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Autore: ladyvampiretta    20/05/2012    1 recensioni
L'ultima cosa che Danilo ricorda è di essersi girato verso Silvia e di aver visto le luci di una macchina abbattersi contro di loro. La vita della ragazza è appesa ad un filo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due ragazzi sono in ospedale.

Lei, Silvia, è distesa su un lettino. È pallida, sembra dormire. Ha dei tubi che le portano l’ossigeno e altri che la alimentano. Il suo cuore è collegato ad un elettrocardiogramma che emette degli anonimi “bip”. Un suono troppo semplice per segnare l’importanza di un cuore che batte ancora.

Ancora.

Il suo ragazzo, Danilo, le è accanto, stringe la sua mano sinistra tra le sue. È fredda.

La guarda: spera che da un momento all’altro lei riapra quei suoi meravigliosi occhi e gli regali ancora una volta quel dolce sorriso che tanto ama. La ragazza sembra rilassata e tranquilla, ma anche molto indifesa.

È in bilico tra la vita e la morte.

Nella mente di Danilo affiorano involontariamente le immagini della terribile notte che ha costretto Silvia a lottare per sopravvivere, la sua vita è appesa ad un filo sottilissimo.

Erano di ritorno da una festa ma nessuno dei due aveva toccato alcool. Solo acqua e un paio di caffè per tenersi svegli. Danilo aveva il compito di riportarla a casa e per niente al mondo avrebbe messo in pericolo la vita della sua amata Silvia. Lei non aveva bevuto per solidarietà con il suo ragazzo.

<< I lampioni in questa strada sono spenti? >> aveva domandato Silvia preoccupata. Sin da piccola il buio la rendeva nervosa.

<< Qualche guasto sicuramente >> aveva mormorato in risposta Danilo, anche lui preoccupato per dover guidare nel buio più totale. Aveva acceso gli anabbaglianti e guidava con cautela, cercando di cogliere ogni singolo movimento fuori dalla vettura per evitare qualche incidente.

La notte era davvero oscura.

<< Va bene, dai, non ti preoccupare. Se vuoi accendiamo la radio, così stai più tranquilla e non ci pensiamo >> aveva cercato di rassicurarla, ma invano. Comunque Silvia aveva acceso lo stereo per distrarsi dal panorama spettrale appena fuori dal parabrezza.

 

Questa che state per ascoltare è una new entry nella nostra classifica. Gustatevi l’ultimo brano dei Finley, direttamente da Legnano “Tra gli angeli”

 

<< Finley? >> aveva chiesto Danilo in disappunto.

<< Ma si, non sono male. La canzone è molto profonda >>

<< Non sapevo ascoltassi i Finley >>

<< Si, ultimamente sto spaziando un po’ sul tutto il panorama musicale >>

<< E proprio questa band da “ragazzine” devi ascoltare? >> aveva ironizzato lui.

<< Certo >> e lei in risposta gli aveva fatto la linguaccia.

Ne era seguita una breve risata.

L’ultima.

Danilo scuote la testa mentre viene percorso da un brivido di paura.

L’ultima immagine che ricorda è di essersi girato a guardare Silvia e aver visto dietro di lei una macchina che con le sue luci si abbatte a tutta velocità contro di loro.

L’urlo straziante di Silvia riecheggia nella sua testa mentre una lacrima gli riga il viso. Appoggia la sua fronte al braccio sinistro della ragazza e chiude gli occhi.

Svegliati” continua a ripeterle mentalmente, come se il contatto della sua fronte con il corpo di lei possa far arrivare più velocemente il messaggio.

E poi un suono gli fermò il cuore nel petto: un unico “bip” prolungato.

Si gira immediatamente verso l’elettrocardiogramma alle sue spalle e vede un’unica linea continua.

Sbarra gli occhi.

Non è possibile

Lascia la mano di Silvia e corre fuori dalla stanza dell’ospedale.

<< Un dottore, mi serve un dottore! Il cuore non batte più! >> comincia ad urlare in preda alla disperazione cercando con lo sguardo a destra e a sinistra una persona dal camice bianco. Sembra non esserci nessuno.

Con le lacrime che sgorgano copiose dai suo occhi color cielo continua ad urlare.

<< Aiuto! >>

Dalla stanza accanto a quella di Silvia ne esce un dottore dal lungo camice bianco insieme a due infermieri.

<< Che succede? >> domanda il primario impassibile.

<< Il cuore non le batte più! Fate qualcosa! >> urla Danilo indicando la stanza della ragazza. Si precipitano nella stanza e subito il dottore preleva le manopole dell’elettroshock. Le strofina l’una contro l’altra e le appoggia sul petto di Silvia. Il suo corpo sobbalza lievemente per poi ricadere giù, inerme.

Gli infermieri controllano i vari macchinari mentre il dottore riprova a far ripartire il cuore della giovane.

Danilo rimane fuori ad osservare la scena sotto shock. Ha un urlo che gli muore nel petto.

Oddio cosa le fanno? Silvia riprenditi, SILVIA!” i suoi pensieri urlano, ma il suo corpo è pietrificato. Poggia le mani contro il vetro , incapace di entrare nella stanza.

Il primario prova per la terza volta la rianimazione.

Il piccolo corpo di Silvia resta inerme. Il cuore sembra incurante delle scariche elettriche che provano a rimetterlo in moto.

Silvia sembra così fragile.

<< SILVIA! >> urla Danilo dando un pugno alla porta.

Nello stesso istante il corpo della ragazza ricade dolcemente sul letto, come una bambola di pezza, inanimata.

Il dottore controlla per l’ennesima volta il display dell’elettrocardiogramma. Il “bip” prolungato e continuo segna che ormai non ci sono più speranze. Scuote la testa e spegne la macchina. Uno degli infermieri gli porge la cartella clinica della ragazza. Il primario dà uno sguardo all’orologio e scrive qualcosa. Danilo assiste alla scena inorridito.

Le lacrime non scendono più: al dolore si è sostituito l’orrore.

Silvia non ce l’ha fatta.

Silvia non c’è più.

E' morta.

Silvia non c'è più.

Non riesce a crederci.

Silvia non c’è più.

Uno degli infermieri esce dalla stanza e lo raggiunge ma Danilo è in preda allo shock. Sente che da un momento all’altro le gambe gli cederanno, ha un peso sul cuore. Comincia a sudare freddo mentre viene percorso da un brivido.

Lei non c’è più.

L’infermiere gli parla in modo rassicurante e consolatorio ma il ragazzo non lo sente. Qualcuno gli ha portato una sedia nel punto esatto dove si trovava. Sente una leggera pressione verso il basso e, istintivamente, si siede. Da dove si trova scorge ancora il corpo inerte della sua ragazza.

Sembra così tranquilla.

E adesso? Come può continuare la sua vita senza di lei? Lei, il suo Sole, la sua Luna, la sua vita?

L’hai uccisa tu” un pensiero maligno gli balena in mente.

No, non è vero” cerca di difendersi dai suoi stessi pensieri.

Si, l’hai accompagnata tu e tu dovevi riportarla a casa sana e salva, ma così non è stato”

Non è vero!” abbandona la testa tra le mani mentre le lacrime riprendono a scorrere.

Singhiozzi e singulti seguono la scia di pensieri distruttori.

Quel pensiero si fa strada sempre più velocemente.

Si, l’ho uccisa io. Devo rimediare, scusarmi con lei” si convince Danilo.

I peggiori pensieri si fanno strada in noi quando stiamo per collassare, alla ricerca di un capro espiatorio verso cui riversare tutto il nostro rancore. Ma quando questi non c’è, l’odio si riversa in noi scatenando un senso di “auto-colpevolezza” ingiustificata ma proprio dell’essere umano.

Il ragazzo scatta in piedi. Con un rapido sguardo cerca le scale, una volta individuate si dirige a lunghi passi verso di esse.

Silvia, aspettami. Vengo a scusarmi”

Percorre circa quattro rampe di scale. Gli occhi non lacrimano più, sono decisi e ardenti.

È deciso a non fermarsi, è sempre stato fermo nelle sue scelte, ma mai come adesso.

Nessuno lo ferma, nessuno lo blocca, nessuno lo nota. La gente è troppo presa dai suo problemi per notare quel ragazzo che vuole metter fine alla sua vita.

Forse Danilo vuole essere fermato, ma nessuno se ne accorge. Sa di fare una grande cazzata ma il desiderio di vedere Silvia è più importante di tutto. Quando si avvicina alla porta della terrazza il cuore riprende a martellargli nel petto.

Stai facendo una grande cazzata Dani”

Ma lo faccio per lei”

E credi che servirà?”

Spero solo che basterà”

Continuano a litigare i suoi pensieri, ma ormai ha deciso. Giusto o sbagliato che sia ormai ha preso la sua decisione. La terrazza ha una pavimentazione bianca e dà una vista sul parco accanto all’ospedale. C’è solo una piccola ringhiera arrugginita che lo separa dal vuoto.

Il cuore ora batte prorompente.

Scavalca la ringhiera con le gambe ma vi resta attaccato con le braccia.

Danilo, con sguardo duro, guarda verso in basso.

Viene percorso da un brivido: ha le vertigini.

Saranno almeno 30 metri dal suolo, spera solo che basti per ucciderlo senza soffrire troppo.

<< Allora, sono pronto. Uno…due…tre >> chiude gli occhi e si inclina in avanti lasciando la presa sulla ringhiera di metallo.

Il cuore fa un balzo mentre la forza di gravità attira il corpo del ragazzo verso il suolo.

Si sente cadere giù.

Eccomi Silvia, sto arrivando” l’aria gli schiaffeggia il viso.

Improvvisamente sente di essersi fermato.

Riapre gli occhi ma manca ancora tanto al terreno asfaltato.

Il cuore batte velocemente per la paura.

Ha un braccio verso l’alto con tocco dolce stringe la sua mano destra.

Guarda in alto ma non riesce a vedere bene. Il sole lo abbaglia per cui è costretto a chiudere gli occhi.

Quando li riapre non penzola più nel vuoto. I suoi piedi sono ben piantati sulla pavimentazione del terrazzo.

<< Ma sei scemo? >> lo rimprovera una voce familiare.

Alza lo sguardo verso quel suono e le sue gambe cedono.

Cade in ginocchio con la bocca aperta.

Non riesce a credere a ciò che vede.

<< Si…Silvia? >> mormora shockato.

Lei gli sorride amorevole.

<< Sono morto? >> le parole gli escono da sole.

Lei si rabbuia << No, ma c’eri vicino. Ma cosa credevi di fare eh? >>

Lui non sa cosa rispondere. La osserva ammaliato: di lei si vede solo il volto (bello e dolce, quello di sempre). Il resto sembra avvolto da un sottile abito bianco: sembra una veste candida che brilla alla luce del sole fino ad accecarlo.

<< Ma…ma allora…sei viva? >> gli domanda mentre cautamente si rimette in piedi e si avvicina a passo malfermo a Silvia.

Lei sorride ancora una volta come per scusarsi << Non penso...>> fa un mezzo giro su se stessa << Credo di essere qualcosa di simile ad un angelo, ma non ne sono sicura >> e fa un sorriso imbarazzato.

Danilo ormai le è vicino. Allarga incredulo le braccia e la avvolge delicatamente.

Sembra intimorito dalla possibilità di poterla stringere. Lei sembra così fragile ma anche così bella.

Silvia si lascia abbracciare e poggia la sua testa sul petto di Danilo. Lui chiude gli occhi e affonda la testa nei suoi capelli e la bacia.

Eppure la sente distante.

Riapre gli occhi e la vede scivolare via dalle sue braccia. Non è più consistente, si ritrova ad abbracciare l’aria.

<< Devo andare, ma promettimi che non farai altre cavolate >> lo guarda implorante.

<< Non posso >> scuote la testa.

<< Provaci >> si irrigidisce lei.

<< Baciami >> gli chiede lui con decisione.

Silvia, come se non aspettasse altro, gli corre incontro e poggia le labbra sulle sue. Ritorna per un attimo corpo prima di tornare spirito. Al momento del contatto Danilo chiude gli occhi e ma quando lei si volatilizza cade avvilito nuovamente in ginocchio con le lacrime che gli rigano il viso.

Sente di averla persa per sempre.

Rimane lì, fermo, con i singhiozzi che riempiono l'aria silenziosa. Il mondo sembra essersi fermato.

Improvvisamente sente qualcosa che gli picchietta delicatamente la testa il modo continuo.

<< Ehi? Ci sei? Riprenditi >> una voce scherzosa lo fa uscire dal suo stato catatonico.

Alza lo sguardo e vede una donna con un camice bianco che lo guarda con sospetto. Ha in mano una penna e con quella riprende a picchiettarlo.

<< Ehi? Mi senti? >> . Danilo la guarda inespressivo. Ha dei capelli biondi lisci raccolti in una coda, degli occhiali rettangolari. Ha un volto dolce e socievole. Ma cosa importa adesso? Silvia non c'è più.

Danilo non riesce neanche a leggere il nome della dottoressa sulla targhetta: ha gli occhi appannati.

Pic, pic, pic Riprende a picchiettarlo.

<< Ok, adesso basta però! >> Danilo scatta in piedi e le strappa di mano la penna e la getta con violenza a terra. La vede rompersi in piccoli pezzi. Lei lo guarda sconvolta.

<< Adesso me la ricompri quella penna >> e incrocia le braccia imbronciata.

Danilo sembra rinsavire improvvisamente “Ma cosa ho fatto?”.

Scuote la testa << Mi scusi >> e senza degnarla di uno sguardo comincia a guardarsi intorno alla ricerca dei pezzi della biro. Ma anziché piccole parti, trova la penna integra a pochi metri da lui. La raccoglie da terra e la osserva.

<< Ma è questa? >>. Danilo guarda la penna scioccato. Eppure era certo che si fosse rotta, invece risulta perfettamente intatta. La dottoressa gli si avvicina rapida e gli toglie la penna dalle mani.

<< Grazie >> e la ripone quasi imbarazzata nella tasca del camice. Danilo la osserva curioso.

<< E adesso, che ne dici se andiamo giù a parlare? >> Gli sorride comprensiva.

<< Sa già tutto eh? >> domanda sospirando.

<< Mm, più di quello che immagini >> risponde lei incerta. Mette la mani nelle grandi tasche del camice e invita Danilo a precederla. Uno sguardo fugace al volto della donna fa battere il suo cuore e la sua mente comincia ad elaborare pensieri assurdi.

No, non può essere lei... eppure...i suo occhi...il suo viso....”

<< Bello, non ho tutta la giornata, ho altri pazienti da visitare >> lo incita lei vedendolo titubante.

No, non può essere lei” Danilo si avvicina alla porta della terrazza e scende le scale. Ogni scalino è un colpo secco al suo cuore. Ogni passo è un ritorno alla realtà: Silvia è morta.

Ha un groppo alla stomaco e il cuore gli si stringe.

No, Danilo, non puoi ricominciare a piangere!” e prova a pensare ad altro.

La dottoressa lo raggiunge e gli poggia una mano sulla spalla. Il calore si dirama dalla spalla e, idealmente, raggiunge il suo cuore. Si gira e le sorride comprensivo.

<< Grazie >>. Lei risponde con un semplice sorriso. Arrivato al piano della stanza di Silvia e la dottoressa guarda all'interno della sala attraverso la porta con il vetro.

Osserva in silenzio.

Lui le si avvicina e guarda nella stanza. Silvia è ancora lì, sembra addormentata.

<< Peccato che un bacio non possa svegliarla >> sussurra la dottoressa come se avesse intuito i suoi pensieri.

<< Non sa quanto vorrei che bastasse questo >> e una lacrima scende giù per la guancia del ragazzo.

Lei non batte ciglio << Credi che lei voglia vederti piangere?>>.

Domanda retorica.

<< Non posso più saperlo... >> e si asciuga l'ennesima lacrima.

<< Se fossi morto tu, avresti voluto vederla tentare il suicidio e piangere? >>. La dottoressa non lo guarda, fissa l'interno della stanza inespressiva.

<< Per niente al mondo...ma è diverso...avrei voluto morire io al suo posto >> risponde Danilo scuotendo la testa.

<< In cosa è diverso? Impara a vivere perché lei non avrebbe mai, e sottolineo MAI, voluto vederti buttare via la tua vita... >>

<< Lo so, ma fa male >> e ferma l'ennesima lacrima.

Lei si gira e lo afferra per le spalle << Ovvio che adesso sia difficile, ma non provare mai più a buttare la tua vita, hai capito? >> Danilo la guarda scioccato.

Rimane un po' impaurito da un tale atteggiamento aggressivo che non sa cosa rispondere.

<< Avanti, prometti! >> e lo scuote con gli occhi fuori dalle orbite.

<< Ci proverò >> riesce solo a mormorare Danilo.

La dottoressa lascia cadere le braccia << Vivi per entrambi ok? >>. Danilo si limita ad annuire con la testa.

Vivrò per entrambi... è più facile a dirsi...”

<< Segui i tuoi sogni e lei sarà fiera di te >> e gli sorride serena.

<< Speriamo... >>

<< Ne sono certa >>. Lei guarda per l'ultima volta la stanza con il corpo di Silvia e con un ultimo sorriso forzato fa per andarsene.

Lui la afferra per un braccio << Aspetti, ma per caso la conosco? Qual'è il suo nome? >>. Doveva sapere.

La dottoressa si gira e lo guarda comprensiva. Prende dalla tasca la penna e un pezzo di carta e vi scrive velocemente qualcosa. Dopo poco lo consegna al ragazzo.

<< Ciao ciao >> e con un cenno della mano si allontana velocemente.

Danilo abbassa lo sguardo sul pezzo di carta.

 

Dottoressa Aivlis,

vivi anche per me, ti chiedo solo di non buttare la tua vita. Non potrei mai perdonartelo.

Comunque era bella la canzone dei Finley :)

p.s. Leggi il nome al contrario, ciao amore, i miss u ;)

 

Danilo legge parola per parola quel bigliettino e non riesce a crederci.

Aivlis è Silvia al contrario.

Ma perché sono stato così cieco?”

Allora quella dottoressa era davvero Silvia, il suo cuore non aveva preso un abbaglio. Il cuore riprende a battere. Stringe quel pezzettino di carta al cuore e libera le sue lacrime mentre rientra nella stanza di Silvia. Si avvina al suo corpo e con dolcezza poggia per l'ultima volta le labbra sulle sue. Sono fredde, immobili...senza vita.

La guarda per l'ultima volta. Le sue labbra sembrano leggermente flesse in un sorriso.

Sembra una principessa addormentata e così vuole ricordarla.

Risvegliati tra gli angeli piccolo amore mio”. Sorride e la accarezza.

<< Di nascosto io sarò lì tra gli angeli >> sussurra mentre esce dalla stanza.

Non la scorderà mai, certo che ci sarà sempre un angelo in più a vegliare su di lui.

 

Le cose che perdiamo trovano sempre il modo di tornare da noi, anche se non sempre come noi ce le aspettiamo [cit. Harry Potter e L'ordine della fenice]

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice

Ciao a tutti, spero che questa One-shot vi sia piaciuta. L'ho scritta circa 2 anni fa e l'ho ritrovata questa mattina per caso nel pc. Mi lasciate un commento così so se la storia vi è piaciuta o meno? :)
 

  
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