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Autore: Raphael_15    27/05/2012    1 recensioni
Raccogli una piuma ogni volta che la vedi, perché è scesa dal cielo, la meta a cui si deve anelare.
Sergio Bambaren
Genere: Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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amaranth capitolo 2

Mi svegliai. Molto probabilmente ero svenuto. Uno strato spesso di neve mi ricopriva il corpo. Sotto le dita percepii sia il freddo del suolo sia la vischiosità del sangue coagulato. Strizzai gli occhi e mi alzai sui gomiti. Sotto di me un oceano rosso di sangue. I capelli bagnati erano sporchi così come ogni centimetro della mia pelle. Un suono prolungato e assordante mi trapassò le orecchie. Si stava risvegliando. Lui: il Passeggero Oscuro, si stava svegliando. Una serie di immagini invasero la mente provocandomi una serie di fitte al corpo. Mi contorsi per il dolore crollando lentamente verso la pazzia “Quella voce.” Dissi sfiorando il suolo. Si era risvegliato.

“Oceano di sangue, brutto ricordo Vaan. Quanti anni avevi la prima volta che hai visto il sangue? Sette o otto? Riportiamolo alla memoria insieme!” il Passeggero oscuro si agitava.

 La neve improvvisamente assunse un aspetto regolare e geometrico. Allucinazioni, pensai affondando le unghie nella neve “Marmo, percepisci il freddo del marmo, Vaan? Scommetto che stai cercando il modo di farmi allontanare da te. È inutile agitarsi tanto. Io sono dentro te.”disse prendendosi gioco di me.

“Madre” dissi guardando  la figura davanti ai miei occhi. “Mamma” ripetei. “Tutto, ma non questo- urlai da dentro la mente- Ti prego.” Al cielo mattutino si fece largo la notte. Davanti a me ritrovai mia madre. Avevo sei anni. Un uomo la teneva stretta a se con un braccio intorno al collo, come a strozzarla e un coltello nell’altra a mezz’aria pronto ad ucciderla. Stava piangendo e si agitava contro l’aggressore. Guardai i suoi occhi verdi ,arrossati per le lacrime. Iniziai a  piangere e invocare il suo nome come una litania.

 “Tesoro, guardami. Valerius, guardami!”disse cercando di non piangere. Sorrideva come a indicarmi che andava tutto bene.      ” Chiudi gli occhi e non aprirli. Ti prego.” Il coltello sfiorò la sua pelle segnandola di rosso. Non ebbe il tempo nemmeno di esalare l’ultimo respiro  che morì dissanguata. I lamenti furono bloccati da una mano sulla bocca, come per compassione. Avevo disobbedito: l’avevo vista morire.  Persi i sensi.

Ritornai alla realtà. La notte aveva lasciato posto al sole di mezzogiorno. Smise di nevicare. Il Passeggero Oscuro si era rintanato della mia mente come un serpente sotto un masso. Con lentezza mi alzai avviandomi verso la fonte. I corvi stavano ripulendo la carcassa del leone. Gracchiarono quando entrai nel loro campo visivo. Arrivai, una lastra spessa di ghiaccio la ricopriva. Con un pugno ben assestato la frantumai. Tolsi la camicia bianca gettandola lontano da me. Tutto il torace era ricoperto si sangue. Entrai nella fonte liberando la mente da tutti i pensieri che mi assillavano: in primis il Passeggero oscuro,il mio copilota.  L’acqua ghiacciata sfiorò la pelle del mio torace facendomi gemere. Un livido giallognolo emergeva in tutta la sua bellezza. Aveva una forma vagamente sferica. Una zampa di leone, pensai toccandola. Mi immersi interamente. A contatto con i capelli ,l’acqua si colorò di rosso. Camminai sul fondale fino a quando non mi mancò da sotto i piedi. L'acqua bagnava i miei capelli rossi ,sollevandoli come un aureola. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla corrente torrenziale. Toccai il fondo: mi sentivo pulito ,nuovo. Nuotando ,raggiunsi la sponda opposta della fonte.
 Risalì fino a rompere con la testa il ghiaccio più sottile vicino alla riva. Il sole brillò più intensamente rivelando un bagliore sul fondale. Lo seguii con lo sguardo. Era immobile ma si librava  liberamente tra il liquido diaccono. Presi fiato e lo raggiunsi. Sussultai dallo stupore. Era un ciondolo dorato. Ma non fu questo ad attirare la mia attenzione ma chi lo portava: una ragazza. Afferrai con una mano il braccio esile e cadaverico del corpo fino a farlo riemergere dai sassi e dalle alghe. Lo trasportai fuori appoggiandolo sul ghiaccio. Riemersi. Il corpo pesava ma non più di tanto. Apparteneva ad una ragazzina si più o meno 19 anni. Il medaglione cadde sul petto. Capelli neri e occhi chiusi facevano da cornice a un corpo alto ma esile tempestato di lividi buastri. Le labbra esili e viola erano aperte come a indicare che era morta per soffocamento. Improvvisamente il Passeggero Oscuro riemerse dalle profondità. “L’abbiamo già incontrata, vero Piccolo mio? Quello che volevi si è avverato. La volevi vedere morta una volta per tutte. È per colpa sua che ora ti nascondi come un lurido verme!” rise.   La guardai da lontano, con una certa riluttanza. La somiglianza era impressionante. Aveva ragione. Odiava ammetterlo ma aveva ragione. Strinsi i pugni.
L'avevo già incontrata prima d'ora, la volevo morta più di ogni altra persona.
"Dove essere solo uno scherzo del destino." Pensai razionalmente. L’odio mi invase.
Contrassi la mascella. "Selene!"

  
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