Aspettarti.
Quanto tempo della mia esistenza ho passato ad aspettarti, come un animaletto obbediente, come un tuo qualsiasi servitore?
Odio aspettarti. Odio quando non mi permetti di venire con te, di non avere la possibilità di proteggerti in qualche modo. Odio stare in ansia.
E tu lo sai.
E infatti, mi hai lasciata per l’ennesima volta ad aspettarti.
”Serpeverde nel sangue, non c’è che dire” penso.
La stanza è piccola, circolare, spoglia. Piena di polvere, come il resto della casa. Devono essere anni che non ci entra anima viva qua dentro. È tutto al buio, l’unica fonte di luce proviene da un per niente poco convinto fuoco che scoppietta nel camino.
Fuori la notte è nera, come i tuoi occhi. La riesco ad ammirare dalla finestra vicino al grande letto in cui sono stesa, in cui mi hai lasciato. Non mi sono mossa da allora.
Ti sto spettando. Ancora.
Sei in ritardo, e probabilmente è un ritardo voluto, il tuo. Tuo tipico atteggiamento il dilungare, se è possibile ,l’agonia delle tue vittime. Non faccio eccezione nemmeno io, la tua serva più fedele.
Ma non fa niente, per me sei perfetto anche così.
Sento un rumore basso, indistinto. Sei forse tu? Ti sei appena materializzato fuori? Sento la porta aprirsi cigolando.
Tonf, s’è richiusa.
Un brivido su per il mio corpo.
Passi. Uno dopo l’altro su per le scale.
Eccitazione e sollievo padroni del mio corpo.
Sta venendo verso di me.
La porta della camera si apre e, finalmente, ti vedo. Hai  ancora il mantello addosso, nero come i tuoi occhi, la tua anima, in contrasto con il bianco spettrale della tua pelle.
Sei bellissimo.
Stai guardando me, con un’espressione a metà tra il compiaciuto e il divertito.
Ti strozzerei. E lo so che lo sai.
-“ Ancora sveglia? ”Chiedi canzonatorio.
-“ Non ci vedi? ”
- “ nervosetta, eh? ”
È ufficiale. Se prima avevo qualche remota titubanza, ora sono sicura, ti strozzerei. Ma sto zitta, il mio sguardo è più che eloquente.
Sciogli i tuoi occhi dai miei, togli il mantello, ti dirigi verso il letto, verso di me.
Lentamente ti distendi, mi sei accanto. E io non aspetto un tuo cenno, un tuo assenso e mi lascio scivolare letteralmente sul tuo petto.
“La forza dell’abitudine”, penso.
E probabilmente lo pensi pure tu, che ridacchi divertito.
-“ Taci” sibilo.
-“ Permalosa. Decisamente permalosa. Quand’eri più giovane non eri così” borbotti.
“ Trattieniti, lo fa apposta” mi ripeto mentre il mio corpo s’irrigidisce dal fastidio.
Seguono attimi, forse minuti, forse eoni di silenzio. Momenti di pace tra noi. Gli unici movimenti son il fuoco del camino e la tua mano che percorre lento il mio corpo.
Sento il sonno arrivare, lento, come le onde del mare che sfiorano la sabbia, al ritmo delle tue carezze. Sento il tuo profumo, tuo cuore battere sotto di me, il tuo respiro infrangersi sulla mia pelle cantarmi un’arcana melodia…gli occhi si fanno pesanti e l’ultima cosa che avverto prima di sprofondare nel sonno è la tua voce bassa sussurrarmi: “Buonanotte Nagini”...


Allora, è la prima ff u.u mi rendo conto che non sia un'opera d'arte,però come inizio,forse...che dite? magari mi lasciate una recensione piccola piccola u.u
Dedicata alle mie pazze per eccellenza: Flashka e Weasley :)