“Cancellami
dalla tua vita”
Silenzio,
il buio invadeva la stanza, soltanto un leggero fascio di luce riesce a
filtrare dalla piccola fessura nella veneziana. Nell'aria l'odore di
una sigaretta
spenta da pochi minuti, un paio di scarpe da ginnastica abbandonate sul
pavimento, una tazzina di caffè appena fatto, un profumo da
uomo della marca
più famosa.
Un'ombra
sdraiata sul letto, cuffie nelle orecchie, sfoglia una rivista che non
potrà
leggere per via della penombra. Si alza lentamente trascinandosi alla
finestra,
senza far rumore alza la veneziana mentre la luce giallastra di un
lampione
rischiara leggermente la stanza. Ritorna al suo posto e riprende in
mano la
rivista continuando dall'esatto punto in cui si era interrotto.
“Cancellami
dalla tua vita”
Cerca nelle tasche dei pantaloni il cellulare, non lo trova. Chissà dove l'ha lasciato. Allunga la mano verso il comodino tastando qua e là finche non urta qualcosa che cade a terra in un tonfo metallico. Lo raccoglie, accende il cellulare e controlla gli sms ricevuti. Nessun nuovo messaggio. Forse ha chiamato: no, il suo numero non compare tra le chiamate perse. Come posso aspettare che mi chiami? Forse dovrei chiamarla io.
“Cancellami
dalla tua vita”
Quelle
parole pensate qualche ora prima pesano tonnellate ora. Forse non
è stata
davvero la cosa giusta da fare, forse non era nemmeno l'unica come
invece si
era imposto di credere. Forse c'era un'alternativa.
E
ora che dubbi e rimorsi gli circondano la mente, nemmeno il suo
pensiero lo
rassicura. Eppure lo aveva sempre fatto. Ogni volta che era triste,
ogni volta
che era arrabbiato lei gli era sempre vicina. Ma ora lei non
c'è. Ora lei è
persa, forse per sempre.
“Cancellami
dalla tua vita”
Come ho potuto pensare di chiedertelo quando nemmeno io riesco a farlo? Cancellarti, come una scritta a matita su un foglio bianco. Basterebbe una semplice gomma e scompariresti per sempre, perchè anche se ti ridisegnassi non saresti mai esattamente la stessa. Ma probabilmente la tua era una scritta indelebile perchè questa gomma non sta cancellando un bel niente. Ma che fine hanno fatto tutti i miei buoni motivi? Ora, se ci ripenso, mi sembra talmente stupidi. Li scorro tutti, senza tralasciarne nemmeno uno. Non ce né uno che regga. Perchè me ne rendo conto solo ora? Uno poi era particolarmente ridicolo. “La lascio perchè sono innamorato di lei”. Una stronzata. Prendo il cellulare, scrivo un messaggio.
Se
ti dicessi che l'ho fatto per il tuo bene, non mi crederesti mai.
“Scusami,
mi dispiace”
Invio.
Messaggio
inviato.
“Scusami,
mi dispiace”
Un'altra
stanza, ma stesso buio, stesso silenzio, stesse cuffie nelle orecchie.
Un'altra
ombra. Agitata, irrequieta, cammina avanti e indietro per la stanza
inciampando
in qualche cianfrusaglia lasciata dove più era comodo. Si
porta le mani tra i
capelli mentre una lacrima le sfugge su una guancia. L'asciuga subito,
le da
fastidio quel leggero senso di appiccicoso che lascia un pianto.
“Scusami,
mi dispiace”
Ma
che significa? Prima cancellami dalla tua vita e poi mi dispiace? Io
non
capisco, che vuol dire? Mi sembra tutto una grande presa in giro. Ma io
che ho
fatto per meritarlo, dove ho sbagliato? Perchè mi lasci
così, da un giorno
all'altro, senza uno straccio di motivo? Senza una parola.
“Cancellami
dalla tua vita”
E
come potrei? Come potrei dimenticarti? Tu che sei stato così
importante e, mi
fa paura pensarlo ma lo sei ancora. Tu che mi hai preso e mi hai
insegnato
l'amore. Come posso mandare via il tuo pensiero? Come posso mandare via
ogni
cosa di te? E ora...
“Scusami,
mi dispiace”
Cos'è?
Un tentativo di pentimento? Per la prima volta non ti capisco. Io che
era
l'unica che riusciva sempre a farlo, io che sapevo sempre cosa avevi in
testa,
io che leggevo i tuoi pensieri solo guardandoti negli occhi, almeno
così mi
dicevi tu. Che è successo ora, perchè non ci
riesco più? Perchè non mi vuoi
più? Cos'è cambiato? La risposta la so. Tu. Sei
cambiato tu. Tu che ora non ci
sei più. Tu che hai voluto sparire dalla mia vita.
Come
un prestigiatore che, una volta finito lo spettacolo, se ne va
lasciando
soltanto una leggera nuvola di fumo bianco. E presto quel fumo si
confonderà
nell'aria cancellando anche l'ultima traccia del mago.
Ma
tu no. Il tuo fumo rimarrà lì, sempre
più denso fino a diventare un muro. E
ogni mattina, appena scenderò dal letto, ci
sbatterò contro.
“Scusami,
mi dispiace”
Stai
forse cercando di essere perdonato? Bè, la sai una cosa? Io
non ti perdono.
Perchè mi stai facendo troppo male. Perchè mi
lasci senza dirmi nulla, perchè
vuoi che esca dalla tua vita, perchè vuoi uscire dalla mia.
E non ne capisco il
perchè.
Chiude
gli occhi stringendo il cellulare tra le mani. Comincia a schiacciare i
numeri
senza guardarli, soltanto sentendoli. Cerca il tasto verde, lo preme.
Sa che
dall'altra parte risponderà lui.
Chiamata
inoltrata.
Brrrrrrrrrrr
Una vibrazione lontana rompe il silenzio. Non la sente, la musica nelle orecchie ne copre il suono. Rimane sul letto cantando in silenzio una qualsiasi canzone, inventando le parole come capita. Come vengono. Come meglio si adattano a lui. Poi la canzone finisce, anche l'ultima nota si spegne nelle cuffie e allora se ne rende conto. Quel ronzio che continua a vagare nell'aria. Ma da dove arriva?
Rovista
tra i libri, sulla scrivania, guarda sotto il letto, in mezzo ai cd poi
guarda
la maglietta per terra. Si muove leggermente, a ritmo col ronzio.
Brrrrrrrrrrr
Si tuffa sul cellulare. È lei. Sta chiamando. Sta chiamando me, proprio me. Anche se l'ho appena lasciata mi sta chiamando.
Rispondi.
Brrrrrrrrrrr
No.
Non posso. Vorrà sapere il perchè, avrebbe tutto
il diritto di chiederlo. Il
problema è che non lo so. Lo sapevo ma ora non lo
ricordò più. Non mi sembra
più valido. Suona solo come una grande cazzata.
Brrrrrrrrrrr
Continua a suonare. Non posso rispondere, cerca di capire. Cerca di capire tutto. Lo so, è difficile. Io non posso spiegartelo ma tu devi capire. Devi essere forte, amore.
Amore,
ancora ti chiamo amore anche se due ore fa ti ho lasciato. Ancora ti
chiamo
così perchè due ore fa ti ho lasciato ma non so
il perchè.
Smette
di vibrare.
Ci
rinunci? Rinunci anche a me? No, non farlo, per favore. Ti prego, non
puoi
lasciarmi andare così. Non voglio perderti. E solo ora mi
rendo conto che
l'unica cosa che avrei dovuto fare era risponderti. Prendere quel
cellulare
vibrante e rispondere. Perchè diavolo non l'ho fatto? Tu
volevi parlarmi, lo
volevo anche io. Perchè non ho risposto? Chissà
che volevi dirmi. Sento
l'irrefrenabile curiosità di saperlo ora.
Chiamata
inoltrata.
E
adesso che fa, mi richiama?
Ciao.
Ciao.
Pausa di silenzio. Se mi chiede come sto, riattacco.
Mi
stavi chiamando?
Si.
Come
mai?
Volevo
capire.
Capire
cosa?
Perchè?
Non
lo so.
Come
puoi non saperlo?
Non
mi sembra più valido.
Quindi
mi lasci senza un motivo valido, giusto?
Si.
Pausa. Sto per piangere, a dirotto.
Non
voglio.
Nemmeno
io.
Che
diavolo vuol dire che...
Shhhh..non
parlare.
Come...
Non
parlare, lasciami ascoltare il tuo respiro.
Sto
piangendo.
Smettila.
Di
fare che?
Di
piangere.
Non
posso.
Perchè?
Perchè
mi hai lasciato.
Vorrei
essere lì e asciugare quelle lacrime.
Lo
vorrei anche io.
Pausa. Odio questo silenzio.
Mi
manchi.
Anche
tu mi manchi.
Ormai
sono in un mare di lacrime.
Io
non capisco, cosa significa tutto questo?
Significa
che forse mi sono innamorato.
Di
un'altra?
No,
di te.
E
allora mi lasci?
L'ho
fatto.
Ma
non sai il perchè...
Infatti.
Allora
perchè mi chiami?
Volevo
parlarti.
Per
dirmi cosa?
Nulla,
volevo solo sentire la tua voce.
Non
so che dire.
Scusami.
Ti
prego, dimmi perchè.
Non
posso, te l'ho detto. Non lo so.
È
assurdo.
Lo
so.
Tu
tu tu.
Cade la linea. E adesso?
Merda,
ho finito il credito.
La
porta sbatte, il cancelletto si apre improvvisamente per poi essere
subito
richiuso violentemente.
Sta
andando da lei, la rivuole, non sopporta l'idea di averla persa, ancor
meno di
averla persa per sua scelta. Cammina rapidamente, passi lunghi e
rapidi. Il
vento gelido tra i capelli ma non sente freddo. Deve raggiungerla, in
fretta.
Magari
sono ancora in tempo, magari non ci ha ancora rinunciato. Ha detto che
gli
manco, l'ha detto con rabbia però. Non lo so, non so cosa
succederà, non so
come reagirà. Non so nemmeno casa pensare.
Voglio
solo che sia di nuovo mia.