Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |      
Autore: Alexandra_St_Louis    22/05/2012    1 recensioni
E' la storia di una ragazza che le fu stravolta la vita da un orribile fato. Viene rapita da un vampiro di nome Alexander. Nel racconto ci sono pensieri profondi della ragazza rapita. I suoi ricordi,emozioni e riflessioni, vengono trascritte in questo pagine. Spero che vi piaccia e che vi faccia suscitare emozioni tristi.
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Junkie

Il diario di una Junkie.

Oblio.

Avevo quind’anni quando tutto iniziò. Non ero mai stata minimamente interessata al mondo dell’occulto come molti miei coetanei. Ero un adolescente normale con delle amiche, un fidanzato che ci siamo dati semplici baci, una famiglia che mi voleva bene e una vita oziosa e piacevole. L’unica cosa anormale nella mia passata vita ,era la mia malattia. Io soffro di una sindrome ereditaria chiamata Albinismo. Ero molto timida e per chiedere a  Richard , il mio primo ragazzo, se gli piacevo, ci avevo messo tre mesi. Insomma era stata una vita normale, fino a quando lui mi rapì.  Il suo nome era Alexander, un Master vampiro di appena duecento anni.  Era alto un metro e settantasette con un fisico longilineo ma con dei bei muscoli, che non erano frutto di lavoro di palestra, tutta roba naturale. Il suo viso era fanciullesco. Quando fu trasformato da vampiro, doveva avere meno di venticinque anni. Non aveva i capelli lunghi come normalmente vengono  rappresentati cinematograficamente i vampiri. No, li portava corti con un taglio tipicamente alla Johnny Depp di color cioccolato fondente. Quel taglio lo rendeva ancora più infantile  ma gli stava tremendamente bene. Non portava né barba né baffi. Gli occhi erano di un meraviglioso nocciola.                                                                                                                                                                                                            
Lui mi rapì mentre tornavo a casa. Ero stata dalla mia amica Catharina. Avevo fatto tardi, il sole era già calato e soffiava un vento freddo. Mi prese alla sprovvista, mi mise una mano sulla bocca per non farmi urlare. Mi impedì di gridare e chiedere aiuto, ma cosa sarebbe servito? Un vampiro è più forte di un normale umano. Cosa avrebbe potuto fare un poliziotto? Niente! Assolutamente nulla! Sicuramente avrebbe solo servito ad irritare Alexander. Mi portò nel suo nascondiglio diurno, un vecchio casa in mezzo alle compagne del Colorado. Decisamente nessuno mi avrebbe più ritrovata e neanche di certo mi avrebbe salvato. Ero completamente nelle sue mani. Durante il giorno, stavo in una stanza illuminata solo da una piccola finestra sbarrata da grate arrugginite. La carta da parati, che all’inizio doveva essere un verde prato, era sbiadita e mezza strappata. Le tavole del parquet scricchiolavano in modo sinistro, che ogni più lieve movimento, mi faceva sussultare. Non avevo un letto. Dormivo su un vecchio materasso rattoppato, ammuffito e impolverato. Mi teneva incatenata al termosifone con un catena lunga due metri circa. Mi aveva dato come vestiti, una vecchia camicetta da notte. Mi arrivava poco sotto i fianchi. Non portavo né le mutandine né il reggiseno. Avevo solo quel indumento per coprirmi. Il giorno ero chiusa a chiave e potevo andare in bagno soltanto la notte. Il giorno dovevo o trattenerla o urinarmi a dosso. La notte, lui mi prendeva, a volte pure di peso, e mi portava nelle sue stanze. Il letto era vecchio e cigolava appena ci sedevamo o cambiavamo posizione. Ogni volta che vedevo le macchi e schizzi di sangue sulle pareti, letto e pavimento, mi mettevo a piangere. Il mio corpo era sempre imbrattato di sangue mi permetteva di lavarmi di rado e sé acconsentiva era presente mentre mi pulivo. Il giorno, mentre dormivo, urlavo e gridavo. Facevo spaventosi incubi, stavo letteralmente scivolando nell’oblio sé non avessi abbracciato l’oscurità sarei impazzita e tagliata le vene.                                                                                                                                     
Dopo… non so nemmeno io quanto, cominciò a piacermi. Quando veniva, nella mia stanza, sorridevo e non tremavo più. Non era una espressione di disperazione. No, era un sorriso di felicità. Gli parlavo e gli chiedevo la sua storia. Cominciammo a conoscerci meglio e iniziammo a provare qualcosa l’uno per l’altro. Il sesso ed i morsi diventavano sempre più piacevoli e sé una notte non mi toccava, io mi rattristavo. Mi lasciò libera di uscire ma io rimanevo spontaneamente con lui. Non tentavo neanche di scappare. Non volevo, ormai la mia vita era con il mio Alexander ed io ero felice. Il mio corpo era pieno di cicatrici. C’erano morsi sui miei piccoli seni e sulle conosci, oltre al collo. Scrollavo le spella a quel pensiero. Mi piaceva vedermi piena di quei segni, li trovavo come succhiotti un po’ più dolorosi.  

Qusto è il mio primo capitolo. Non so se piacerà, è la versione buona di un mio precedente racconto. Qui lo rivisitato e modificato un pò. Ho sempre amato questo racconto così triste e potetico. Spero che piaccia il prossimo capitolo lo pubblicherò presto. Tanto è tutto pronto.. 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Alexandra_St_Louis