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Autore: Yukotan    27/05/2012    5 recensioni
'Kai' è diverso da tutti: per qualche strana ragione è stato scelto come 'guardiano' di qualcosa (gli dicono della Terra stessa) e adesso ha dovuto abbandonare tutto e tutti per stare con altri 11 ragazzi che hanno delle capacità particolari come le sue.
Ha appena iniziato questa nuova vita, si sente solo, ha bisogno di ritornare indietro.
Solo gli altri 'guardiani' possono aiutarlo, e trova supporto in uno di loro in particolare.
[Tao/Kai, accennato HunHan, Baekyeol]
[Ispirato all'mv 'MAMA']
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1.


Kai guardò il paesaggio che gli stava di fronte.
Era sul tetto di un grattacielo e il vento gli scompigliava i capelli con violenza.
Sospirando, inclinò la testa ed in lontananza vide un drago spalancare le ali tra le fiamme ed il fumo che lui stesso aveva creato.
Non c'era pericolo: Kris sapeva cosa stava facendo, e vivere invisibili agli occhi altrui era un dono e una condanna che gli assicurava l'assoluta segretezza.
A Kai non piaceva questa cosa, e per questo si rendeva visibile piuttosto spesso.
Dopotutto inizialmente era un umano, prima di ritrovarsi la vita mischiata a faccende che non avrebbe mai potuto immaginare.
Insomma, a cosa diavolo serviva uno che sapeva teletrasportarsi in una squadra per mantenere l'equilibrio sulla Terra? A niente.
Era completamente inutile.
L'unica cosa di cui era felice è che avrebbe potuto dialogare con tutti i suoi compagni di avventura, come piaceva chiamarli.
Mentre loro sarebbero stati quasi tutti soli, lasciati a continuare qualcosa di non malleabile, di astratto.
Di sconosciuto persino a loro, che avevano il destino delle persone nelle loro stesse mani.
Sapeva solo che erano in dodici, ognuno con un'abilità diversa.
E che era l'unico in grado di potersi muovere a suo piacimento per tutto il pianeta.
Erano tutti divisi: nessuno incontrava gli altri.
La cosa che gli accomunava, l'unica, era che erano tutti ragazzi, in precedenza con una vita che avevano dovuto interrompere bruscamente.
Vicino a lui arrivò Kris, che possedeva la capacità di volare. Avere un drago aveva i suoi lati positivi, cioè quello di sembrare potenti ed inscalfibili.
Che poi lo fosse realmente, non lo sapeva.
"Quanti ne mancano ancora?"
Kai lo guardò annoiato. Già, non tutti i 'guardiani' si erano rivelati.
"Un paio, quello della clessidra e l'altro con il segno pieno di cerchi…" Spiegò con una smorfia.
Certo che quello non poteva essere più misterioso, che razza di segno era?
Kris annuì, incrociando le braccia.
"Saranno i più difficili da trovare." L'altro lo guardò curioso.
"Perché?"
Il ragazzo più alto si mise sul bordo del tetto, pronto a saltare per andarsene. "Non si trovano su queste terre, ma in una dimensione diversa: controllano cose troppo lontane per noi e gli umani."
Senza dire altro, Kris si buttò e volò via.
Kai sospirò di nuovo, e con uno schiocco delle dita sparì per andare altrove. 

"Luhan lo troverai presto." Mormorò Sehun seduto sulla sua sedia.
"Chi?"
Il più piccolo guardò in lontananza, mentre intorno a loro si alzò un forte vento.
"Quello con il segno strano. Lui ci può vedere tutti… ma usa la telecinesi." Spiegò tranquillo.
Kai aggrottò le sopracciglia. "Tu come fai a saperlo?" Domandò avvicinandosi appena.
Il vento era sempre più forte, e si era fatto freddo.
"L'ho visto con i miei occhi. Il giorno dopo che ha scoperto i suoi poteri, è sparito."
L'unico rumore in quel deserto fu quello della raffica, che non infastidiva Sehun.
Dopo lunghi attimi di silenzio, riaprì bocca.
"Quando lo vedi, digli che sto bene."
Kai sparì con un sorriso triste sul viso. 

Scoprì che Sehun aveva effettivamente ragione, così come Kris, quando si ritrovò in un luogo completamente nero; di fronte al suo piede rotolò una sfera, e Kai sussultò appena nel vedere un ragazzino dalla faccia di porcellana.
"Ciao Kai, ci hai messo un po' ad arrivare." Lo salutò quello con un piccolo sorriso.
Con un cenno della testa, Kai si teletrasportò più vicino. "Luhan." Disse soltanto guardando le sfere fluttuare nel nulla.
L'altro parve sorprendersi.
"Sehun vuole farti sapere che sta bene." Continuò facendo qualche passo.
Luhan serrò la bocca e chiuse gli occhi, strizzandoli.
Le sfere si incrinarono rumorosamente.
"Non è giusto." Sussurrò quello coprendosi il viso.
"La giustizia non è fatta per nessuno di noi dodici."
Kai sparì di nuovo. 
Non sopportava la vista di qualcuno che piangeva, perché sapeva che anche lui, alla vista delle lacrime, sarebbe scoppiato a singhiozzare senza riuscire più a fermarsi. 

Passò molto tempo prima che si potesse ritrovare in un altro luogo buio.
Quello che lo incuriosì, fu la pioggia incessante di petali, che aveva finito per coprire il pavimento.
Perché sì, era un pavimento, e quella allora era una stanza infinita.
Avanti a lui, intravide un ragazzo, che indossava una maglia rossa; risaltava, in tutto quel nero.
In mano aveva una specie di spada, e guardava in alto mentre pensava a chissà cosa.
"Buongiorno." Salutò quello spostando lo sguardo su di lui.
Kai gli si mise di fronte. "Come fai a dire che è giorno?"
Gli occhi taglienti del ragazzo brillarono appena, e la bocca si alzò appena in un sorriso sereno.
"Perché io possiedo il tempo." Disse alzando il palmo di una mano.
Un fiore gli cadde proprio sopra.
"Per te." Mormorò dandoglielo.
Kai lo prese in mano e lo annusò.
"Ha un buon profumo!" Esclamò alzando lo sguardo. "Tu come ti chiami?" Continuò accarezzando i petali morbidi.
"Io sono Tao, piacere." Rispose il giovane.
Attorno a loro, i petali si fermarono in aria.
"Io sono… Kai." Disse con voce bassa, osservando i dintorni.
Kai non era il suo vero nome: in realtà, lui era Jong In, ma aveva lasciato quell'identità appena aveva ricevuto un gioiello con il suo simbolo, il vortice rinchiuso in un triangolo.
Jong In era morto. Non ne voleva più sentir parlare. Non doveva più esistere.
"Non ti annoi, in questo posto?"
Tao rise appena. "Un po'…" Ammise, prendendo un respiro.
"Se verrai più spesso, mi farai sentire un po' meglio. Sono così solo, in questo nero…"
Kai sentì qualcosa rompersi, dentro di lui, e parve ricordarsi che ognuno di loro, una volta, aveva una vita abbastanza normale, con una famiglia, degli amici, magari una scuola o un lavoro da seguire e chissà, magari anche un amore che avevano dovuto abbandonare.
Si accorse che gli era scivolata una lacrima dagli occhi solo quando Tao la prese su un dito.
"Ho lasciato tante cose… ma non significa che posso trovarne delle altre." Sussurrò il giovane accarezzandogli una guancia.
Kai tirò un po' su con il naso, e si asciugò gli occhi con una mano, quasi furiosamente.
Non gli piaceva mostrare il suo lato debole, ma almeno Tao non sembrò voler fare domande.
Si sentì di nuovo a casa, in un certo senso.
Quella volta, non sparì all'improvviso, ma salutò con un bacio sulla guancia e un piccolo 'grazie' nascosto in quel gesto. 

In un momento di pazzia, era andato a guardare di nascosto la sua famiglia e i suoi vecchi amici, e trovò il suo hyung più caro piangere silenziosamente guardando una foto.
"Perché sei morto, Jong In?"
Senza sentire più nient'altro, cadde sulle sue stesse ginocchia, con il battito del cuore che gli riempiva la testa.
Lui non avrebbe potuto immaginarlo, che 'Jong In' fosse morto davvero.
Pensava che prima o poi sarebbe potuto tornare indietro, riabbracciare tutti quanti.
Non era così, perché ormai esisteva solo 'Kai'.
Iniziando a piangere, si rialzò e barcollò lontano, per poi teletrasportarsi senza pensare ad una destinazione.
Cadde di nuovo a terra, schiacciato dalle sue stesse emozioni.
Non riusciva a pensare a nulla. 
La vita che voleva indietro non poteva più esistere, e poteva solo fare quello che qualche sconosciuto gli aveva detto che doveva fare.
La vista era offuscata, ma vide una figura avvicinarsi con velocità.
"Kai, Kai! Cosa ti prende?!" Era Suho, il guardiano dell'acqua, ma in quel momento non gli interessava nessuno, voleva solo sprofondare nel vuoto con la sua tristezza e solitudine.
Scuotendo la testa con forza, lo allontanò da sé, senza smettere di continuare a piangere.
"No, no… lascia perdere!" Esclamò con la voce tremolante.
Chiuse gli occhi, e si sentì trasferire altrove.
Tastando il pavimento, sentì qualcosa di morbido.
Socchiuse gli occhi e notò che era tornato da Tao, molto stranamente.
Poi svenne, sentendo delle braccia forti stringerlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:
Cosa ne pensate? Adoro le fic con temi del genere, perciò ne ho scritta una ispirata all'mv 'MAMA', che mi ha colpito moltissimo.
In ogni caso questa fic sarà più corta di 'Flying'. ^^
Per il titolo, mi sono ispirata all'omonima canzone dei Daft Punk! ^O^
Che cosa ne pensate? Sono piena di idee, adesso mi sto buttando anche nelle fic in inglese, perciò chissà che leggiate anche le mie! *O*
Questa la aggiornerò con molta più lentezza.
Fatemi sapere che cosa ne pensate di questa prima parte! <3 

   
 
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