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Autore: CriLife    26/05/2012    0 recensioni
-"Ora che lo guardavo, per la prima volta provai ad osservarlo da fuori, non come mio grande amico o quasi parente, ma come se io fossi una qualsiasi ragazza che guarda un ragazzo. I riccioli castani di Landon, con delle piccole sfumature dorate, gli ricadevano sulla fronte e un po’ sugli occhi, il che li rendeva ancora più affascinanti, aveva un po’ di barba, che gli scuriva il mento e la mandibola. Dovevo riconoscerlo, era proprio un bellissimo ragazzo".
-"Avevo capito tutto, ora tutto aveva senso. Avevo capito che Landon non era un fratello, non un amico ma... la persona che amavo".
Due brevi citazioni per incurisirvi a questa storia di un capodanno... magico!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPODANNO


10… 9… 8…
Ecco, questo è il momento.
Il momento in cui alcune persone, dicendo quei numeri, pensano.
Si pensa. Si pensa a 12 mesi prima, quando si aveva guardato il calendario e si era sospirato, sconsolati dalla fine delle vacanze. Si pensa al ritorno a scuola, l’impegno per tenere alte le materie fino al giudizio finale di giugno e poi, si pensa all’estate: a quei tre mesi passati tra amici, vacanze e sorrisi gioiosi. Dopo di che, si ripensa al nuovo anno scolastico, ora a metà, cominciato a settembre, in nuovi professori, i nuovi compagni e come era l’ambiente di classe e di amicizia di quei quattro mesi.
Questo è quello che certe persone fanno, ignari o consapevoli di farlo e io non sono da meno. Com’era cominciato il conto alla rovescia, io ero tornata indietro e … avevo pensato.
 
Gennaio: presa agli ultimi giorni con i compiti di scuola, sui libri, ma sempre trovando il tempo di ricevere una telefonata o un messaggio, ancor più un’uscita con le amiche.
L’ultimo giorno di vacanza ero andata a casa di Mary, la mia più cara amica, per finire insieme la montagna di compiti arretrati.
Per le feste, facendo una sorpresa a tutti, il fratello maggiore di Mary era tornato a casa e quando l’avevo visto, l’avevo abbracciato felice.
Io ero cresciuta con Mary e Landon, che aveva due anni in più di noi, era sempre stato una specie di fratello maggiore e gli volevo molto bene.
Quindi non fu una cosa strana che si mettesse seduto sul divano tra me e Mary ad ascoltare le mie delusioni amorose, i problemi a scuola o in famiglia.
Era esattamente il fratello che non avevo.
Quello stesso pomeriggio ci diede la notizia:
- Ho deciso di tornare qui a scuola- disse prendendo una mano ad entrambe.
Io e Mary facemmo i salti di gioia, gli buttammo addosso tutti i cuscini che c’erano lì intorno e ridendo lo abbracciammo anche noi.
Landon due anni prima aveva ricevuto una borsa di studio per andare a studiare in un prestigioso college a circa due ore di distanza da casa sua. Da quando si era trasferito lì, l’avevamo visto molto poco. Non poteva tornare a casa ogni weekend per la grande mole di studio, perciò una o due volte al mese lo vedevamo e cercava di chiamare a casa o scrivere a sua sorella e qualche volta anche a me.
Ora che era tornato, oltre ad avere il passaggio in macchina garantito ogni mattina, saremmo stati tutti insieme nella nostra scuola.
Per tutto il mese le giornate furono sempre uguali, ma non per questo noiose: la mattina aspettavo la macchina di Landon davanti al vialetto di casa, arrivati a scuola ci salutavamo, io e Mary nella nostra classe, Landon al piano superiore. A mensa ci sedevamo insieme e un po’ alla volta si aggregarono degli amici sia di Landon che nostri.
Un giorno Katie, la ragazza più alla moda e più stimata del nostro anno si sedette tra me e Mary, annunciandosi come una nostra “grandissima amica” a Landon, non sapendo che per anni sia io che sua sorella gli avevamo detto quando finta, smorfiosa e approfittatrice era. Dopo la pausa pranzo, quel giorno, mi si avvicinò e mi disse:- Devi trovare il modo di farmi uscire con Landon! Lui è così bello, forza, devi aiutarmi!-.
Io le risposi che sarebbe stato meglio prima conoscerlo e che poi sarebbe stata una cosa tra loro due, anche se nella mia mente pensavo solo “quanto è impossibile che accada!”.
Dopo le due ore pomeridiane, tornavamo alla macchina, ci raccontavamo un po’ le cose divertenti della giornata e poi spesso andavo a casa loro per studiare con Mary oppure mi riportavano a casa.
  
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