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Autore: Meissa Gaunt    22/05/2012    5 recensioni
Lei aveva sorriso, uno di quei sorrisi in grado di sciogliere il cuore, e gli aveva accarezzato la guancia, stringendosi a lui.
Era fragile, Narcissa, ma era l’unico fiore che spiccava tra le stelle.
- Ultime righe della Flash. -
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Si tingeva di nero le occhiaie.
Le sembrava che non fossero abbastanza scure
da raccontare la sua desolazione.
Ornela Vorpsi.

 
Narcissa si alzava dal letto tutte le mattine, si toelettava, si rimetteva la camicia da notte e scendeva di sotto.
Non sorrideva più, non accoglieva più gli ospiti elegantemente.
Non c’era più il suo Lucius a dirle che era bella, quindi la Black non ci si sentiva più.
Attendeva, attendeva sempre Cissy.
Non le importava quanto fosse lunga l’attesa.
Lei si sedeva lì, vicino alle rose, quel dolce vizio che Lucius la spronava ad alimentare.
Profumi di rose, le diceva.
Poi si rintanava nel suo studio, lasciando una Narcissa sorridente ad occuparsi di loro figlio.
Non era un uomo espansivo, il suo, era freddo, calcolatore, codardo, ma aveva scelto lei, amava lei.
Tremava, pensandolo al freddo, solo, vulnerabile.
Senza il suo amore, senza il suo profumo di rose.
Singhiozzò ancora, Cissy, non faceva altro da quando gliel’avevano portato via.
Stupido amore mio, ti avevo detto di rinnegare quel pazzo.
Ha sacrificato suo figlio, Narcissa, per sciocchi ideali privi di fondamento.
Non poteva più tornare indietro, aveva sbagliato, ma non cercava di rimediare ai suoi errori.
Che senso aveva se poi lui non era lì con lei?
Non era capace di essere forte, Narcissa, senza il suo amore, il suo porto sicuro.
Perché lei sapeva che Lucius l’amava, non poteva essere altrimenti.
Tra tante Purosangue, lui aveva voluto la bella e composta Narcissa Black.
Glielo aveva confidato, il motivo, dopo il matrimonio.
Così non puoi più scappare da me, aveva detto.
Perché sei stata l’unica ad andare oltre il mio cognome.
Lei aveva sorriso, uno di quei sorrisi in grado di sciogliere il cuore, e gli aveva accarezzato la guancia, stringendosi a lui.
Era fragile, Narcissa, ma era l’unico fiore che spiccava tra le stelle.
  
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