Salve
a tutti, ho
deciso di scrivere questa breve storia su Jefferson, il cappellaio
matto, perché lo ritengo un personaggio veramente molto
bello e
spesso sottovalutato, in favore di personaggi più presenti,
come
Tremotino... quindi ecco uno spazio tutto per lui.
ATTENZIONE,
questo racconto contiene degli spoiler sul finale della prima
stagione.
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Non sapevo come iniziare questa lettera e se questa potesse essere definita una lettera, quindi non voglio iniziare con un 'cara'... non credi che sarebbe troppo formale?
Ti
voglio bene e, ho atteso così tanto
questo momento, che mi sembra di essere diventato realmente matto e
non solo disperato... quel soffio magico, non lo avevo mai sentito,
ma sapevo perfettamente di che cosa si trattava, avevo sognato per
così tanto tempo quel momento da iniziare a ballare con la
follia.
Mi dispiace averti lasciata da sola a casa quel giorno e
d'aver raccolto il mio cappello per fare quel ultimo lavoro. Avevo
promesso a tua madre che non avrei più preso in mano il
cappello e
mi sarei preso cura di te, ma sono stato troppo debole e non sono
riuscito a vederti vivere nella miseria e, mi pento della mia
debolezza ogni singolo giorno della mia vita.
Quando Regina ha passato la porta con suo padre mi è crollato tutto il mondo addosso e sono quasi diventato matto, anzi, lo sono diventato proprio, non potendo più proteggerti, ne giocare con te a prendere il tea... sai, era proprio buono quel tea.
Ho tentato di ritrovarti, cercando di creare un altro cappello identico a quello che mi aveva portato in quel mondo, ma evidentemente la magia del cappello non poteva essere riprodotta nel mondo della regina di cuori, ogni mondo ha le sue regole.
Il
tuo papà ha fatto delle brutte cose
nel tentativo di poterti riabbracciare di nuovo e sentire la tua voce
che mi chiede se voglio prendere il tea con i tuoi pupazzi, ma spero
che tu riuscirai a perdonarmi, perché ne ho veramente
bisogno,
perché finalmente
ci potremmo rincontrare bambina mia.
Finalmente tutti i miei
sforzi verranno ricompensati, non sarò più
costretto a vedere un
altro uomo chiamarti ‘figlia’.
Finalmente
potremmo stare assieme come
padre e figlia, da quella volta e non credere che non abbia capito il
mio errore, forse è anche per quello che sono diventato
matto.
Mi
dispiace tutto quel tempo, prima della maledizione, in cui hai dovuto
cavartela da sola, avevo promesso a tua madre che mi sarei preso cura
di te, ma i soldi alla fine hanno vinto e me ne pento, spero solo che
in questo mondo, adesso che la maledizione è stata spezzata
(proprio
dal amore di un genitore per il proprio figlio) io possa essere il
padre che ti sei sempre meritata mia piccola Grace, mio cuore, mia
vita.
Con amore il tuo papà