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Autore: musicaddict    13/12/2006    5 recensioni
considerando che sono una fan accanita dei bon jovi e degli him, e che idolatrizzo sia jon bon jovi che ville valo, ho pensato: visto che sembrano avere due modi di essere totalmente opposti, perché non metterli insieme? nel senso...perché non farli convivere forzatamente, tipo terapia d'urto? chissà che ne verrebbe fuori...risposta: questa fanfiction! enjoy me!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ville Valo
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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OPPOSITES OF ATTRACTION

 

PROLOGO: HEY GOD

 

2001. Anche quella mattina Ville si alzò di cattivo umore, anzi, di pessimo oserei dire. Un’altra delle sue depressioni improvvise; avrebbe dovuto farsi curare, aveva ragione Migé, ma a lui non andava per niente di spiattellare i suoi problemi in faccia a uno sconosciuto. Per lui era meglio tenerseli dentro e conviverci, tanto pensarci troppo non li avrebbe risolti.

La sua stanza era immersa in un caos totale, come sempre, e Ville inciampò in un paio di jeans da lavare abbandonati di fronte alla porta della camera. «Dovrei cominciare a mettere in ordine un giorno o l’altro…» si disse il cantante degli HIM massaggiandosi la caviglia sulla quale era atterrato. «Ulteriore segno di un’ennesima giornata partita col piede sbagliato!» esclamò poi lanciando i jeans il più lontano possibile dalla sua vista. Era stanco di tutto: del mondo, di se stesso, del gruppo, della musica…anche della sua amata Helsinki. Odiava tutto quello che aveva a che fare con lui in qualche modo.

L’ennesima depressione.

E anche questa volta non ne sarebbe uscito tanto facilmente, non da solo almeno. «Basta, basta, basta! Sono stanco di ritrovarmi sempre a questo punto! In certi casi vorrei smettere di respirare e nient’altro, finirla così…fammi uscire da questa situazione di merda!» urlò poi rivolto a qualcuno che si presupponeva risiedesse da qualche parte nell’alto dei Cieli. “Basta…” pensò ancora Ville chiudendo gli occhi e appoggiando la testa allo stipite della porta della sua camera “Basta…”.

 

1987. «E’ un no?» chiese Jon a una ragazza bionda che gli sedeva di fronte, al tavolino del café in cui si erano dati appuntamento. La ragazza annuì silenziosamente. «Perché?» le chiese ancora il cantante. Anche quella volta?

«Perché non riesco a vederti come più di un amico, Jonny, devi fartene una ragione. Non starci male, sei un caro ragazzo, ma non riesco proprio ad andare oltre l’amicizia con te, mi dispiace.» continuò la ragazza allungando una mano per afferrare quella di Jon.

«Già, finisce sempre così: da amici.» sbuffò il ragazzo.

«Possiamo sempre rimanere amici, quello a me andrebbe benissimo…».

«No, Martha, non sarebbe la stessa cosa per me. Chiudiamola qui piuttosto e chi s’è visto s’è visto, ma non tirarmi fuori quelle stronzate sul restare amici ecc. ecc.!» obiettò Jon ritraendo la mano da quella di Martha che lo guardò dispiaciuta prima di alzarsi.

«Mi dispiace, ma questo è tutto quello che posso offrirti. Stammi bene, ok? Addio.» disse accarezzando con una mano i lunghi capelli ricci del rocker e uscendo dal locale.

Già, amici…come se per lui fosse lo stesso! Quando le donne avrebbero capito che quel discorso del restare amici era una grossa presa per i fondelli, si sarebbe messa a piovere birra! Richie non ce li aveva di quei problemi, lui con le donne ci sapeva fare. Beato lui. Ne aveva sempre una diversa, mentre Jon era abituato a Dorothea da quando aveva 17 anni, la sua assenza in quel momento lo spaesava, lasciando un uomo di 25 anni a non sapere come avvicinare una donna senza sentirsi rispondere picche.

«E’ che tu non ci sai fare, Jonny» gli disse Richie quando gli ebbe esposto il suo pensiero «E’ inutile che ti chiedi perché va sempre a finire così. Sei troppo “o la va o la spacca”, con certe donne non attacca.».

«Be’, allora dimmi tu come si fa! Insegnamelo!» sbottò Jon stravaccandosi ancora di più nel divano. Se Richie aveva la soluzione perché non gliela comunicava?!

«Non si può insegnare così! E poi tu ed io siamo troppo diversi, abbiamo uno stile diverso di avvicinare le donne…e poi una volta che ti presenti in un modo devi poi saper sostenere quella faccia, se io ti insegnassi i miei metodi dopo un po’ come faresti a tenere su lo spettacolo? Siamo troppo, troppo diversi.» obiettò il chitarrista accendendosi una sigaretta.

«Allora dovrò rassegnarmi!» sospirò Jon. «Se trovo anche solo un altro mezzo giornale che mi definisce un sex-symbol giuro che lo mangio! Vorrei che mi vedessero ora! Non trovo più una ragazza da quando ho chiuso con Dorothea…tranne quell’altra di cui non voglio nemmeno sentire parlare: mi ha usato come uno strofinaccio.».

Richie guardò comprensivo l’amico prima di alzarsi per tornare in sala d’incisione con gli altri. «Dammi retta: continua sul tuo modo di essere. Non ha senso che ti infervori tanto per queste cose, ti verrà solo l’ulcera.».

Facile per lui, lui aveva tutte le donne ai suoi piedi. Lui aveva solo le fans 15enni. Se Richie pensava che non si potesse imparare a conquistare le donne, Jon era convinto del contrario. “Deciditi: o mi rendi sexy o mi insegni a diventarlo!” pensò con foga rivolto al soffitto. «Non voglio più sentire la frase “rimaniamo amici”!» sbuffò poi, prima di andare a raggiungere gli altri.

Attenti, ragazzi, i sogni a volte possono anche realizzarsi…

   
 
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