Red Blood
Il sole batteva sulla mia faccia bianco latte e mi faceva risaltare ogni minimo particolare e imperfezione. Lo sapevo perché aprivo un po’ un occhio, quasi come se volessi spiarmi per vedere cosa effettivamente gli altri vedevano di me. Li immaginavo commentare la mia faccia un po’ tonda e bruttina da vedere ma immaginavo anche che schiattassero dall’invidia per i miei denti perfettamente bianchi in un sorriso che mi illuminava.
Mi stiracchiai leggermente mentre mi svegliavo del tutto e sentivo ogni ossa del mio corpo scricchiolare come una vecchia porta di legno.
<< Mamma! quando arriviamo in questa nuova casa? sono curiosa di sapere dove andremo a vivere sperando naturalmente per un periodo di più di un mese! >>
< < Piccola non preoccuparti, staremo lì per un po’.. è una bella casa, grande e spaziosa non come nella casa precedente.>> .. con un sospiro di sollievo dissi: <<.. meno male! adesso mi fai stare anche più tranquilla!>> dopo un attimo di silenzio malinconico e snervante per tipe come me che amano parlare come una fontana, mia madre continuo: << Da quando tuo padre.. è.. andato via per sempre beh, non ho mai trovato una casa adatta a noi due come questa! eppure è anche a bassissimo prezzo quasi come se qualcuno voglia togliersela dai piedi, bah.>>
<< Eccoci qui! >> esclamò mia madre frenando bruscamente e scandendo bene l'indirizzo prima di esultare scendendo dalla macchina facendomi saltare dal sedile. Dissi con tono di chi vuole prendere in giro con un briciolo di sarcasmo: << sei pericolosa sai? >> e mi abbandonai ad una tranquilla risatina.
Scesi dalla macchina e sgranchii ancora le mie gambe affaticate.
Siamo in Canada, un bellissimo Paese ma a dire la verità io preferivo la mia caotica New York dove sfrecciano taxi gialli e dove la gente a momenti ti sbatte addosso se non la fai passare, dove anche i grattaceli sono simili alle persone: ti vengono quasi addosso, eppure qui si respira tranquillità, un senso di serenità d'animo ma per la mia età continuo a pensare che sia un posto per donne stressate in preda a crisi di depressione assoluta che vengono qui per calmarsi i nervi e ricominciare una vita che poi verrà distrutta dal loro ritorno al caos e stress, conosco il genere infatti è proprio la descrizione della donna che è scesa dalla mia macchina poco fa felice come una bimba arrivata al parco divertimenti mentre poi sono io a prendermi le conseguenze del trasloco, per lei è un gioco per me è la mia vita. Prendo le valige e mi carico come un mulo da soma mentre mia madre parla con la proprietaria: una signora alta e molto magra, stile militare ( per come lo intendo e lo chiamo io lo stile militare sono bustini molto stretti e in pelle lucida) – manca solo il frustino pensai tra me e me, è troppo severa.- con occhi grandi e macabri, sembra che non abbia fatto neanche una volta un sorriso in tutta la sua vita, racconta a mia madre la storia della casa e del fatto che lei ami la disciplina- ma va .- quindi la casa la troveremo perfetta, già completa di mobili quindi ci consegna le chiavi.
<< Cucciola! vieni un secondo qui? >> << Arrivo mamma! >> dissi con voce amorevole mentre nella mia testa pensavo: che vuole adesso quella? non mi basta che mi sta facendo portare pacchi e pacchetti tutta da sola?- << amore ti sbrighi? >> <
<< Certo amore, adesso arrivo... >> sentii i suoi passi dirigersi verso la cucina, l’unica stanza con la luce aperta, ad un cero punto sentii un urlo provenire dalla cucina, era mamma. Corsi come un razzo pensando che si fosse tagliata con il set di coltelli oppure che fosse scivolata. Arrivai con il cuore in gola d'avanti alla porta e trovai mia madre bianca dalla paura. << Mamma! cosa è successo? >> Nessuna risposta... < Mamma!! ti prego, rispondi! > Mia madre, mi indicò qualcosa sul mobile della cucina. Mi girai impaurita e confusa da ciò che avevo sentito ma ancora non avevo capito a cosa andavo incontro, ancora non avevo capito come andasse in quella casa. Ecco, era una semplicissima forbice per sarte non sapevo che mia madre aveva questo genere di paure , la tranquillizzai. Mentre prendevo la forbice per metterla al suo posto mi imbrattai le mani con un liquido sospetto. Ero immersa nell’ombra provocata dalla luce al centro del tavolo che oscurava gran parte dei mobili di quella stanza e non riuscivo a vedere bene cosa invece la donna tremante seduta li aveva visto. Girai la forbice e scoprii il mistero. C’era del sangue e era tanto anche sulle punte.. come se qualcuno si fosse tagliato o fatto male con quel affare. Deglutii e per un attimo mi abbandonai a pensieri follemente giusti. Non volevo credere a tale follia come non volevo neanche minimamente credere di averlo pensato, no.. non è assolutamente possibile. Però poi, quando ho cominciato a ragionare meno da pazza del manicomio e più da persona con tutte le facoltà mentali necessarie dissi che era anche possibile che i proprietari precedenti abbiano lasciato qui questa forbice per caso, magari.
Presi un bicchiere dallo scatolone del trasloco che era li sul tavolo di legno della cucina, aprii la fontana e feci scorrere un po’ l'acqua, sciacquai in bicchiere leggermente impolverato e lo riempii a mia madre mettendoci un cucchiaino di zucchero dentro per farle calmare i nervi e le paure e magari per saperne di più.
Lei non aveva neanche la forza di dire grazie, le labbra tremavano come le sue mani.. sapeva che forse stava succedendo qualcosa ma non ci credo e non ci crederò mai, è una completa e pura follia.
Salimmo di sopra dopo che la mamma si era tranquillizzata.
Beh, entrai in una splendida cameretta. Uno specchio grandissimo, un letto morbido e comodo e una finestra che si affacciava sulla casa affianco. Avevo sparpagliato i miei scatoloni dappertutto lì.. anche se pensavo che sarebbe stata più ordinata una volta data una pulitina a quei mobili polverosi