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Autore: Nancy91    16/12/2006    3 recensioni
Una ragazza che cerca l'amore, che lo aspetta, che lo attende con una penna in mano... fino a trovarlo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FORSE E' AMORE

L'amore non bisogna implorarlo
e nemmeno esigerlo.
L'amore deve avere la forza
di attingere la certezza
in se stesso.
Allora non sarà trascinato,
ma trascinerà


Ma che cos’è l’amore? Chi non s’è mai posto questa domanda? È forse quella sensazione simile alle montagne russe che si prova quando si ha un ragazzo di fronte? È forse il pensare sempre, comunque, in ogni istante della propria esistenza a qualcuno? È la consapevolezza di essere in grado di rinunciare a tutto pur di stare con quella persona?
È la volontà di far di tutto pur di non vederlo triste? È la volontà di sacrificare la propria felicità per quella dell’anima considerata gemella?
Cos’è l’amore? Di sicuro è tutto e niente; queste definizioni possono calzare a pennello così come dissociarsi interamente dal suo reale significato.
E, soprattutto, l’amore possono provarlo tutti?
Io credo di sì.
Però non bisogna cercarlo.
A mio parere è un errore; non bisogna inseguirlo disperatamente, bisogna star fermi e aspettarlo. Se lo si cerca ci si autoconvince prima o poi che quella persona sia quella amata, quando invece non è così. Se lo si cerca non sarà mai amore, sarà un qualcosa di costruito, di forzato, qualcosa che finirà per spegnersi.
Io fino a poco tempo fa guardavo con occhio torvo l’amore… Ero troppo razionale, ero autoconvinta che questo mio carattere mi vietava di amare; tuttora sono razionale, ma credo che l’amore è stupendo proprio per questo: anche la persona più razionale, se innamorata, può comportarsi in maniera folle, senza ragionare.
Certo, un sano pizzico di pessimismo che non m’abbandonerà mai ogni tanto mi ricorda che ancora non sono stata amata da qualcuno, che oltre ad una stupida cotta non sono mai stata innamorata di qualcuno, che forse questo vuol dire qualcosa.
Però continuo a sperare. Non lo cerco, no, questo mai: deve venire da me, e poi non mi va di andare in capo al mondo per trovare qualcosa che potrei perdere dopo due giorni. Preferisco aspettare e vivermi la mia vita come viene, vivere alla giornata.
Ho molti amici, la maggior parte dei maschi non riuscirei ad immaginarli come fidanzati: sono troppo immaturi, vanno bene solo come amici.
Spero solo un giorno di trovare colui che faccia battere forte il mio cuore, che domini i miei sogni, che mi faccia perdere la lucidità, che mi faccia complessare sul come piacergli, che mi faccia vivere con gli occhi a cuoricini.
Forse sarà un amore impossibile, con la fortuna che mi ritrovo non lo escludo. Però vorrei provarci lo stesso, non vorrei arrendermi, perché non è roba per me il ritiro. N ogni caso, non vorrei guardami alle spalle fra qualche anno col rimpianto di non aver agito, col rimpianto di non aver tentato, di non aver sperato. Perché vorrebbe dire frenarsi, vorrebbe dire non credere in se stessi, vorrebbe dire perdere utili occasioni; non voglio trovarmi a dire addio al mio eventuale amato, un addio da amica però, un addio che solo per me vorrà dire sofferenza e dolore. No, nessun rimpianto. Però.. però devo aspettare. È inutile fare piani quando invece non sono innamorata, né sono tentata in alcun modo da un qualche ragazzo di sesso opposto.
Non posso far altro che aspettare, attendere che arriva; è la cosa che più mi auguro, per sapere se sono pronta, per sapere se sono matura, se sono in grado di amare…
Però non posso dire niente ora come ora: può darsi che domani mi alzi la mattina e sull’autobus incontri il ragazzo il cui solo odore mi manderà “fuori”, come può darsi che ciò succeda fra dieci anni, e nel frattempo il mio cuore rimarrà vagante, di nessun altro al di fuori di me…



È estate; Stella chiude il diario. È appena sorto il sole, decide di andare in spiaggia, a farsi una passeggiata. È dubbiosa, rimasta in qualche modo turbata dalle sue stesse frasi. Si sente un’anima in pena, senza meta, che cerca qualcosa che, in cuor suo, teme che non sarà mai sua…
La spiaggia inizia a popolarsi, ormai il sole sta per raggiungere il suo culmine.
Indossa un costume a due pezzi, con sopra una gonnellina leggera e una maglia bianca smanicata; ha sulle spalle uno zainetto; tutto ciò di cui ha bisogno sta lì dentro. I suoi lo sanno, la vedranno solamente a cena, così per il resto delle vacanze lì al mare.
Stella si scioglie i lunghi capelli castani e ricci, le piace che il vento glieli mandi a destra e sinistra, gonfiandoli e spettinandoli; si dirige verso un bar, ha una certa fame.
Mentre sale i gradini in legno della piccola palafitta che funge da bar, attraversata da numerosi e continui scricchiolii del legno, le cade l’occhio su un ragazzo che legge, con i capelli biondi leggermente arruffati. Questi, quasi captando la sua presenza, alza gli occhi dal libro, e le sorride.
Stella si blocca, una manciata di secondi il suo cervello smette di funzionare, il cuore di battere e le membra di muoversi. Poi riconquista i battiti, improvvisamente martellanti, quasi dolorosi. Ricambia imbarazza il saluto del ragazzo e s’avvicina l bancone, ordinando e pagando distrattamente. Se ne torna in spiaggia; solo allora si accorge d’aver ordinato una cosa che non le piace.
La butta, si sveste e si fa un bagno; poi si stende al sole, chiude gli occhi, e rivede quel sorriso. Forse non è poi così impossibile innamorarsi!

In serata, dopo aver mangiato, decide di farsi un bagno di notte; quegli occhi continuano a non lasciarle tregua.
L’acqua è leggermente fredda, ma sopporta e inizia a nuotare, la sola cosa in grado di rilassarla; dopo un po’ esce e si avvolge nell’asciugamano. All’improvviso si sente come osservata; si gira verso la staccionata che divide la spiaggia dalla strada, e vede quei capelli biondi, stavolta ben pettinati, e il luccichio dei suoi occhi. La ragazza di stende per terra; nel giro di neanche un minuto sente il ragazzo sedersi accanto a lei. Sospira e sorride alle stelle, sperando di esser vista anche dal ragazzo. Dopo una decina di minuti si tira su, lo guarda e gli sorride. Scrive il suo nome sulla sabbia… Stella… lui allora la ricopia, scrivendo il suo nome esattamente sotto; Michele. Un’onda cancella i due nomi, lasciando dietro la sua scia…

Stella si alza, stiracchiandosi, ponendo una mano a Michele, che si alza anche lui, sorridendole ancora.
La ragazza inizia a camminare, silenziosa, con la lingua ancora bloccata, mentre il ragazzo, incuriosito dal suo comportamento, l’asseconda.
Dopo un paio di minuti la ragazza pare superare il suo blocco:
“Michele, che bel nome. Quanti anni hai?”
“18, tu mia bella dama?”
“16”
“Si può fare, no?”
”Sì, direi di sì. Salvo inconvenienti, non mi pare per niente una brutta idea”
“Ok Stella. Questo è il mio numero di cellulare” si china sulla sabbia e lo scrive, mentre Stella ammira il suo fisico.
Stella allora scrive anche il suo.
“A che ora devi rientrare a casa Stella?”
“Quando voglio. Tu?”
“Quando voglio. Quando quindi per te?”
“Quando ci stuferemo di stare assieme”
“Quindi mai”
”Allora mai”
Camminando trovano una zona un po’ riparata, una grotta. La ragazza si sdraia per terra, sistemando l’asciugamano a mo’ di cuscino. Prende poi per mano il ragazzo e lo fa sedere per terra accanto a lei.
Posa la testa sullo pseudo cuscino, sorridendo al ragazzo. Ha la pelle fredda, ma non le interessa. Non andrebbe a casa per niente al sogno.
Michele si toglie la camicia, e la posa sulle spalle della ragazza; le dà un bacio sulla fronte, mormorando “Buona Notte Stella” e si corica accanto a lei, giocando un poco, prima di addormentarsi, con i suoi capelli, annusando il suo odore, carezzandole sporadicamente la spalla.

I primi raggi del sole le colpiscono il viso. Apre gli occhi, e sente di non essere sola. Allora ricorda la sera, l’incontro, gli occhi, il sorriso di Michele.
Gira il capo e si accorge di aver dormito abbracciata a lui.
Si china sul suo viso; dorme come un bambino.
“Quant’è bello” è l’unico pensiero decente che passa per la sua mente; con i capelli gli solletica il viso, tanto che il ragazzo si sveglia. Allora le sorride, il viso ancora a pochi centimetri di distanza, e le carezza il volto.
“Ben svegliata principessa. Dormito bene?”
”Mai così bene”
“Anche per me”
L’abbraccia ancora, affettuosamente, in maniera protettiva.
Le alza il mento, incatenandola con lo sguardo:
“Sei bellissima, lo sai?”
La ragazza arrossisce, abbassando lo sguardo.
Michele torna alla carica, costringendola nuovamente a guardarlo negli occhi.
“Non ho mai visto l’alba con un angelo. Pensavo all’alba voi tornaste in cielo. Invece non m’hai lasciato solo, anzi: sei rimasta con me. Domani hai intenzione di lasciarmi solo?”
Stella fa di no con la testa. Michele sorride.
“Bene, non mi va di baciare un qualcosa di astratto”
Detto questo avvicina le sue labbra a quelle leggermente dischiuse e umide della ragazza, lasciandole un bacio a fior di labbra dolce e veloce.
Continua poi ad abbracciarla, carezzandole la schiena, mentre Stella, felice come non mai, sente d’aver raggiunto finalmente la sua meta; mentre pensa questo continua a stringersi al ragazzo…
“Ti voglio bene”
“Anche io piccola mia”



Non so come m’è preso… è venuta giù da sola… all’inizio avevo pensato a questa storiella come un esempio da fare con una mia amica.. però m’è piaciuto come esempio, tanto che c’ho scritto questa piccola storiella sopra!!!
Recensite, a presto!!!

Nancy

Grazie per le recensioni a tutte!!!
Martina 17: io non sono esperta nello scrivere, poi le storie tendo a riassumerle troppo!!! La prossima volta che mi viene una bella idea provo ad allungarla allora! E grazie per avermi difeso, non fa niente comunque!

Ale93: grazie mille!

Kate:
mi dispiace non ti sia piaciuta!

  
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