Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Echoes of a VOice    23/05/2012    1 recensioni
« E questo cos'è Ron? » chiese Arthur con un tono di seria curiosità: ci teneva, lui, a carpire gli oscuri segreti che si celavano dietro a quelle fantasticherie Babbane. Premette il pulsante sul telecomando per vedere quale miracolo sarebbe successo: magicamente, è il caso di dirlo, il cancello – che nel frattempo si era richiuso – si riaprì. « Ingegnosi questi Babbani, però! E dimmi, Ron... non avranno mica inserito un incantesimo Alohomora in questo... techelomadno? »
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur Weasley, Hermione Granger, Molly Weasley, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chi trova una Babbaneria... trova un tesoro!

 
Per tutte le coppie, collaudate o meno che siano – persino per quelle che sono sposate già da qualche anno –, arriva periodicamente il momento della fatidica cena con rispettivi genitori.
Non è solo un'usanza Babbana, questa, ma è parecchio diffusa anche nella comunità Magica: succede che due giovani si conoscano, poi si fidanzino e infine si sposino. Tuttavia, peggio di un orologio svizzero, arriva puntualmente il cosiddetto “giorno del giudizio” in cui i genitori (spesso e volentieri quelli di lei, ma questa non è una regola necessaria) piombano tra capo e collo degli sposini a ispezionare dalla testa ai piedi la casa in cui i dolci piccioncini freschi di nozze hanno stabilito il loro nido d’amore. Non sempre va tutto a gonfie vele, però! Non che succedano disastri inenarrabili, ma se capita che ad incontrarsi siano una famiglia Babbana qualunque ed una composta da Maghi molto stravagante, la cena può diventare davvero un'occasione esilarante per i genitori. Può invece diventare estremamente imbarazzante per i loro figli che, disperati e imbarazzati, finiscono entro la fine della serata a desiderare ardentemente di uccidersi e seppellirsi a vicenda per la vergogna. D’altronde, succede quello che si dice ai matrimoni: “Finché morte non vi separi!”
Ci sono poi alcune coppie che, per quanto abituate ai teatrini che puntualmente si svolgono durante queste idilliache riunioni di famiglia, non smettono mai di sorprendersi davanti alle stramberie che queste cene portano con sé. Questo è proprio il caso di quella formata dall'inarrivabile “Miss So Tutto Sull'Argomento” alias Hermione Granger e dal suo consorte, evidentemente l’uomo più invidiato della Gran Bretagna, tale Ronald Bilius Weasley (un nome, una garanzia!). Anche loro, infatti, non sono mai riusciti a scampare alla triste incombenza che li aspetta, da qualche anno a questa parte, su per giù una volta al mese: l’auto-invito a cena dei loro cari genitori.
 
Casa Weasley-Granger è una graziosa villetta nel bel mezzo della campagna inglese: una casa adorabile e dalle poche pretese – del resto non si tratta di casa Potter-Weasley: quella sì che è una reggia degna dell'Eroe ex Bambino Che E' Sopravvissuto! –, ma piacevolmente dignitosa. Tra quelle quattro semplici mura, il ricordo della Seconda Guerra Magica sembrava ormai essere stato allontanato: la coppia più chiacchierata e invidiata dal nutrito gruppo di ficcanaso della comunità Magica, infatti, vedeva sempre più concreto il sogno di dar vita ad una allegra e simpatica famigliola.
E mentre la famiglia Weasley aspettava con trepidazione di allargarsi, Ron e Hermione si trovavano nel bel mezzo dei preparativi per la serata. Avevano passato tutta la mattinata nella loro deliziosa casupola rivestita di intonaco bianco, dalle cui finestre aperte sul cortile fuoriusciva la voce spiccia e decisa della padrona di casa:
« Ron, sentiamo, » esordì lei per l'ennesima volta nel corso della settimana, sempre con il tono di un investigatore di polizia. « Ti ricordi, vero, di quello che dobbiamo fare questa sera? » Mentre parlava, la Granger maneggiava un mestolo di legno: sembrava impugnasse un'arma e aveva tutta l’aria di volerla usare per colpire il marito in caso di risposta errata. In realtà, stava solo cucinando alla maniera Babbana: era quanto di più semplice – persino per lei – ci potesse essere.
« E con questa fanno quattordici! » esclamò Ron balzando in piedi dal divano per dirigersi in cucina. Si guardava le mani per contare sulle dita: sapeva che in quel modo avrebbe fatto imbestialire la moglie, ma era più forte di lui.
« Comunque, se le mie capacità matematiche non mi ingannano, abbiamo raggiunto il record! Mi stai ripetendo la stessa cosa da sette giorni a questa parte » aggiunse appoggiandosi allo stipite della cucina, le braccia conserte. « O no? »
« E, se il mio udito non mi ha ancora abbandonato, mi pare di non aver sentito ancora una risposta da parte tua! » ribatté Hermione sarcastica, canzonandolo, senza distogliere lo sguardo accigliato dalla padella. Tuttavia, si sa, buon sangue non mente mai ed è noto che Hermione Granger non era mai stata un asso a Pozioni, e tanto meno ai fornelli: dalla padella, infatti, stava cominciando a sprigionarsi un fumo grigiastro dall'odore poco gradevole, proprio come quando sbagliava ingredienti durante le lezioni di Piton. Insoddisfatta, si arrese sbuffando e, stanca della sbadataggine del marito e dei propri pessimi risultati culinari, puntò la bacchetta contro l'esperimento malriuscito ed pronunciò: « Evanesco» Fatto il misfatto” avrebbero detto i suoi cognati, ma Hermione era, come dire... più tradizionalista.
Nel frattempo pure Ron aveva notato quel disastro, ma decise di non fare commenti per evitare di peggiorare ulteriormente la sua situazione già precaria. Saggia mossa, Weasley!
« In ogni caso, ovviamente, mi ricordo che cosa dobbiamo fare questa sera! » protestò Ron, rigirandosi verso il salotto. « Come avrei potuto dimenticarmene, d'altronde, visto che le nostre madri non parlano d'altro da un mese a questa parte, ovvero dall’ultima cena che abbiamo fatto? » Detto questo, finito di recitare la parte del maritino incompreso, si ritirò per andare a prepararsi psicologicamente alla serata che gli si parava davanti. Hermione, furba anche lei e decisa a mantenere la sua aria di serietà, lì per lì se ne stette in silenzio, ma si lasciò sfuggire un sorriso non appena Ron abbandonò la cucina e riprese, questa volta con la magia, a preparare da mangiare per quella cena imminente che preoccupava tanto anche lei: la serata, infatti, si preannunciava scoppiettante per entrambi.
 

* * *

« Avevo quasi dimenticato quanto fosse bello qua! » esclamò Molly Weasley con espressione trasognata ed entusiasta mentre, nell'auto rossa sgargiante del figlio (e di che colore poteva essere la macchina di un Weasley?), guardava il verde della campagna mentre si avviavano a cena da lui.
« Ma se ci vieni a trovare praticamente un giorno no e uno sì, mamma! » le fece osservare Ron, osservando nel frattempo il padre trovare in lui un cenno di intesa, come faceva quando era un ragazzino. Arthur Weasley, di tutta risposta, gli rilanciò un ghigno divertito.
« Ehi voi due, vi vedo! » li avvisò la matriarca della famiglia più rossa e lentigginosa di tutta l'Inghilterra magica, lo sguardo minaccioso che li scrutava dal retro della macchina.
« Comunque siamo arrivati! » annunciò Ron spazientito, che aveva parlato per evitare che la madre tirasse fuori un argomento banale dei suoi quali la bellezza delle siepi di alloro che circondavano la casa del figlio o la strana tonalità del cielo che sicuramente preannunciava un temporale in arrivo.
L'auto color rubino si era intanto avvicinata alla cancellata di casa Weasley: Ron l’aprì azionandola tramite un telecomando elettronico che, manco a dirlo, attirò l'attenzione e svegliò l’animo perennemente curioso si suo padre, alias “Babbanofilo Per Eccellenza”, com’era conosciuto dalla famiglia. Quest'ultimo si esibì in un gridolino di gioia, gli occhi accesi dall’entusiasmo, quando vide il telecomando e, come un bambino con le uova di cioccolata, se ne impossessò letteralmente rubandolo dalle mani del figlio. Nello stesso modo in cui il padre osservava l'aggeggio con tanto d'occhi, rigirandoselo tra le mani, così Ron fissava colui che l'aveva fatto nascere con incredulità.
« E questo cos'è Ron? » chiese Arthur con un tono di seria curiosità: ci teneva, lui, a carpire gli oscuri segreti che si celavano dietro a quelle fantasticherie Babbane. Premette il pulsante sul telecomando per vedere quale miracolo sarebbe successo: magicamente, è il caso di dirlo, il cancello – che nel frattempo si era richiuso – si riaprì. « Ingegnosi questi Babbani, però! E dimmi, Ron... non avranno mica inserito un incantesimo Alohomora in questo... techelomadno? » 
Ron roteò gli occhi dall’impazienza: doveva sempre spiegare ogni minimo dettaglio di qualsiasi cosa Babbana che passasse tra le mani di suo padre, anche quando si trattava di semplici oggetti. Una volta, aveva dovuto spiegargli a cosa servisse un mattarello: Arthur, infatti, pensava fosse un nuovo modello di mazza da Battitore di Quidditch. « No, non è magia, papà! E' solo tecnologia Babbana! E poi si dice... » Si interruppe prima di finire la frase: sembrava stesse imitando Hermione in quel momento, e naturalmente quello non sarebbe servito. «Non importa, dai» tagliò corto Ron, posteggiando infine la macchina nel vialetto di ingresso. “Casa dolce casa” avrebbe pensato se fosse stata una giornata normale: purtroppo, la serata che sarebbe iniziata da lì a poco avrebbe avuto ben poco di normale. “Faccio meglio a mettermi l'animo in pace e sperare che non succeda nulla di imbarazzante” pregò Ron tra sé e sé.

Mentre Ron risaliva il vialetto, i Weasley e i Granger stavano già conversando allegramente nel salotto, mentre i bicchieri dell'aperitivo che Hermione aveva offerto loro erano stati trasformati in statuette di vetro che eseguivano un valzer tintinnante.
« Arthur, caro! Sei sicuro che sia prudente eseguire magie in presenza dei cari signori Granger? Sono sempre Babbani, dopotutto, e sai meglio di me quanto siano severe le nostre leggi a riguardo » osservò Molly preoccupata, proprio mentre una delle statuine si ruppe in mille pezzi, subito seguita nel mare di schegge dal partner disperato.
« Senza offesa, ovviamente. Siamo più che lieti di farvi divertire un po', quando e se ci è possibile! » aggiunse poi con un sorriso a trentadue denti. Il marito la rassicurò, dicendole che si era accordato con chi di dovere per, almeno per quella sera, alleggerire i divieti nella zona della casa posti a protezione dello Statuto Internazionale di Segretezza, così che si sarebbero potuti divertire un po' tutti con l’uso della magia.
I Granger erano rimasti estasiati da quel valzer di vetro, tanto che il padre di Hermione aveva proposto al signor Weasley di giocare una partita a Scacchi Magici – aveva preso anche lui l’abitudine, dopo che sua figlia Hermione gliene aveva parlato per anni mentre gli ripeteva a menadito una lezione di Trasfigurazione e una di Incantesimi –; in cambio, avrebbe regalato al suocero la sua intera collezione di cacciaviti. Inutile dire che Arthur Weasley non aveva osato rifiutare per nulla al mondo: avrebbe fatto di tutto pur di accaparrarsi di un magnifico set di cavacciti.

Mentre i consuoceri ridevano e scherzavano, Ron raggiunse sua moglie in cucina dove lei si era seduta a riposare su una sedia. Quando i loro sguardi si incrociarono, i due scoppiarono entrambi a ridere.
« Ma ti immagini se tuo padre scoprisse l'esistenza del forno a microonde? Come minimo ci implorerà di regalarglielo a Natale e si indignerà per non averglielo fatto conoscere prima! » esclamò Hermione con le lacrime agli occhi. Ron, anche lui in preda alle risate, non fece in tempo a rispondere che sì, probabilmente sarebbe andata così, quando suo padre si affacciò sulla porta della cucina.
« Scusate, ragazzi! Potete per caso darmi un bel bicchiere d'acqua... alla maniera Babbana? » chiese, facendo loro l'occhiolino con lo sguardo puntato verso il lavello della cucina, come se bere dal rubinetto fosse qualcosa di divertente e, in un certo senso, trasgressivo. Ron e Hermione si guardarono perplessi per un secondo, quando si accorsero che Arthur, sciagura delle sciagure, aveva già adocchiato l'elettrodomestico incriminato e che suo figlio e la moglie avevano cercato di nascondere alla sua curiosità famelica. Ma ormai il guaio era fatto.
« E quello che cos'è? » domandò aprendone lo sportellino, per curiosare come fosse fatto all'interno. « Assai ingegnosi i nostri cari amici Babbani, davvero! »
Ormai quella frase era diventata il suo motto di riconoscimento: non c'era posto in cui Hermione e Ron lo portassero in cui Arthur Weasley si lasciasse sfuggire l'occasione per elogiare la grandezza tecnologica raggiunta dai Babbani, pur senza l'aiuto della magia. Che inguaribile curiosone! « E… oh, guardate! C’è anche una luce! »
« Ehm... Et voilà! » esclamò Hermione facendo apparire da dentro al forno la cena: neanche Minerva McGranitt avrebbe saputo fare di meglio. « Tutti a tavola, forza! »
Dentro di sé, Ron la benedì per aver smorzato sul nascere la curiosità pericolosa del padre davanti all'oggetto Babbano del secolo (secondo il modesto parere di un esperto quale era Arthur), mentre lei tirò un respiro di sollievo.
Nessuno dei due era affatto sicuro che sarebbero riusciti a gestire altre cene così.
 

* * *

 
Dopo l'ennesima scenata di entusiasmo di Weasley Senior – prima di lasciare casa del figlio aveva passato dieci minuti interi a battere le mani nell'ingresso per accendere le luci a comando – a Ron e ad Hermione, dulcis in fundo, venne lasciata un po' di meritata intimità coniugale: d'altronde, erano sposini da poco e ai Weasley mancava ancora qualche nipotino per andare a nutrire la già folta schiera di teste dai capelli rossi! E poi chissà mai che la sorte avesse in serbo per loro qualche pecora nera dai capelli castani da mostrare al mondo...
Comunque, alla fine di quella giornata a dir poco estenuante, i due riuscirono finalmente a concedersi un po’ di relax distendendosi sul divano. Non proprio quella che si dice una serata romantica; anzi: la televisione era accesa su un programma comico, evidentemente e notoriamente afrodisiaco.
Ad un certo punto, Ron scoppiò a ridere: come qualche ora prima, l'uomo dalle mille lentiggini era scoppiato a sbellicarsi a più non posso.
« Che c'è? » lo punzecchiò Hermione curiosa. « Ti fa per caso ridere questo insulso, banale e sciocco programma? Sai bene che preferivo quell'interessantissimo documentario su Stonehenge, te l’ho anche detto!» Come al solito, aveva bisogno di rivedere il suo concetto di “interessante”. Infatti il marito non l'ascoltò nemmeno, ma si limitò a indicarle qualcosa sul tavolino ai piedi del sofà.
A quel gesto, anche Hermione scoppiò a ridere all'improvviso: tra i resti dei bicchieri infranti, alcuni dei quali danzavano ancora, c'era nient'altro che... un telecomando!
« Un telecomando! Anzi, un techelomadno! ». Ron Weasley stava morendo asfissiato dalle risate, e nemmeno Hermione si dimostrò da meno perché l'unica cosa che riuscì a dire fu: «Oddio... techelomadno... tuo padre! Menomale che... »

E così, quella che doveva essere una delle tante serate cruciali per il rapporto di coppia, una di quelle in cui la stabilità dei due è messa a dura prova dalle gaffe e dalle stramberie dei genitori, per il famigerato duo Weasley-Granger finì in una valanga di risate a crepapelle causate dall'insolita curiosità dell’altrettanto noto Arthur Weasley per qualsiasi marchingegno, aggeggio o oggetto Babbani che gli capitassero sotto mano. La morale della favola? Ce l’ha palesemente insegnata il signor Weasley Senior: “Chi trova una Babbaneria... trova un tesoro!
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Echoes of a VOice