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Autore: _shesfearless_    21/05/2012    4 recensioni
Amore non ci credeva più, ma non aveva perso la speranza. E la speranza premia, sempre.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una luce soffusa penetrava dalle tapparelle mal chiuse dentro la stanza polverosa, ma profumata di vaniglia. Adoravo quell'odore, un po' meno quella camera, fin troppo quel ragazzo sul cui petto giaceva il mio capo. Aprii gli occhi, sussurrando un buongiorno al mondo, stropicciandoli, adattando la vista a quel debole luccichio che illuminava tutto e niente. Sollevai lo sguardo, poggiando la testa sul cuscino, spostai la mano dalla sua spalla al suo volto, cominciai a carezzarlo. Alzai il capo e posai le mie labbra sulle sue.
-- Buongiorno amore.
Ma non si svegliò. Continuai a fissarlo, persa nella contemplazione di tanta perfezione. I capelli scuri, un po' arricciati, gli contornavano il viso; le sopracciglia, scure, dolcemente distese, così come il suo sorriso. Sì, sorrideva, e io m'innamoravo.
-- Ti amo, sai?
E ancora nessuna risposta, ma quel silenzio inconscio valeva più di mille parole.
Io stavo per morire e l'unico posto in cui volessi stare, in cui avrei voluto finire la mia vita, il mio posto preferito nel mondo era proprio quello. Tra le sue braccia.
Dove mi sentivo protetta, dove potevo essere me stessa, dove niente faceva paura, dove tutto aveva un senso. Dove l'io diventava noi, dove il noi non aveva mai avuto così importanza. Il mio tutto era lui. Lui però non lo sapeva.
Non sapeva che l'amavo, non sapeva che stavo morendo, non sapeva nulla. Solo che ero una, una carina, una che c'era stata, una delle tante. Ero “una”, eppure qualcosa sul suo volto diceva altro.
Io l'amavo. L'avevo già perdonato per non ricambiare così tanto amore. Non poteva capire.
Dandogli un ultimo bacio, scivolai fuori dal letto e indossai la sua camicia a quadri, che trovai piegata sulla scrivania. Mi diressi in bagno, mi guardai allo specchio, mi sorrisi: mi volevo bene più che mai. Ma una lacrima, una sola scese lungo la mia guancia, mentre silenziosa mi dirigevo verso la cucina; un pensiero continuava a darmi il tormento. Lui non avrebbe saputo mai.
-- Buongiorno amore.
Non feci in tempo a realizzare che le sue braccia si strinsero attorno al mio bacino. Mi voltai e potei specchiarmi nei suoi occhi. Sentivo il suo respiro caldo sulle guance, le sue labbra schiudersi. Chiusi gli occhi, fece lo stesso, ci baciammo.
-- Ti amo, sai?
Non ebbi la certezza di esser viva, se non fosse stato per il ticchettio dell'orologio che lento scandiva quei secondi. Credetti d'impazzire, eppure stava succedendo, eppure ero sveglia, eppure lo era anche lui. Eppure, lo amavo. E pure lui m'amava.
Mi tirò a sé con la dolcezza di un abbraccio, sentii i brividi lungo la schiena. Lo strinsi forte a me, più che potevo, avevo paura di perderlo, avevo paura di perdermi. Un bacio, e poi un altro e un altro ancora, e le sue braccia scivolare lente sulle mie, e coi suoi occhi così belli giocare a nascondino, e vivere vivere vivere, vivere di quell'amore che questa vita non m'aveva lasciato vivere mai.
Di nuovo con la testa sul suo petto, entrambi svegli però, entrambi coscienti. Entrambi parlammo, ridemmo, scherzammo. Entrambi amammo. E mi sentivo più viva che mai.
-- Sai, non ci speravo più.
-- In cosa?
-- In noi.
-- Sbagliavi.
-- Lo so. E' che, si insomma, tu.. tu avevi tutte le altre e io sono una qualunque.
-- Tu non sei una qualunque.
-- Non mi hai mai dimostrato il contrario, sino ad oggi.
-- E' perché avevo paura.
-- Paura di me?
-- Paura che non ricambiassi.
-- Ma se ti muoio dietro da anni!
-- Lo so...
-- Lo sai?
-- Da un po'...
-- Ommioddio.
-- Non te ne devi vergognare. Però sei bella da morire se arrossisci.
-- Oddio sono rossa? Che vergogna!
-- Ma perché? Te l'ho detto, sei stupenda.
-- Si ma tu... oh, dio. Non respiro.
-- Sei perfetta, stai tranquilla!
-- Però se continui così mi sciolgo...
-- Sciogliti pure.
-- Fra le tue braccia? Mai.
-- E perché no?
-- Perché io ti amo.
-- Lo so.
-- Tu no invece...
-- Io ti amo.
-- Non ho sentito.
-- Io ti amo.
-- Oddio. Sto male.
-- Anch'io.
-- Mal d'amore?
-- Mal di te.

Sprofondai nel suo abbraccio, incredula. Non poteva essere vero, non poteva esser successo a me. Amavo quel ragazzo dai tempi delle medie, avevamo vent'anni e ancora non mi era passata. Non avevo avuto nessuno, nessuno mai, prima di lui. E ora che tutto stava per finire, tutto aveva inizio. E mi sentii morire e scoppiai a piangere. Mi asciugò le lacrime col pollice, tirandomi a sé. Non disse niente. Aspettò in silenzio.
-- Ti aspetterò per sempre.
-- Lo farai?
-- Lo farò.
-- Per sempre è tanto tempo.
-- Ma io non ho paura, se devo aspettare te.
-- Io non ci sarò più, lo sai?
-- Lo so. Ma io non ho paura, se sto qua con te.
-- Io invece si. Io ho paura, a restare senza te.
-- Senza me non sarai mai. Io di qui non me ne vado. Io non ti lascio. Io ti amo.
-- Non è giusto.
-- Che cosa?
-- Che tu ti accorga di me quando sto per morire. Che non abbiamo abbastanza tempo per stare insieme. Che non potrò vederti invecchiare.
-- Che dovrai vedermi morire.
-- Tu non morirai.
-- Joe..
-- Te lo ripeto, tu non morirai.
-- Invece morirò, lo dicono tutti, lo dico persino io.
-- Finché sarai con me non morirai.
-- Non è una cosa che si decide Joe.
-- Non l'ho deciso infatti. Sarà così e basta. Non morirai. Non puoi.
-- Devo. Se potessi decidere non morirei, ma non posso. Devo. E' il mio destino.
-- Il tuo destino è stare con me.
-- Lo vorrei tanto.
-- Allora sposami.
-- Che cosa?
-- Si, sposami. Sposiamoci. Così starai con me per sempre. Tu non morirai.
-- Sei impazzito.
-- No, ti amo.
-- Anche io ti amo.
-- Allora sposami!

Credetti di stare sognando, invece era tutto vero. Volevo che quel momento non finisse mai. Sposarci, sposarci noi che eravamo stati l'un dell'altra una notte soltanto. Io che lo sognavo da anni e lui che sapeva di me da quanto? Qualche mese? L'idea era delle migliori, eppure qualcosa non mi tornava. Sposarci, perché mai prendersi tanta briga per una che stava morendo. Mi sedetti a gambe incrociate sul letto e rimasi in silenzio, le braccia all'indietro, lo sguardo fisso sullo specchio appeso al muro. Dopo poco si sollevò anche lui, mi si sedette alle spalle, avvolgendomi con le sue mani grandi.
-- Guardaci.
-- Ci vedo.
-- Non siamo perfetti?
-- Perfetti per cosa?
-- Per stare assieme.
-- Non lo so.. è tutto così... confuso, nella mia testa. Ti amo da sempre e tu? Tu non so. Ma per me questo è tutto. Tu sei il mio tutto. La mia vita.
-- Dalla prima volta che ti ho vista, ricordi?
-- In panetteria?
-- Esattamente, amore.
-- Sono passati così tanti anni.
-- E da così tanti anni ti amo.
-- E mi ami.
-- Si, ti amo.
-- Non capisco che ci trovi di speciale in me.
-- Ogni cosa.
-- Tipo cosa?
-- Tipo tutto. Gli occhi, lo sguardo, le labbra, il naso, il modo in cui i capelli ti cadono sulle spalle, il mento, il portamento, il modo in cui ti muovi tra la gente, le gambe, le scarpe, il modo in cui ti vesti e fai impazzire la gente, le...
-- Sicuro che non ti confondi con altre?
-- No. Nessun'altra è come te.

Mi voltai, dando le spalle allo specchio, a noi. Mi voltai e lo guardai negli occhi, e mi mancò il respiro, e lì dentro mi persi. Lo amavo e amavo di lui ogni cosa e ogni parola e ogni dettaglio e ogni disegno. Amavo il modo in cui corrugava la fronte, il modo in cui mi guardava, il modo in cui le labbra mordeva, il modo in cui mi stringeva; il modo in cui mi scostava i capelli dal viso, il suo sorriso; i battiti più lenti del suo cuore e quelli più veloci quando sussurrava la parola amore. Amavo ogni cosa di lui. Ogni cosa, fino all'ultimo.
-- Ti sposo.
-- Che hai detto?
-- Che ti sposo!
-- Quindi accetti?
-- Accetto.
-- Mi rendi felice.
-- Non sai quante volte l'hai fatto tu.
-- Tipo quando?
-- Tipo sempre!
-- Dimmi quando.
-- Quando mi guardi, ad esempio. Quando mi abbracci, quando mi parli, quando sorridi, anche quando piangi. Tu mi rendi felice sempre perché sei tu la mia felicità.
-- Ti amo.
-- Ti amo.
-- Io di più.
-- No io.
-- No, non credo.
-- Quanto mi ami?
-- Quanto si può amare una madre, un padre, un fratello, una sorella, un amico, un'amica, una ragazza, la mia ragazza.
-- Oh Joe.
-- Oh amore.

Ci sposammo l'indomani, prima che la mia malattia mettesse fine a tutti i sogni e tutte le speranze. Mi restò vicino ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. Non c'erano attimi di solitudine, non c'erano attimi di desolazione. C'era spazio solo per i sorrisi e per le risate, per la complicità e per la dolcezza. Ci amammo, ci amammo come mai nessun si amò.
Per sempre tuo.
Per sempre tua.
   
 
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