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Autore: Liberty Bell    28/05/2012    3 recensioni
Jackson/April
Ambientata in un ipotetico momento all'inizio della nona stagione.
Primo tentativo di binomio angst & fluff.
Hope you enjoy!
Ceci.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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Allora, due parole su questa fic; innanzitutto è stata scritta su commissione (è tutta per te Saretta!). Il titolo e la citazione vengono da una splendida canzone degli altrettanto splendidi Munford & Sons, “Roll away your stone”.
La fic è una sorta di what if?/missing moment (non so quanto possa essere missing, essendo che la 9 stagione non c’è ancora) situato da qualche parte all’inizio della nona stagione, subito dopo l’incidente.
È semplice semplice, anche se ho cercato di creare il mitico binomio angst & fluff. Sta a voi dire se e quanto ci sono riuscita ^^
Con questo mi congedo. Buona lettura!
Baci,
Ceci.
 
 

 

Together we can see what we will find
 
"seems that all my bridges has been burned,
but you say that's exactly how these great things works"
[Munford &Sons – Roll away your stone]

 
«April.» la chiama Jackson. Lei non si volta e, anzi accelera il passo.
«April!» la chiama ancora lui, con più forza stavolta, prima di accelerare anche lui il passo.
Una volta raggiunta, la agguanta per il polso, obbligandola a voltarsi verso di lui.
«Perchè mi stai evitando? Smettila di evitarmi!» le dice, alzando la voce alla fine della frase.
Sono in un corridoio dell'ospedale piuttosto deserto a quell'ora di notte, ma c'è comunque qualche infermiera e medico di guardia che gli riserva un'occhiata curiosa.
Jackson la guarda, in attesa.
«Devo andare,» balbetta lei, «il paziente del 52B deve essere controllato ogni ora e-»
«Perchè mi stai evitando?» ripete Jackson.
April sospira, chiudendo brevemente gli occhi. Deglutisce «Non ... non voglio che nessuno provi pietà per me, nemmeno tu. E sono tutta incasinata e non ho niente, e sarebbe così facile cedere e lasciarmi compatire da te ... ma non è quello che voglio.»
Jackson la guarda, per poi dire, a voce bassa «Neanch'io ti voglio compatire. Non provo pietà per te. Certo, mi fa male vederti così, ma più di tutto mi fa male il fatto che mi eviti.»
Il ragazzo fa un passo verso di lei e April deglutisce; sarebbe così facile, così facile avvicinarsi ancora un po' e cedere al meraviglioso calore e senso di protezione che il corpo del ragazzo emana.
Deglutisce ancora, quando si rende conto di aver fatto involontariamente a sua volta un passo verso di lui.
«Non so che cosa siamo noi due. Però voglio starti vicino, e non per pietà, ma perchè ti voglio bene. Ma tu devi lasciarmelo fare.» dice Jackson e i suoi occhi sono seri come li ha visti solo una volta in vita sua, quando l'ha baciata per poi spingerla nella stanza a San Francisco.
Lui allunga una mano per sfiorarle la guancia e April chiude gli occhi, abbandonandosi al suo tocco.
«Possiamo rimanere amici come prima, se vuoi.» mormora Jackson piano, come concentrato. «ma se c'è anche solo la minima possibilità che tu possa volere qualcosa di più ... credo che dovremmo provarci.»
April spalanca gli occhi e Jackson sorride leggermente «Lo sai, non sono il tipo di ragazzo che perde tempo a correre dietro alle ragazze che non gli interessano. E Dio solo sa quanto ti sono corso dietro nelle ultime settimane!»
«Scusami.» pigola April, e sembra seriamente dispiaciuta.
Ma lui sorride «Non importa. Voglio solo esserci per te, in qualsiasi senso tu lo voglia intendere.»
April lo guarda «Davvero non ti senti in colpa?»
«Neanche un po'.» dice lui, ghignando.
E allora April si avvicina a lui, premendo leggermente le labbra chiuse su quelle di Jackson.
Il loro è un bacio lieve, ben diverso dai loro precedenti baci; quelli erano stati veloci, voraci, disperati quasi. Quello di adesso invece è dolce, senza fretta e leggero.
April si stacca sospirando.
«Hunt mi vuole offrire il vecchio posto di Lexie, ma io non so se posso accettarlo. Non so cosa farò, non so niente.» dice lei, mentre le lacrime si formano nei suoi occhi.
«Ed è terribile,» continua April «perché è come se non sapessi più chi sono, o cosa sto facendo o perché lo faccio!»
Le lacrime ora scendono lungo le sue guance e senza neanche accorgesene si ritrova tra le braccia di Jackson a sentire il suo calore sulla pelle e il suo profumo nel naso.
«Va bene.» dice solo Jackson, parlando nei suoi capelli «Scopriremo insieme cosa fare. Ricordati che io ci sono, sempre.»
April si stringe contro di lui, appoggiando la guancia alla sua spalla, bagnandogli il camice di lacrime.
«Ok.» mugola soltanto.
E ci crede davvero, ci crede con tutte le sue forze. Sa per certo che insieme a Jackson scoprirà cosa fare.
Perché capita sempre di sentirsi soli, nelle grandi cose.
Ma April sa, sa con certezza, che il più delle volte ci vuole una grande perdita per ricordarti quello a cui tieni realmente. E per farti vedere che ciò di cui hai bisogno è lì di fianco a te, lo è sempre stato.  


  
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