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Autore: margheritanikolaevna    22/05/2012    3 recensioni
Questa fic è stata scritta per il contest "Una fiaba anche per te" indetto da Alex J su efp. Quindi stavolta Neal, i suoi amici e i suoi nemici si muoveranno tra re, regine, principi, principesse da salvare, matrigne cattive, streghe, spiriti aiutanti, etc...Ma non temete, sono sempre loro e, anzi, sono certa che riconoscerete le somiglianze tra la favola e la "realtà" della serie tv.
La storia si è classificata al terzo posto e si è aggiudicata il premio speciale per la migliore fanfiction
Terza classificata al contest "Amore è..." indetto sa Yuma92 su efp.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo quarto
 

 
Il viaggio verso la capitale del regno di Green Ivy durò due giorni e due notti e man mano che i due giovani, stretti l’uno all’altra in sella al cavallo di Neal, si avvicinavano alla meta si accorciava, allo stesso modo, anche la distanza tra di loro: mai avrebbero creduto di trovarsi in una situazione del genere, né tanto meno di essere travolti da emozioni così repentine e sconvolgenti.
L’ultima sera prima di arrivare a destinazione, Kate osservava il volto di Neal illuminato dai bagliori ondeggianti delle fiamme che il ragazzo aveva appena finito di attizzare: i suoi occhi, quei lineamenti decisi e al tempo stesso tanto dolci, le si erano impressi nel cuore in maniera incredibilmente profonda, nonostante fosse per lei quasi uno sconosciuto. 
“Avete cacciato, raccolto la legna, acceso il fuoco e cucinato per me” disse la principessa Kate fissando il giovane ladro “E’ notte fonda, non siete stanco?”.
“No, mia nobile signora” rispose lui ricambiando il suo sguardo, ma con voce soffocata dall’emozione “è prima mattina anche la notte per me, se mi siete vicina…”.
La giovane abbassò lo sguardo, ma non lasciò la mano che il ragazzo aveva preso e teneva dolcemente.
“Su molte donne ho posato gli occhi e più d’una volta un sorriso, una voce, il candore di un viso gentile mi hanno incantato” proseguì Neal senza staccare gli occhi dal volto, ormai tinto dal più soave rossore, della principessa “Ma in ognuna delle donne che ho incontrato ho trovato un difetto che me l’ha allontanata dal cuore. Solo ora mi rendo conto di avere sempre confuso i sensi con il sentimento…solo adesso che ho davanti a me voi, la più perfetta delle creature”.
“Io non conosco uomini, tranne voi e il mio amato genitore, eppure la mia fantasia non riesce a immaginarne altri diversi da voi, altri che non siate voi… Siete il secondo uomo che vedo in tutta la mia vita dopo mio padre e l’unico che mi abbia toccato il cuore e fatto sospirare” rispose in un soffio la fanciulla, tenendo gli occhi bassi. Quelle parole insperate e ancor di più il tono, morbido come il velluto eppure pieno di sicurezza, con cui erano state pronunciate regalarono a Neal il coraggio di tentare di rendere concreto ciò che si era figurato come il più irraggiungibile dei sogni.
A quel punto il principe le si inginocchiò davanti, le prese le mani e disse: “Mia dolce principessa, ascoltate la mia anima che parla alla vostra: non appena vi ho vista, ho saputo che il mio cuore era perduto. Perduto per sempre per essere ritrovato da voi. Volato tra le vostre braccia, sulla vostra fronte di alabastro, sulle vostre labbra di miele per rimanervi come uno schiavo per sempre”.
“O cielo, o terra, o Dei, vi chiamo a testimoni del mio amore puro!” esclamò, travolto dall’emozione.
A quelle parole gli occhi della principessa si riempirono di lacrime di commozione; fece rialzare il giovane e lo guardò in volto senza riuscire a parlare.
“Piangete…perché?” mormorò Neal.
“Per la timidezza” replicò la giovane “che non sa offrire ciò che vorrei dare, né tanto meno prendere ciò che desidero fino a morirne… Che senso ha esitare? Quanto più cerco di nascondere ciò che provo, tanto più questo si rivela immenso…Se mi volete, sarò la vostra sposa per sempre”.
“Mia signora, o mia diletta!” ripeté Neal, più felice di quanto avrebbe mai potuto sognare “La mia sposa…”
***
Giunti alla porta del palazzo del re Robert, i due innamorati dovettero a malincuore salutarsi: Neal non aveva raccontato a Kate la verità né sul suo passato regale né sulla vita che aveva condotto insieme a Vincent e sentiva che, per essere completamente degno del suo amore, avrebbe dovuto rinunciare per sempre alle sue avventure di ladro e truffatore.
Desiderava iniziare con lei una nuova esistenza nella quale la menzogna e i sotterfugi non avrebbero trovato posto, ma per farlo doveva per prima cosa chiudere con Adler e chiedergli di lasciarlo andare. Kate l’avrebbe aspettato, ne era sicuro, e non appena lui fosse stato pronto avrebbero parlato insieme con il re: lei credeva che il padre l’avrebbe accontentata, contando sull’affetto che le aveva sempre dimostrato, e Neal, dal canto suo, avrebbe usato il suo fascino per convincere il futuro suocero a concedergli la mano dalla principessa ed era certo che ciò sarebbe bastato.
“Addio, amore mio, arrivederci” mormorò Kate, trattenendo a stento le lacrime.
“Ecco il mio onore e la mia mano…” rispose Neal, stringendola a sé.
“Ed ecco la mia, con dentro il mio cuore…” concluse la principessa prima di allontanarsi.
 
***
 
Re Robert Moreau aveva quasi perso le speranze di ritrovare sana e salva sua figlia, per cui fu difficile immaginare la sua felicità quando invece se la vide davanti, sporca e con gli abiti laceri ma in perfetta salute e anzi con, stampato sul viso, il più splendente dei sorrisi.  La giovane principessa avrebbe voluto subito confidarsi col padre e chiedergli di rendere possibile la sua felicità, ma non immaginava i progetti che, al contrario, l’ambizioso sovrano aveva costruito anno dopo anno sulla bellezza e la virtù della figlia.
Il timore di perdere il suo lasciapassare verso il potere e una parentela illustre lo spinse, infatti, a rendere più serrati i suoi contatti con le famiglie reali dei paesi confinanti, fino a che gli giunse la notizia più attesa: la regina Althaea Keller, signora del potente e ricco regno di Daffodil, aveva mandato un’imponente ambasceria per chiedere la mano della principessa per suo figlio Matthew, futuro re del paese. L’abile sovrana sperava infatti che scegliendo una sposa sottomessa e umile per il ragazzo, costei non avrebbe mai rappresentato una minaccia per il proprio personale potere né per l’ascendente che conservava presso il principe ereditario.
Prima ancora di leggere la bozza di contratto matrimoniale e senza nemmeno aver consultato la ragazza, il re aveva già deciso di accettare quella proposta che andava ben oltre le sue più rosee aspettative: legarsi ai Keller e al regno di Daffodil significava, infatti, ricchezza, prestigio e potere per lui e il suo paese. Era inconsapevolmente così lontano dall’animo di sua figlia che, in piena buona fede, si aspettava che avrebbe accolto quella notizia con umile obbedienza e persino con gratitudine: la reazione di rabbia, lacrime e paura che al contrario ebbe la fanciulla fu, perciò, del tutto inaspettata.
Le spiegazioni che la giovane accampò, la confessione di essere già promessa a un altro - per di più a uno sconosciuto incontrato in un bosco - per poco non gli causarono un colpo apoplettico e solo l’ambizione di concludere quel vantaggioso matrimonio arrestò la sua furia, impedendogli di far scacciare o gettare nelle segrete la figlia infedele!
A quel punto, le nozze andavano anzi celebrate il più presto possibile per evitare complicazioni.
 
***
La principessa Kate singhiozzava da ore, rinchiusa nella sua camera ove aveva il permesso di entrare soltanto la cameriera che le portava da mangiare tre volte al giorno, e quando vide comparire nella stanza la familiare figura di Elizabeth, figlia di un consigliere del padre e sua più cara amica fin dall’infanzia, le corse incontro e l’abbracciò bagnandole il volto con le sue lacrime. La nobildonna era di qualche anno più grande e aveva sempre rappresentato la sorella maggiore che alla principessa era mancata; quando lei era stata spedita nel monastero, avevano giurato di scriversi ogni giorno per raccontarsi sogni, segreti e speranze e così effettivamente era stato.
Solo dalle sue lettere la fanciulla aveva appreso che Elizabeth si era innamorata di Peter Burke, comandante della guardia reale di Green Ivy, e l’aveva sposato con la benedizione delle rispettive famiglie. Quanto aveva desiderato essere presente nel momento in cui i desideri di felicità dell’amica si realizzavano e come era stato, invece, triste per lei non poterla abbracciare quel giorno! Prima di incontrare Neal aveva conosciuto l’amore solo attraverso i racconti di Elizabeth e in alcuni momenti, nella deprimente solitudine del suo isolamento, aveva persino dubitato che una cosa del genere potesse accadere anche a lei. Invece, adesso che l’aveva trovato, sarebbe stata costretta a rinunciarvi…
Lo disse scossa da singulti irrefrenabili, stringendosi a Elizabeth che, grazie al marito, era riuscita a violare il forzato esilio che il re aveva imposto alla figlia per piegarne la volontà e costringerla ad accettare quelle nozze tanto detestate. Le raccontò ogni cosa: come aveva incontrato Neal, come lui l’avesse salvata e come, pian piano, entrambi si fossero resi conto della forza del sentimento che li univa. Le descrisse gli amati lineamenti del giovane in maniera così vivida e traendo tanto conforto nel rievocarli che all’altra sembrò di averne appena visto l’effigie. A Elizabeth si stringeva il cuore nel vedere l’amica così disperata; tentò di confortarla con parole dolci e piene di speranza, ma era ella stessa consapevole che il re suo padre non avrebbe cambiato idea per nessuna ragione.
   
***
“Perdonatemi, signore” disse Neal a Vincent Adler, che lo ascoltava guardando fuori da una delle ampie finestre del suo studio “Mi avete accolto quando ero solo un bambino e mi avete reso ciò che ora sono…Vi sono grato per tutto ciò che mi avete insegnato in questi anni, ma il mio destino è un altro e io devo necessariamente seguirlo”.
“Me ne vado” concluse “Lascio il vostro palazzo e l’esistenza che ho vissuto qui insieme a voi”.
L’uomo si voltò verso di lui con un mesto sorriso; sapeva che quel giorno sarebbe giunto prima o poi e quando Neal gli aveva raccontato del suo incontro con Kate Moreau aveva acquisito la consapevolezza che alla loro separazione mancava davvero poco. Gli dispiaceva, il giovane truffatore era quasi un figlio per lui, il figlio che non aveva mai avuto…ma ancora di più si doleva del fatto che stesse per rinunciare a una vita che gli piaceva in nome di un amore irrealizzabile.
Infatti, gli era stato appena riferito delle imminenti (re Robert era riuscito a organizzare la cerimonia per il giorno dopo) nozze della principessa con Matthew Keller, principe ereditario del regno di Daffodil; non avrebbe voluto essere lui a dire la verità al ragazzo, spezzandogli così il cuore, eppure non se la sentì di tacere. L’espressione di stupefatto dolore che lesse nei suoi occhi quando lo seppe non fu certo inaspettata, sebbene l’astuto truffatore non potesse immaginare il motivo per il quale la notizia era stata per Neal doppiamente straziante.
Non solo la donna che amava stava per sposare un altro, ma si trattava proprio di colui che anni prima aveva attentato alla sua vita, l’aveva costretto a lasciare la sua casa e il suo regno privandolo del suo posto legittimo! A questo punto la rabbia travolse il giovane ladro, facendogli ribollire il sangue e spingendolo ad abbandonare di corsa il palazzo di Adler per dirigersi in tutta fretta verso il vicino regno di Green Ivy:  per troppi anni aveva rinunciato alle sue legittime aspirazioni, ciò che non aveva voluto fare per brama di potere o per sete di giustizia l’avrebbe fatto per amore.
Era lui il vero principe di Daffodil, a lui spettavano sia il trono sul quale ora sedeva un traditore che la mano di colei che quel bastardo stava per sposare senza un briciolo di amore; il matrimonio era vicinissimo e il giovane lanciò il suo cavallo al galoppo nella speranza di arrivare in tempo per impedirlo.
 

  
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