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Autore: Broken_s    25/05/2012    0 recensioni
Quando mi voltai due splendidi occhi verdi mi si presentarono davanti; erano incorniciati da scuri capelli che si annovano in tanti morbidi ricci . Un sorriso stampato lasciava intravere una fila di denti allineati e bianchissimi. Un desidero di stampare un pugno su quell'insieme di lineamenti privi di imperfezione invase la mia mente.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO


"Lei è un porco, un maiale!" sbottai mentre feci sbattere la porta con violenza e facevo scivolare intanto le mie Converse sulla gradinata antecedente il grande portone rosso che sognavo di varcare da tutta una vita. Mi ribolliva il sangue nelle vene dalla rabbia. Più che dalla rabbia, ero....offesa. Ecco si, che razza di proposta infima e di poco gusto era?...Ma vengono tutte trattate così?...Ok, dubito che in questo momento siate riusciti a costruire dei nessi logici tra tutte queste affermazioni. Facciamo così, che ne dite se torniamo indietro di qualche ora e vi racconto un po' come ho iniziato quel caldo sabato mattina di Maggio?

"Natalie, tesoro. Questa è l'ultima volta che ti chiamo, lo giuro su quel benedetto 12 Giugno che ti ho messa al mondo" sentii la stridula voce di mia madre arrivare assordante alle mie orecchie. Ma che aveva da urlare di prima mattina?
"Non lo vedi che mi sto alzando...smettila di urlare" dissi mentre mi avvolgevo in un bozzolo di coperte e soffocavo il mio viso sotto il cuscino. Era sabato mattina, il mio sabato mattina, quando potevo riposare se non di sabato?
"Natalie, mi stupisco tu non sia già in piedi, se la memoria non mi gioca brutti scherzi non era proprio oggi la tua audizione per quella parte di Giuliet... " Non riuscì a finire la frase che mi precipitai giù dal letto, mi privai di ogni indumento per indossarne di appropriati per uscire e raccolsi i capelli in una coda di cavallo. L'audizione. Come potevo essermene dimenticata? Mi fiondai giù dalle scale, presi il croissant caldo ancora fumante che si trovava sopra il tavolo, lo afferai fra i denti e mentre lo tenevo ancora stretto: "Pccopme tpi è sapltapto in mpente di aspettpare così tanpto tempo per svpegliermpi??! " mugugnai mentre indossavo le mie Converse blu elettrico e afferravo il copione che era appeso all'entrata da due settimane.. "Ma, veramente Natal..." Non feci finire mia madre che ero già sgattaiolata fuori, e mentre reggevo traballante tutte le mie cose, correvo. Non potevo fermarmi o non sarei arrivata in tempo. L'aria piovosa unita alla brezza sempre presente della mia adorata Londra mi accompagnavano in quel viaggio, non potevo sbagliare, era il giorno giusto. Se la parte fosse mia potrei sentirmi realizzata. Non svegliarmi tutte le mattine, guardarmi allo specchio e sentirmi un totale fallimento. Se quella stramaledetta parte fosse mia, forse sarei meno invisibile, sarei meno la ragazza che pensa solo al teatro, ai musical e a tenere una buona media scolastica. Vedo il mio futuro in questo provino, potrei mostrare la vera me stessa come faccio già da tempo con la mia piccola compagnia di teatro scolastica. Potrebbero vedere la vera Natalie, che non si copre gli occhi dal ciuffo biondo e non si ingolfa in felpe enormi. La Natalie che recita e non si nasconde, la Natalie che canta e si diverte. Per la prima volta potevo essere qualcuno, arrivare lontano forse e non limitarmi a qualche insignificante rappresentazione scolastica dove prendevano parte poche persone, tra cui mia madre e Claire. Claire, a lei volevo davvero bene. Non smetteva mai di farmi sentire un fiore, un fiore che doveva ancora sbocciare però. E stavo per sbocciare, ne ero sicura. Ecco davanti a me il portone rosso, ci passavo davanti ogni mattina mentre andavo a scuola, era fermo e io stavo varcando la soglia. I miei occhi si spalancarono alla vista di quella fila infinita di persone che attendevano impazienti, per un momento mi sentii una nullità. Cosa speravo di fare in mezzo a tutta quella gente? Così mi lasciai andare, mi abbandonai al suolo e incrociai le gambe una sull'altra e intanto l'unica cosa che mi riusciva era torturarmi le mani per la tensione. Fui piacevolmente colta di sorpresa quando sentii il mio nome risuonare nella sala. Esitai per un momento. Potevo farcela? e varcai la soglia di quello che poteva diventare il mio futuro.





Questo è il primo spazio autrice. Effetivamente è strano dirlo. Avevo questa idea che mi balenava per la testa. Continuava a chiedermi di essere scritta e l'ho fatto :) Spero vivamente possa piacere a qualcuno, quindi se avete piacere, recensite e scrivete ogni vostra impressione :) Grazie :)

 

  
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