Le foglie frusciavano attorno a lei, il vento le fischiava nelle orecchie, era libera, libera di correre. L’odore della notte le s’infilò nelle narici e le riempì la mente, sia caldo che freddo, l’eccitazione della corsa la scaldava e il gelo della notte la pungeva, era magnifico. Tutto quello che aveva sempre sognato si realizzava, allora esisteva davvero qualcosa in grado di far dimenticare tutto l’orrore del passato, non pensava che ce l’avrebbe mai fatta. Ma il suo passato non doveva essere poi molto lontano a giudicare dai rumori di rami spezzati nel sottobosco. La disperazione l’assalì: tutta la fatica fatta per scappare sarebbe svanita? Si era solo illusa di potersi lasciare tutto alle spalle? Dopotutto non si può fuggire come se niente fosse dopo anni di prigionia! Di certo lei non meritava la salvezza! Se durante gli anni di soprusi e violenze lei non si fosse macchiata di quei crimini che l’avevano tenuta sveglia la notte fra i conati di vomito…