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Autore: Hyperviolet Pixie    23/05/2012    10 recensioni
Santana va a recuperare la sua giacca. Sebastian ha dei genitori fuori dalla norma.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Santana/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Di risvegli mattutini e bigliettini sul comodino
Personaggi: Santana Lopez, Sebastian Smythe, Sebastian/Santana, OCs
Genere: commedia
Rating: giallo
Avvertimenti: oneshot
Parte: 1/1
Sommario: Santana va a recuperare la sua giacca. Sebastian ha dei genitori fuori dalla norma.
Contoparole: 1016
Note: fanfiction – se così si può definire – scritta per l'iniziativa indetta dal gruppo facebook “The Gleeky Cauldron” su prompt: “Svegliarsi con un bacio”. 
C'è un piccolo accenno a una mia precedente oneshot Sebtana, molto piccolo (Scopamicizie ai tempi di Whatsapp). E nella parte finale, i due messaggiano: Sebastian in corsivo, Santana normale :D
L’ho scritta esattamente in 40 minuti e lo so perché stavo andando a fare un esame ç_ç Non è ‘sto granché ma volevo assolutamente dare il mio contributo prima che gli altri esami mi risucchiassero completamente. Ah, per i coniugi Smythe mi sono ispirata liberamente ai miei genitori xD
Fatemi sapere cosa ne pensate,
Pixie <3

 

Di risvegli mattutini e bigliettini sul comodino

 

La sveglia era suonata puntuale come tutte le mattine. Con uno sbuffo, Sebastian la spense rivoltandosi a pancia in su sul letto della sua camera. Sospirò sconfitto, cercando di prolungare il più possibile la permanenza sotto quelle coperte calde. Qualcuno affianco a lui mugugnò contrariato.
Si era quasi scordato che la sera prima Santana era venuta a riprendersi la sua giacca e avevano passato la notte insieme. Inutile dire che lui l’aveva fatta venire in altri sensi prima di crollare stanco e soddisfatto.
Santana si girò nel letto ancora una volta e afferrò un lembo della coperta e si seppellì sotto fin sopra la testa. Sebastian scosse la testa e scostò le coperte per avvicinarsi al viso della ragazza.
« Santana » la chiamò. « Svegliati che è tardissimo ».
La guardò bene. Santana dormiva in posizione fetale, completamente vestita. Sebastian non ricordava di averla vista frugare nei suoi cassetti per recuperare una sua vecchia tuta, un paio di calzettoni e una maglietta oversize. Di certo la ragazza non si poteva dire una bella visione la mattina, con i capelli spettinati e il trucco sciolto sulle guance, ma c’era qualcosa in lei che era in grado di fargli mancare il fiato. Probabilmente, si disse, era perché non l’aveva mai vista con le difese abbassate. Gli sembrò così piccola in quei vestiti più grandi che quasi gli fece tenerezza.
« Santana, ti vuoi svegliare? » la chiamò di nuovo, esasperato e divertito allo stesso tempo. Lei mugugnò qualcosa in risposta prima di girarsi dall’altro lato, riprendendosi la coperta che lui aveva sollevato.
« Santana, Brittany ti sta chiamando! » provò di nuovo, senza ottenere alcun risultato.
« No, papà. Non ci vengo a vedere un intervento a cuore aperto » biascicò nel sonno. Sebastian la guardò spalancando gli occhi.
« Ma che razza di padre hai? Che schifo »  borbottò arrendendosi all’evidenza. Santana non si sarebbe svegliata facilmente e lui cominciava ad avere fame.
Andò a farsi una doccia per togliersi di dosso gli umori della giornata precedente e della notte appena trascorsa. Fredda, ovviamente, dal momento che qualcun altro nel suo corpo si era svegliato prima di lui.
Quando tornò in camera, Santana stava dormendo alla grossa. Lui le scrisse un bigliettino e lo lasciò sul comodino per quando si sarebbe svegliata.

*

« Buongiorno, tesoro » lo salutò sua madre non appena Sebastian entrò in cucina.
« Buongiorno, maman ».
Sebastian si sedette a tavola e aspettò che la madre gli servisse la colazione. Suo padre entrò in quel momento, salutando moglie e figlio con un sonoro sbadiglio.
« Perché è apparecchiato per quattro? » chiese Sebastian indicando la tavola.
« Beh, il tuo amico non fa colazione? »
« A proposito di questo, Sebastian » iniziò il padre, servendosi di un’abbondante dose di caffè. « Lo sai che noi non ci facciamo problemi e puoi portare a casa chi vuoi, l’unica regola è che ce lo fai sapere in anticipo. Tua madre stava quasi impazzendo stamattina perché non aveva fatto abbastanza pancakes ».
« È a dieta, tanto. È perennemente a dieta » replicò Sebastian. « E poi da quanto ho capito non mangia dolci ».
« Oh, un salutista? » chiese la madre interessata. « Posso andare a svegliarlo? Abbiamo anche della frutta in casa, credo »
« No, mamma. Sta dormendo ».
Un rumore in corridoio li fece girare tutti e notarono dalla porta che collegava la cucina al soggiorno un figurino che scappava dalla porta d’ingresso.
« Oh Dio » esclamò la madre. « Portava la gonna ».
« E aveva i capelli lunghi » completò il padre con la medesima espressione stranita della moglie dipinta sul volto.
« Lo sai, amore, che mi va bene tutto quello che sei. Sarebbe stato strano se tu fossi stato etero visto che sei cresciuto giocando con le bambole di tua cugina, però… da quando te la fai con i travestiti? »
Sebastian si strozzò con il caffè, rischiando di soffocare. Suo padre gli rifilò due manate sulla schiena tanto potenti da mozzargli il respiro.
« Mamma, è una ragazza… » rispose Sebastian con uno sbuffo.
« E perché l’hai fatta scappare via? Poverina! È fuggita così di fretta… chissà come l’hai fatta sentire! Come una… una putaine »
« Le ho lasciato un biglietto sul comodino, mamma » replicò Sebastian stringendosi nelle spalle e cominciando a rimpiangere di non essere rimasto alla Dalton quel fine settimana. La compagnia di Sterling e Duvall era sicuramente più interessante che quella dei suoi genitori.
« Quindi ti piacciono sia i ragazzi che le ragazze » continuò sua madre, probabilmente entusiasta perché finalmente poteva cercare di accoppiarlo con le figlie delle amiche.
« Maman! »
« Le precauzioni almeno le avete usate? No, perché le ragazze possono rimanere incinte, lo sai, vero? Non sono come i ragazzi… »
« Mamma… »
« Oh, ma il mio ragazzo sa dove colpire per non metterle incinte! Lo sa meglio di me visto che era gay » esclamò il padre, avvicinandogli il pugno. Sebastian non lo colpì fissando il padre, sconvolto.
« Io sono ancora gay » puntualizzò. « È solo una cosa senza importanza ».
« Come si chiama? » gli chiese la madre. Sebastian si strinse nelle spalle, arrendendosi all’interrogatorio di sua madre. Evidentemente aver visto una ragazza venir via da camera sua doveva essere una grandissima novità.
« Satana » rispose. La madre lo fulminò con un’occhiata.
« Ok, si chiama Santana ».
« È ispanica? Come la nostra donna delle pulizie? Mi devo fidare o devo andare a controllare che i miei Baume Mercier ci siano ancora? » chiese, preoccupata.
« Suo padre è un medico… chirurgo » rispose ricordandosi quello che lei aveva bofonchiato quella mattina nel sonno.
Sua madre non parve convinta, ma sembrò concedergli il beneficio del dubbio visto che non continuò con il suo interrogatorio.

*

(10.32)
Bello il messaggio sul comodino, dico davvero

(10.34)
Poetico, vero?

(10.39)
Quale parte del “Avrei voluto svegliarti con un bacio, ma non ti eri ancora lavata i denti” consideri poetico?

(10.43)
La mia firma :D

 

 

   
 
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