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Autore: flyingangel    26/05/2012    0 recensioni
"Amarti, il mio incubo. Che cosa nascondi dietro ai tuoi occhi?"
Chey è una ragazza come tante, ma qualcosa dietro l'angolo sconvolgerà la sua vita, e le farà vivere l'esperienza più eccitante, dolorosa, e pericolosa che abbia mai immaginato.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VENTINOVESIMO CAPITOLO –


Andai da Loud, perché non ero contenta di come aveva risolto le cose con me. C’erano altre questioni non risolte. Ne ero sicura.

Ma non volevo incontrarlo assieme a tutti gli altri, ne avevo abbastanza di risolvere i problemi in famiglia.

Gli feci uno squillo sul cellulare: era acceso. Gli inviai un messaggio con scritto che lo aspettavo fuori dalla sua mega villa, lì accanto.

Mi rispose che arrivava, dopo neanche un minuto. Lo attesi, ma non molto. Arrivò come se fosse una strana presenza. Lo salutai.

Volevi parlarmi?” mi disse lui.

Annuii. “Per dirla tutta, volevo la verità”.

Si accigliò. “Di che parli? Ti ho già detto la verità”

Sai, questa volta non sono stati i miei dubbi a farmi far luce, ma Mer… mi ha detto di te e Seyla, che peraltro ricordavo poco”.

Lui quasi rise. “Di Seyla non m’importa”.

Wow. Fai così con le tue amanti?”

Non ho amanti, e non generalizzare. Non sono certo il tipo che ha tremila donne”.

Ah, no? Eppure nel giro di poco, sono venuta a sapere di tue due relazioni. Ma pensa te”.

Seyla è una mia supplente e io posso esserle piaciuto… ma non era nulla d’importante. Ho smesso di vederla quando ho capito cosa provavo per te”.

Loud non mentirmi di nuovo. Il nostro non è amore”.

Perché deve ancora sbocciare, Chey” mormorò, con un sussurro lieve, avvicinandosi a me. Mi pareva un cavaliere con l’armatura se non era per il sorriso beffardo. “C’è altro che devi dirmi?”

Non basta questo? Tu fai come se nulla fosse. Invece io scopro su di te, scheletri su scheletri nell’armadio”.

Non ho armadi del genere, Chey. Però ormai l’hai capito che tengo a te, così come tu tieni a me”.

E questo è amore?” bofonchiai, quasi tirandomi indietro.

Lui mi prese il viso tra le sue gelide dita. “Può svilupparsi nel più bell’amore, sì”.

Sospirai, tremolando. “Non hai sempre ragione tu, Loud. E comunque voglio tutta la verità. Cosa manca al puzzle?”

Sembrò spazientirsi, perché lasciò andare il mio viso e fece un passo indietro. Si rimboccò le maniche e poi parlò. “D’accordo, vediamo… di Lillian lo hai saputo, di Seyla pure… di noi che veniamo dalla Francia… ah…! Se vuoi ti illumino su ogni passo che abbiamo fatto”.

Sbuffai, abbassando la testa. “Non c’è bisogno che ora fai il sarcastico, solamente perché ti spazientisci”.

Allora… dunque, siamo giunti qui in Inghilterra, vediamo… nel 1990, sì. Io, Antoine, Pearl, Andrè, Seb, Morrìs, Mer, Seyla e Amie. Abitavamo a Toulouse. Frequentavamo tutti il collegio ed eravamo amici. Tua madre era un’insegnante nel nostro collegio. C’era pure tuo padre con noi. Avevamo fatto amicizia, ma a quei tempi non era ancora un vampiro. Così ci pensò Morrìs, il più grande di noi, ad introdurlo nel branco. Ma tua madre era già incinta, quando Leo fu trasformato in un vampiro. Leo portò Lillian a Parigi con lui, a lavorare in collegio. Tu nascesti là. Ma tuo padre non era entusiasta di questa vita, non aveva mai davvero voluto essere un vampiro, e trovava tutto ciò molto limitante, anche con tua madre, che desiderava una vita normale.

Così Leo se ne andò, si dice in giro per la Francia, ma non lo sappiamo con certezza. Tua madre tornò con te in Inghilterra, dove abitava tua zia.

Per un po’ abitarono insieme, visto che tua madre non sapeva bene dove andare. Era un periodo difficile per lei. Poi trovò un collegio che le offriva anche una sistemazione e come sai, lavorò lì, proprio dove lavora ora, a un ora da qui se non sbaglio”.

Lo guardai interdetta.

Questo me lo riferì Mer, perché ha sentito tutto dagli abitanti del paese. Si vede che tua zia ne ha parlato con qualcuno… e come sai le voci girano” riprese.

Lillian però, non volle più incontrarmi. Sapeva che abitavamo in Inghilterra, ma non mi ha più cercato. E non ha risposto alle mie lettere. Solo ora ho saputo che l’ultima non l’ha letta e le teneva con sé. Credevo le avesse buttate. Ma tua madre adora i ricordi, a quanto pare”.

Sapevo solamente di essere nata a Parigi, e davo la derivazione del mio nome a questo fatto. Non sapevo nient’altro…” dissi.

Lui annuì. “Quando quella sera, ti ho visto… eri in pericolo, vi seguiva Liam. Jen non la conoscevo, ma tu avevi un viso familiare. Vi ho osservato, finchè non ho capito a chi assomigliavi. Correvate nella mia direzione, dove dormivo io. La mia piccola tana segreta… ah, mi manca.

Comunque, finalmente era la mia occasione per incontrarti e conoscerti. E non me la sono fatta scappare”.

Non ti fa schifo che sia figlia di Leo, colui che ti ha rubato l’amante?” chiesi, stupita.

Scosse la testa, lievemente. “Ho scoperto in te un nuovo modo di amare ed essere ricambiato, come ti ho detto. Come può farmi schifo pensare a te?”

Sospirai. Non sapevo se stesse dicendo tutte cose vere, ma lo ascoltai fino alla fine. “Sei ancora arrabbiato con me?”

Per cosa?” scherzò lui.

Ma non farmi ridere… per il modo in cui ti ho costretto ad ammettere che sei un vampiro”.

E tu sei ancora arrabbiata con me? Per il modo in cui hai saputo la verità e per il fatto che non te l’ho detta?”

Sorrisi. “Se tu non sei arrabbiato, non lo sono nemmeno io. E siamo pari”.

Non siamo mica in battaglia, Chey. Ricordatelo”.

Dico sempre che era meglio prima che vi conoscessi. Ma in realtà, lo so che dentro di me, mi fa piacere averti conosciuto”.

Ne ero certo” mi sorrise, avvicinandosi.

Se non altro ora so cosa intendevano con malati mentali”.

Lui fece finta di ridere. “Smettiamola con le battute, non le capisco”.

Questa volta me la risi io.


Il giorno seguente, ripresi la mia vita normale di studente liceale. Arrivata a scuola, lasciai la mia bici col lucchetto, seguii Jen nell’atrio e prendemmo posto in aula. Mi sembrò tutto così naturale, dopo tutto il tempo perso in vicende sovrannaturali. Sì, lo so… non era tempo perso. Qualcosa ho imparato: non parlare con gli estranei, non correre in posti isolati, non far amicizia con strani individui… e bè non innamorarmi del primo che capita.

Ma ero certa che tutto non era finito lì.

Facciamo una pausa?” mi chiese Jen, quando la campanella era suonata.

La guardai divertita. “Che genere di pausa?”

Andiamo a far un giro per i corridoi, non voglio entrare subito nella prossima aula”.

Trasgressiva” mormorai, uscendo con lei. “Ti raggiungo, vado solo un attimo in bagno”.

Lei mi sorrise. Sviai l’angolo e mi introdussi in bagno. Ascoltai le chiacchiere di qualche ragazza ansiosa e qualche altra insopportabile, poi mi guardai allo specchio e mi lavai la faccia e le mani.

Uscii e guardai dov’era Jen. Mi aspettava in fondo al corridoio, probabilmente.

Ho bisogno di parlarti”. Mi presi uno spavento, quando la voce di Liam mi soffiò vicino all’orecchio. Per poco non mi venne un colpo.

Dico, ma sei pazzo?”

Scusa il modo, ma è tanto che non ti vedo. Come stai?”

Ci siam visti alla festa” dissi, risolutiva.

Lo so, ma per me è tanto. Non mi hai risposto”.

Tu come stai?” la mia domanda era posta solo per sviare l’argomento.

I suoi occhi parvero illuminarsi. “So che non t’interessa in realtà come sto, ma sto bene”.

Bene, anch’io. Ora posso andare?”

Non mi sopporti proprio?” mi disse, con i suoi grandi occhi castani ad un passo dai miei.

No, è che ho saputo che tu sei innamorato di me, e non voglio complicazioni”.

Sembrò farsi immobile di colpo, sul posto. “Chi te l’ha detto?”

Indovina un po’? Loud… siete amici, voi, per caso?”

Devi ammettere che la nostra storia è stata strana, quando comunque divertente. Forse dettata dal destino”.

Sbuffai dal ridere. “Intendi il fatto che tu volevi aggredirci quella sera di tanto tempo fa, e tutto quello che è successo dopo, compreso il tuo continuo rompermi le scatole anche a casa mia?”

Sembrò essersi offeso.

Ti devo pur chiedere scusa, per il modo in cui ti parlo?” mormorai, cercando di reintrodurlo nella conversazione. “Dai, non volevo offenderti”.

Pensavo di piacerti un minimo. Invece ti piace lui”.

Sai qual è il punto? È che non sono nemmeno sicura di lui, figuriamoci di te. Tutta la faccenda per me è strana. Guarda che il mio cuore non ha aperto le sue porte a nessuno di voi, nel caso non l’aveste capito”.

Vi ho visti assieme. Ti piace, e non so a che punto tu ne sia attratta”.

Bene, perché nemmeno io lo so. Senti Liam, non so cosa ti aspetti che ti dica, ma vorrei venire a capo… di tutta questa storia. La facciamo finita?”

Quindi non ti posso nemmeno più parlare?”

Ti ricordo che dovresti ancora cancellare il mio numero, nel caso l’avessi tenuto”.

Quasi sorrise. “Amici?”

Con un licantropo?” lo dissi quasi schifata.

Mi guardò torvo.

Scherzavo. Ma voi creature, non li capite mica gli scherzi, eh?”

Ora mi sorrise anche lui.

Comunque, ci devo pensare. Perché tu mi vuoi essere amico?” gli chiesi.

Perché non posso essere nient’altro” indugiò sui miei occhi troppo a lungo.

Conoscenti, direi che è meglio. Accontentiamoci. E cancella il mio numero, quando ti ricordi. Penso che non ti sarà difficile trovarmi”.

Posso darti un bacio?”

Certo, e io posso ottenere tutto quello che desidero?”

Sbuffò. Mi si avvicinò e mi baciò lentamente sulle labbra. “Intendevo solo questo”.

Ah” mormorai sarcastica, mentre mi strinse un secondo contro di sé.

Sei molto carina oggi”.

Lo guardai molto male.

Battuta” biascicò, sfiorandomi le orecchie col suo fiato. “Ora meglio che vada, ci vediamo in giro” levò una mano a salutarmi.

Sì, ci vediamo in giro”.


  
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