Capitolo 1. Prologo
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 Era autunno.
Il cielo grigiastro sembrava rispecchiare il mio umore.
Le foglie colorate, trasportate dal vento accarezzavano il vialetto di casa mia.
Il sole se n'era andato.
Anche lui rispecchiava quello che provavo.
Non era l'unico ad andarsene, sembra sia una moda.
Fanculo.
Mi accarezzavo i capelli e dolcemente me li scostavo dietro le orecchie.
Io come sempre ero in camera mia, rannicchiata per terra in un angolo piccolo e buio ,con le cuffiette alle orecchie a pensare a lui e a quanto mi mancava.
Orecchie occupate da musica, non dalla sua voce. 
Orecchie ormai stanche di sentire le solite canzoni.  Stanche di sentire litigi.  Stanche di tutto e di tutti.
Avevo solo bisogno di lui,  mio fratello, Louis Tomlinson.
Si proprio lui. Strano vero?
Non lo sentivo più, non sentivo più quella voce che la mattina dolcemente mi svegliava. “svegliati piccola mia”
 Per quanto incomprensibile possa essere, sentivo la sua mancanza.
Ogni volta che penso a lui un vuoto si crea dentro di me e il mio cuore inizia a battere, sempre più forte.
Avevo paura. Avevo paura che non tornasse più.  Avevo paura che si era dimenticato di me.
 La paura mi rendeva prigioniera.
Mio dio quanto mi manca il suo sorriso.
Mi manca,quando la sera prima di andare a letto mi diceva sempre “buonanotte principessa,se fai incubi e sogni mr.carota che ti insegue (?) nel mio letto c’è sempre un posto per te” io ci andavo semplicemente per farmi coccolare da lui.
Per sentirmi protetta. Per sentirmi amata.
Mi avvolgevo tra le sue braccia e mi stringevo al suo petto caldo e possente.
Per farmi addormentare, mi accarezzava dolcemente il viso,spostandomi  i capelli lunghi e scuri dietro le orecchie mentre mi cantava una canzoncina.
Mio dio la sua voce. Aveva una dolce così dolce e sottile. 
La sua voce era un’armonia di emozioni.
 Ero abituata a vederlo ogni mattina con il suo bellissimo pigiama a righe e le sue babbucce arancioni, color carota.
Non vedevo più i suoi occhi. I suoi bellissimi occhi azzurri imparagonabili a stelle.
Lui era quello che mi salvava sempre. Lui era quello che c’era sempre per me . Lui era mio fratello.
Era? ERA. Brutto da dire vero? Purtroppo è così. Sembravamo due sconosciuti
 Si ok, rimarremo sempre fratelli di sangue. Ma di cuore ora non lo siamo più.
Ciao, mi chiamo Darcy ,vivo a Londra e ho 16 anni.
Sono una ragazza semplice dai capelli lunghi e neri e occhi verdi.
Sono alta e magra. Mangio ma non ingrasso. Per fortuna, senò sarei una piccola balena. 
 Ho il il naso a patata con un piccolo brillantino sulla sinistra  e ho una piccola voglia sul collo.
Quando sorrido mi vengono due buchi sulle guancie, le fossette.
Sono stufa della solita routine quotidiana . 
Sono stufa di me, della scuola e della mia vita.
Ragazzi? Ah, non riuscivo a trovare il ragazzo perfetto. Non riuscivo a trovare quel ragazzo che con ogni suo gesto riusciva a rendermi felice. Beh un giorno lo troverò. spero.
Scuola? Frequentavo la 2 superiore e la scuola era iniziata da un mese. Ero già stanca.
Stanca di svegliarmi presto la mattina. Stanca di passare dal pigiama caldo ai jeans freddi. Stanca di prendere in mano quei cazzo di libri e concentrarmi su quelle pagine che sembrino non finire mai.
Scendevo le scale, una a una, mentre pensavo. Pensavo ai ricordi. Al passato.
A come eravamo felici assieme una volta. A come eravamo una famiglia unita, senza diversità.
A come riuscivamo a capirci l’uno con l’altro.
Ora è cambiato tutto. Non sembriamo più noi.  
I miei si stanno separando e mio fratello non si fa sentire...sono sola e sto male.
E' da 2 anni che non vedo e non sento più mio fratello LOUIS , quei quattro coglioni me lo strappato via dalle mani.
Già ce l’ho con loro quattro .
 MI HANNO PORTATO VIA MIO FRATELLO.
La persona più importante della mia vita. La mia coscienza, il mio sorriso, il mio obbiettivo. La cosa più bella in questi miei occhi.
Penso che ZaynJawaad si creda il più figo al mondo,ok lo è ma non serve vantarsi.
Niall e Liam non mi fanno ne caldo ne freddo.
Quello che mi sta proprio sul cazzo è HARRY HAROLD HAZZA o come cazzo si chiama. Sta sempre appiccicato a louis e ho sentito che vivono assieme. Ho capito che lou è coccoloso, e ha un culo da prendere a morsi, ma..lo rivoglio tutto per me.
Io e lou siamo sempre stati molto uniti fin da piccoli, mi proteggeva sempre.
Stava sempre attento ai ragazzi che frequentavo, e voleva sempre assicurarsi che mi trattassero bene e che mi amassero veramente.
Non sapevo più cosa fare.. senza di lui non sono NIENTE. Un suo sorriso bastava a far sorridere anche me. Ogni suo gesto, anche quello più nascosto riusciva a rendermi la ragazza più felice al mondo.
Si è scordato di me. Questo pensavo. E ogni giorno dopo giorno ne ero sempre più convinta.
 Ma come ha fatto a dimenticarsi di me? cazzo sono sua sorella, la sua amata sorella.
 Lo voglio. Qua con me..ora più che mai.
Ho bisogno di lui.
Sto male per la separazione dei miei, lui non lo sa ancora. Devo dirglielo.. .come faccio? ci resterà malissimo.
Lui ama mamma e papà. Li ha sempre amati.
 Mamma era la sua ispirazione, la sua musa, la sua donna . Lui la chiamava così.
Lei sapeva capirlo, sapeva amarlo e sapeva difenderlo nel modo giusto. Be infondo la mamma è sempre la mamma
 Papà era la sua intelligenza, la sua coscienza la persona da prendere come esempio .
 Sapeva sempre cosa fare e cosa non fare, cosa era giusto e cosa era sbagliato.
Ero sempre più convinta che dovevo chiamarlo.
 Però quando lo chiamavo il telefono suonava sempre a vuoto. Ci provai lo stesso.
Allora presi coraggio e alzai la cornetta del telefono, rossa. Rossa come il colore preferito di louis. 
Con le mie dita lunghe e agili digitai il suo numero. Lo sapevo a memoria.
Il telefono suonava e suonava a vuoto. Come sempre.
Poi ecco, sento una voce “pronto?”  Il mio cuore si blocco per un paio di secondi. Nel mio stomaco si creò una fitta, profonda. Sembrava che qualcuno mi avesse dato venti coltellate alla pancia. Non riuscivo, non riuscivo a crederci che era lui.
La sua voce. La sua dolcezza. Mi partì un brivido dalle gambe per poi andare dritto verso il cuore.
“c-c- iao”  risposi balbettando. Non riuscivo a parlare, ero troppo agitata. Non sapevo cosa dirli.
“piccola mia.. ” li non ce la feci più, mi sentii svenire. Le mie gambe cedettero e cadi a terra. Mi alzai velocemente e mi  appoggiai al divano. Respirai profondamente e scoppiai in lacrime.
“ti prego non piangere, ti prego…fai stare male anche me. Sai che siamo compatibili io e te, se piangi te piango io”
Lo sentivo, lo intuivo. Capivo che stava male. Capivo che anche lui stava male per la distanza.
Me lo immaginavo. Vedevo i suoi occhi, lucidi. Pieni d’amore.
“cosa vuoi che faccia? Non ti sei fatto sentire per ben due anni. DUE ANNI LOUIS.
Da quando te ne sei andato tutto va per il peggio ” urlai. Ero arrabbiata. Arrabbiata con il mondo.
Dovevo sfogarmi,dovevo dirgli tutto.
“Lo so ma…ma dimmi cos’è successo?…mi fai preoccupare”  Ecco. Il suo tono di voce diminuì, ed era preoccupato.
“mamma e papà, louis. Si sono separati. Non stanno più insieme. Non si amano più.” da lì non parlò più. Ci fu in lungo silenzio. Stava piangendo. Lo intuivo. Sentivo che nel suo stomaco si era creata un’enorme angoscia.
“D-domani pomeriggio torno a casa piccola, aspettami. Ciao” Singhiozzava. Piangeva.
Non ce la facevo a sentirlo piangere. Volevo abbracciarlo e stringerlo forte a me. Voleva farli sentire il mio amore. Che io c’ero. Che sua sorella c’era.
Non ci credevo, domani lo rivedevo.
“Lou di prego calmati. Non ti preoccupare. Andrà tutto bene.. lo supereremo. Come sempre, insieme.” …Conslusi io dolcemente.
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