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Autore: A g n e    28/05/2012    8 recensioni
Nulla di più di una coccola per il povero Benedict e gli stupidi Bafta.
Sigh, he deserved it :(
[Benedict Cumberbatch/Andrew Scott]
Ne aveva il diritto, no?
Aveva il diritto di tumularsi in camera, in hotel, armato di the caldo e di quelle terrificanti pantofole-peluche che Mark aveva minacciato di buttare nel fuoco.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Andrew Scott/Benedict Cumberbatch, ma nulla di più che qualche sbaciucchiamento e quindi bom.
Disclaimer: I OWN NOTHING, né loro né i Bafta (sennò mica facevo le idiozie che hanno fatto). Ogni uso è puramente goliardico e per quanto ne so Ben e Andrew non si sono scambiati mai fluidi corporali di nessun tipo.
Enjoy.


 

 

-Bafta Night-

Decisamente, Benedict non era il tipo da fare scene da drama queen.
Sorrideva, lui.

Aveva sorriso a West, sillabando "no" e scuotendo la testa, incoraggiante.
Aveva sorriso a Matt, in risposta alla sua faccia incredula.
Aveva sorriso ad Andrew e alla sua smorfia colpevole, quando aveva incrociato il suo sguardo.
Aveva sorriso a Lara e si era sforzato di ridacchiare quando lei aveva ringhiato qualcosa a proposito di rincorrere i bafters armata di frustino "fino a farli implorare pietà, due volte."
Aveva sorriso al messaggio che Martin gli aveva mandato.
Ma ora era stanco.
E triste.
Ne aveva il diritto, no?
Aveva il diritto di tumularsi in camera, in hotel, armato di the caldo e di quelle terrificanti pantofole-peluche che Mark aveva minacciato di buttare nel fuoco.  

È che ci aveva sperato, dannazione.
E non solo lui. Sapeva che le sue Cumberbitches stavano riempiendo twitter di maledizioni per la sua non-vittoria. Per non parlare dei suoi colleghi.
Sì, molto carini.
Ma non gli risollevavano poi molto il morale.
Damn.

Cominciò a misurare la stanza a grandi passi, in un disordine di pensieri che infittivano il suo già martellante mal di testa.
Stava accarezzando l'idea di recuperare una pastiglia di sonnifero da qualche parte e dimenticarsi del mondo circostante quando sentì bussare alla porta.

Oh God, please, no.

Chi diamine poteva essere?
Ti prego. Fa che non sia qualcuno venuto col brillante intento di consolarmi.
Please please please NO.

Le possibilità erano due: involarsi dal balcone -un'improvvida immagine di Reichenbach gli balenò in mente e andò ad aggravare l'incipiente ulcera allo stomaco- o ignorare Mister X e sperare che se ne andasse.

Poi sentì la voce -la sua.

"Ben?"

Improvvisamente, Benedict realizzò che se c'era una persona che poteva tirarlo su di morale, quella era lì, fuori dalla sua camera.
Aprì la porta di scatto e si ritrovò di fronte Andrew, che non perse tempo e gli si lanciò -si buttò letteralmente- tra le sue braccia, stringendolo forte.

"Mi dispiace, Ben." mugolò contro la sua maglia.

Benedict si prese del tempo per decidere la reazione più appropriata, quella che poi, puntualmente, non avrebbe seguito.
Piangere come un'educanda? Anche no.
Sforzarsi di sorridere -ancora!- e complimentarsi con Andrew? Magari, ma non ora.
Continuare ad abbracciarlo da lì al mattino successivo? Poco praticabile.

Per fortuna fu Andrew a toglierlo dall'imbarazzo. Gli fece scivolare una mano tra i riccioli neri che il gel non teneva più in ordine -per fortuna. Era una pettinatura terrificante, ma le sue proteste non erano valse a nulla-, puntò gli occhi -quei grandi, meravigliosi, profondi occhi scuri- nei suoi e mormorò "Mi dispiace tanto".
Poi lo attirò a sé e lo baciò.

Appena la bocca di Andrew toccò la sua, Benedict smise di pensare.
Socchiuse subito le labbra per permettere al bacio di farsi più profondo; lasciò che la lingua di Andrew -Andrew, Andrew, il bellissimo e generoso uomo dagli occhi scuri, Andrew, la sua nemesi, non più solo nella serie, ma non certo per sua colpa- scivolasse nell'umido calore della sua bocca e creasse onde di pura dolcezza che arrivarono fino al cuore.

Sentì la tensione sciogliersi sotto il tocco delle sue mani e si lasciò sfuggire un singhiozzo, represso troppo a lungo in un giorno troppo pesante. Andrew se ne accorse e lo strinse ancora più forte, facendolo sdraiare sul letto e lasciando che accoccolasse a lui come un gatto, in un groviglio di gambe che nessuno aveva la minima intenzione di sbrogliare.

Benedict tentò di dire qualcosa, una qualsiasi cosa ragionevole -dato che ehi, Andrew aveva vinto un Bafta, quindi forse era caso che gli dicesse, non so, complimenti?- ma l'altro parve intuire e posandogli un dito sulle labbra intimò un deciso "No.", per poi tornare a divoragli  la bocca -era arrabbiato? Per lui? Perché era arrabbiato per lui? Se lo chiese davvero, per un attimo, poi concluse che il personaggio di Sherlock aveva decisamente iniziato a perseguitarlo.

Per quello che accadde dopo non ci fu bisogno di grandi discorsi; Benedict si fece bastare il respiro di Andrew sul suo viso e il battito del suo cuore.

E al diavolo i Bafta, pensò sinceramente, per la prima volta in tutta la notte.

 


 

Note noiose.
1. COGLIETE le citazioni nel testo, signori, cogliete! Ce ne sono -oltre a quella esplicita su Reichenbach- mmmunduetrr-- no, tre. Tre e mezzo.
2. Specificazioni che non credo siano necessarie ma non si sa mai. West è Dominic West, quel caprone che ha rubato quello che ha vinto il Bafta al posto di Ben. Matt è Matt Smith, the Doctor, Lara è Lara Pulver, Irene Adler, e gli altri mi rifiuto di spiegarvelo.
3. I Bafters sono la commissione assegnatrice. Non ho la più pallida idea se si chiamino bafters o meno, ma mi suonava bene.
4. Sono profondamente convinta che Ben e Andrew siano assolutamente straight, ma mi piaceva così... e quindi nulla ^_^ #scuseacaso.

#BenedictIsOurWinner, comunque. 

   
 
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