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Autore: snow nymph    27/05/2012    5 recensioni
AU | Florist!Kurt | Klaine
Kurt è un fioraio con una cotta stratosferica per Blaine, affezionato cliente non sempre troppo sveglio.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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One-shot liberamente ispirata  a questo gifset.
http://dont-stab-darren.tumblr.com/post/20329226923/klaine-au-kurt-is-a-florist-who-has-a-hopeless
(scena contenuta nella seconda parte)

I fiori e il sole sono la sola bellezza che renda tollerabile la vita.”

V. Brocchi



-Il bouquet? Certo, è pronto. Gli altri fiori, dici? No, no, nessun disturbo, non è stato difficile trovarli...-
-Non è stato difficile, dopotutto sono solo in via d'estinzione...-
-Taci, Rachel. Cosa? No, Blaine, non parlavo con te. Sì, allora va bene. Come, oggi? Certo, vieni quando vuoi. A presto!-
Kurt chiuse la chiamata e rimase immobile per un istante, fissando il telefono. Poi si voltò di scatto, guardandosi intorno, in preda al panico.

-Rachel! Rachel! Dove sono le peonie bianche? Dove diavolo sono quelle maledette peonie bianche?-
Rachel si sporse per prendere un gigantesco bouquet candido che si trovava davanti ai loro occhi.
-Eccole, eccole! Sei diventato cieco, oltre che mezzo rimbecillito? E datti una calmata, Kurt, o ti scoppierà un'ulcera-

Kurt non la ascoltò e le strappò i fiori di mano, correndo verso il bancone e sistemandoli meglio che poteva.
-Perché ti agiti tanto?- chiese Rachel, appoggiando i gomiti sul legno, -lo sai che ha sempre apprezzato le tue composizioni...-

Kurt evitò il suo sguardo, aggiungendo un nastro rosso al bouquet. -Agitato? Non so di cosa tu stia parlando-
Rachel sbuffò. -Oh, andiamo, lo sai benissimo. E' da quando Mister Occhi-da-cucciolo ti ha chiesto di occuparti delle composizioni floreali per il matrimonio di sua sorella che non ti dai pace. Come adesso. Solo perché ti ha chiamato per dirti che verrà a vedere il bouquet non vuol dire che spunterà come un fungo da un momento all'altro...- 

-Non sono agitato. Solo, ecco, ci tengo a fare bella figura. Dopotutto, è un cliente affezionato.-
-E tu regali anonimamente camelie a tutti i tuoi clienti affezionati?-

Colpito e affondato. Kurt guardò male l'amica e collega, poi decise di fare finta di non aver sentito la domanda, cosa abbastanza facile dato che proprio in quel momento la porta del negozio di fiori si aprì, lasciando entrare un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi più espressivi che Kurt avesse mai visto.
Quando individuò Kurt dietro il bancone, il ragazzo si aprì in un sorriso che sembrava contenere il sole e si avvicinò verso di lui, mandando il povero fioraio in iperventilazione.

-Blaine! Sei arrivato... in un attimo!-
-Buongiorno, Kurt. Rachel. Sì, ero nelle vicinanze e... è un problema?-
-Affatto- intervenne Rachel -i fiori sono prontissimi.-
-Grazie al cielo. Helen mi sta facendo impazzire, con l'avvicinarsi della data del matrimonio è dieci volte più isterica del solito...-
Kurt scoppiò a ridere in maniera palesemente forzata, per poi smettere di colpo vedendo l'espressione interdetta di Blaine. Rachel alzò gli occhi al cielo, e Kurt cominciò ad arrossire in zona orecchie. Perché ogni volta finiva per fare la figura dello stupido?

Rachel lo guardava come se si stesse chiedendo la stessa identica cosa. Blaine si era un attimo fermato a contemplare degli esemplari di piante grasse vicino all'ingresso, quindi Rachel ne approfittò per avvicinarsi a Kurt.
-Allora- gli sussurrò piano, per non farsi sentire, -quando gli chiederai di uscire? Ormai stai diventando ogni giorno più patetico, finirai per esaurire la scorta di saliva a furia di sbavargli dietro...-
-Taci, Rach- sibilò Kurt, allontanandola il più possibile dalle orecchie di Blaine. -Non posso chiederglielo così, su due piedi! Non so neanche se è gay!-

-Potresti cominciare chiedendogli questo, no?-
-No. Non funziona così, cielo... penserebbe che glielo chiedo perché mi interessa. -

-Ma infatti a te interessa-

-Sì, ma... oh, Rachel, lasciami in pace. Io non sono tipo da buttarmi così, preferisco un corteggiamento più soave e pacato... a proposito, vai a fare quella cosa, prima che esca dal negozio.-
Rachel ridacchiò. -Ancora? Ma cosa ci concludi, Kurt?-
-Tu fallo. Per favore-
-Va bene, va bene, vado.- Rachel guardò l'amico, sorridendo.
-Sei proprio un romanticone.- disse, e gli diede un buffetto sulla guancia prima di uscire dal retro del negozio.
-Davvero, Kurt?- . Blaine era riemerso dal suo tour de force tra le piante grasse e si era appoggiato al bancone davanti al fioraio, sorridendo. -Ah, che bello, ormai sono pochi gli uomini che sanno cos'è il romanticismo...-

Kurt sobbalzò, preso alla sprovvista. -Rachel esagera sempre,- disse, maledendo mentalmente l'amica -io penso di essere più un uomo... ecco...-
Oddio, cosa poteva dire per sembrare interessante? Blaine lo guardava, invitandolo a continuare, con quegli occhi così luminosi e grandi che stavano letteralmente uccidendo i pochi neuroni di Kurt.

-Sì, insomma... un uomo... duro...-

-Duro?- ripeté Blaine, divertito.
Beh, si, in effetti poteva suonare strano. Ottima scelta di parole, Kurt.
-No, volevo dire... più virile che...-

Cielo, Kurt, smettila di parlare. Adesso, prima di perdere anche la poca dignità che ti è rimasta.

-...che sdolcinato, ecco. Non farei mai cose da diabete. Tipo... tipo regalare fiori anonimi alla persona che mi piace, ecco.-

Ottimo, Kurt. Non ti stai facendo scoprire nemmeno un po', tranquillo. In effetti, non sei tu quello che ha appena mandato Rachel a mettere fiori sulla sella della moto di Blaine, giusto? Più palese di così si muore.
Ma Blaine non sembrava aver colto i sottintesi di quell'affermazione.

-Oh- disse invece, gli occhioni da cucciolo un po' turbati, -io adoro le persone dolci. E non vedo perché non si possa essere allo stesso tempo teneri ma virili.-
-Infatti, è quello che penso anche io...-
-Ma se hai appena detto il contrario...-
Kurt si sarebbe volentieri sotterrato. Maledizione, si stava contraddicendo, e stava facendo anche la figura dell'idiota. Ma non era colpa sua. Era colpa di Blaine e dei suoi stupidi, adorabili occhi dorati.

-So cosa ho detto, ma mi sono solo... espresso male. Non volevo dire che non so essere dolce, anzi sono una delle persone più dolci del...-
La voce di Kurt si affievolì nel vedere l'espressione confusa ma divertita di Blaine. Fantastico, pensò il fioraio. Ora penserà che soffro di sdoppiamento di personalità, come minimo.

-Comunque- disse Blaine, forse anche per interrompere l'imbarazzante silenzio che si era venuto a creare, -è curioso che tu abbia uscito la storia dei fiori. Perché vedi...-
Si interruppe, imbarazzato e incerto se raccontare o meno.

Kurt, come se non gli interessasse più di tanto ma si sentisse in dovere di ascoltare, lo invitò a continuare.

Ovviamente pendeva dalle sue labbra.

-Sì... ecco-. Blaine arrossì, passandosi una mano sul collo. -E' da qualche tempo che ogni volta che sono qui nelle vicinanze mi ritrovo fiori sulla moto. All'inizio pensavo che fosse uno scherzo, o che qualcuno si fosse sbagliato ma è da un po' che va avanti e credo che in effetti... siano per me, ecco.-

Kurt stava praticamente sudando freddo. Cercando di mantenere un'espressione sorpresa e allo stesso tempo indifferente, chiese:
-Fa incredibilmente altri tempi, non è vero? Ok, è romantico, ma rasenta quasi la banalità...-

-No- sbottò Blaine. Kurt alzò un sopracciglio.
-Scusa, è che... insomma, io lo trovo un bel gesto. Mi fa... insomma, piacere-
Se Blaine ora era decisamente imbarazzato, Kurt doveva sembrare un pomodoro. Grazie al cielo in quel momento spuntò Rachel, che avvertì l'amico di una chiamata urgente da parte di un cliente.
-Oh, vai pure- disse Blaine, raccogliendo le sue cose in fretta e furia senza incrociare lo sguardo di Kurt, -anche io sono davvero di fretta. Passo domani con Helen per vedere il bouquet e sistemare gli altri fiori, ok?-

E senza dare a Kurt il tempo di dire niente, saettò fuori dal negozio.

Kurt guardò un attimo interdetto la porta, per poi scuotere la testa e rivolgersi a Rachel.

-Allora? Chi è al telefono?-
Rachel lo guardò perplessa.

-Nessuno, ovviamente. L'ho detto solo per toglierti da una situazione altamente imbarazzante-

D'un tratto l'espressione di Rachel si fece seria. Si avvicinò a Kurt, piano, si sollevò in punta di piedi e cominciò a toccargli i capelli.

-Rach...? Cosa...?-
-Shh- lo zittì lei, concentrata, mentre gli spostava le ciocche -stai immobile-

-Rachel, mi stai preoccupando-

-Sto solo controllando che i tuoi neuroni stiano bene, dato che prima eri più rimbecillito del solito...-

-Al diavolo!- sbuffò Kurt, allontanandosi da Rachel che ora rideva, -e io che ancora ti ascolto!-

-Beh, ma è vero! Ti giuro Kurt, sei stato assolutamente patetico...-

-Ti sei messa anche a spiarmi, ora?-
-Beh, no, ma potevo vedere il fumo uscirti dalle orecchie anche dal retro...-

Kurt alzò le mani, esasperato e sconfitto.

-Comunque, gli hai messo i fiori alla fine?-
-Sì, Kurt, li ho messi. Ora, quando la smetterai di regalarglieli anonimamente e dirgli che ti piace?-
Kurt ignorò la domanda.

Eh si, Blaine gli piaceva e davvero tanto. L'aveva conosciuto qualche mese prima, quando era entrato per la prima volta nel suo negozio per comprare dei fiori, e già allora Kurt aveva avuto modo di perdersi nell'oro liquido dei suoi occhi.

Siccome era S. Valentino Kurt aveva pensato che i fiori sarebbero stati per la sua ragazza, ma Blaine aveva chiarito, non senza un certo imbarazzo, che in realtà non era impegnato.
Allora Kurt, nel disperato tentativo di fare conversazione e intrattenere quel meraviglioso cliente, aveva constatato che certamente un bel ragazzo come Blaine doveva venire sommerso di fiori per S. Valentino.
E Blaine, ormai più rosso che rosa, aveva confessato a quello strano fioraio che in realtà lui non aveva mai ricevuto fiori, e che a lui però piacevano tanto. Poi era scappato dal negozio.

Dopo essersi congratulato con se stesso per il suo poco tatto, Kurt aveva deciso di rimediare a quel fatto e aveva lasciato un fiore -precisamente una camelia- sul sellino della moto con cui lo aveva visto arrivare, approfittando della distrazione di Blaine che si attardava a bere dalla fontana lì vicino.

Da allora Blaine era tornato spesso da Kurt, con scuse sempre poco probabili che denotavano una scarsa inventiva da parte del ragazzo, e Kurt aveva continuato a lasciargli una camelia ogni volta, facendosi aiutare da Rachel. Era il suo modo per dimostrargli che gli piaceva davvero, anche se in effetti non era proprio utile ed era mieloso quasi da dare il voltastomaco.

Ma ora Kurt non poteva più continuare così, stava diventando ridicolo. Combattuto, si avvicinò al bancone per accasciarcisi sopra, esausto. Doveva seriamente fare qualcosa per evitare l'iperventilazione ogni volta che vedeva quel ragazzo dagli occhi da cucciolo, o gli sarebbe venuto un attacco di cuore prima dei trent'anni.

Il suo cuore venne messo ulteriormente alla prova quando il suddetto occhi-da-cucciolo rifece tintinnare il campanello del negozio.

-Ah... scusa, Kurt.- disse Blaine, avvicinandosi al bancone, -mi sono accorto di essermi dimenticato le chiavi della moto. Eccole- e le prese dal bancone.
-Oh... figurati, nessun problema.- rispose Kurt.
-Sai una cosa strana?-
-Cosa?-
-Hai presente che ti dicevo che negli ultimi tempi ho trovato dei fiori sulla moto ogni volta che ero nei paraggi? Li ho trovati anche oggi! Ed è strano, perché oggi ho parcheggiato proprio nel vincolo dietro il tuo negozio, che non è esattamente sulla strada...-

Kurt sbiancò. Fai l'indifferente, fai l'indifferente. Non farti prendere dal panico. Non dire cose stupide.

-Ma dai, non starai pensando che sia stato qualcuno che lavora qui?-

Come non detto.

Blaine alzò un sopracciglio, preso in contropiede. -No,- disse, confuso, -pensavo solo che sarebbe inquietante se venissi spiato per scoprire dove parcheggio... ma, ehi!-

Gli occhi di Blaine si allargarono, quando comprese.

Kurt sentiva le goccioline di sudore farsi strada lungo la sua schiena.
Blaine gli si avvicinò, guardandolo in maniera strana, più consapevole.

-Stai dicendo che potrebbe essere... qualcuno che lavora qui? Nel tuo negozio?-

Kurt deglutì. Bene, era stato scoperto. Anzi, male.

Strinse i pugni; finalmente avrebbe saputo. C'erano diverse possibilità; la prima comprendeva un Blaine festante che gli saltava al collo dichiarandogli il suo eterno amore, di quanto anche lui si fosse innamorato a prima vista quel giorno di S. Valentino e perché non andiamo a vivere insieme?

La seconda vedeva un Blaine mortificato e spiacente che gli diceva con molta gentilezza che aveva altri tipi di interessi.

La terza era polvere, la polvere che si sarebbe lasciato dietro Blaine dopo essersene scappato a tutta velocità da quel covo di pazzi, terrorizzato.

Kurt strinse ancora di più i pugni, preparandosi all'impatto con la verità. Stava ancora aspettando che Blaine facesse tutti i collegamenti del caso e che arrivasse alla lampante scoperta, che era ovviamente lui quello che gli regalava anonimamente i fiori. Insomma, da tutte le volte che Kurt si era tradito da solo, ormai anche i muri ci erano arrivati.

Ma evidentemente aveva sopravvalutato Blaine, che ancora stava mettendo a fuoco la realtà. Ma ormai non mancava molto, Kurt poteva vedere le scimmiette nella sua teste lavorare senza sosta, vicine alla soluzione.

E infatti Blaine si era fatto ancora più vicino e guardava Kurt come se non lo avesse mai davvero visto prima. Aprì la bocca, e Kurt strinse gli occhi, preparandosi.

-Cielo. Io... lo sapevo.-
Kurt deglutì.

-Ho sempre pensato che Rachel mi guardasse con un po' troppa insistenza ogni volta!-

Kurt spalancò gli occhi di colpo, incredulo.
-Co...cosa?-
-Andiamo, Kurt, non fare il finto tonto... ormai l'ho scoperto. Tranquillo,- e gli fece l'occhiolino, -non dirò a Rachel che me l'hai detto!-

Kurt non sapeva se ridere o piangere. Quel ragazzo era maledettamente, indiscutibilmente, irrimediabilmente tonto.

Beh, gli era andata bene.
Kurt lanciò uno sguardo a Rachel, che era nella saletta accanto beatamente ignara di tutto, e pregò i santi che non le venisse in mente di unirsi alla conversazione.

Blaine captò l'occhiata e la prese come una conferma alle sue supposizioni.

-Wow,- disse, -allora è davvero lei. In realtà speravo...-

Le orecchie di Kurt si drizzarono subito. -Cosa?-
-Niente, niente- disse Blaine in fretta. -Comunque puoi... farmi un favore?-
-Certo-

-Dì a Rachel che ho apprezzato tantissimo i fiori e che mi hanno fatto sentire davvero lusingato ma che... insomma, non posso accettare la sua corte.-
Kurt alzò un sopracciglio, aspettando che continuasse. Blaine si passava una mano sul collo, evidentemente in imbarazzo.

-Non è per lei, assolutamente. E' solo che io... beh, sono gay.-

Kurt rimase immobile. 

Fece cenno a Blaine di aspettare un momento, poi si portò una mano al naso, tappandoselo, chiuse la bocca e cercò di espirare forte.

Blaine lo guardava scioccato, ma Kurt non ci fece caso; aveva davvero bisogno di stapparsi* le orecchie per essere certo di aver sentito bene.
Il ragazzo di cui si era preso una cotta stratosferica gli aveva davvero detto di essere gay? Kurt si sarebbe volentieri messo a urlare dalla gioia, o a inginocchiarsi e chiedergli di sposarlo.

-Beh, io vado allora- disse Blaine, ancora perplesso, accennando un saluto con la mano, -a domani, Kurt-

-A... a domani-

Kurt aspettò che il ragazzo uscisse, per poi catapultarsi da Rachel.

-Ho bisogno del tuo aiuto. Devo riuscire a conquistare Blaine Anderson.-









*stapparsi: oddio, qua mi è venuta una crisi. Da me si dice "stuppare" le orecchie, ma quando OpenOffice me l'ha sottolineato ho fatto qualche ricerca e sembra che si dica proprio "stappare". Che, a mio avviso, non rende per niente l'idea. Ma comunque ci siamo capiti no? E' quando ci si vuole liberare le orecchie, solitamente dopo i cambiamenti di pressione


Note:
Allora... questa storiella è di un solo capitolo, ma siccome era abbastanza lunga e non volevo correre il rischio che qualcuno si addormentasse, l'ho divisa a metà. La scena del gifset è nella seconda parte, che arriverà tra due giorni. Hope you like it.

  
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