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Autore: malice    26/05/2012    1 recensioni
Quando cala l'ultima sera su Venezia, addobbata a carnevale, ci si appresta ad un'ultimo ballo.
Per Feliciano niente è paragonabile a quel momento che si ripete solo una volta all'anno.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Girando su Youtube ho trovato questa canzone: http://youtu.be/0K6pZI6psR4; si chiama Valzer per un Amore... è di Fabrizio De Andrè e qui ho già detto molto

Ascoltando e leggendo il testo mi è venuta in mente questa fic.

___


Il sole stava calando sull'ultimo giorno di Carnevale a Venezia; domani sarebbe tornata la normalità, in quella città impazzita da questa festa che solo in pochi e i veneziani potevano comprendere realmente.
Domani i turisti se ne andranno e il popolo tornerà al lavoro.Tutti alla loro routine, alle loro vite. Normali.
Ma ora è il momento dell'ultimo ballo... un valzer... è questo che stà annunciando il presentatore sul palco nella piazza... un valzer dedicato alla Serenissima città che il ha ospitati.
Feliciano vestito in maschera sospira triste, avrebbe voluto che non arrivasse mai, ma al contempo è felice e orgoglioso che l'ultimo ballo fosse dedicato alla sua città...in fin dei conti oltre ad essere il rappresentante di tutto il nord del bel paese italico è anche e principalmente legato a quella città. Lui era veneziano!
Gli strumentisti si sistemano meglio sulle loro sedie, stanchi e con ormai con la schiena e le dite  a pezzi per il continuo suonare.
Due persone salgono sul palco annunciati dal presentatore.
La musica inizia a suonare, Feliciano che ancora affaticato dall'ultimo ballo si era messo a bordo della piazza, sotto una colonna.
Come se quella fosse un enorme palcoscenico e lui era rientrato nelle quinte. 
Un palcoscenico!?...in fin dei conti Venezia era stata un enorme palcoscenico nella Storia,sia economica che politica, dell'Italia... anzi, di tutto il mediterraneo.
Feliciano sorride a quel pensiero e si fissò sulla folla che si stava preparando al ballo.
Una maschera che era uscita da un gruppetto,si avvicinò a Feliciano, e all'ultimo passo, fece risuonare più forte il tacco sul pavimento attirando l'attenzione del Italico.
Feli sobbalzò lievemente spaventato
Questi si inchinò porgendo una mano guantata di bianca seta a Feli e sorridendo con gli occhi dietro la mascherina.
Due occhi azzurri come il cielo d'estate che fecero fremere Feli di... nostalgia?

La maschera attese, voleva ballare. Sul momento Feli non si mosse, ma ripreso, sorrise, era stanco e non ne aveva più voglia, ma altrettanto non voleva essere scortese e rifiutare direttamente e il ballerino se ne accorse.

<< Per Venezia! >>

Pronunciò la voce giovanile, ma decisamente virile da sotto la mascherina e Feliciano non potè che sciogliersi a quella richiesta, sospirando fintamente offeso, ma con un sorriso divertito suille labbra,  prese la mano e si lasciò condurre in mezzo alla folla di maschere, tessuti e colori che pian pianino si stavano inscurendo per il lutto della giornata morente.
Gli sembrava tutto come un ricordo antico... un déjà vu ...
Due passi in punta di piedi e una giravolta ed eccoli pronti per iniziare.

Quando carica d'anni e di castità 
tra i ricordi e le illusioni 
del bel tempo che non ritornerà, 
troverai le mie canzoni, 
nel sentirle ti meraviglierai 
che qualcuno abbia lodato 
le bellezze che allor più non avrai 
e che avesti nel tempo passato.


Venezia vorticava intorno a Feliciano e le piume gli sollettacavano il volto.
Stretto tra le braccia dello sconosciuto si sentiva saldo e sicuro di non cadere, quindi si rilassò e lasciandosi guidare in quel ballo estatico che ogni volta gli provocava la musica del carnevale.

Manon ti servirà il ricordo, 
non ti servirà 
che per piangere il tuo rifiuto 
del mio amore che non tornerà. 

Ma non ti servirà più a niente, 
non ti servirà 
che per piangere sui tuoi occhi 
che nessuno più canterà. 
 

1,2 e 3; 1, 2 e 3; 1, 2 e 3;

Una giravolta e poi un'altra.
Feli inciampò nel vestito e fu solo grazie alla prontezza del compagno di ballo, che lo prese e lo strinse contro il suo petto sorreggendolo, che non
 rovinò a terra.
Il profumo di sapone, pelle e ferro invase le narici, un misto che non sentiva da tanto tempo, dal rinasciemnto più o meno, aprì piano gli occhi e un liccichio sotto l'apertura della camicia attirò la sua attenzione.
Sostenuto dal compagno si rimese in piedi e nel mentre Feli fece scivolare fuori dal costume una piccola catenella d'orata con una croce anch'essa d'oro e un anoressico cristo appeso sopra.
Una croce banalissima, come tante altre in quel paese sotto la religione cattolica, ma che nel contesto fece sussultare l'Italia del nord, che fisso nuovamente gli occhi color del cielo sotto la mascherina.
Lui si mosse, avvicinandosi e spingendo indietro un Feliciano frastornato, e poi allontanadosi e tirandoselo dietro. Avanti e indietro, finchè Feliciano, appoggiatosi nuovamente alle sue braccia non ricominciò a ballare

1, 2 e 3; 1, 2 e 3; 1, 2 e 3;

Ma non ti servirà più a niente, 
non ti servirà 
che per piangere sui tuoi occhi 
che nessuno più canterà. 

Vola il tempo lo sai che vola e va, 
forse non ce ne accorgiamo 
ma più ancora del tempo che non ha età, 
siamo noi che ce ne andiamo 
e per questo ti dico amore, amor 
io t'attenderò ogni sera, 
ma tu vieni non aspettare ancor, 
vieni adesso finché è primavera.
 

Gli ultimi passi e con il fiato corto, stretto da quelle braccia forti e coperte di velluto per il leggero fresco primaverile la musica si fermo.
Un'ultima giravolta e Feliciano allungo la mano per prendere quella del suo compagno di ballo, ma questi non la prese sfiorandola soltanto, lasciando a Feli l'unica possibilità di continuare la giravolta, ma quando la completò lui non c'era più, fagocitato dalla folla colorata e festante.
Lasciato solo in mezzo alla folla con un senso di vuoto, Feli fissava ebete dove prima stava la maschera.
Passato il momento di smarrimento, sorrise. Quella maschera conosceva la magia di Venezia, per questo se ne era andato senza dire niente... lasciandolo con solo il ricordo del suo profumo e quello di un sogno non finito.

  
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