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Autore: Xenebe    20/05/2012    4 recensioni
Extra di "Conseguenze". La nascita dell'amicizia tra Edward e Victoria. Nel momento del bisogno, quando si sente abbandonato da tutti Edward trova aiuto in una bella barista. La ragazza però sembra voler nascondere qualcosa su di sé al suo nuovo amico. Storia partecipante all'iniziativa "Che differenza c'è" contro l'omofobia.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Victoria
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
- Questa storia fa parte della serie 'Ossessione'
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Che differenza c'è





Semplicemente Victoria


Mi guardavo intorno spaesato e confuso, ancora.
È la terza notte che posso passare in questo bar! Emmett non verrà più a recuperarmi, non dopo la scenata che gli ho fatto quattro notti fa!
Ma chi crede di essere? Non voglio il suo aiuto, non voglio nulla da lui … non voglio nemmeno che mi ricordi che siamo amici da sempre, non voglio che mi ricordi che mi manca Isabella.
Isabella che se ne è andata da un giorno all’altro, Isabella che ha detto di tutto su di me.
Bella che non c’è … non la vedo da più di un mese ormai, da quando ha abbandonato tutti, me, la sua amica Jane e la facoltà di scienze, e io non so che pensare:  tutto ciò che ha raccontato Jacob mi ha ferito e ha ferito anche Jane. È su questo che si basa la nostra relazione: il dolore diverso e uguale infertoci da Bella.
Mi manca, mi manca e forse è solo l’alcool a parlare ma non so cosa mi stia dando stanotte la forza per pensare che lei e Emmett sono collegati … come lo sono? Ah, la sua ragazza, la ragazza di emmett è la sua migliore amica, la migliore amica di Bella … Era così o era il contrario? No no, era così, ne sono sicuro … E Bella è andata a letto con Jacob e non vuole avermi intorno … perché? Ah, perché sono uno sciocco patetico … ubriacone! Già dovrei aggiungere questo alla lista, ma non ricordo più quale sia la lista!
Mi si è avvicinato un tizio e continua a parlare, ad urlare.
-Senti stasera m’ha preso triste, lasciami perdere … Ti pago se vuoi.- lui tende la mano e ridacchia guardando Jane che ride ancora di più.
Non riesco ad estrarre le banconote.
-Senti prenditele da solo.- poso  il portafogli sul palmo della sua mano.
-Adesso basta. State esagerando, non vedete che è ubriaco perso?-
-Fatti gli affari tuoi!- dico alla tizia che mi si è parata dinanzi.
Indossa una t-shirt nera e un paio di jeans larghi dello stesso colore, ai piedi dei pesanti anfibi, ma ciò che più di tutto attira è la sua coda rosso fuoco.
-Sì, sì, come vuoi … ora resta zitto.-, mi ha detto voltando il capo verso di me, ma i suoi lineamenti sono indistinguibili, una specie di massa informe di carne posatale al posto del naso … o forse la colpa è della vodka che ancora mi circola nel sangue.
-Voi invece andate via, il locale chiude!-, dice ai miei amici.
-Ma quello è il mio ragazzo!-, sento la voce distorta e stridula di Jane.
-Bene! Domani lo troverai ancora qui e sarà come nuovo!-
-Su, ora fuori! Felix accompagnali alla porta.-, dice rivolta ad un armadio dai lineamenti ancor più incasinati dei suoi.
Sì, deve essere la vodka, decido.
-Chi sei?-
-La voce del tuo fegato che ti chiede di non morire di cirrosi! Ora dormi.-
Non so dire se mi addormento o semplicemente è lei a darmi un colpo in testa ma sta di fatto che finalmente perdo i sensi, beato.

Il giorno dopo però quella beatitudine la sento come l’inferno!
Ho ricordi vaghi ed indefiniti della mia notte brava, ma so di certo che questo è il peggior post sbornia che io possa ricordare, e ultimamente ne ho vissuti parecchi.
-Ma dove sono?-, chiedo a mezza voce, anche se sono certo di essermi addormentato nel bar … ma “certo” non è un termine che userei in questo momento. Potrei incontrare i teletubbies ed essere certo che siano degli esseri umani e non dei sadici psicopatici pronti ad ucciderci tutti non appena sarà tramontato il sole.
-Buongiorno bell’addormentato!- ed ora posso essere certo che ieri sera era la vodka ad appannarmi i sensi, la ragazza di fronte a me è molto bella, capelli rosso fuoco, occhi chiari, pelle diafana e qualche piccola lentiggine sul naso.
-Ti prego non urlare!-
-Postumi ingombranti? Ci credo ti sei scolato quasi tutti i miei alcolici ieri notte!- dopo una mezz’oretta, un caffè amaro e un’aspirina mi sembra di stare un po’ meglio.
-Sei la proprietari di questo bar?-
-Bar dici? Io direi più covo per alcolizzati cronici e studenti suicidi … Quale dei due sei?-
-Ancora non l’ho deciso.-
-Mi piaci … sei in definizione … Ti do un consiglio: non entrare più in questo schifo.-
-Non è il tuo locale allora.-, dico mentre mi guardo intorno, lentamente.
-No, infatti, faccio solo la barista, e debbiamo andarcene, prima che il proprietario venga e ci trovi qui.-
-E perché una bella ragazza come te lavora …qui?-, dico schifato.
Sul suo stupendo volto per un attimo passa qualcosa di strano … forse timore? No devo essere ancora confuso.
Un sorriso ironico riappare sulle labbra.
-Ci sono tante cose che non saprai mai di me.-, ed è strano, se a pronunciare questa frase fosse un’altra ragazza, potrei pensare che stia flirtando con me, invece nella sua ironia c’è qualcosa di duro, come se stesse ponendo tra di noi delle sbarre d’acciaio.
Mi sta dicendo: non lo sai e non lo saprai mai, non lascerò mai che tu lo sappia.
Mi sta tenendo deliberatamente fuori da se stessa.
E a fine giornata, quando so che si chiama Victoria, che studia legge e vuole diventare avvocato, quando ho capito che ama essere indipendente, che adora il rock e la moda, ho ancora la sensazione che stia sbarrando una porta importante.
E un mese dopo, l’ennesima mattina in cui mi risveglio sul divano di casa sua perché la notte prima lei è venuta a recuperarmi in un bar, ubriaco fradicio, so che c’è ancora qualcosa che mi nasconde.
E lo scopro dopo ancora un altro mese.
La mia ragazza, Jane, praticamente odia quella che è la mia migliore amica e quando questa si presenta al bar che abbiamo iniziato a frequentare da qualche settimana, da quando cioè ci hanno cacciato da quello precedente, finalmente scopro il segreto di Victoria.
-Edward andiamo via di qui, lo sai: ti fa male, domani mattina ti sveglierai distrutto, ma con un mal di testa maggiore.-
-Dai Vic! Unisciti a noi! È divertente!-
-Edward!-, questa è Jane,-Se non vuole rimanere lasciala andare!-, i suoi lineamenti duri dicono: non invitarla, io non la voglio con noi.
-Ma dai Jane! È Vic! Può restare, no?-, sono già brillo.
Ma lei mi tira per una manica, fino al bagno.
-Non la voglio qui! Perché deve intromettersi?-
-Su! Perché non fate amicizia?-
-Stai scherzando? Non dici sul serio?-, il mio sguardo deve invece dirle che non capisco tutto questo suo odio,- Lei è … strana … Oddio, che schifo! Le piacciono … le donne!-, sussurra l’ultima parola con sdegno e ribrezzo.
Io intanto sono tornato totalmente in me, l’allegria dovuta all’alcol? Sparita: lo shock fa anche questo.
Sono shoccato davvero … Jane, ha davvero detto “che schifo”? Lei che come me è stata rifiutata ha davvero intenzione di rifiutare Victoria, ha davvero tanti pregiudizi?
Esco da quel fetido bagno seguendo Jane ed osservo la scena.
Tutti i miei “amici” (si possono chiamare così i quattro ubriaconi che girano i bar con me?)  stanno ridendo alle spalle di Victoria che si guarda intorno, a disagio, ma resta piantata lì, lo sguardo che vaga per trovarmi.
Avrebbe bisogno di aiuto, avrebbe bisogno che qualcuno le stesse vicino, ma io sono già spezzato dal mio dolore, non posso caricarmi anche il suo …
Mi passa accanto una ragazza: non troppo alta, capelli mossi e occhi scuri, come lei … Bella.
E capisco, io sono stato abbandonato da lei? Sa che avrei bisogno di lei? Non lo so.
Ma come posso io abbandonare Vic sapendo che avrebbe bisogno di me proprio ora.
-Vic!-, alzo la voce,-Andiamo a casa!-, lei mi raggiunge un po’ sospettosa, ma io l’abbraccio e la trascino via.
-Eri troppo bella, intelligente e buona per essere sul mercato.-, sussurro.
Lei mi guarda un attimo stranita e poi si apre nel sorriso più bello che le abbia mai visto negli ultimi due mesi.

Sono passati due anni da quando ho conosciuto Victoria.
Le cose sono molto cambiate.
Io e Jane abbiamo smesso d’ubriacarci, per lo meno tutte le sere, ed abbiamo invece iniziato a frequentare seriamente l’università.
Questo è il motivo per cui non vedo Vic da un bel po’: i troppi impegni, i miei, i suoi, ma ci sentiamo spesso.
Oggi abbiamo appuntamento alla caffetteria dell’università, e sono arrivato in anticipo, stranamente.
Riconosco subito la capigliatura appariscente di Victoria, ma la mia amica non è la sola.
Mi avvicino.
-Ciao Vic.- lei sobbalza, non si aspettava fossi già lì.
-Edward …-, cala un silenzio imbarazzato.
Poi la ragazza seduta con lei si alza, è in ritardo dice.
-Quella è Heidi … un’amica.-
Io la guardo, serio.
-È la tua ragazza.-, concludo con naturalezza.
Victoria arrossisce e si guarda intorno, davvero imbarazzata.
-Ci sono persone a cui può dare fastidio …-sussurra.
-Sai come la penso: sono degli idioti!-
-Anche la tua ragazza?-
-Sì, anche lei, soprattutto lei! È solo gelosa.-
-Gelosa?-
-Della nostra amicizia … nata perché tu sei una persona straordinaria, al di là del tuo orientamento sessuale.- lei mi osserva attentamente e poi ride, sincera.
Quando ci portano i nostri caffè sollevo il mio come per brindare.
-Alla tua ragazza, e alla nostra amicizia, che è l’unica cosa davvero importante.-




È da parecchio che ho intenzione di scrivere questo extra di Conseguenze ed ho approfittato dell'iniziativa "Che differenza c'è" nella giornata mondiale contro l'omofobia: il 17 maggio.
La storia è ambientata poco dopo il trasferimento di Bella dalla facoltà scientifica a quella letteraria, è appena iniziato il disastroso rapporto tra Edward e Jane e tutto il corollario di problemi che porterà a Edward sia con Emmett, che con Esme e Carlisle. Spero che vi sia piaciuto l'inizio dell'aamicizia tra Edward e Vic.
A presto con l'ultimo capitolo della storia, un bacio,

Serena.
   
 
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