Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: GianAuror     26/05/2012    4 recensioni
Nuova generazione, e Hogwarts come per chi l'aveva lasciata tanto tempo prima era sempre la solita cara e vecchia casa... almeno per la maggior parte.
Rose Weasley è la classica ragazza popolare che, un po' per il suo nome, un po' per il suo carisma è conosciuta da tutti. Porta sulle spalle l'eredità del grande nome dei suoi familiari, coloro che hanno permesso a tutti coloro che camminano tra quei corridoi di roccia di continuare a farlo.
Ma com'è la vita per chi, invece, vive nell'ombra di un passato familiare da cui non può sottrarsi?
Scorpius Malfoy, corvonero del settimo anno, solo a Hogwarts, scoprirà cosa succede quando, all'improvviso, la vita smette di andare secondo i piani...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Wynne Sabia che mi ha fatto venire voglia di provare a scriverla...
 
 
 
Safe behind these windows and these parapets of stone
gazing at the people down below me...
 
Out there – The Hunchback of Notre Dame
 
 
 
 
Le prime foglie cominciavano a cadere dagli alberi: era un autunno alquanto caldo quell'anno. Gli ultimi residui del calore estivo non erano ancora del tutto svaniti e, sommandosi a quella brezza che muoveva le foglie dagli alberi depositandole al suolo, riscaldava, chissà ancora per quanto, i brulli panorami verdeggianti della Scozia settentrionale. 
E proprio in mezzo a due montagne, in una regione non meglio precisata, tra i corridoi del castello di Hogwarts, la vita dei giovani maghi trascorreva spensierata tra quelle mura pietrose.
Un'intera generazione di giovani maghi viveva la propria adolescenza, dagli undici ai diciotto anni suonati, in quella che per molti era diventata una vera e propria seconda famiglia: amore, amicizia, risate, scontri, erano quella la vera magia agli occhi di chi, al momento di separarsene per le vacanze estive, non aveva mai l'impressione di ritornare a casa. 
Quella mattina era il classico giorno ordinario, almeno per Scorpius. Uno dei tanti giorni della monotona routine della sua vita da studente di Hogwarts.
Come ogni mattina era sceso dalla torre di Corvonero per andare in sala grande e fare colazione, in silenzio, al tavolo della sua casa e poi, dopo aver mangiato qualcosa giusto per tenersi in forze, borsa in spalla e via verso le prime lezioni. Magari tra un boccone e un altro dare un'ultima letta alla lezione del giorno o al libro che stava leggendo la sera prima, ma niente di più. Non bramava la compagnia di nessuno, anzi, era meglio che non ci fossero.
Camminava da solo in mezzo a tutti gli altri studenti che al suo passaggio gli gettavano qualche occhiata diffidente per poi tornare a chiacchierare allegramente di ciò che stavano discutendo prima; questo doveva essere l'effetto collaterale dell'avere un Malfoy, un ex mangiamorte, come padre. Nessuno osava guardarlo negli occhi o rivolgergli la parola di sua spontanea volontà, come se avesse potuto maledirli solo con uno sguardo. Ma d'altronde la sua famiglia aveva sostenuto Lord Voldemort nella sua ascesa e permanenza al potere e quindi doveva per forza essere anche lui un candidato mangiamorte. Come se esistessero ancora.
"Scorpius! Ehi aspetta!"
Kevin Steeval, suo compagno di stanza lo stava chiamando: è vero che con lui aveva un rapporto meno freddo che con gli altri, eppure non aveva mai pensato di incontrarlo nei corridoi per andare a lezione insieme. Insomma, non era mai successo in sette anni di scuola, perchè quella mattina lo stava chiamando? Stava correndo a perdifiato, suscitando gli sguardi di tutto il corridoio del terzo piano che il ragazzo aveva imboccato diretto alla lezione della prima ora. 
"Dimmi" disse mettendo le mani in tasca e girando il volto verso di lui. Mentre in un attimo incrociavano lo sguardo vide subito l'altro Corvonero abbassare lo gli occhi e guardare verso le scarpe.
"Hai dimenticato questo in dormitorio" e gli porse il libro di Aritmanzia, risparmiandogli così una corsa prima della terza ora. Era stato anche gentile. 
"Grazie Kevin" gli disse abbozzando uno dei suoi soliti finti sorrisi "non so dove avevo la testa stamattina" Era vero. In uno dei suoi numerosi andirivieni bagno – camera – bagno – sala comune – camera l'aveva sicuramente lasciato sul comodino. 
"Be'" borbottò in imbarazzo "Ci vediamo a pranzo" prima di fare dietrofront e avviarsi verso la sua lezione di prima ora, cura delle creature magiche, con gli altri suoi amici, Austin Greenswick e Joey Corner, lasciandolo lì in mezzo al corridoio esattamente come prima. 
Nel guardarli Scorpius sentì salirgli una sgradevole sensazione pungente: non aveva neanche un amico a Hogwarts. Nessuno che quando si svegliava la mattina lo salutasse con un caldo buongiorno prima di fiondarsi a raccontare qualsiasi cosa. Nessuno con cui confidarsi e che capisse il peso della maschera che tutta Hogwarts gli aveva modellato sui lineamenti del volto, quella del figlio di un uomo malvagio e quindi qualcuno da evitare senza neanche darsi pena di conoscere. 
Aveva qualche conoscente con cui parlava ogni tanto a pranzo o a colazione e i suoi tre compagni di stanza con cui scambiava qualche parola in croce prima di andare a dormire ma per il resto... 
Purtroppo bisognava anche aggiungere era fatto così e i discorsi dello studente medio di Hogwarts lo annoiavano terribilmente. Odiava il Quidditch, odiava le gobbiglie, odiava le figurine delle cioccorane e non era nemmeno informato sulle ultime news di Mirabella Lovers o Charlie Detroit* e sinceramene viveva bene anche senza. Erano solo un mucchio di scemenze che divertivano quelle vecchie casalinghe che non avevano niente da fare, e il fatto che anche ragazzi adolescenti seguissero il gossip o l'ultimo grido del mondo musicale, invece di essere curiosi e cercare di conoscere quante più cose possibili, faceva salire il sangue al cervello al giovane corvonero.  
Era impossibile provare a parlare con qualche ragazza perchè sembrava che tutte avessero come unico chiodo fisso il pettegolezzo sfrenato e lui, figlio di un ex mangiamorte molto in vista nel mondo magico, suo malgrado ci si trovava ben spesso in mezzo: era di fondamentale importanza essere al corrente di tutte le voci di corridoio, altrimenti era impossibile sapere in anticipo chi usciva con chi, chi era libero, chi aveva litigato e rotto con la sua ragazza, e chi era disponibile per essere invitato a Hogsmeade nel weekend. 
Con i ragazzi neanche a parlarne: i corvonero si salvavano un pochino ma i grifondoro o i tassorosso sembravano pensare solamente alle novità del quidditchmercato internazionale e quelle sui modelli di manici di scopa all'ultimo grido. Quando Baston aveva abbandonato la panchina dei Cannoni di Chudley per passare ad allenare i Tornados, be', Scorpius ancora ricordava gli striscioni infamatori che tappezzavano tutte le sale comuni. Per non parlare poi di quando cominciava quell'inutile coppa che ogni anno le squadre di ogni casa si contendevano senza sosta da quando qualcuno aveva avuto la brillante idea di fabbricare le scope volanti; persone su persone che diventavano quasi folli prima della finale e anche i tassorosso, le uniche due volte che erano capitati in finale, avevano sfoggiato una cattiveria agonistica che aveva l'aveva lasciato completamente spiazzato.
Inoltre per sua natura non era mai stato un ragazzo socievole e all'inizio la cosa non gli aveva creato poi tanti problemi: era abituato e oramai che cosa poteva fargli un po' di solitudine? Però, dopo sei anni di lezione seduto sempre al banco da solo, sempre da solo in biblioteca, sempre da solo chiuso sulla torre di corvonero a osservare gli altri mentre andavano a Hogsmeade durante i week end, be' la situazione lo aveva provato un pochino. Era così difficile trovare qualcuno che condividesse i suoi stessi interessi e le sua stessa passione per quel passatempo fantastico che era la lettura? 
 
Come ogni mattina, dopo aver raggiunto il chiostro del castello, aver dato un'occhiata malinconica alle foglie degli alberi dello spiazzo aperto in mezzo, entrò nell'aula per primo, esattamente come al suo solito e trovò subito il suo banco solitario in prima fila che lo attendeva. 
La cartella pesava, e cavoli se pesava; il giovedì era il giorno più pesante in assoluto. Sembrava che tutte le materie più pesanti si fossero messe d'accordo per accumularsi tutte in un giorno, ed esattamente nell'anno dei M.A.G.O; due ore di trasfigurazione con i grifondoro, altre due ore di aritmanzia, un'ora di difesa contro le arti oscure sempre con i grifondoro e poi, dopo la pausa pranzo, doppie pozioni con i serpeverde. Per estrarre il tomo dall'interno, Scorpius fu costretto ad appellarlo, tanta era la roba stipata al suo interno. Dopo cinque minuti la classe si stava riempendo del solito vociare di tutti i rumorosi giallo-oro.
"In classe su, forza! La lezione comincia tra pochi minuti..." la professoressa Bennet stava richiamando all'ordine la folla di persone che puntualmente cercava di perdere qualche minuto dalla lezione curricolare. Vana speranza, dato che la Bennet aveva ereditato la cattedra di trasfigurazione da nientemeno che Minerva McGranitt, oramai preside della scuola, e quindi sembrava aver appreso da lei lo zelo assoluto nel proprio mestiere e l'osservanza pedissequa per ogni genere di regola che la scuola e il buonsenso imponevano. 
"Buongiorno Scorpius" gli disse rivolgendogli uno dei rari sorrisi che si concedeva durante la propria professione di insegnante "Quando tutti i tuoi colleghi si saranno decisi ad entrare possiamo cominciare la lezione di oggi..."
"Già in classe Malfoy?" Belby lo stava punzecchiando come al solito. Forse era meglio non rispondere... I tipi come lui erano quelli che evitava accuratamente di incrociare anche per sbaglio per i corridoi o per il parco, perchè hanno sempre tutti l'impressione che uno muoia dalla voglia stare a sentire quello che si sentono in dovere di dirti. 
"Signor Belby, è pregato di accomodarsi al suo posto accanto al signor Lovegood e prestare attenzione alla lezione, non ho intenzione di sprecare fiato oggi per intimarle di stare zitto, è chiaro?"
Scorpius ridacchiò tra i baffi.
"Aprite i vostri manuali, avevamo in sospeso qualcosa? Non ricordo a che punto esatto siamo arrivati la scorsa volta."
"Ci eravamo fermati ai fondamenti della trasfigurazione umana avanzata." Da bravo studente modello Scorpius aveva ricordato alla professoressa l'argomento che avevano toccato l'ultima volta. Sentì dei grugniti e dei borbottii provenire dai banchi dietro di lui. "Ma perchè non si sta zitto?"
"Lui è probabilmente l'unico che sappia trasfigurarsi, lo dimostrano i suoi capelli... sicuramente se li trasfigurerà di biondo durante la notte", "Uffa, mai una volta che chiuda quella boccaccia, quando capirà che non esiste solo lui in questa classe e che magari un ripasso non ci avrebbe fatto male?"
Era davvero così egoista ? Davvero così tanto? Non lo faceva con cattiveria, nè intenzionalmente; la professoressa gli rivolgeva una domanda e lui rispondeva, semplicemente. Non era una cosa così assurda, e di certo non stava ore e ore a lambiccarsi sulle possibili ripercussioni del suo gesto su tutta la classe. Ma d'altronde chi c'era con lui a dirgli che queste erano cose poco carine da fare in un rapporto di amicizia? Erano bravissimi tutti quanti a puntargli il dito contro e aspettare che poi venisse pronunciata la sentenza, piuttosto che mettersi nei suoi panni e provare a abbattere quel muro di indifferenza che si era creato con il passare degli anni e che bloccava qualsiasi rapporto umano. Alla fine probabilmente agli altri non importava nemmeno di conoscerlo, e questa era la cosa che più faceva star male Scorpius; nessuno si era mai dato pena di provare a conoscere come era fatto e poi giudicare per quello che aveva conosciuto, e non per il vociferare e il pettegolezzo che gli erano gettati addosso.
Era come se nel corso della sua vita a Hogwarts gli fosse stato cucito addosso un vestito che ora cominciava a stargli veramente stretto, ma purtroppo non poteva farci nulla perchè oramai si erano tutti abituati a vederlo in quel modo e in quella veste che gli sembrava assurdo anche solo pensare di poter resettare la sua vita e la sua ormai definitiva quotidianeità.
"Grazie signor Malfoy... Sapete benissimo che la trasfigurazione umana è la parte di magia più complicata e ardua che studierete durante quest'anno; si spera che dopo sei anni di istruzione magica abbiate acquisito una certa maturità..." La professoressa fece scorrere lo sguardo soffermandosi su Lorcan Lovegood e Jeremy Belby, in un chiaro sguardo di disapprovazione per la loro occupazione alternativa; stavano giocando a spara schiocco nel bel mezzo della lezione, in maniera molto velata e silenziosa, ma comunque non erano attenti. "In ogni caso, purtroppo il ministero ha deciso di voler includere nel vostro esame finale anche questa specifica competenza quindi dovrete essere in grado di fronteggiare le difficoltà del caso in maniera quantomeno dignitosa." 
La partita tra Lovegood e Belby si stava facendo sempre più accesa e rumorosa, e la professoressa Bennet cominciava a dare chiari segni di indisposizione verso il passatempo irriverente dei due grifondoro. "Sapete benissimo che verrete esaminati da una commissione esterna, composta da maghi e streghe che se ne intendono davvero molto di Trasfigurazione e di incantesimi, e forse sarebbe il caso di prestare un po' più di attenzione a quello che sto dicendovi, non trova signor Lovegood?" La voce della professoressa era diventata gelida e tagliente come una scheggia mentre guardava con un'espressione inferocita i responsabili del fastidioso brusio che faceva da sottofondo perenne a tutta la lezione, che vedendosi colti in flagrante erano sbiancati e stavano boccheggiando come due pesci fuori dall'acqua.
"Si da il caso" esordì mentre si avvicinava al banco dei due ragazzi "che nessun alunno delle mie classi abbia fallito il M.A.G.O in Trasfigurazione... neanche una sola S, Nessuno. N E S S U N O. Ci metto la faccia io, è d'accordo? Ci metto la faccia perchè se la vostra preparazione è scarsa, con i tempi che corrono, sparano fango tutti quanti sull'insegnante e vengono dalla sottoscritta a reclamare. Quando avevo la vostra età, per un comportamento del genere sareste stati puniti, e molto severamente. E nessuno osava anche solo insinuare che la sua preparazione era scarsa a causa del professore, sono stata chiara? Non voglio mandare davanti agli ispettori del ministero dei somari che non sanno neanche cambiare il colore a un sopracciglio; non lo voglio io e non lo volete di sicuro voi. Quindi rimboccatevi le maniche perchè se pensate che vi addolcirò la pillola, be' avete sbagliato persona a cui chiedere... Tanto più perchè non sarò io a esaminarvi, anzi sarà qualcuno che non vi conosce e che non vi ha mai visto. E adesso basta con le chiacchiere perchè ho già perso anche troppo tempo." 
La brillante arringa di Ebony Bennet era durata un buon quarto d'ora, un quarto d'ora in cui nessuno studente le aveva staccato gli occhi di dosso neanche un secondo. 
"Adesso, prendete l'introduzione al quarto capitolo e cominciate a leggervi le regole base della compressione ossea nel vuoto in relazione all'estensione dei tessuti durante il processo trasfigurativo. Avete venti minuti di tempo da ora; dopo che avrete finito scriverò delle istruzioni alla lavagna per la prossima fase della lezione. Hop Hop. Al lavoro forza. Belby, via le cioccorane." 
L'aula si riempì, nei venti minuti seguenti, del brusio di fruscii di pagine intervallato dal ticchettio imponente del tacco quadrato della professoressa Bennet che passava tra i banchi, accertandosi che tutti quanti facessero il proprio dovere. 
La cosa più entusiasmante di quella mezzora così noiosa da far calare la palpebra anche a uno studente modello come Scorpius fu quando Alice Paciock mentre sfogliava il libro si tagliò, allo scoccare del ventesimo minuto, tutto il polpastrello del dito. Come se non aspettasse altro cominciò a inscenare con la professoressa un ben recitato monologo drammatico – horror. 
"Professoressa! Mi sono tagliata!"
"Paciock, è solo un taglietto. Sia ragionevole mia cara..."
Ma Alice non sembrava volersi calmare, anzi era tutta un fremito mentre simulava facce alla un-passo-dal-baratro colorendole con espressioni del tipo "Morirò dissanguata", "Addio mondo crudele", "Avrei voluto tanto avere due figli"... Tutta la classe la stava guardando; era davvero esilarante durante i suoi monologhi drammatici, e anche Scorpius si concesse di ridere alla vista di una scena così buffa. 
"D'accordo Paciock, può andare in infermeria." disse la professoressa mascherando un mezzo sorrisetto all'espressione compiaciuta e vittoriosa di Alice che, non appena aveva sentito di avere il via libera per lasciare quella lezione noiosa di lettura, era schizzata subito al posto e, in men che non si dica, aveva raccolto baracca e burattini e, zaino in spalla, aveva raggiunto la porta dell'aula. Il tutto in non più di dieci secondi. 
"Ah, signorina Paciock... stiamo per affrontare la parte pratica della lezione di oggi. Si prenda gli appunti che le mancheranno..."
Alice era rimasta imbambolata mentre, oramai con le mani legate, cominciava ad uscire dall'aula. Poi con un gesto secco chiuse la porta.
"D'accordo. Ora che avete letto il capitolo, proverete, in maniera mooolto attenta e misurata, a trasfigurare le ossa della mano del vostro compagno di banco per trasmutarle in un tentacolo. Cominciamo con il tentacolo perchè ha una struttura senza ossa, quindi sarà più semplice convertire, grazie a quell'incantesimo che avete incontrato nella seconda parte della lettura che avete affrontato, delle ossa in una materia senza ossa, piuttosto che agire su di esse per cambiarne la struttura."
"Ma non era meglio ripassare la trasfigurazione delle parti superficiali del corpo?" Samantha Dennor aveva esordito, abbastanza delusa dall'arrivo di un esercizio così complicato.
"Signorina Dennor, devo ricordarle che è al settimo anno e non più al sesto? So benissimo che metà della popolazione femminile della scuola conosce gli incantesimi trasfiguranti per capelli, sopracciglia e quant'altro già alla fine del terzo anno e li mette in pratica, sconsideratamente, ogni giorno senza una preparazione adeguata... Si metta al lavoro e non interrompa la lezione con queste domande inopportune. Mi aspetto che alla fine dell'ora siate riusciti a trasfigurare almeno parzialmente la mano del vostro compagno."
"Allora, comprimere le ossa della mano comporta la padronanza degli incantesimi di dimensione, ma a quanto so tutti voi avete passato brillantemente il vostro G.U.F.O in quell'argomento quindi darò per scontato questa vostra conoscenza..."
"Professoressa... mi scusi?" Scorpius in quel momento, come ridestato da un sogno si girò al suono di quella voce che, per tutta la lezione, non aveva ancora sentito neanche una volta. 
"Mi dica signorina Weasley" La professoressa aveva già sguainato la bacchetta e stava facendo vedere il movimento del polso al resto della classe quando Rose Weasley aveva lanciato in alto la mano stretta in un pugno; ricordava davvero molto Hermione in alcuni momenti ma sembrava che fosse Ronald quello da cui aveva ereditato di più. Scorpius si soffermò a guardarla attraverso le lenti degli occhiali, strabuzzando gli occhi per metterla bene a fuoco. Gli occhi erano azzurri e il viso era abbastanza allungato e con delle forme ben definite. I capelli sembravano avere la consistenza di un panno di seta ed erano increspati in dei ricci morbidi che le incorniciavano il volto come delle delicate onde del mare. Nel complesso Scorpius non poteva non pensare che fosse davvero bellissima, molto più di tante altre ragazze sempre sulla bocca degli altri suoi coetanei. 
"Alice è andata in infermeria e sono rimasta senza compagno per fare l'esercizio... posso lavorare con Albus e Gabriel vero?" si aprì poco in un sorriso di incoraggiamento che lasciò scoperti tutti i suoi denti perfettamente dritti e bianchissimi. 
"No signorina Weasley" La Bennet non aveva ceduto "Permetterle di svolgere la prova pratica con Potter e Stone sarebbe come darle il permesso di non seguire più la mia lezione per la restante mezz'ora che ci rimane... Andrà con il signor Malfoy al primo banco e si eserciterà con lui."
Scorpius era rimasto pietrificato; il cuore gli si era capovolto nel petto e ora aveva iniziato a martellargli furiosamente, come se in realtà volesse uscirsene e scappare via a gambe levate. Possibile che lei dovesse fargli quell'effetto? L'aveva guardata da lontano altre volte, in silenzio, e mai gli era capitato di perdere il controllo delle sue emozioni in maniera così forte. Era spiazzato, da sè stesso e dalla situazione in generale perchè mai avrebbe pensato che a lui, una persona così razionale, potesse cominciare a battere il cuore così all'impazzata annebbiandogli il cervello. Maledetta professoressa con quella decisione così a bruciapelo che aveva distrutto tutto il suo progetto di lavoro per l'ultima parte della lezione, mandando il suo autocontrollo a farsi benedire e mettendogli vicino Rose Weasley.
Abbassò lo sguardo prendendo un pezzo di pergamena e cominciò a scarabbocchiare convulsamente qualche appunto arrabbattato qua e là dal libro mentre faceva dondolare incessantemente le gambe sotto la sedia. 
"Weasley, la prego si sbrighi, non abbiamo tutta la giornata..."
"Certamente professoressa" E ora ci mancava anche questa; in prima fila con quel secchione di Malfoy, la persona più insignificante di tutta la scuola con cui, da sette anni a questa parte, aveva scambiato poco più di quattro parole in croce, e due di queste erano insulti velati alla sua attitudine solitaria e silenziosa. 
Se ne stava li seduto tutto intento a scarabbocchiare una sequenza interminabile di appunti, scritti con quella calligrafia minuscola e ordinata che la sua a confronto sarebbe potuta passare per una pittura rupestre dell'epoca preistorica, e non alzava lo sguardo dal foglio neanche per dirle, "ohi ciao, scusa ti faccio un po' di spazio...". Niente di niente. 
Spostò la sedia, premurandosi di fare più rumore possibile, in modo da costringerlo a dare almeno qualche segno di vita. Rose Weasley odiava quel tipo di persone, quelle a cui bisognava tirare fuori con le tenaglie quello che pensano perchè altrimenti non lo verrai mai a sapere. Le dava ai nervi vedere le persone che volutamente si isolavano, la faceva sentire sbagliata e fuori posto e lei odiava sentirsi fuori posto. Sembrava come se non potessero nemmeno abbassarsi per un attimo al suo livello per degnarla di un saluto. Niente di niente, era trasparente agli occhi di Malfoy.
Non appena si fu seduta diede un piccolo colpo di tosse per vedere se almeno quello suscitasse in lui una piccola reazione ma dovette subito rendersi conto che era una vana speranza. 
"Che cosa dobbiamo fare Malfoy?" gli disse tirando fuori la bacchetta dalla tasca dello zaino.
"Scusa?"
"Ti ho appena chiesto cosa dobbiamo fare... lo sai meglio di me che sono una capra in trasfigurazione..."
"La professoressa te l'ha spiegato, devi trasformarmi la mano in un tentacolo..."
"Oh, adesso si che è tutto più chiaro" borbottò sarcastica guardandolo di traverso. "Sai mi chiedevo proprio a chi chiedere di farmi ripetere tutto quello che ha detto la professoressa..."
"D'accordo. Be' ecco" Scorpius tirò fuori la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni sciogliendo il polso. 
"Mio padre dice sempre che eccellenti maghi hanno perso il posteriore perchè tenevano lì la bacchetta... non vorrai mica fare la stessa fine?"
"E questo che c'entrava?" Il ragazzo non riusciva a capire il perchè ora di quell'intervento così inopportuno. Cos'era tutta quella confidenza che ora si stava prendendo?
"Malfoy, si chiama umorismo. Lascia stare... mi spieghi come dovrei fare?"
"Be' è facile, così!" e con un gesto secco della bacchetta aveva tramutato la mano di Rose Weasley in un perfetto e viscido tentacolo. 
"Complimenti signor Malfoy, applicazione da manuale! 10 punti a corvonero – Signorina Weasley lei dovrebbe invece impegnarsi di più in trasfigurazione... ha delle ottime potenzialità ma le manca l'esercizio... E ora di nuovo al lavoro per gli ultimi dieci minuti."
"Be' grazie di tutto Malfoy" lo osservò contrariata "Bel modo che hai di aiutare chi te lo chiede..."
"Che cosa ho fatto?!?"
"Ti avevo chiesto di spiegarmi come si fa, e invece hai subito colto l'occasione per fare vedere a tutti quanti come sei bravo..."
Scorpius rimase interdetto: ancora una volta era stato giudicato in un processo alle intenzioni senza che potesse dire neanche una parola a sua discolpa, come al solito. 
Fortunatamente, o non, la campanella era suonata lasciandolo lì interdetto, pronto a dirigersi verso la prossima classe. Da solo. Come al solito.


SPAZIO AUTORE: Anche io provo a scrivere una Rose/Scorpius che sia un po' diversa da come tutti quanti le dipingono. Innanzitutto volevo ringraziare Wynne a cui dedico il primo capitolo, e chi la leggerà... Avete visto in questo capitolo un pezzetto della realtà di Hogwarts della nuova generazione. Non mi spertico in altre parole perchè non credo ci sia troppo da dire! 
A presto
GianAuror
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: GianAuror