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Autore: Mikky    23/05/2012    1 recensioni
Era diversa, lo aveva capito quando l’aveva vista per la prima volta, seduta su uno dei rami dell’albero che era in giardino, con le cuffiette di un lettore nelle orecchie e la maglia dei Metallica addosso....Se fosse rimasta così anche quando sarebbero cresciuti, sarebbe stata la donna della sua vita, ne era certo!
Genere: Introspettivo, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Winchester, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'We always just us ...'
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I mostri sotto il letto


Dean Winchester aveva paura.
Lo aveva ammesso continuando a guardare il soffitto disteso sul suo lettino.
Dean Winchester aveva paura. Ma non di un demone, un fantasma o un mostro. Aveva paura di una ragazzina, di suo padre e della punizione che sarebbe arrivata.
Ma gli era sfuggito! Era stato più forte di lui! Quei bambini parlavano senza sapere!
E, ora, se quell’antipatica avesse accennato a quel discorso ai suoi, suo padre sarebbe arrivato di corsa e lo avrebbe ammazzato!
Sperava di arrivare almeno alla maggiore età!
Ma nella sua testa giravano anche tante domande. Perché suo padre aveva deciso di lasciare lui e suo fratello in quella casa e non con la solita baby-sitter? Perché quelle persone si comportava così diversamente da loro? Ma soprattutto: perché Kami e Mark, che sono dei formidabili Cacciatori, non volevano che la loro figlia fosse coinvolta in questo mondo?
Per lui rimaneva tutto ciò un mistero.
Perso nei suoi pensieri, non sentì immediatamente il leggero bussare alla sua porta. Se ne rese conto solo quando a quei colpetti si aggiunse una voce che lo chiamava.
Si alzò controvoglia, lasciando il caldo delle coperte e aprì di scatto la porta.
“Alexandra, che vuoi?” chiese arrabbiato “Sono le tre di notte e voglio dormire! Vattene…”.
Il resto della frase gli morì in gola quando notò gli occhi lucidi della bambina davanti a lui.
“Scusa il disturbo, idiota!” sbottò lei in malo modo “Anch’io ho sonno quindi non sarei qui se non fosse importante!”.
“Allora cosa c’è?” ripete più dolcemente Dean.
“E che…Sì, insomma…Io non ho paura di niente…Ma…” due grosse lacrime rigarono il visino della bambina e lui non riuscì a resistere ulteriormente.
La afferrò per il braccio e la tirò dentro la sua cameretta, chiudendo la porta dietro di sé “Con calma. Dimmi tutto!”.
Alexandra annuì e lentamente cominciò a parlare “Si tratta dei mostri sotto il letto…”.
Ecco un’ottima occasione per cercare di convincere la piccola River che quello che aveva detto a quegli stupidi dei loro compagni di classe erano tutte frottole! Così niente punizione e non avrebbe più avuto paura! Era un piano geniale!
“Guarda che non devi avere paura. Non esistono i mostri sotto il letto, quello che ho detto agli altri erano solo storie del terrore che papà mi raccontava…”.
“Allora, tu non mi puoi dare una mano…” sospirò, asciugandosi le guancie “Scusa per il disturbo. Vado dai miei….”.
“Perché scomodare i tuoi genitori per una stupida storia?”.
“Non penso che sia una stupida storia, Dean”.
Ok, ora era proprio morto, ma di brutto anche! Alexandra River aveva scoperto che i mostri esistevano a causa sua e della sua maledetta lingua che non aveva voluto tacere riguardo ai fantomatici mostri-sotto-il-letto.
“Perché dici questo?”
“Be’…Penso che sotto il mio letto ci siano alcuni di quei cosi e non mi fanno dormire. Pensavo che tu potessi aiutarmi a mandarli via”.
“Va bene! Li manderò via, ma tu resterai qui!”.
Alexandra lo guardò sorpresa e un po’ confusa. Quel bambino le aveva appena detto che avrebbe mandato via i mostri da solo?! Era impazzito?
Lo vide cercare nello zainetto di scuola qualcosa e infilarlo sotto la maglietta del pigiama, e dopo essersi raccomandato di non seguirlo per la seconda volta, uscì dalla stanza.
Rimasta da sola, allora, s’infilò sotto le coperte di Dean, decisa ad aspettarlo, sveglia, fino al suo ritorno.



Aveva strisciato per interi minuti sotto tutto il mobilio della camera della ragazza, ma non aveva trovato nessun segno del passaggio di un demone o di qualsiasi entità sovrannaturale, e doveva ammetterlo: era molto sollevato di ciò!
Decisi così di tornare nella sua cameretta... aprì la porta lentamente cercando di non spaventare la ragazza, ma la trovò sotto le coperte, addormentata.
Sbuffò scocciato e, dopo aver riposto il coltello a serramanico all’interno dello zaino di scuola (non si sa mai che un demone non voglia rapirlo mentre si va in classe), si sdraiò al suo fianco.
“Sia chiaro: stammi lontana!” disse alla figura addormentata con un ringhio.
Non si aspettava una risposta, ma non si aspettava nemmeno che quella palla al piede appoggiasse la testa sul suo petto e lo stringesse a sé come un peluche!
Quella bambina era l’essere più fastidioso sulla faccia della Terra!
Però era rimasto sorpreso quando se l’era trovata davanti in lacrime, pensava che nulla l’avrebbe mai spaventata. Era un osso duro, tanto da mollare un pugno in piena faccia a un bambino più grande, che al parco aveva dato fastidio al piccolo Sammy, e atterrarlo.
Dean era rimasto sorpreso e l’aveva guardata con la bocca aperta. Lei era una femmina, lui era un maschio (capitan ovvio!), secondo la logica lei doveva scappare e lui mollare cazzotti e non viceversa!
Era per questo che odiava le femmine! Stavano sempre a strillare per ogni cosa!
Eppure lei non lo faceva. Era diversa, lo aveva capito quando l’aveva vista per la prima volta, seduta su uno dei rami dell’albero che era in giardino, con le cuffiette di un lettore nelle orecchie e la maglia dei Metallica addosso.
Le passò una mano tra i capelli senza pensarci e ammise a se stesso.
Se Alexandra River fosse rimasta così anche quando sarebbero cresciuti, sarebbe stata la donna della sua vita, ne era certo!



Era bello avere sei anni. Non si ha paura o vergogna di quello che si pensa…



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