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Autore: WaitForIt    21/05/2012    2 recensioni
...Beth si trovava a questa festa e si era nascosta in un angusto ripostiglio in compagnia di un libro (non mi è possibile riferirvi il nome, ma lei mi ha assicurato che era grandioso). Dopo una buona mezzora di calma, la madre, in cerca di un po' di segatura pulisci-vomito, la trovò e, con uno dei suoi sguardi del tipo "anche-una-divinità-greca-avrebbe-paura", le ordinò di posare quel libro e di uscire a divertirsi. Ma, andiamo, quale ragazza si divertirebbe ad una festa popolata solo da persone anziane e sconosciuti?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'And I know the mistakes that I've made'
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Questa storia comincia in un pomeriggio di maggio. Il sole si era nascosto tra le nuvole, la temperatura era intorno ai venti gradi ed era un giorno molto importante per uno dei nostri personaggi: difatti quella stessa mattina un bambino di dieci anni noto con il nome di Tyler aveva compiuto il sacramento della Prima Comunione; ma questo non ci riguarda direttamente, quindi salterò qualche parte e vi dirò direttamente che Beth, la protagonista della nostra storia, era la cugina del suddetto Tyler e che era presente alla sua festa. È inoltre necessario che voi sappiate che Beth detestava cordialmente ogni tipo di festa, tanto più se questa si teneva in casa sua con persone che lei (in parte) non conosceva, mentre amava ogni tipo di libro, meglio se con una spruzzatina di fantasy.

Dunque Beth si trovava a questa festa e si era nascosta in un angusto ripostiglio in compagnia di un libro (non mi è possibile riferirvi il nome, ma lei mi ha assicurato che era grandioso). Dopo una buona mezzora di calma, la madre, in cerca di un po' di segatura pulisci-vomito, la trovò e, con uno dei suoi sguardi del tipo "anche-una-divinità-greca-avrebbe-paura", le ordinò di posare quel libro e di uscire a divertirsi. Beth avrebbe voluto ribattere, dicendo alla madre che lei aveva ben altri modi di divertirsi, ma rinunciò, sperando di potersi poi nascondere nuovamente. Beth, dunque, strinse mani di sconosciuti e baciò guance rugose, finché non trovò un angolo piuttosto tranquillo della cucina e si fermò per leggere ancora. 

Dovete sapere, miei cari lettori, che in quella antica cucina adiacente al giardino che fungeva da scenario della festa, lavorava un servizio di catering (mi dispiace, ma anche di questo non posso fornirvi il nome, poiché potreste rischiare l'intossicazione alimentare... O perché non voglio). In questo servizio di catering lavorava un diciassettenne di nome Raphael, alto sul metro e settanta, con corti capelli castani e vestito come un damerino. Raphael e Beth si erano conosciuti all'età di sei anni durante un campo estivo dove Raphael desiderava andare e Beth vi era stata scaricata dai genitori. Beth ricordava quell'estate come un incubo: un piccolo bambino insopportabile le aveva chiesto insistentemente di diventare la sua ragazza, ignorando tutti i suoi rifiuti. Dunque potrete immaginare, miei adorati lettori, il rossore che si irradiò sulle guance di Raphael quando trovò seduta a terra accanto al frigorifero Beth, con un libro poggiato sulle gambe quasi completamente nude (provate a sedervi con una gonna e a non rimanere in mutande). Quanto a Beth, percepita una presenza, cominciò a blaterare cose senza senso su di una scuola magica e su quanto desiderasse avere una bacchetta prima di alzare lo sguardo ed incontrare gli occhi nocciola di Raphael. Con gran sorpresa di Beth il primo sentimento che provò non fu l'irritazione, ma anzi il suo stomaco fece una allegra capriola prima di ritornare a posto e la ragazza decise di essere solo curiosa: cosa pensava adesso Raphael di lei? Credeva ancora che fosse bella ed interessante come le aveva detto da piccoli (in realtà aveva detto intessante, ma questo non é rilevante ai fini del racconto)? Valeva ancora la pena di subire tutte le umiliazioni portate dai suoi rifiuti?

Mentre Beth rimuginava senza freni, Raphael, che si era ipnotizzato nel guardarla, balbettò parole scommesse quali: "Mi dispiace... Vino... Non sapevo... Lavoro". Qualche secondo dopo Beth decise di alzarsi e di salutarlo (con due baci sulla guancia, proprio come con le vecchie rugose) e chiese gentilmente al ragazzo come gli andava la vita e da quando aveva smesso di indossare quei (stupidi) bermuda verdi. Riconquistato il possesso delle sue facoltà mentali, Raphael rispose, con un sorriso malcelato, che se la passava piuttosto bene e che aveva lasciato i suoi bermuda per la meravigliosa divisa da cameriere (e non perché non gli entrava più nemmeno per le braccia). Piuttosto come se la passava Beth? Lei disse che era stata peggio e che non era poi tanto male leggere nascosta su di un pavimento gelido accanto ad un frigorifero. Raphael sorrise e la salutò, dicendole che doveva tornare al lavoro. Lei tornò al libro. 

Cinquanta pagine più tardi fu trovata da un altro cameriere che le chiese "gentilmente" di uscire. Vi risparmierò i noiosi discorsi tenuti dalle vecchiette rifatte e passerò direttamente alla parte più interessante.

Dicono che il destino si comporti in maniera strana alcune volte, e quella volta di certo accadde, poiché di lì a poco Raphael si sarebbe ritrovato ben presto ricoperto di panna e fragole a causa di una ragazza dai lunghi capelli castani (nel caso ve lo stiate chiedendo, sì, era Beth). Ma andiamo per gradi: come potrete aver intuito, la torta di Tyler era guarnita con abbondante panna e qualche fragola. Due camerieri, Raphael ed un certo Wayne, la stavano portando sulla grande tavola imbandita, non senza qualche difficoltà (ah, se pesava!). 

Alcune ragazze non leggono affatto, altre ragazze invece leggono ovunque. Beth apparteneva a quest'ultima categoria, e, proprio mentre i due camerieri arrancavano per il giardino con la pesante torta tra le mani, Beth camminava dritta verso di loro.

La collisione fu spettacolare: Tyler avrebbe in seguito giurato di aver visto un parrucchino volare insieme a parte della panna. Beth si ritrovò in parte stesa sulle gambe di Wayne, in parte stesa con la faccia nell'erba. Raphael era interamente ricoperto di panna e fragole, esattamente come la parte superiore del corpo di Beth, mentre Wayne era rimasto misteriosamente pulito. La strega, pardon, la deliziosa madre di Beth la spedì in casa, con il suo miglior sguardo facciamo-i-conti-dopo, insieme a Raphael, il quale era stato appena licenziato, per darsi una ripulita. 

Immaginerete che sia stato imbarazzante, ma in realtà, appena voltato l'angolo, i due scoppiarono a ridere così forte che lei dovette appoggiarsi a lui per non stendersi a terra e sporcare il pavimento. Raggiunto il bagno Beth consegnò a Raphael degli abiti e degli asciugamani, non prima di avergli rubato un po' di panna dal colletto (Beth amava la panna). Una mezzora dopo (misurabile anche in circa una ventina di pagine di un buon libro) Raphael incontrò Beth vestita in una tuta e con i capelli bagnati. Dopo qualche minuto di puro silenzio, Beth uscì dalla stanza e quando tornò tese una pagina strappata di un libro con su scritto il suo numero. Raphael la guardò perplesso e lei disse: "Direi che mi hai salvata; intendo dalla festa. E poi sei l'unica persona che non mi abbia chiesto perché stavo leggendo invece di prendere parlare con gli invitati, grazie." Poi, dopo qualche secondo, aggiunse "Chiamami". Gli strinse il bigliettino tra le dita e lasciò la stanza.

Raphael non la richiamò. Le mandò un messaggio una ventina di minuti dopo, invitandola ad uscire il giorno successivo, ma questa è un'altra storia.
 

Nda: Salve a tutti. Sono WaitForIt ed ho scritto la storia che avete appena letto.
Spero tanto che vi sia piaciuta: è il mio primo tentativo e mi auguro che non sia stato un fiasco totale.
Beh, grazie per aver letto e grazie anticipati per chi recensirà, preferirà, ricorderà o, perché no?, odierà questa storia.
Ciao,
WaitForIt

  
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