Se ne è andata.
E io non ho fatto niente. Volevo che fosse lei a chiamarmi adesso, cazzo, l’ho fatto
io per primo facendo (almeno nella mia mente paranoica) una figura di mmerda (si proprio Mmerda),
volevo che anche lei dimostrasse interesse (anche vago) per me. “L’uomo non deve chiedere mai”. Beeeella stronzata.
L’uomo che non chiede non razzola purtroppo, almeno nel mio caso (ma che ne so, e che mi frega, degli altri).
Non che mi possa aspettare troppo da lei.
Cristo, l’ho conosciuta solo ieri sera. Ed è fidanzata. Bah, non che questo dettaglio sia poi così influente,
sono solo i normali influssi della mia mente contorta (nel senso che me la sono ingroppata da solo, così, per spasso).
Noi adolescenti (ogni volta che penso, scrivo o dico questa parola così dannatamente usata [soprattuto come
introduzione per delle cazzate] mi trattengo a stento dallo scatarrale [chiedo scusa alle signore in sala]), dicevo, noi
adolescenti, tanto divinizzati da tutte quelle allegre personcine che tentano di venderci qualcosa, siamo solo un confuso
groviglio di paranoie (eccomi qui), problemi inventati (no grazie, mi arrangio da solo) e consuetudini di
mmerda (mi piace dire Mmerda [chiedo scusa alle signore in sala]).
Uscendo da questo ginepraio (ma che vorrà dire ginepraio? Boh! Ma è molto poetico non trovate?) di parentesi
e incisi, focalizziamoci su di me.
Età indefinibile, altezza sufficiente, fisico medio-buono, avvenenza non pervenuta. Su quest’ultima oscilliamo da
“però sei carino” a “comunque hai una faccia interessante”. Diciamo che non sono un figo della madonna, ma neanche
un cesso. Il limbo. Che il signore Iddio si decida una buona volta.
Dicevo, sabato c’era questa ragazza…..

Stop.

Contrordine.

(…)

Wow, proprio adesso adesso (liberi di non crederci) si è riconnessa (a messenger), e anche questa volta io ho fatto il
coglione e volevo che fosse lei a parlare per prima. Ho la stoppa nel cervello. Per non dire mmerda. Ho cliccato su “invia
messaggio istantaneo”, dopo un po’, ma non ho scritto niente. E ha parlato lei per prima. Qualcuno sa se
uno se ne accorge lo stesso? Oppure lei ha voluto parlarmi di suo? Quanto sembro patetico? In fondo, come ho
già detto, ha già il tipo. La conosco da poco più di 24 ore. Però ci ho sperato lo stesso.
Ho un sacco di amiche che mi hanno chiamato il giorno dopo, perche, PERCHE’ con lei dovrebbe essere diverso?

Perché è carina.
Non centra. Ho amiche molto più belle (o fighe, che dir si voglia).

Perchè mi ha richiamato (forse) per prima.
Non centra niente, può averti chiamato per prima per un fottio di motivi.

Perché è simpatica.
Fondamentalmente è simpatica perché ci hai parlato tanto insieme. Tutti sono simpatici, alla fine.

Perché il suo tipo sabato non era con lei e anzi era uscito con altri.
Stai cavillando.

Perché sono preso male da lei.
Bravo, figlio, hai capito.

Eeeeeh, già. Preso male dopo un giorno. Mi capita spesso. Ma mai così male.
E’ bella (ma apparentemente non troppo consapevole o sicura di esserlo, il che è bene) ed è pure simpatica. Cioè,
chiaramo. Quando un uomo dice che una ragazza è simpatica, nella stragrande maggioranza dei casi è perché non si
annoia a morte a parlare con lei o non lo fa solo per farsela, o comunque parlandogli per farsela riesce a discutere
normalmente, o scherzosamente, senza forzature. Mi dispiace, ma è questa la cruda verità (e non è neanche la più
cruda…ma penso sappiate già tutto).
Io non parlavo per farmela. La prima cosa che ho chiesto è se aveva il tipo. E ce l’aveva, brutta notizia, e io odio le brutte
notizie. E ha 19 anni (brutte brutte). E ha la macchina (brutte brutte brutte). Ma io mi avvicino comunque,
perché è proprio bella.
Insomma io scherzo nel gruppo e lei ride.
Mi rivolgo a lei e ride.
Ci stacchiamo dal gruppo, parliamo, e lei ride.
Poi usciamo a fumare (lei non fuma, brava ragazza) e lei ride.
Rientriamo e balliamo (cioè lei balla e io faccio il coglione) e lei ride.

(Ma insomma sta qua ride e basta! Penserete voi, grezzoni! io sto cercando di fare poesia!)

Poi usciamo di nuovo, via dal casino, andiamo verso un bar li vicino e nel tragitto le solite scenette che fanno
rimpiangere il gioco del dottore: “ma che freddo, ma che freddo che ho”, e ci abbracciamo, scherziamo, e cazzate
annesse. Ridiamo. E poi parliamo.
Alla fine si fa tardi, dammi il tuo numero, bacini bacini e poi ciao a domani. E quel domani: “ciao bellissima, hai
messenger”? e poi io che scrivo queste mie turbe esistenziali (banali e inutili).

E quel domani, di sera, mi scopro di aver scritto sto fottio di pagine, che sono le undici e mezza, che domani c’è
scuola e io oggi non ho fatto un cazzo.
E di tutto questo non ci ho capito comunque un cazzo.
Se voi, voi fanciulle, avete un idea, aiutatemi.
Aiutatemi coi miei problemi del cazzo.
Per noi adolescenti (e scatarro [chiedo scusa alle signore in sala]) tutto ruota intorno al cazzo.
Una vita del cazzo.
Però ogni mattina mi sveglio e penso:

Cazzo, (eh, si, quello ci sta sempre) è bello essere vivi.