ancora non riesco a togliermi dalla mente la faccia di Brittany quando ti ha visto al ballo senza il gel”.

“Comunque”Blaine cambiò subito argomento. “il fatto è che senza gel non piaccio. Tutti mi guardano male e non fanno altro che sparare battutine al mio passaggio”.

“Da quando ti importa di ciò che pensa la gente?” chiese subito Kurt con un’espressione confusa.

Blaine lo guardò velocemente prima di voltarsi dall’altra parte e prendersi un momento per mettere insieme ciò che voleva dire.

“Kurt, manca una settimana alla fine della scuola” cominciò lentamente, pesando ogni parola. “L’anno prossimo tu non ci sarai, sarò solo e dovrò andare avanti per conto mio. Voglio piacere agli altri, è importante sapere cosa pensano di me”.

Solo quando Kurt fu sicuro che Blaine avesse finito di parlare accarezzò lentamente la sua guancia e lo costrinse a guardarlo negli occhi.

“Ti capisco, ma non devi farlo per piacere agli altri. Tu devi essere te stesso, sempre e comunque. Se gli altri non lo accettano, lasciali stare. Questo vale in generale, non solo per i capelli”.

Blaine rise leggermente e si perse nell’azzurro dei suoi occhi.

“Poi devo ammettere che ho un debole per i tuoi ricci ribelli” disse Kurt iniziando a passare entrambe le mani in quell’ammasso di capelli castani per poi scuoterli e far loro prendere quella bizzarra forma che amava tanto.

Blaine continuò a guardarlo con un’espressione perplessa perché ancora non pensava che Kurt potesse adorarli così tanto come sembrava fare realmente.

“Amo poter finalmente accarezzare ogni singolo riccio e far sprofondare le dita tra di loro” disse Kurt lentamente mentre continuava a toccargli i capelli ed era concentrato ad ammirarli, uno ad uno. Intanto Blaine era come ipnotizzato dal viso di Kurt e dall’espressione che aveva mentre compiva quel gesto così premuroso.

“E, soprattutto, amo te” aggiunse senza preavviso, lasciando Blaine leggermente sbalordito. Quella dichiarazione, dopo tutto il discorso precedente, aveva un significato preciso: Kurt lo amava per quello che era, nella sua spontaneità e naturalezza, non per come appariva. Per quello che era veramente senza l’aiuto e il supporto di papillon o gel.

“Inoltre Rachel non ti permetterebbe mai di presentarti alla festa di fine anno che organizza da un mese con quei capelli. Ha minacciato di non condividere l’appartamento con me a New York se mai ti avrei permesso di andare conciato in quel modo” disse Kurt seriamente a Blaine che, nonostante il suo ragazzo esagerasse il più delle volte, credeva ad ogni singola parola. Rachel poteva essere davvero terrificante.

“Quindi mi stai dicendo che stasera devo liberare i miei ricci o tu diventerai un barbone che vaga senza meta per New York e io sarò costretto ad avere questo peso sulla coscienza per il resto dei miei giorni?”.

“Esatto. Noto con piacere che hai afferrato subito il concetto”.

Risero entrambi, poi Kurt guardò l’orologio appeso alla parete e scoprì di essere in ritardo per la lezione successiva.

“Devo scappare” disse lasciandogli un veloce bacio a fior di labbra. “Ci vediamo dopo”.

“Dove credi di andare? Non ti ho ancora ringraziato a dovere” disse Blaine afferrandogli prontamente il polso e avvicinando alla velocità della luce il proprio viso a quello di Kurt, per lanciarsi in un bacio appassionato.

Blaine sentì i muscoli di Kurt rilassarsi al suo tocco e strinse con forza i suoi fianchi per far aderire i loro corpi. Nonostante Blaine fosse completamente sudato e la sua pelle non profumasse proprio di vaniglia, Kurt non si ritrasse, anzi ricambiò il bacio con intensità.

Dopo quelle che parvero ore in cui Kurt non si curò del tempo che passava ma, al contrario, si dedicò alle labbra del suo ragazzo, furono costretti a separarsi per riprendere fiato.

“Per cosa dovresti ringraziarmi? Ora che so in che modo vengo ripagato potrei pensare di farlo più spesso”.

“Per avere fiducia in me”.

Blaine non era convinto di mostrarsi a tutti senza gel dopo tutti i commenti poco piacevoli che riceveva ogni giorno per i corridoi, ma si rendeva conto che accanto a Kurt avrebbe potuto scalare una montagna a piedi nudi senza sentire il peso della stanchezza.

 

 

 

*

 

 

 

Quella sera fu Kurt a guidare: quando Blaine si era presentato sotto casa sua con i capelli al naturale era rimasto appoggiato alla sua macchina con un’espressione terrorizzata. Così Kurt si era avvicinato con un sorriso pieno d’affetto, aveva preso le chiavi della macchina dalle sue mani e si era offerto di guidare fino a casa di Rachel.

Kurt teneva le mani ferme sul volante e, di tanto in tanto, gettava un’occhiata al sedile accanto al suo dove Blaine si stava sfregando le mani e aveva uno sguardo spaesato. Sembrava un cucciolo abbandonato, spaventato all’idea di dover vivere senza il suo padrone.

Il silenzio era diventato quasi imbarazzante così Kurt decise di prendere l’iniziativa per tirarlo un po’ su di morale.

“Prendi il cd che sta sotto la radio, inseriscilo e metti la numero otto”.

Blaine capì immediatamente dove voleva arrivare: in quel cd c’erano tutti i brani che avevano selezionato insieme, ormai lo sapeva a memoria. Era la colonna sonora della loro storia: dietro ad ogni canzone si celava un avvenimento, un momento, qualsiasi cosa potesse ricordare il loro rapporto.

“No, no Kurt. Non lo farò. Non te lo permetterò”.

“Oh sì che lo farai. O ci penserò io”. Quella sì che sembrava una minaccia ma Blaine non se ne curò e incrociò le braccia al petto mettendo su un broncio che lo rendeva ancora più adorabile.

“E va bene” sospirò Kurt, prendendo il cd.

Quando le prime note della canzone si diffusero nella macchina Blaine fece roteare gli occhi.

Ogni volta che uno dei due attraversava un periodo buio o aveva un “momento no” l’altro cercava di tirarlo su e quella canzone era il rimedio perfetto. Ormai era diventata quasi un’abitudine e funzionava sempre.

Blaine in realtà amava quando Kurt gli dedicava quel brano ma non voleva ammetterlo, voleva far finta che andasse tutto bene e che poteva farcela da solo. Ma non era così: anche se era forte aveva bisogno del sostegno del suo ragazzo, di sapere che lui lo amava per quello che era e che lo supportava.

 

“Made a wrong turn once or twice. Dug my way out blood and fire…”

 

La voce soave di Kurt lo colpì e lo fece sobbalzare. Blaine fu costretto a voltarsi verso di lui per ammirare la fonte di quel suono melodioso: Kurt stava cantando con tranquillità e dolcezza e continuava a guardare la strada con attenzione.

Nel ritornello Blaine si unì a lui: non era più capace di prendere decisioni con la sua testa. In quel momento la sua parte emotiva, il suo cuore, gli stava suggerendo di cantare. E lui si fidava del suo cuore perché l’aveva portato a Kurt.

Ogni volta che se la dedicavano a vicenda quelle parole sembravano essere state scritte proprio per quella situazione: anche in quel caso erano perfette e nel momento del rap Blaine aveva acquistato più fiducia e si era buttato in un’intensa interpretazione.

 

“They don’t like my jeans, they don’t get my hair”

 

Blaine si toccò i capelli ed entrambi si lasciarono andare ad una fragorosa risata.

Erano ormai arrivati davanti casa di Rachel da cui proveniva un forte rumore dovuto alla musica alta ma Kurt e Blaine erano rinchiusi in macchina nel loro mondo perfetto, troppo concentrati l’uno sull’altro per rendersene conto.

Kurt parcheggiò e si voltò subito verso il suo ragazzo per dedicargli l’ultimo verso guardandolo dritto negli occhi.

 

“Pretty pretty please, if you ever ever feel, like you’re nothing you’re perfect to me”

 

Quando partì la canzone successiva Kurt spense la radio e prese con delicatezza le mani di Blaine, intrecciando le loro dita.

“Va meglio?” chiese a bassa voce, nonostante fossero soltanto loro due in quella macchina.

Blaine appoggiò la guancia sulla spalla di Kurt e chiuse gli occhi.

“Direi di sì”.

Poi avvicinò la bocca all’orecchio del ragazzo e sussurrò:”Grazie”.

Kurt sbuffò e fece roteare gli occhi, come per dire che non serviva ringraziare di nuovo quel giorno: poi posò le labbra su quelle di Blaine e sciolse la mano da quell’intreccio per andare ad accarezzare la sua guancia.

Kurt interruppe il contatto ma rimase a qualche centimetro dalle sue labbra.

“Spero che Brittany si ricordi almeno la tua voce”.

Quando Blaine gli rivolse uno sguardo confuso Kurt sorrise, poi gli svelò il suo piano.

“Andiamo”.

 

 

 

Entrarono in casa, accolti da una Rachel già su di giri per via dell’alcol e, mentre Blaine si assentò in bagno, Kurt si avviò verso le scale per raggiungere il seminterrato dove c’era stato il primo festino in casa Berry di cui non aveva proprio dei bei ricordi.

Dopo aver salutato tutti i presenti dei quali solo Finn era ancora sobrio visto che, come sempre, avrebbe dovuto guidare, Kurt si avviò verso lo stereo e inserì il cd che Blaine gli aveva dato poco prima in macchina selezionando la traccia numero dieci.

Quel cd conteneva le basi di tutte le canzoni preferite di Blaine che lo portava sempre con sé casomai avesse dovuto improvvisare un’esibizione ovunque si trovasse. Kurt non era a conoscenza della scelta del suo ragazzo per quella sera ma era quasi convinto che si trattasse di un brano eseguito con le Nuove Direzioni; in quel modo avrebbe rotto il ghiaccio facendo un’entrata in scena gloriosa.

Non appena la base cominciò a diffondersi nella stanza dalle scale spuntò Blaine. Tutti si voltarono verso di lui, sorpresi da quella bizzarra maniera di presentarsi ad una festa ma anche dal suo repentino cambiamento di look, dato che quella stessa mattina i suoi capelli erano sommersi dal gel.

Mentre gli altri erano concentrati sul look di Blaine e Brittany stava pensando a delle mosse strategiche per poterlo cacciare definitivamente dalla scuola, Kurt era stato attirato da qualcos’altro.

Quella canzone, quelle parole, quella melodia… la scelta non era stata casuale.

 

“You think I’m pretty without any make-up on…”

 

Blaine stava cantando con un sorriso raggiante, soddisfatto della reazione del suo ragazzo perché era proprio quello che voleva: fargli ripensare a quel giorno, al loro primo incontro.

Il giorno in cui le loro vite cambiarono.

Blaine scese le scale saltellando e facendo scorrere la mano sul corrimano: i suoi occhi erano inchiodati su Kurt e non lo abbandonarono mai, neanche per un secondo.

Kurt, intanto, aveva cominciato a sorridere come in quella stanza della Dalton dove aveva scoperto la bellezza dell’amore.

Qualche ragazzo si unì a Blaine nel ritornello tentando di riprodurre la coreografia degli Usignoli imitando l’ex leader e le ragazze si lanciarono in pista improvvisando strani balletti.

La canzone era la stessa dell’anno precedente ma in quel lasso di tempo le cose erano totalmente cambiate per entrambi e quelle parole avevano assunto un certo significato.

Blaine ballò ancora un po’ al centro della pista con i suoi compagni poi si avviò verso Kurt e tutto intorno a loro sparì.

 

“I finally found you, my missing puzzle piece, I’m complete”

 

Blaine afferrò entrambe le mani di Kurt e lo fece volteggiare da una parte all’altra, senza smettere di sorridere, continuando a cantare.

Kurt si lasciò trasportare dal suo entusiasmo senza essere capace di agire in qualsiasi modo: era stato Blaine a sorprenderlo questa volta proprio quando meno se l’aspettava.

La canzone finì e le Nuove Direzioni applaudirono rumorosamente quella straordinaria performance: Kurt e Blaine rimasero immobili, con le dita ancora intrecciate, persi in un misto di pensieri, ricordi e amore.

Brittany stava per scaraventarsi su Blaine ma fu prontamente fermata da Santana.

“Perché non mi fai andare a salutare Blaine? Finalmente è tornato!”.

Pian piano tutti tornarono alle proprie attività come buttarsi a terra e ridere come pazzi o riempirsi il bicchiere di superalcolici.

Inaspettatamente fu Kurt a rompere il contatto visivo e il silenzio calato tra di loro.

“Se volevi farmi prendere un colpo e togliermi le parole di bocca ci sei riuscito benissimo” sussurrò, fissando le sue scarpe eleganti che indossava solo per le grandi occasioni.

“Quando mi hai chiesto di scegliere una canzone questa è la prima che mi è venuta in mente. Ne ho approfittato per ringraziarti in maniera decente per tutto quello che hai fatto per me, sia oggi che in tutti questi mesi” disse Blaine con un tono più sicuro alzandogli il mento con la mano per far sì che lo guardasse negli occhi. Quello che vide fu stupore ma anche comprensione perché Kurt condivideva ogni sua parola: anche lui era stato salvato da quella relazione.

“Cosa avrei fatto se non ti avessi incontrato quel giorno su quelle scale alla Dalton?” disse Kurt con gli occhi ormai lucidi andando ad accarezzargli la guancia per poi mettergli le mani dietro la nuca ed attirarlo a sé in un disperato bacio. Voleva togliersi quel pensiero dalla testa, la possibilità di non aver mai fatto entrare Blaine nella sua vita, perché in quel caso vedeva soltanto buio e oscurità. Il nulla.

Poteva sentire anche l’intenzione dell’altro di scacciare via quell’infernale eventualità, come una madre che tenta di calmare il proprio bambino in seguito ad un terribile incubo.

Le lacrime silenziose di Kurt si unirono a quelle di Blaine, proprio come le loro labbra, determinate a non lasciarsi mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice

 

Questa OS è nata con l’intenzione di fare un piccolo regalo di compleanno alla cara SeleneLightwood, autrice di “On my way”, anche se sono in anticipo di una settimana.

Tutto è partito dal suo amore per i ricci di Darren Criss e per le varie scene di boxe in cui abbiamo avuto il piacere di vedere il nostro Blaine…

Poi ho aggiunto una cosa che volevo scrivere da tempo: Kurt e Blaine in macchina che si dedicano “Perfect”. Da quando lo hanno suggerito nella serie ho sempre avuto voglia di scrivere ciò che la mia mente stava partorendo. Finalmente ci sono riuscita.

Poi “Teenage Dream” è l’inizio di tutto, mi è venuto spontaneo inserirla.

In realtà questa OS non ha un vero e proprio un senso ma sentivo il bisogno di scriverla e l’ho fatto, quindi se vi va fatemi sapere cosa ne pensate.

E ricordatevi di fare gli auguri a Selene il 28 maggio, sono sicura che molti di voi la conoscono! =)

Alla prossima,

 

Ilaryf90

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

   
 
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