Ad Elena
Il tuo amore per Blaine, per i suoi ricci e la tua faccia dopo la scena di
boxe durante Fighter
mi hanno praticamente costretta a
scrivere questa OS per il tuo compleanno.
Auguri e grazie di tutto! <3
They don’t like my jeans, they don’t get my
hair
Kurt si era
ripromesso di fare due cose dopo la sua esperienza nella squadra di football:
cambiare quelle ingombranti e pesanti divise se mai fosse diventato uno
stilista di fama internazionale e non entrare mai più nella palestra della
scuola, per nessun motivo, a meno che non fosse strettamente necessario. E in
quel momento, purtroppo, lo era.
Kurt aprì
con delicatezza la porta quel poco che bastava per scorgere la figura di Blaine, con i soliti pantaloni arrotolati sopra la
caviglia, intento a tirare con forza dei pugni contro il sacco da boxe appeso
al centro della stanza.
Si concesse
un attimo per osservarlo mentre sferrava un pugno con tutte le sue energie per
poi essere costretto a fermarsi e riprendere a respirare regolarmente. Quando Blaine poggiò le mani sulle ginocchia per prendersi un
secondo di pausa Kurt entrò lentamente, cercando di non farsi sentire. Per sua
fortuna Blaine era troppo concentrato in quello che
stava facendo o, forse, pensava che fosse un giocatore di football desideroso
di farsi una bella doccia dopo un duro allenamento.
In ogni caso
Kurt riuscì ad arrivare alle sue spalle senza essere notato e, in un momento in
cui non rischiava di essere ucciso dal suo stesso ragazzo, avvolse le braccia
intorno ai suoi fianchi.
“Perché
quando decidi di cambiare il tuo look non mi chiedi un consiglio?” domandò
dolcemente al suo orecchio. “Potrei offendermi. Potrei pensare che non ti piace
come mi vesto o che-“
Blaine si voltò
immediatamente per afferrare le sue braccia e guardarlo negli occhi. “Kurt,
cosa stai dicendo?”.
Kurt alzò lo
sguardo verso i suoi capelli sistemati con cura da una parte con moltissimo
gel. Dopo il ballo era riuscito a convincerlo ad andare a scuola e uscire la
sera senza quel gel che non gli permetteva di ammirare i suoi capelli al
naturale. Poi quella mattina era venuto a sapere che tutto era tornato come
prima: voleva una spiegazione.
“Sai che
adoro il tuo look. Anche se dovresti mettere più spesso quei pantaloni dorati
del provino per la Nyada” aggiunse Blaine con un’espressione evidentemente maliziosa,
avvicinando sempre di più il suo viso a quello di Kurt. “Ti donano”.
“Blaine Anderson, non provare a fare il furbo con me. Non
cambiare argomento” disse Kurt fingendo un tono serio quando in realtà stava
avvolgendo il collo abbondantemente sudato dell’altro con le sue braccia per
poi posare le sue labbra su quelle morbide del suo ragazzo.
Dopo qualche
minuto interruppero quel contatto per aprire gli occhi e fissarsi a vicenda:
era una delle cose che amavano più fare. In seguito ad un lungo e appassionato
bacio come quello era bello aprire gli occhi e scoprire l’espressione
dell’altro. Di solito avevano entrambi un sorriso sognante: Kurt aveva
memorizzato con precisione il punto in cui arrivavano gli angoli della bocca di
Blaine dopo baci di quel genere e ogni volta
controllava che quel dettaglio non si modificasse.
“Tornando al
motivo per cui mi sono fiondato in questo posto pieno zeppo di germi e in cui
non si riesce a respirare per l’aria consumata” riprese Kurt con il suo solito
fare teatrale. “Ho saputo, e ora posso vederlo con i miei occhi, che hai
infranto la promessa che mi avevi fatto due settimane fa”. Mise il broncio e
cominciò a giocherellare con uno dei ricci che era riuscito a sfuggire al gel o
che non era più al suo posto a causa del troppo entusiasmo che Blaine metteva nella boxe.
“Kurt, ti
giuro, ci ho provato” rispose l’altro con tono affranto. “Brittany
non faceva altro che minacciarmi di espellermi dalla scuola perché non
risultavo iscritto”.
Kurt cercò
con tutte le sue forze di trattenersi dal ridere ma non ci riuscì e ghignò
sommessamente. Blaine lo fulminò con lo sguardo.
“Scusami”
cercò di riprendersi Kurt. “Ancora non riesco a togliermi dalla mente la faccia
di Brittany quando ti ha visto al ballo senza il
gel”.
“Comunque”Blaine cambiò subito argomento. “il fatto è che senza gel
non piaccio. Tutti mi guardano male e non fanno altro che sparare battutine al
mio passaggio”.
“Da quando
ti importa di ciò che pensa la gente?” chiese subito Kurt con un’espressione
confusa.
Blaine lo guardò
velocemente prima di voltarsi dall’altra parte e prendersi un momento per
mettere insieme ciò che voleva dire.
“Kurt, manca
una settimana alla fine della scuola” cominciò lentamente, pesando ogni parola.
“L’anno prossimo tu non ci sarai, sarò solo e dovrò andare avanti per conto
mio. Voglio piacere agli altri, è importante sapere cosa pensano di me”.
Solo quando
Kurt fu sicuro che Blaine avesse finito di parlare
accarezzò lentamente la sua guancia e lo costrinse a guardarlo negli occhi.
“Ti capisco,
ma non devi farlo per piacere agli altri. Tu devi essere te stesso, sempre e
comunque. Se gli altri non lo accettano, lasciali stare. Questo vale in
generale, non solo per i capelli”.
Blaine rise
leggermente e si perse nell’azzurro dei suoi occhi.
“Poi devo
ammettere che ho un debole per i tuoi ricci ribelli” disse Kurt iniziando a
passare entrambe le mani in quell’ammasso di capelli castani per poi scuoterli
e far loro prendere quella bizzarra forma che amava tanto.
Blaine continuò a
guardarlo con un’espressione perplessa perché ancora non pensava che Kurt
potesse adorarli così tanto come sembrava fare realmente.
“Amo poter
finalmente accarezzare ogni singolo riccio e far sprofondare le dita tra di
loro” disse Kurt lentamente mentre continuava a toccargli i capelli ed era
concentrato ad ammirarli, uno ad uno. Intanto Blaine
era come ipnotizzato dal viso di Kurt e dall’espressione che aveva mentre
compiva quel gesto così premuroso.
“E,
soprattutto, amo te” aggiunse senza preavviso, lasciando Blaine
leggermente sbalordito. Quella dichiarazione, dopo tutto il discorso
precedente, aveva un significato preciso: Kurt lo amava per quello che era,
nella sua spontaneità e naturalezza, non per come appariva. Per quello che era
veramente senza l’aiuto e il supporto di papillon o gel.
“Inoltre
Rachel non ti permetterebbe mai di presentarti alla festa di fine anno che
organizza da un mese con quei capelli. Ha minacciato di non condividere
l’appartamento con me a New York se mai ti avrei permesso di andare conciato in
quel modo” disse Kurt seriamente a Blaine che,
nonostante il suo ragazzo esagerasse il più delle volte, credeva ad ogni
singola parola. Rachel poteva essere davvero terrificante.
“Quindi mi
stai dicendo che stasera devo liberare i miei ricci o tu diventerai un barbone
che vaga senza meta per New York e io sarò costretto ad avere questo peso sulla
coscienza per il resto dei miei giorni?”.
“Esatto.
Noto con piacere che hai afferrato subito il concetto”.
Risero
entrambi, poi Kurt guardò l’orologio appeso alla parete e scoprì di essere in
ritardo per la lezione successiva.
“Devo
scappare” disse lasciandogli un veloce bacio a fior di labbra. “Ci vediamo
dopo”.
“Dove credi
di andare? Non ti ho ancora ringraziato a dovere” disse Blaine
afferrandogli prontamente il polso e avvicinando alla velocità della luce il
proprio viso a quello di Kurt, per lanciarsi in un bacio appassionato.
Blaine sentì i
muscoli di Kurt rilassarsi al suo tocco e strinse con forza i suoi fianchi per
far aderire i loro corpi. Nonostante Blaine fosse
completamente sudato e la sua pelle non profumasse proprio di vaniglia, Kurt
non si ritrasse, anzi ricambiò il bacio con intensità.
Dopo quelle
che parvero ore in cui Kurt non si curò del tempo che passava ma, al contrario,
si dedicò alle labbra del suo ragazzo, furono costretti a separarsi per
riprendere fiato.
“Per cosa
dovresti ringraziarmi? Ora che so in che modo vengo ripagato potrei pensare di
farlo più spesso”.
“Per avere fiducia
in me”.
Blaine non era
convinto di mostrarsi a tutti senza gel dopo tutti i commenti poco piacevoli
che riceveva ogni giorno per i corridoi, ma si rendeva conto che accanto a Kurt
avrebbe potuto scalare una montagna a piedi nudi senza sentire il peso della stanchezza.
*
Quella sera
fu Kurt a guidare: quando Blaine si era presentato
sotto casa sua con i capelli al naturale era rimasto appoggiato alla sua
macchina con un’espressione terrorizzata. Così Kurt si era avvicinato con un
sorriso pieno d’affetto, aveva preso le chiavi della macchina dalle sue mani e
si era offerto di guidare fino a casa di Rachel.
Kurt teneva
le mani ferme sul volante e, di tanto in tanto, gettava un’occhiata al sedile
accanto al suo dove Blaine si stava sfregando le mani
e aveva uno sguardo spaesato. Sembrava un cucciolo abbandonato, spaventato
all’idea di dover vivere senza il suo padrone.
Il silenzio
era diventato quasi imbarazzante così Kurt decise di prendere l’iniziativa per
tirarlo un po’ su di morale.
“Prendi il
cd che sta sotto la radio, inseriscilo e metti la numero otto”.
Blaine capì immediatamente
dove voleva arrivare: in quel cd c’erano tutti i brani che avevano selezionato
insieme, ormai lo sapeva a memoria. Era la colonna sonora della loro storia:
dietro ad ogni canzone si celava un avvenimento, un momento, qualsiasi cosa
potesse ricordare il loro rapporto.
“No, no
Kurt. Non lo farò. Non te lo permetterò”.
“Oh sì che
lo farai. O ci penserò io”. Quella sì che sembrava una minaccia ma Blaine non se ne curò e incrociò le braccia al petto
mettendo su un broncio che lo rendeva ancora più adorabile.
“E va bene”
sospirò Kurt, prendendo il cd.
Quando le
prime note della canzone si diffusero nella macchina Blaine
fece roteare gli occhi.
Ogni volta
che uno dei due attraversava un periodo buio o aveva un “momento no” l’altro
cercava di tirarlo su e quella canzone era il rimedio perfetto. Ormai era
diventata quasi un’abitudine e funzionava sempre.
Blaine in realtà
amava quando Kurt gli dedicava quel brano ma non voleva ammetterlo, voleva far
finta che andasse tutto bene e che poteva farcela da solo. Ma non era così: anche
se era forte aveva bisogno del sostegno del suo ragazzo, di sapere che lui lo
amava per quello che era e che lo supportava.
“Made a wrong turn once or twice. Dug my way out blood and fire…”
La voce soave di Kurt lo colpì e lo fece sobbalzare. Blaine
fu costretto a voltarsi verso di lui per ammirare la fonte di quel suono
melodioso: Kurt stava cantando con tranquillità e dolcezza e continuava a
guardare la strada con attenzione.
Nel ritornello Blaine si unì a lui: non era
più capace di prendere decisioni con la sua testa. In quel momento la sua parte
emotiva, il suo cuore, gli stava suggerendo di cantare. E lui si fidava del suo
cuore perché l’aveva portato a Kurt.
Ogni volta che se la dedicavano a vicenda quelle parole sembravano
essere state scritte proprio per quella situazione: anche in quel caso erano
perfette e nel momento del rap Blaine aveva
acquistato più fiducia e si era buttato in un’intensa interpretazione.
“They don’t like my jeans, they don’t get my
hair”
Blaine si toccò i capelli ed entrambi si lasciarono
andare ad una fragorosa risata.
Erano ormai arrivati davanti casa di Rachel da cui proveniva un forte
rumore dovuto alla musica alta ma Kurt e Blaine erano
rinchiusi in macchina nel loro mondo perfetto, troppo concentrati l’uno
sull’altro per rendersene conto.
Kurt parcheggiò e si voltò subito verso il suo ragazzo per dedicargli
l’ultimo verso guardandolo dritto negli occhi.
“Pretty pretty please, if you ever ever feel, like you’re nothing you’re perfect to me”
Quando partì la canzone successiva Kurt spense la radio e prese con
delicatezza le mani di Blaine, intrecciando le loro
dita.
“Va meglio?” chiese a bassa voce, nonostante fossero soltanto loro due
in quella macchina.
Blaine appoggiò la guancia sulla spalla di Kurt e
chiuse gli occhi.
“Direi di sì”.
Poi avvicinò la bocca all’orecchio del ragazzo e sussurrò:”Grazie”.
Kurt sbuffò e fece roteare gli occhi, come per dire che non serviva
ringraziare di nuovo quel giorno: poi posò le labbra su quelle di Blaine e sciolse la mano da quell’intreccio per andare ad
accarezzare la sua guancia.
Kurt interruppe il contatto ma rimase a qualche centimetro dalle sue
labbra.
“Spero che Brittany si ricordi almeno la tua
voce”.
Quando Blaine gli rivolse uno sguardo confuso
Kurt sorrise, poi gli svelò il suo piano.
“Andiamo”.
Entrarono in casa, accolti da una Rachel già su di giri per via
dell’alcol e, mentre Blaine si assentò in bagno, Kurt
si avviò verso le scale per raggiungere il seminterrato dove c’era stato il
primo festino in casa Berry di cui non aveva proprio dei bei ricordi.
Dopo aver salutato tutti i presenti dei quali solo Finn
era ancora sobrio visto che, come sempre, avrebbe dovuto guidare, Kurt si avviò
verso lo stereo e inserì il cd che Blaine gli aveva
dato poco prima in macchina selezionando la traccia numero dieci.
Quel cd conteneva le basi di tutte le canzoni preferite di Blaine che lo portava sempre con sé casomai avesse dovuto
improvvisare un’esibizione ovunque si trovasse. Kurt non era a conoscenza della
scelta del suo ragazzo per quella sera ma era quasi convinto che si trattasse
di un brano eseguito con le Nuove Direzioni; in quel modo avrebbe rotto il
ghiaccio facendo un’entrata in scena gloriosa.
Non appena la base cominciò a diffondersi nella stanza dalle scale
spuntò Blaine. Tutti si voltarono verso di lui,
sorpresi da quella bizzarra maniera di presentarsi ad una festa ma anche dal
suo repentino cambiamento di look, dato che quella stessa mattina i suoi
capelli erano sommersi dal gel.
Mentre gli altri erano concentrati sul look di Blaine
e Brittany stava pensando a delle mosse strategiche
per poterlo cacciare definitivamente dalla scuola, Kurt era stato attirato da
qualcos’altro.
Quella canzone, quelle parole, quella melodia…
la scelta non era stata casuale.
“You think I’m pretty without any make-up on…”
Blaine stava cantando con un sorriso raggiante,
soddisfatto della reazione del suo ragazzo perché era proprio quello che
voleva: fargli ripensare a quel giorno, al loro primo incontro.
Il giorno in cui le loro vite cambiarono.
Blaine scese le scale saltellando e facendo scorrere la
mano sul corrimano: i suoi occhi erano inchiodati su Kurt e non lo
abbandonarono mai, neanche per un secondo.
Kurt, intanto, aveva cominciato a sorridere come in quella stanza della
Dalton dove aveva scoperto la bellezza dell’amore.
Qualche ragazzo si unì a Blaine nel ritornello
tentando di riprodurre la coreografia degli Usignoli imitando l’ex leader e le
ragazze si lanciarono in pista improvvisando strani balletti.
La canzone era la stessa dell’anno precedente ma in quel lasso di tempo
le cose erano totalmente cambiate per entrambi e quelle parole avevano assunto
un certo significato.
Blaine ballò ancora un po’ al centro della pista con i
suoi compagni poi si avviò verso Kurt e tutto intorno a loro sparì.
“I finally found you, my missing puzzle piece,
I’m complete”
Blaine afferrò entrambe le mani di Kurt e lo fece
volteggiare da una parte all’altra, senza smettere di sorridere, continuando a
cantare.
Kurt si lasciò trasportare dal suo entusiasmo senza essere capace di
agire in qualsiasi modo: era stato Blaine a
sorprenderlo questa volta proprio quando meno se l’aspettava.
La canzone finì e le Nuove Direzioni applaudirono rumorosamente quella
straordinaria performance: Kurt e Blaine rimasero
immobili, con le dita ancora intrecciate, persi in un misto di pensieri,
ricordi e amore.
Brittany stava per scaraventarsi su Blaine
ma fu prontamente fermata da Santana.
“Perché non mi fai andare a salutare Blaine? Finalmente
è tornato!”.
Pian piano tutti tornarono alle proprie attività come buttarsi a terra e
ridere come pazzi o riempirsi il bicchiere di superalcolici.
Inaspettatamente fu Kurt a rompere il contatto visivo e il silenzio
calato tra di loro.
“Se volevi farmi prendere un colpo e togliermi le parole di bocca ci sei
riuscito benissimo” sussurrò, fissando le sue scarpe eleganti che indossava
solo per le grandi occasioni.
“Quando mi hai chiesto di scegliere una canzone questa è la prima che mi
è venuta in mente. Ne ho approfittato per ringraziarti in maniera decente per
tutto quello che hai fatto per me, sia oggi che in tutti questi mesi” disse Blaine con un tono più sicuro alzandogli il mento con la
mano per far sì che lo guardasse negli occhi. Quello che vide fu stupore ma
anche comprensione perché Kurt condivideva ogni sua parola: anche lui era stato
salvato da quella relazione.
“Cosa avrei fatto se non ti avessi incontrato quel giorno su quelle
scale alla Dalton?” disse Kurt con gli occhi ormai lucidi andando ad
accarezzargli la guancia per poi mettergli le mani dietro la nuca ed attirarlo
a sé in un disperato bacio. Voleva togliersi quel pensiero dalla testa, la
possibilità di non aver mai fatto entrare Blaine
nella sua vita, perché in quel caso vedeva soltanto buio e oscurità. Il nulla.
Poteva sentire anche l’intenzione dell’altro di scacciare via
quell’infernale eventualità, come una madre che tenta di calmare il proprio
bambino in seguito ad un terribile incubo.
Le lacrime silenziose di Kurt si unirono a quelle di Blaine,
proprio come le loro labbra, determinate a non lasciarsi mai.
Note dell’autrice
Questa OS è nata con l’intenzione di fare un piccolo regalo di compleanno
alla cara SeleneLightwood, autrice di “On my way”, anche se sono in anticipo di una settimana.
Tutto è partito dal suo amore per i ricci di Darren
Criss e per le varie scene di boxe in cui abbiamo
avuto il piacere di vedere il nostro Blaine…
Poi ho aggiunto una cosa che volevo scrivere da tempo: Kurt e Blaine in macchina che si dedicano “Perfect”.
Da quando lo hanno suggerito nella serie ho sempre avuto voglia di scrivere ciò
che la mia mente stava partorendo. Finalmente ci sono riuscita.
Poi “Teenage Dream”
è l’inizio di tutto, mi è venuto spontaneo inserirla.
In realtà questa OS non ha un vero e proprio un senso ma sentivo il
bisogno di scriverla e l’ho fatto, quindi se vi va fatemi sapere cosa ne
pensate.
E ricordatevi di fare gli auguri a Selene il
28 maggio, sono sicura che molti di voi la conoscono! =)
Alla prossima,
Ilaryf90