Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: londra555    24/05/2012    13 recensioni
-San?
Il tono della sua amica dall’altra parte della linea la fece vacillare. Non prometteva davvero niente di buono.
-Quinn, cos’è successo?
Sentì distintamente un sospiro prolungato prima che Quinn si decidesse a parlare infrangendo per la terza volta la regola non scritta più importante della loro amicizia.
-Brittany… è successa una cosa…
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Capitolo 2
 
 
Quinn si guardò intorno alla ricerca di una persona. Aveva appena attraversato la porta automatica che le aveva dato l’accesso alla zona degli arrivi nazionali nel grande Logan International Airport di Boston. All’improvviso, attraverso una marea di gente che si scambiava abbracci, la vide. Appoggiata a una colonna poco distante che la guardava con il solito sorrisino che riusciva ad essere allo stesso tempo ironico e affascinante, le braccia incrociate al petto. Quinn sorrise tra se. Sapeva che Santana non sarebbe mai cambiata e questa era una cosa che amava profondamente. Era come un porto sicuro in cui si era rifugiata anche nei momenti peggiori quando sembrava che tutto stesse prendendo la direzione sbagliata. In un certo modo la lontananza dovuta al fatto che avessero scelto università differenti aveva rafforzato la loro amicizia. E loro l’avevano coltivata nel modo più incredibile che potesse esistere in quell’era di comunicazioni rapide. Semplicemente si scrivevano lunghe lettere. Inconsciamente avevano trovato un modo per riuscire a dire tutte quelle cose che, a parole, guardandosi negli occhi, non riuscivano a dirsi. Solo perché, fondamentalmente, erano entrambe due testarde troppo orgogliose. Ma, alla fine la loro amicizia era diventata più forte giorno dopo giorno. Quinn conservava tutte quelle lettere in una scatola che teneva nascosta e chiusa a chiave nel suo studio perché erano più preziose di un qualunque altro tesoro. Solo una la conservava nel primo cassetto della sua scrivania. Era la lettera che Santana le aveva scritto dopo la sua rottura con Brittany. La teneva sempre a portata di mano perché quelle parole scritte così di getto rappresentavano l’essenza stessa della sua amica. Quando l’aveva ricevuta aveva preso il primo autobus e aveva viaggiato tutta la notte per arrivare da lei. Si sarebbe ricordata per sempre quella giornata perché, per la prima volta aveva visto Santana davvero vulnerabile e senza barriere. Avevano parlato di Brittany per ore e, a malincuore, alla fine Santana aveva ammesso che aveva ragione. La vita le aveva allontanate e non sarebbe potuta andare diversamente. Da quel momento avevano silenziosamente stabilito la regola di non parlare mai più della ballerina.
-Lopez! Finalmente! Prendi pure la mia valigia!
-Scordatelo Fabray! Dovresti ringraziarmi solo per il fatto che sono venuta a prendere te!
Quinn sorrise e la strinse con un unico braccio e con un movimento rapido. Nessuna delle due aggiunse niente perché davvero non c’era bisogno di dire “mi sei mancata”.
-Andiamo a casa, la tua camera è già pronta – sorrise Santana mentre l’accompagnava verso il grande parcheggio sotterraneo.
Quinn fece appena in tempo a sistemare la sua valigia nella grande camera degli ospiti della casa di Santana in South Boston, prima che questa la trascinasse fuori per portarla a cena. Ogni volta che si trovava li non poteva fare a meno di sorridere quando leggeva il nome della via dove si trovava. Insomma East Broadway? Alla fine, in un modo o nell’altro, molti dei vecchi compagni del glee club, avevano davvero a che fare con quel posto.
-Quinn ti prego dimmi che quel sorrisetto fastidioso non è perché stai pensando di nuovo al fatto che vivo in East Broadway! – esclamò Santana mentre saliva sulla sua auto.
Quinn sollevò lo sguardo per incrociare gli occhi scuri dell’amica che la guardavano con la loro solita aria di superiorità, le venne da ridere pensando che era incredibile come riuscisse a leggerla come un libro aperto.
-E no, Fabray, non ti leggo come se fossi un libro aperto semplicemente lo dici ogni volta che vieni a trovarmi! E, nei sei anni in cui vivo a Boston, è successo fin troppe volte per i miei gusti!
Quinn rise al tono falsamente infastidito di Santana che sollevò gli occhi al cielo.
-Potresti venire tu a New York da me ogni tanto! Non ti fai vedere da otto mesi! Da quando ti ho parlato del mio fidanzato! Devo supporre che non ti piace?
Probabilmente un’altra persona non si sarebbe accorta di niente ma Quinn conosceva Santana come le sue tasche. Lei poteva leggere ogni piccola reazione anche inconscia del suo corpo. Per questo la vide stringere appena troppo forte il volante, vide quel guizzo tanto conosciuto della mascella e vide quel leggerissimo aggrottarsi delle sopraciglia.
-Lo sai che sono stata impegnata.
Quinn sorrise, sapeva che quella non era la verità ma non poteva insistere, perché avrebbe significato parlare di Brittany. E lei non avrebbe infranto quella regola non scritta della loro amicizia. Non per la terza volta da quando l’avevano stabilita.
Arrivarono al ristorante quando ormai l’atmosfera era tornata cordiale e amichevole. Il metre le accompagnò al tavolo che Santana aveva prenotato e le due amiche si rilassarono davanti al menù. Quinn guardava quell’elenco di pietanze con sguardo afflitto.
-Santana, dove mi hai portata?
-Nel miglior ristorante di Boston!
-Queste cose non possono essere commestibili!
-Come no? Non apprezzi la cucina molecolare?
-Cucina moleco…? Cosa? Cosa diavolo è questo per esempio? “Lacrime dolci e salate su gocce di pollo in petalo di rosa”?
Santana allungò il collo con curiosità.
-Si le gocce sono fatte con isomalto e olio di cartamo! Ma non è tra i miei piatti preferiti!
-Isocosa? San, stai cercando di avvelenarmi?
-No, Quinn! L’isomalto è un sostituto dello zucchero!
-E cosa diavolo ci fa un sostituto dello zucchero sul pollo?
Santana sollevò gli occhi al cielo. L’avrebbe dovuta portare a mangiare un hamburger, le sarebbe anche costato meno.
-Serve per fare le lacrime dolci!
Quinn lasciò cadere il menù passandosi una mano sul volto.
-Mi stai prendendo in giro?
-Quinn questo è il miglior ristorante di tutta Boston! Sono famosi per le loro ricette d’avanguardia! Quindi, visto che pago io fai silenzio, smetti di lamentarti e lascia ordinare me!
-Non posso ordinare un entrecote vero? – provò speranzosa ma ricevendo in cambio solo un’occhiataccia.
Santana ordinò delle pietanze da nomi lunghissimi e abbastanza inquietanti e poi si concentrò sul suo bicchiere di vino e su Quinn.
-Allora come vanno le cose a New York?
-Bene! Insomma non ci sono grossi cambi. A parte che abbiamo sentito la tua mancanza al matrimonio!
Santana sollevò gli occhi al cielo e fece un gesto con la mano.
-Secondo te dovevo davvero rischiare di perdere il più grosso contratto dell’universo per l’hobbit e il gigante che finalmente, dopo dieci anni dall’annuncio si sono degnati di sposarsi?
Quinn rise, fingendo di ignorare il fatto che in realtà entrambe sapevano che non era andata al matrimonio perché ci sarebbero stati tutti i vecchi compagni del glee.
-No, decisamente hai fatto bene!
-E tu quando ti sposi? Voglio dire avete un lavoro entrambi, tu sei una scribacchina abbastanza decente lui sa ballare relativamente bene… voglio dire, non rischiate di finire licenziati improvvisamente!
Quinn quasi soffocò nel vino che stava bevendo a quell’idea.
-Prima di tutto io sono una giornalista! Non scribacchio proprio niente! In secondo luogo Mike è il miglior ballerino di Broadway che ci sia in circolazione al momento! E, per finire, è un po’ presto per questo discorso! Stiamo insieme da meno di otto mesi!
Santana la guardava con un sorriso divertito per quella reazione. Era una delle cose che le mancava di più di non averla più vicina. Il fatto di non poterla provocare in continuazione.
Quinn sospirò mentre giocava con il bicchiere che aveva tra le mani. Quando aveva detto a Santana che aveva iniziato a frequentare Mike che, dopo anni di gavetta, aveva trovato la sua dimensione a Broadway era nervosa. Lui aveva rotto la sua relazione con Tina anni prima, quando la ragazza aveva deciso di partire per l’Europa, stanca dei continui spostamenti di Mike. Ma Quinn non era preoccupata per la reazione della sua amica alla menzione di Mike, lei sapeva che, Santana l’aveva sempre apprezzato. La sua preoccupazione era che avrebbe dovuto dirle che anche Brittany era a New York. In realtà non c’era bisogno di grossi annunci. Santana l’aveva capito da sola perché sapeva benissimo che Mike e Brittany avevano iniziato a lavorare insieme dopo che lui aveva finito i suoi tre anni nell’università. Quindi non ebbe difficoltà a capire che anche lei avesse seguito il suo amico e collega. Quella era la seconda volta che Quinn aveva infranto la regola di non parlare mai della ballerina. Da quel momento Santana aveva smesso di andarla a trovare a New York limitandosi a dire che era troppo impegnata ma, magicamente, non lo era mai quando Quinn decideva che sarebbe andata lei a trovarla a Boston.
-Ed Emily come sta?
-Bene! Ieri ha preso alcuni giorni liberi per andare a trovare i suoi nel Maine.
-Come vanno le cose tra voi?
-Bene, fin troppo bene conoscendomi! – Santana si schiarì la voce guardando il piatto che nel frattempo era arrivato e giocando nervosamente con una strana spuma – A questo proposito stavo pensando di fare una cosa.
Quinn si sporse leggermente verso di lei in attesa. Aveva una idea concreta di cosa stesse passando per la testa alla sua amica e, sul suo volto, si disegnò un sorrisino divertito.
-Vai avanti – la incitò.
-Ecco, secondo te, se le dovessi chiedere di venire a vivere con me, lei cosa mi risponderebbe?
Quinn si appoggiò lentamente allo schienale e mise su un’espressione seria e pensierosa.
-Non so San, io credo che non sia una buona idea. Insomma tu sei insopportabile, vivere con te è un inferno! Ti lascerebbe dopo un paio di mesi!
Santana sbiancò pericolosamente e iniziò a balbettare parole senza senso. Quinn scoppiò a ridere e solo allora la latina si rese conto che stava scherzando.
-Sei un idiota!
-Sei troppo divertente Lopez! Dico davvero!  
-Vuoi andare avanti per molto?
-San, non capisco perché sei così nervosa! Emily non aspetta altro! Siete una meravigliosa coppia, hai perso fin troppo tempo.
Santana si fece seria e pensierosa e Quinn seppe a cosa stava pensando.
-Volevo solo essere sicura – esitò un attimo quasi a cercare le parole adeguate – Volevo che, questa volta, fosse quella definitiva. Non volevo rischiare di sbagliarmi.
Quinn sorseggiò un poco di vino mentre decideva di ignorare il contenuto misterioso del suo piatto. Quando aveva conosciuto Emily si era stupita. Lei era una persona meravigliosa ma con i piedi saldamente al suolo. Una di quelle persone concrete e affidabili che non lasciano mai niente al caso e sulle quali si può contare incondizionatamente. Ma così seria e realistica che Quinn non poté fare a meno di pensare che fosse l’esatto opposto di Brittany. E quella era stata la prima volta che aveva infranto la regola non scritta di non parlare mai della ballerina. Perché Quinn non era riuscita a trattenersi e aveva dovuto dire a Santana che mai si sarebbe aspettata di vederla innamorata di una persona così diversa da Brittany. Si sarebbe ricordata per sempre il sorriso triste che si era disegnato sul volto della sua amica prima che le rispondesse semplicemente che non si sarebbe mai potuta accontentare di una brutta copia di Brittany. Lei era unica e non l’avrebbe mai dimenticata, esattamente come Brittany aveva promesso di non dimenticarla, ma doveva andare avanti.
Quinn si sporse e le prese la mano facendole sollevare lo sguardo.
-Andrà tutto bene! – le disse con un sorriso, poi sollevò un sopraciglio – Però adesso chiedi il conto per favore!
-Cosa? Ma non abbiamo preso nemmeno il dolce! Qui fanno un gelato con l’azoto liquido che ti…
-Santana! Chiedi il conto che voglio andare a cercare un hamburger!
 
-------------------------------------------
 
Santana non era mai stata più nervosa in tutta la sua vita. Aveva controllato che il tavolo fosse pronto e perfettamente apparecchiato, che le candele fossero al loro posto e pronte per essere accese. Il vino era già aperto perché respirasse e la cena era in forno. C’era solo un piccolo problema, mancavano ancora due ore all’arrivo di Emily.
Quinn era andata via un paio di giorni prima dopo aver passato tutto il tempo a cercare di tranquillizzarla e a spiegarle in modo razionale che non doveva essere così tesa per quello che voleva chiedere a Emily perché si amavano e non ci sarebbe stata nessuna possibilità che le dicesse di no.
Santana, in un angolo remoto della sua coscienza sapeva che Quinn aveva perfettamente ragione. Ma quella piccola parte perfettamente razionale che cercava di tranquillizzarla veniva soppressa dalle insicurezze che la donna si portava dietro da sempre. Insicurezze che aveva sempre cercato di mascherare con un attitudine aggressiva. Sospirò mentre faceva l’ennesimo controllo delle posate e, dopo essersi assicurata che effettivamente aveva messo sia il coltello che la forchetta, decise che era arrivato il momento di farsi una rapida doccia.
Emily viveva in un piccolo appartamento vicino alla Boston University e amava quel posto perché era stata la prima prova concreta che i suoi sforzi in anni di studio stavano finalmente dando i loro frutti. Santana aveva passato l’ultimo anno a cercare di trovare il momento adatto per chiederle di vivere insieme. Forse a un’altra persona questa attesa e insicurezza sarebbe potuta sembrare ridicola ma Emily conosceva bene Santana. Sapeva tutto di Brittany e di quanto era stata importante nella sua vita e nella sua adolescenza. Ma sapeva anche che, quando avevano rotto, era stato un brutto colpo per la latina e aveva accentuato le paure che riposavano sotto quell’apparenza di donna forte e inaccessibile. Quindi le aveva dato tutto il tempo di cui aveva bisogno per essere sicura che, questa volta, le cose sarebbero andate diversamente.
E Santana, finalmente era pronta e sicura di quello che provava. Quella sera le avrebbe chiesto di trasferirsi da lei e portare la loro relazione ancora un passo avanti. Quando uscì dalla doccia era finalmente calma e tranquilla. Consapevole di quello che provava. Quando Emily suonò il campanello Santana aprì con un enorme sorriso e le si lanciò tra le braccia perché stare separata da lei anche solo pochi giorni le risultava difficile.
-Com’è andato il viaggio?
-Bene, non c’era molto traffico!
-E i tuoi? Come stanno?
-Come al solito, mio padre era troppo impegnato nella pesca dei granchi per prestarmi attenzione ma mia madre mi ha detto di salutarti!
-Mi sei mancata! – disse Santana dandole l’ennesimo bacio sulle labbra.
L’accompagnò a sedersi e le versò il vino. Emily la guardava un po’ sorpresa mentre ritornava dalla cucina con un piatto di portata.
-A cosa devo questa cena? Non capita spesso che Santana Lopez si degni di cucinare!
-Niente di speciale… - rispose questa con un sorriso.
-Non dirmi che ho dimenticato qualche ricorrenza! Perché se è così mi dispiace ma davvero è stato un periodo complicato e …
-Em? Rilassati! Solo una semplice cena per dimostrarti quanto mi sei mancata!
Mentre la cena proseguiva e Emily raccontava di quanto poco fosse cambiata Rockland, la sua cittadina natale, da quando lei era nata, il nervosismo tornava ad attanagliare Santana. Entrò in cucina per prendere il dolce e fece un respiro profondo per tranquillizzarsi e fu allora che sentì il suo cellulare squillare nell’altra stanza. Prese il dolce e tornò da Emily.
-Era Quinn ma non ho fatto in tempo a rispondere – disse questa con il cellulare in mano.
-Non fa niente! Non può essere importante – disse Santana respirando profondamente.
-Mi vuoi dire cosa succede?
-Si, vedi, vorrei chiederti una cosa importante…
Santana le prese la mano, era arrivato il momento.
E fu allora che il telefono prese a suonare di nuovo.
-Non rispondi? – chiese Emily.
Santana guardava perplessa il display che si illuminava mostrando di nuovo il nome di Quinn.
-La richiamo dopo – disse quando finalmente smise di suonare – Adesso devo assolutamente dirti una cosa!
-San, inizio a preoccuparmi!
-No, no! Non c’è motivo! – si fermò per sorriderle – Allora tutta questa cena in realtà ha un secondo fine …
Fu in quell’esatto momento che il telefono riprese a squillare. Santana sospirò infastidita e lasciò la mano di Emily.
-Dammi cinque minuti – disse allontanandosi di qualche passo – Quinn! Spero davvero per te che sia importante perché questa volta potrei ucciderti!
-San?
Il tono della sua amica dall’altra parte della linea la fece vacillare. Non prometteva davvero niente di buono.
-Quinn, cos’è successo?
Sentì distintamente un sospiro prolungato prima che Quinn si decidesse a parlare infrangendo per la terza volta la regola non scritta più importante della loro amicizia.
-Brittany… è successa una cosa…
 
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: londra555