L’oro della Leggenda

Poteva anche essere definito un sogno quello che Freezer tanto agognatamente si dilettava a inseguire.

Ovviamente, il termine “sogno” ,in quel caso, poteva apparire quasi riduttivo, sempre se “sogno” poteva essere considerato il voler diventare l’assoluto Signore di un universo che già ,per suo personale capriccio, quasi del tutto sottostava al suo tirannico predominio.  

Sensazionale, era vedere quell’orda di soldati senza cervello, rubati ai loro natali, prostrarsi ai suoi piedi e pronti a scatenare stragi e carneficine di fronte a un suo cenno, come marionette che si muovevano al suo solo schioccar di dita, malignamente consapevole di avere il pieno controllo non solo delle loro azioni ma anche delle loro miserabili vite, come fosse un Dio.

Sciocco, era anche il solo dubitare che un giorno il Principe di una terra già morta potesse distruggerlo, strozzandolo con la sua lunga coda villosa, simbolo della sua razza di belve indomabili.

Era così incline al masochismo ,quel piccolo quanto raro cucciolo da circo, da fargli quasi pena mentre ostinato e orgoglioso ,senza pronunciare parola ma con quei suoi occhietti nero pece da predatore affamato, già alla tenera età di sei anni gli dimostrava esplicitamente la sua cocciuta volontà di vederlo schiacciato ai suoi piedi in una pozza di sangue vermiglio.

Se quel giorno mai fosse arrivato, si disse, avrebbe di gran lunga preferito morire avvelenandosi con il suo stesso veleno, piuttosto che vedersi ridotto come dessert di una scimmia senza né regno né popolo con indosso una tiara invisibile.

Seccatura di cui era davvero difficile liberarsi quei saiyan, così stupidamente convinti della loro superiorità da continuare a commettere il fatale errore di sottovalutare l’avversario, affidandosi ai racconti di una vecchia leggenda ,vera quanto la sua bontà d’animo, che vaneggiava su un Guerriero imbattibile, dalla potenza ineguagliabile, che un giorno avrebbe restituito loro la libertà di cui lui li aveva privati, accecandolo con la sua immensa e immonda aura; perfino Vegeta ci credeva, lui che era destinato solo all’oblio e al buio fitto e straziante della morte.

Oro: fu quella strana tonalità di luce ,così abbagliante e ruggente, a gettarlo nella dolorosa consapevolezza di aver visto con i propri occhi, anzi di aver causato egli stesso, il realizzarsi delle fallacità di quella Leggenda, delle baggianate sull’oro del Super Saiyan che avrebbe una volta per tutte messo fine alla sua Era, condannandolo ad un’oscurità eterna senza possibilità di ritorno, mentre il suo nemico si ricopriva del glorioso colore della sua rivincita.

FINE