Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Asteria_90    11/12/2006    8 recensioni
Parole che scorrono veloci, governate soltanto da un orologio a pendolo.
Il tempo che passa inesorabilmente.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Specchi di parole

Specchi di parole

 

 

 

Pensieri di cristallo in una notte senza luna.

 

Silenzio, ovunque.

 

Le lancette dell’orologio scandiscono il tempo sul mobile di noce.

 

Sento il silenzio scavare dentro di me, sempre più in profondità… ogni attimo che passa.

 

Un foglio bianco davanti a me. Una gomma ancora intatta.

 

Forse potrebbe essere utile per cancellare.

Forse riuscirei ad eliminare questo senso di impotenza che mi attanaglia il cuore, togliendo quelle poche parole che tu mi hai rivolto nella tua vita.

 

Così poche, ma che ora sembrano lacerare.

 

Ma servirebbe? E’ come quando hai in testa il motivetto di una canzone e non riesci a togliertelo.

Ormai l’hai letto, l’hai visto, l’hai vissuto… non puoi più cancellarlo.

 

Da dove poi?

 

Da un foglio immaginario?

Da ogni cosa che ti appartiene?

Da futili, vitali ricordi?

O… o forse semplicemente da ogni piccola parte delle mie azioni in cui tu sembri rifletterti?

 

Impossibile. Non so neanche io cosa desidero.

So solo che tutto questo fa male e vorrei eliminarlo, ma nel frattempo desidererei tenerlo con me per sempre.

 

C’è ancora silenzio intorno.

 

La casa appare vuota e senza vita… mi sento sola.

 

Una macchina sfreccia veloce sull’asfalto bagnato, le gocce di pioggia picchiettano sul vetro della finestra, prima lentamente poi diventando sempre più fitte.

 

Anche il rubinetto dell’acqua gocciola in modo irregolare.

 

Clic Cloc

 

Sento addosso lo sguardo indifferente di centinaia di persone che camminano con noncuranza nella strada sottostante.

 

Nessuno si volta indietro.

Nessuno si ferma per conoscere la vita dell’altro, per chiedergli se ha bisogno di qualcosa.

Nessuno guarda al di là dei tuoi occhi.

 

Tutti sono freddi e inconsapevoli della sofferenza altrui, come è normale che sia.

Crudele, ma in fin dei conti quotidiano.

 

Figure varie che camminano veloci sul marciapiede bagnato, lasciando impronte di scarpe a terra che si confonderanno di nuovo con altre…

Pochi istanti dopo… ancora…

Ancora…

Ancora…

 

Un filo d’erba nel ghiaccio.

Una valle desolata coperta di neve, non una traccia di passi che disturbino quell’ armonia di bianco.

 

Solo immagini qua e là, nella mia testa.

Inutili battute senza senso.

Specchi di parole dal mio cuore.

 

Ho voglia di urlare qualcosa, ma mi accorgo di non sapere cosa dire.

Il silenzio fa sentire di più quell’ atmosfera familiare, quel ghiaccio che congela ogni giorno di più.

Forse… forse, riscalda appena superficialmente all’inizio…

Un po’ come una sorta di fiammifero in una notte di tempesta.

L’unica, fioca fonte di calore, fino a quando non si spegnerà per sempre.

 

Lenta, lenta…

Inesorabile.

 

Riscalda appena un po’, all’inizio, giusto quanto basta per scaldarti il palmo di una mano.

Ma… ma, una volta consumato, non ti resta più nulla con cui placare il freddo.

 

Soltanto, forse, una piccola luce in lontananza.

Una speranza irraggiungibile per i tuoi piedi ormai ibernati, ma presente.

Sempre.

Basta soltanto guardarsi intorno per scorgerla da qualche parte.

 

Specchi di parole.

 

Il suono dell’orologio a pendolo si fa sempre più forte.

Rimbomba inesorabile nelle mie orecchie, mi avvisa che sto sprecando attimi preziosi.

 

A volte non ci si pensa.

Quante volte ci chiediamo come uccidere il tempo?

Quante volte cerchiamo in tutti i modi di far passare ore che non ci soddisfano?

Attimi che ci annoiano, momenti in cui si vorrebbe far altro…

In realtà è il tempo che ci annienta, ogni secondo di più.

 

E’ semplicemente vita consegnata alla morte.

L’orologio a pendolo che scandisce le regole.

Quello che in un certo momento ti dice, con un ghigno “basta, non hai più tempo!”

Sempre, continuamente.

Non ritornerà mai più, così come le gocce d’acqua del mio rubinetto…

 

Clic Cloc

Clic Cloc

Clic Cloc

 

Scorrono, scorrono…

Inesorabili…

 

Sprecate.

 

Guardo ancora la tua foto sulla mia scrivania.

Richiudo il libro, anche se domani ho un esame.

Non è così importante.

 

In questo momento sento solo di dover consegnare al silenzio anche qualche altro secondo.

Fa niente, non cambierà più nulla ormai.

 

Metto una mano davanti alla bocca, per soffocare un gemito e ritrarre una lacrima.

Non voglio far vedere quello che provo, il mio dolore è solo una parte di quello che sentono le persone di fronte a me.

E’ notte inoltrata ormai, molte persone dormono, o almeno lo lasciano intendere.

 

Vorrei urlare.

Ma chi sentirà il mio urlo?

Chi si volterà e mi chiederà che cos’ho?

 

Anche la mia voce si dilegua nel silenzio.

Una scritta a matita che mi sono decisa finalmente a cancellare.

 

Chiudo definitivamente la tendina della mia finestra.

 Le luci dei lampioni si fanno più sfocate…

Soltanto la sirena della macchina della polizia che sfreccia veloce a disturbare la mia quiete.

 

Il mio, il nostro silenzio…

Un unico, eterno, continuo urlo soffocato il gola.

 

Lo scorrere inesorabile.

Clic Cloc

 

E poi una nuova frontiera.

Una nuova giornata, tutto ricomincia ancora.

 

Un sorriso sulle labbra, così, perché è indispensabile che ci sia.

Mi volto verso la missione di oggi, soltanto perché so che tu vorresti vedermi così.

 

Soltanto perché è indispensabile far finta di dimenticare ed essere altri, a volte.

Perché non si può piangere per sempre di fronte a qualcosa che si è persi.

Il dolore annienta tutto, in ogni senso.

Ti fa sentire cose che vorresti non aver mai udito, ti fa pensare il silenzio anche dove non c’è.

Ora lo so.

 

L’orologio a pendolo…

Il gocciolare del mio rubinetto…

Clic Cloc

 

Perché quello che è passato non tornerà mai più, ma sarà sempre tuo.

Tutto quello che mi hai dato non andrà perso.

Resterà per sempre con me, al sicuro, dove nessuno potrà mai rubarmelo.

Nel mio cuore.

 

Mi aiuterà nelle difficoltà, mi consolerà nei momenti tristi e... bè, forse mi attristerà anche un po’ in quelli felici, perché tu non sarai con me.

 

In realtà servirà soltanto ad una cosa… a ricordare.

 

Perché è giusto così, anche se tu non lo saprai mai.

Perché quel rubinetto resti aperto appena un po’…

 Un filo talmente piccolo che non si potrà dire di aver sprecato dell’acqua, ma abbastanza grande da sentirlo se avvicini l’orecchio.

 

Il mio piccolo, soffocato, presente...

urlo di silenzio.

 

Soltanto… soltanto perchè è indispensabile che tutto questo resti solo e soltanto…

 

…uno specchio di parole.

 

 

********

 

                                                                                        

               Dedicata a chi resterà per sempre nel mio cuore, perché serva a ricordare,

 e dedicata a tutti quelli che mi sono vicini, anche solo regalandomi un sorriso ogni giorno.

Vi voglio bene.     

                                               

 

 

 

 

 

 

 

Questo è solo un piccolo sfogo in un momento un po’ triste; diciamo che è scritta più per me che per essere pubblicata. E’ quindi ben accetto qualsiasi tipo di critiche.

Un ringraziamento particolare a Kar85 per averla letta in anteprima ed avermi dato l’ok.

 

Un abbraccio a tutti.

 

 

 

 

 

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Asteria_90