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Autore: Saruwatari_Asuka    28/05/2012    3 recensioni
Di musica non ci capiva quasi niente, ma la melodia di Gokudera era così malinconica, nostalgica. Yamamoto sarebbe rimasto ad ascoltarlo per sempre, se possibile. Perché lì c'erano tutti i sentimenti che Gokudera non aveva mai voluto mostrare al mondo -per paura, per orgoglio.
{8059 of course, perché ormai sono caduta in trappola anche io xD}
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sol maggiore -

 

 

 

 

 

Takeshi teneva gli occhi chiusi, ascoltando la melodia del pianoforte. Era seduto accanto a Gokudera, che stava suonando. Come fossero finiti in quella situazione, probabilmente, l'italiano non l'avrebbe mai accettato. Lui non aveva più suonato, dopo aver scoperto chi fosse davvero sua madre, non aveva più voluto suonare.

Troppo doloroso, forse.

Quella volta però non aveva avuto nemmeno la voglia di ribattere all'altro.

In fondo, il massimo che aveva fatto Yamamoto era chiedergli se poteva, per una volta solamente, sentirlo suonare. Che si sarebbe accontentato di quell'unica volta e poi non gliel'avrebbe mai più chiesto.

Gli aveva detto che voleva condividere con lui qualcosa che sapeva -o che almeno aveva intuito dal racconto di Reborn- fosse importante per l'italiano.

Non che Yamamoto fosse un grande esperto di musica, ma credeva, sperava, che nelle note suonate da Hayato potessero esservi rinchiuse tutte quelle parole che l'altro non sarebbe mai riuscito a pronunciare.

E già il fatto che avesse acconsentito -anche se con un borbottio di sottofondo che suonava tanto come un 'che razza di richieste sono queste, stupido idiota del baseball?' un po' imbarazzato che l'aveva fatto sorridere- era un enorme passo avanti, di questo il Guardiano della Pioggia era certo.

Per questo si era messo seduto accanto all'albino, il sorriso smagliante e felice stampato sulle labbra -e aveva giurato di sentire un velato 'prima o poi te lo smonto, quel sorriso idiota' a cui aveva risposto con una risata- pronto ad ascoltare la musica di Hayato.

Il cuore di Hayato.

E in fondo non si era sbagliato più di tanto.

Di musica non ci capiva quasi niente, ma la melodia di Gokudera era così malinconica, nostalgica. Yamamoto sarebbe rimasto ad ascoltarlo per sempre, se possibile. Perché lì c'erano tutti i sentimenti che Gokudera non aveva mai voluto mostrare al mondo -per paura, per orgoglio. Lì c'era Gokudera stesso. Dall'Hayato bambino, all'Hayato che aveva conosciuto e amato -e che ancora amava, per la precisione-.

Perché per quanto fosse bravo a tener nascoste le cose, il pianoforte, la musica, è in grado di assorbirle e trasmetterle a chi le sa ascoltare. Che lo si voglia o meno.

L'incanto, però, cessò all'improvviso.

Yamamoto aprì gli occhi e si voltò verso il compagno "Cosa c'è?"

Gokudera, per tutta risposta, sospirò. Era arrivato quel punto.

Quel punto che si era ripromesso di aggiustare prima di poter rivedere di nuovo lei. Ma poi lei non era più tornata, e lui aveva smesso di suonare.

Non aveva più mantenuto quella piccola promessa.

Chiuse le mani a pugno e le allontanò dal pianoforte.

"Il...sol maggiore" mormorò, come se l'altro dovesse capire quello che stava dicendo.

"Il sol maggiore?" ripeté confuso il moro.

Gokudera sospirò di nuovo, storcendo la bocca "Lascia perdere. Hai ascoltato, ora sei contento? Sparisci o ti faccio saltare in aria!"

Yamamoto sorrise "Gokudera, c'è qualche problema?"

"Sì!" rispose d'istinto l'altro, rivolgendogli un'occhiata truce "Tu!"

Takeshi per tutta risposta scoppiò a ridere.

Gokudera si alzò stizzito, decidendo per tutti e due che lo spettacolino finiva lì. Stava per dirigersi verso la porta della stanza, quando Yamamoto lo raggiunse e, di slancio, lo abbracciò da dietro.

Inizialmente, Gokudera s'irrigidì, spiazzato. Yamamoto e le sue mosse imprevedibili, non lo sopportava. Il suo corpo però non era d'accordo, perché al contatto col petto di Yamamoto si rilassò percettibilmente. Non fosse stato il suo stesso corpo, l'avrebbe fatto saltare sicuramente in aria. Ma era il suo corpo e, dopotutto, doveva anche dargli ragione.

"Hayato, c'è qualcosa che non va?" gli chiese nuovamente il moro, più dolcemente, poggiandogli il capo sulla spalla destra e aspettando, senza fretta, che l'altro si decidesse a rispondere. Tanto sapeva che l'avrebbe fatto.

"Hayato? Quando ti avrei dato il permesso di chiamarmi per nome idiota del baseball?!"

Yamamoto rise di gusto e Gokudera si ritrovò a trattenere un brivido nel sentire le vibrazione delle corde vocali dell'altro sulla pelle della spalla -nuda grazie alle maniche arrotolate dalla maglia della divisa scolastica- e la sua risata cristallina direttamente nell'orecchio.

"Gomen, gomen"

Gokudera sbuffò nella direzione di quell'idiota patentato, incrociando stizzito le braccia al petto -però, per qualche strana ragione, non si era ancora allontanato dal suo abbraccio "Non sono...mai riuscito ad andare avanti dopo il sol maggiore" borbottò, lo sguardo fisso al pavimento e le goti leggermente arrossate dall'imbarazzo. Perché l'aveva detto non lo sapeva proprio, doveva essere tutta colpa di quel mentecatto.

"E perché?"

Gokudera stavolta gli tirò una gomitata al fianco, costringendolo a lasciarlo. Yamamoto però stava ridendo, quindi non era riuscito nel suo intento.

"Che razza di domanda sarebbe 'perché', idiota? E' così e basta!"

Takeshi sorrise, sedendosi dov'era precedentemente, davanti al pianoforte, pizzicando appena i tasti in avorio che poco prima gli avevano permesso di ascoltare il cuore di Hayato.

"Ma tu non c'hai più nemmeno provato, giusto?"

Gokudera imprecò qualcosa fra i denti, infastidito "E anche fosse? Non ho più avuto motivo di suonare, è già tanto che mi ricordi ancora come si fa. Muovi il culo da quella sedia, che voglio tornare a casa!"

Yamamoto rise. Chissà cos'era successo nell'infanzia di Hayato da fargli odiare tanto anche il pianoforte della scuola.

"Va bene, va bene" esclamò, raggiungendo al volo il compagno. Gli passò un braccio intorno alle spalle e lo baciò appena sulle labbra. Quando lo vide arrossire impercettibilmente non poté fare a meno di sorridere e baciarlo di nuovo e, ignorando le minacce che seguirono l'atto, lo prese per mano.

"Allora andiamo a casa, Hayato?"

Gokudera fece saettare gli occhi per tutto il corridoio prima di guardare di nuovo il nipponico negli occhi.

"Quante volte devo dirti che non ti ho dato il permesso di chiamarmi per nome?" ululò iroso "E non fare lo smielato dove possono vederci tutti! E mollami la mano, so camminare da solo!"

"Io ti do il permesso di chiamarmi Takeshi, se vuoi" fece, con un sorriso smagliante sulle labbra.

"E chi se ne frega?"

Continuarono così per tutto il tragitto, ma Takeshi non permise mai alle loro mani di lasciarsi, e Hayato, stranamente, smise di lamentarsene.

 

Angolino Autrice:

Cos'è questa? Non lo so, un altro strano esperimento 8059 immagino xD

Insomma,  è tutto nato dal fatto che io amo la figura di Gokudera davanti al piano, che vorrei davvero vederlo suonare anche nel manga ma in alternativa, beh, me lo immagino da me ù_ù

Dunque, lasciatemi spiegare sta cosa del Sol Maggiore. Prima di tutto è nato tutto dalla saga del futuro. Ricordate quando Gokkun sente Bianchi che prova a suonare e, ad un certo punto, quando lei stona, lui mormora 'il sol maggiore è di nuovo scordato'? Beh, io là ho avuto la sensazione che si riferisse a se stesso, perché fino a poco prima stava ricordando la villa e anche sua madre. Quindi ho avuto la sensazione che, beh, per lui quel sol maggiore fosse una specie di ostacolo da bambino e che magari volesse riuscire a superarlo. Ma poi ha scoperto di sua madre, e blabla, e ha smesso di suonare. Naturalmente noi non lo sappiamo, questa è stata tutta una mia pippa mentale, un'enorme pippa mentale xD

L'altro motivo per cui è nata questo shot è, beh, la dou 'Serenata', che io trovo, lasciatemelo dire, meravigliosa. Non c'entra molto con questo scritto, ma non importa.

Insomma, fate finta che io mi sia presa, come al solito, alcune licenze poetiche e, se potete, perdonatemi.

Grazie mille a tutte -presto risponderò anche alle rece dell'altra shot ^^-

Un bacio, vostra,

Asu <3

 

 

   
 
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