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Autore: Loribi    10/12/2006    8 recensioni
Qualcosa cambia tra Hermione Granger e Ron Weasley...complice la luna e qualche rumore di troppo. Piccola one-shot sul mio HP/Pairing preferito! Me lo lasciate un commentino? :P Baciotti, Lory ^.^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da una settimana circa fervevano i preparativi per le nozze di Bill e Fleur

TRYING TO SAY

 

Da un po’ di tempo fervevano i preparativi per le nozze di Bill Weasley e Fleur Delacour.

 

Ehm…mi correggo.

 

Da oltre due settimane alla Tana regnava il caos.

 

Tutti i componenti della famiglia erano stati costretti dalla signora Weasley ad impegnarsi sul serio affinché ogni cosa fosse andata al proprio posto.

E guai a chi solo osava disobbedirle.

La vulcanica donna aveva preso tutto sotto il suo più vigile controllo, e c’era da scommettere che i nervi le sarebbero crollati in un batti baleno al più banale incidente.

E, d’altronde, come biasimarla?

Bill era il suo primogenito, il suo adorato primogenito,e non c’è da dimenticare che nella stessa notte in cui Silente era stato ucciso, lui era stato morso da Fenrir Greyback, il Lupo Mannaro che gli aveva irrimediabilmente sfregiato il bel volto.

Ma alla studentessa di Beauxbatons non era passata nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea di non sposarlo; era rimasta al suo fianco senza alcun indugio, pur sapendo che Bill sarebbe stato sfigurato per sempre.

Fleur aveva dimostrato di amarlo davvero, e aveva convinto alla fine anche la sua futura suocera, all’inizio un po’ scettica nei confronti di quella ragazza forse un po’ troppo raffinata.

Ecco dimostrato l’infinito affannarsi della signora Weasley.

Suo figlio si meritava tutta la felicità del mondo magico, insieme alla donna che aveva scelto come sua sposa; e quella felicità sarebbe iniziata proprio con le nozze che, inutile dirlo, dovevano essere perfette.

Ebbene, per la pura gioia di tutti, oramai era arrivato il giorno più movimentato in assoluto…

Quello prima del gran giorno.

 

Solo qualche ora e Bill e Fleur avrebbero potuto dire addio alla loro libertà, cinicamente parlando, anche se la cosa non sembrava spaventarli; anzi, li elettrizzava più di quanto non lo fossero già, questo sempre se possibile, naturalmente.

Non si vedeva più Fleur se non incollata a Bill, e Bill se non appiccicato a Fleur.

Ron andava ripetendo che quei due si sarebbero fusi come due gemelli siamesi a furia di stare così vicini…

Parlare in privato con uno di loro era diventata un’impresa ardua quanto impossibile, e, cosa assolutamente peggiore, la coppietta elargiva una quantità smisurata di smancerie che i poveri coinquilini della Tana erano costretti a sorbirsi senza poter fare nulla.

Stava diventando una vera tortura.

Soprattutto per Ginny, la più piccola, nonché unica signorina della famiglia Weasley.

In realtà Fleur non le era mai andata particolarmente a genio, l’aveva sempre vista come una smorfiosa antipatica, per non parlare poi di quel detestabile accento francese.

L’aveva rivalutata ultimamente per lo stesso motivo che aveva spinto sua madre a farlo, certo, ma continuava a non nutrire quella particolare inclinazione nei suoi confronti.

E, riflettendoci su, Ginny arrivava sempre alla stessa conclusione; insomma, in fondo Fleur doveva pur avere qualcosa di interessante per piacere a suo fratello…

 

Nonostante fosse mattino presto la casa era in piena attività già da un paio d’ ore.

Tutto un miscuglio confuso e disordinato di persone, di fiori, di eccitazione, di attesa febbrile; persino il tempo sembrava voler dare il suo contributo ad un’atmosfera così frizzante.

Il sole era alto e luminoso nel cielo di quel giorno di fine estate, e una lieve brezza animava il lavoro rendendolo quasi più piacevole.

In cucina, Charlie Weasley stava spalmando svogliatamente della marmellata su una fetta di pane tostato, quando si vide sbucare la madre dalla porta che dava sul cortile.

-Dove sono Fred e George?- chiese superandolo veloce.

-Buongiorno a te, mamma. Splendida giornata oggi.- le rispose sarcastico il ragazzo addentando la fetta di pane.

-Non ci sono mai quei due quando c’è bisogno di loro…- lo ignorò imperterrita, allungandosi per cercare qualcosa in uno scaffale un po’ troppo in alto per lei.

Charlie si alzò dal suo posto per darle una mano.

-Erano qui fino a cinque minuti fa.- mugugnò lui masticando il boccone e porgendole gli strofinacci puliti che stava inutilmente cercando di prendere.

-Grazie, caro.-

Molly gli rivolse un sorriso frettoloso;

-FRED!! GEORGE!!-

Charlie strizzò gli occhi per l’urlo improvviso e decisamente poco gradevole della madre.

-Ti risulta così difficile non sbraitare anche a questa ora del mattino?!- la rimbeccò infastidito Charlie ritornando al suo posto.

-Oh, per favore, Charlie!-

La sua voce risultò involontariamente isterica.

Il ragazzo guardò in tralice la signora Weasley che ritornava in giardino e lanciava un altro acuto richiamo per i gemelli, quando fu distratto da un affrettato rumore di passi proveniente dalle scale:

-Non sto facendo che ripetermi che domani tutto questo sarà finito!-

Charlie riconobbe subito la voce di sua sorella;

-L’unica cosa che ti trattiene ancora alla Tana, giusto?-

La risposta invece era di Hermione, arrivata due giorni prima con la Metropolvere.

-Te l ho già detto?-

-Almeno un migliaio di volte.-

Le ragazze fecero il loro ingresso in cucina con una pila per ciascuna di tovaglie e tovaglioli di pizzo riesumati per l’occasione dal baule della soffitta.

-Buongiorno, Charlie.- lo salutò Hermione, già vestita di tutto punto.

-Buongiorno anche te, dormito bene?-

-Benissimo, grazie.-

Ginny gli diede invece un buffetto sulle spalle; sapete com’è, i convenevoli fra fratelli non si usano molto.

-Avete già fatto colazione?-

-Ci siamo svegliate all’alba, se tanto lo vuoi sapere…o meglio, ci ha svegliate la mamma. Erano le 5.30 quando ha iniziato ad armeggiare con scope e palette proprio davanti alla porta della nostra stanza.- disse seccata Ginny guardandosi intorno.

Charlie la seguì con lo sguardo:

-Hai perso qualcosa?-

-Dove sono Harry e Ron?-

-Ho la faccia di chi sa dove si nascondono tutti?- chiese lui rivolgendosi asciutto alla sorella.

-Cosa?-

-Niente, lascia perdere. E comunque non lo so, mi sono appena svegliato e vorrei starmene un po’ in santa pace prima di cominciare una di quelle giornate che non dimenticherò facilmente…chiaro? Mi meraviglio come mamma non mi abbia ancora detto di sparire dalla cucina.- commentò mordendo il pane tostato.

Le due ragazze si scambiarono un’occhiata eloquente, ed entrambe capirono al volo che era il caso di uscire di lì; giusto il tempo di poggiare momentaneamente su un ripiano ciò che Molly aveva chiesto loro di prendere per imbandire i tavoli, che raggiunsero il cortile assolato e ancora disordinato…

-Queste nozze stanno andando alla testa un po’ a tutti.- constatò Hermione raccogliendosi i capelli ondulati in una morbida crocchia sulla nuca.

-Hai visto che non esageravo affatto nell’ultima lettera? Eppure non credevo che i miei andassero in tilt per così poco!-

-Solo un giorno…uno solo.- scherzò Hermione facendola sorridere.

All’improvviso un sibilo sospetto ma fin troppo conosciuto…

-ATTENTA!-

Ginny si abbassò in fretta afferrando in tempo Hermione per il lembo della maglietta.

Un oggetto tondo attraversò tutto il cortile designando un ampio semicerchio: per un pelo non centrò in pieno il maestoso arco di fiori bianchi sistemato in giardino proprio la sera prima, e il povero Leo che volava tranquillo da quelle parti ci avrebbe sul serio rimesso le penne se non avesse deviato immediatamente con un verso stizzito.

Fortuna che era un gufetto sveglio.

-Ma che diavolo…?-

Ginny strattonò giù Hermione che aveva allungato il collo per capire cosa stava succedendo; e fu solo quando videro sfrecciare la sfera assassina verso il retro del casolare che si affrettarono in quella direzione, dove Ginny trovò esattamente chi si era aspettata di trovare.

In effetti non ci aveva messo tanto per capire che si trattava di un bolide…

E a chi poteva saltare in mente di mettersi a giocare a Quidditch in un momento così poco opportuno?

Naturalmente ai ragazzi.

Ron e Harry, insieme a Fred e a George, erano accalcati attorno alla custodia delle palle da gioco; erano riusciti a catturare il bolide irrequieto, che però non ne voleva sapere del cinturino di sicurezza.

Fu Harry che, alla fine, arrivò a chiudere la custodia con un tonfo deciso…

Fred si stava asciugando la fronte imperlata di sudore quando si accorse di presenza femminili che guardavano truci nella loro direzione.

-Ehm…buongiorno, bellezze.- esordì lui con un sorriso smagliante.

-Fred, non fare l’idiota.-

Il commento della sorellina lo fece irrimediabilmente sentire tale.

-Possiamo spiegare tutto…- cominciò poi George tra l’incerto e il conciliante, dopo un momento di esitazione.

-MA COSA AVETE TUTTI E QUATTRO AL POSTO DEL CERVELLO, ME LO SPIEGATE?!-

Hermione era furente ancora più della sua stessa voce.

Harry e Ron, che la conoscevano certo meglio dei gemelli, l’avevano capito subito e avevano avuto almeno il buon senso di evitare battute stupide.

Non era buon segno quando l’amica si ammutoliva e puntava i piedi per terra.

-Vi siete resi conto che ci è mancato poco così per mandare in fumo settimane intere di preparativi?!-

-Hermione, cerca di calmarti…-

-Calmarmi, Ronald?- lo apostrofò immediatamente la ragazza voltandosi verso di lui.

Harry scambiò un’occhiata preoccupata con Fred e George...

-Se il bolide avesse distrutto qualcosa…che avreste fatto, eh? Stava per colpire in pieno l’arco di fiori, per non parlare poi di Leo e del mio collo! Ma cosa? Tu sguinzagli quell’aggeggio infernale!!-

-Che ti dice che sono stato io a farlo?!- sbottò offeso il ragazzo.

-Sei tu quello che solitamente ha le trovate più geniali!-

-Vuoi litigare?- tagliò corto Ron.

Hermione si trovò inspiegabilmente impreparata ad una domanda così semplice;

-E va bene. Litighiamo. Tanto la cosa la trovi sempre molto divertente.-

-Io non mi sono mai divertita a litigare con nessuno, né tanto meno con te!-

Hermione avanzò di qualche passo nella direzione di Ron, che nel frattempo si era distanziato dal gruppo ammutolito.

-Ma sul serio?- chiese retorico però serio lui.

-Avanti, ragazzi, è normale che siamo tutti un po’ su di giri, ma non mi sembra il cas-

-Tu non ti intromettere!- esclamarono insieme senza smettere di scrutarsi con aria di sfida.

Harry si fece intelligentemente da parte.

Solo allora Ron si rese conto di quanto si fossero avvicinati nella foga del battibecco…

Qualcuno prima o poi avrebbe dovuto spiegargli perché con quella ragazza doveva andare a finire sempre alla stessa maniera.

-… non hai più niente da dire?-

-No.-

Ron fece per oltrepassarla, esausto.

-Come sarebbe?-

La mano di Hermione sembrò scottargli intorno al polso;

-Sarebbe esattamente quello che ho detto.-

Ron si divincolò dalla presa non pensando di riuscire a resistere a lungo a quel contatto.

Se solo lei…

-Non la puoi fare sempre così facile, Ron!-

Il ragazzo si voltò finalmente per guardarla dritto negli occhi, mentre Hermione fu costretta ad arrestarsi di colpo per evitare di andargli a finire addosso;

-Io e te ci conosciamo da sette anni.- disse lui deciso.

-Cosa?- farfugliò confusa lei.

-Non è così?-

-Sì ma che cos…-

-Riesci a spiegarmi perché non riusciamo a parlare senza litigare?-

Hermione sollevò un sopracciglio, zittita per la seconda volta dalla stessa persona e per di più nel giro di pochi minuti.

Si domandò se fosse mai successo prima.

Ron interpretò normalmente il suo silenzio come un no.

-Appunto.-

E stava per andare via, quando si voltò ancora verso di lei;

-Il bolide l’ha liberato Fred, per tua informazione.-

Hermione dischiuse le labbra, sorpresa e assalita da un immediato senso di colpa…

Con lo sguardo scattato verso il basso, incapace di rivolgerlo negli occhi dell’amico, temendo di scoprirci ormai una delusione che non avrebbe fatto sentirla ancora peggio di quanto non lo fosse già stata a causa della sua maledetta impulsività, poté solo concentrarsi su quei passi che calcavano il prato.

Infuriata con se stessa, si ritrovò a chiedersi perché non contasse mai fino a cento prima di parlare.

Aveva litigato di nuovo con Ron, e questa volta la colpa era solo e soltanto sua.

Aggredirlo così…

Idiota di una Granger.

Doveva assolutamente scusarsi, almeno provare a parlargli…questo sempre se non le avesse sbattuto la porta in faccia, ovvio; cosa che le sembrò troppo probabile al momento, considerata la scenata che le aveva fatto. E, per quanto potesse detestare ammetterlo, a buona ragione.

Hermione chiuse gli occhi come a riordinare le idee, e si decise ad allontanarsi da quel posto…

Le urla di Ginny che minacciava Fred di fargliela pagare sul serio questa volta stavano diventando insopportabili.

 

Ore 24.43.

Una giornata intera e non era riuscita a trovare uno straccio di occasione per chiarirsi con Ron.

Hermione si rigirò nel letto per l’ennesima volta…

-Accidenti a quella testa rossa!- mormorò contro il cuscino, rannicchiandosi su se stessa, per poi voltarsi a guardare Ginny che riposava tranquilla, distesa su un fianco, e coperta dal lenzuolo chiaro fino alle ginocchia;

-Almeno tu riesci a dormire…- disse con un sospiro rassegnato, mettendosi a sedere e passandosi una mano tra i capelli che le ricadevano lunghi e un po’ mossi sulla schiena.

Non riusciva a chiudere occhio che tutto l’accaduto di quella mattina le ritornava alla mente come in un flashback, Ron infuriato compreso; ma soprattutto non smetteva di rimbombarle nella testa la domanda che le aveva fatto prima di lasciarla lì come un’allocca, ovvero, perché loro due litigassero di continuo.

Hermione raggiunse il più silenziosamente possibile la finestra spalancata sul giardino delle Tana e sulla campagna circostante; lasciò che una leggere brezza le accarezzasse il viso accaldato, inspirando a fondo l’aria pulita della sera.

Il cielo era sereno, anche se l’aria era umida e si stava avvicinando qualche nuvola da ovest.

Si appoggiò con i gomiti sul davanzale non riuscendo a trattenere un sorriso che le incurvò un angolo della bocca…

Lei aveva una risposta a quella domanda.

Era forse così difficile capirlo?

Aveva conosciuto Ron e Harry sull’Espresso per Hogwarts il primo giorno del primo anno di scuola, quando non era che una ragazzina con una massa di capelli crespi e un’insolita passione per lo studio…beh, forse alla fine le cose non erano cambiate poi così tanto, eccetto i suoi capelli magari, appena più domabili. Per il resto, era rimasta la stessa ragazzina saccente e ingenua di allora…spesso si era chiesta se era  per quelle sue caratteristiche che non aveva mai avuto particolare successo con i ragazzi.

A volte si sentiva così inadeguata…

Solo Ron e Harry la conoscevano davvero, e l’unica certezza che aveva era che loro la apprezzavano e le volevano bene così com’era…i suoi migliori amici da sempre, insieme a Ginny naturalmente, anche se con lei la sintonia era stata meno immediata.

Ron

Dopo aver condiviso insieme compiti di Pozioni e di Trasfigurazione e partite a scacchi davanti al camino della Sala Comune, abbracci forti nei momenti più duri e litigate in grande stile, se ne era irrimediabilmente innamorata…

Un momento.

Hermione arrestò di colpo quei pensieri sparsi e drizzò le orecchie; le era sembrato di sentire dei passi.

Restò immobile, dimenticandosi anche di fiatare, e sperando vivamente di essersi sbagliata…

Uno scricchiolio di ante giù in cucina.

Forse era solo Bill, troppo nervoso per dormire; o Fleur, in piedi per lo stesso motivo.

Ma meglio controllare…

Hermione prese la bacchetta dal baule accanto al letto, lanciò un’occhiata veloce a Ginny, in una catalessi tale che non si sarebbe svegliata nemmeno con un fuoco di Zonko sparatole in un orecchio, e uscì dalla stanza socchiudendo la porta.

Scese piano le scale in legno, e strinse più saldamente la bacchetta solo quando vide una figura alta aggirarsi tra il lavello e la credenza.

-Lumos.- mormorò appena intimorita la ragazza puntando il fascio di luce nella sua direzione;

-Hermione!-

Ron sussultò rischiando di lasciarsi scappare di mano il bicchiere che aveva preso.

La ragazza abbassò la bacchetta arrossendo immediatamente,  un po’ per la sua eccessiva apprensione (a pensarci meglio, quale malefico individuo poteva aggirarsi proprio in cucina?), un po’ perché non ricordava di aver mai visto prima Ron in maglietta e pantaloncini.

-Mi hai spaventato…- disse lui come impacciato, versandosi finalmente dell’acqua fresca.

Tenne gli occhi fissi sull’orlo di vetro per evitare di guardare Hermione a lungo…se lo avesse fatto, probabilmente avrebbe versato l’acqua ovunque tranne che in quel bicchiere.

-Scusa, ma avevo sentito dei rumori…-

-Ti ho svegliata?-

-Non riesco a dormire.- rispose, evitando accuratamente i suoi occhi.

-Posso sapere il motivo?-

Il ragazzo mandò giù una lunga sorsata.

-Smettila.- lo ammonì poi lei con impazienza.

Ron la guardò perplesso, poggiando giù il bicchiere.

-Smettila di parlarmi così!-

-Così come?!-

-Non siamo mai stati formali io e te, o mi sbaglio?-

-No, infatti, ma forse dovremmo iniziare ad esserlo.-

-Io sto provando…sto tentando di venirti incontro ma tu parti come al solito con il piede sbagliato!-

-Piede sbagliato? Ho sentito bene? HAI DETTO PIEDE SBAGLIATO??-

-Abbassa la voce…- mormorò con voce strozzata Hermione, guardandosi intorno come se fosse potuto spuntare qualcuno da un momento all’altro.

-NON FARMI SENTIRE LA CAUSA DI QUESTA SITUAZIONE, NON PROVARCI NEMMENO! NON E’ ASSOLUTAMENTE COLPA MIA SE…-

Ron si ritrovò una mano di Hermione premuta contro la bocca.

-Vuoi svegliare tutti!?-

Mossa sbagliata.

In punta di piedi, Hermione si era avvicinata troppo al viso di Ron; le iridi celesti appena sgranate per il contatto improvviso, i muscoli immediatamente contratti per la pelle della ragazza che ora toccava la sua…

Hermione cercò di deglutire nonostante la salivazione le si fosse azzerata come d’incanto.

Il buon odore di Ron sembrò investirla…quel ragazzo alto e dai capelli rossi le faceva perdere il controllo.

In qualsiasi occasione.

Non era normale, così come non lo era la voglia che la stava prendendo di sostituire la mano ancora sulla bocca con le sue labbra…

Un tuono risuonò in lontananza.

Nella stanza illuminata dalla luce pallida e fredda della luna ricadde il silenzio animato solo dai loro respiri.

-D-dicevi?-

Ron non riuscì a trattenersi oltre…

Erano sufficienti quegli occhi innocenti e ora un po’ imbarazzati per fargli crollare miseramente ogni  proposito di farla restare un po’ sulle spine, come piccola e innocua rivincita su quel suo caratterino che, nonostante si scontrasse costantemente con il suo, gli aveva fatto perdere la testa.

Finì con lo sciogliersi in un mezzo sorriso nel constatare ormai quanto dipendesse da lei.

-Ascolta…- iniziò Hermione incoraggiata da quel sorriso; -…devo chiederti scusa, Ron…per stamattina.-

-Herm…-

-Hai ragione quando dici che noi due non facciamo che darci addosso…non sai quanto ci sto male e quante volte ho pianto…sarà patetico…- continuò la ragazza in un crescendo incontrollabile di parole;

-Ehi…-

-…ma è così. Odio litigare con le persone, eppure a quanto pare lo faccio di continuo…non so cosa diavolo mi stia prendendo ma…-

Hermione trattenne il respiro quando si ritrovò la bocca morbida di Ron sulla sua.

Fu un semplice sfiorarsi di labbra, un istintivo sfiorarle le labbra…

Solo allora Ron si rese conto di ciò che aveva effettivamente fatto.

Ron aveva baciato Hermione.

Ron aveva baciato Hermione

Possibile?

Evidentemente sì.

Se un attimo dopo si fosse ritrovato cinque dita stampate in faccia non si sarebbe meravigliato…

Ma quando si scostò appena da Hermione, ciò che vide nei suoi occhi semi aperti non era indignazione, o rabbia, o umiliazione…solo sorpresa.

Il ceffone se lo sarebbe beccato probabilmente un’altra volta, ma non quella.

-Stavo cercando di dirti che non importano le tue scuse…- mormorò Ron carezzandole con la mano appena tremante una guancia arrossita; -…né tutte le nostre litigate, né tutto il resto…quello che mi importa ora è solo dirti che ti amo…che ti amo e che voglio restarti accanto…ti spaventi se ti confesso per tutta la vita?-

Hermione, illuminata da uno splendido sorriso, intrecciò lentamente con la sua la mano di Ron che le toccava il viso, per poi lasciarci un piccolo bacio sul dorso...

La ragazza sperò che non fosse stato solo un sogno…o, in caso contrario, avrebbe voluto dormire per sempre.

La ricerca degli Horcrux non era più così lontana...anzi, proprio quella sera forse sarebbe stata l'ultima prima di un periodo pieno di insidie.

E questo lo sapevano bene tutti e due.

Si rifugiò tra le sue braccia con un sospiro carico di speranze;

-…andrà tutto bene, vero?-

Lui sapeva esattamente a cosa si riferisse, purtroppo.

-Andrà tutto bene…-

Ron lo promise alla ragazza che ora stringeva a se, ma soprattutto a se stesso…

-Ripetilo ancora…-

-…che andrà tutto bene?-  scherzò lui, sollevando ingenuamente un sopracciglio.

-…che mi ami, Weasley.-

Hermione gli cinse il collo scompigliandoli i folti capelli rossi, questo prima che Ron glielo sussurrasse all’orecchio ancora e ancora…

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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