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Autore: Meissa Gaunt    29/05/2012    4 recensioni
Alice era bella per la sua giovane età, di una bellezza particolare.
Aveva dei lunghi capelli castani, gli occhi erano di un azzurro vivo, era minuta per avere la sua età, ma era bella ed era l’invidia di tutte le sue coetanee.
Era dolce e modesta, sempre disponibile e gentile con tutti.
Il contrario di Rodolphus.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nicotina tra le labbra.

Alice era bella per la sua giovane età, di una bellezza particolare.
Aveva dei lunghi capelli castani, gli occhi erano di un azzurro vivo, era minuta per avere la sua età, ma era bella ed era l’invidia di tutte le sue coetanee.
Era dolce e modesta, sempre disponibile e gentile con tutti.
Il contrario di Rodolphus.
Che si crede superiore a tutto e tutti, sempre freddo.
Era proprio questo che ha attirato Alice nella tana del lupo, la maschera di metallo di Rodolphus.
Era curiosa di scoprire cosa ci fosse sotto l’apparenza.
Lui non l’aiutava poi, la osservava, si sedeva vicino a lei in biblioteca, qualche volta l’aveva sorpreso a seguirla.
Non aveva paura Alice, nonostante gli occhi di lui la mettevano a disagio, sapeva che non le poteva fare del male.
Non a lei.
Gli sorrideva sempre Alice, di quei sorrisi caldi, che sanno di casa.
Quel giorno Alice quando di svegliò, sentì che qualcosa non andava.
Rimase all’erta tutto il tempo, come se aspettasse qualcosa.
O qualcuno.
La cena era finita da poco quando Alice, nei pressi del secondo piano, si sentì strattonare.
Finì addosso a qualcosa, o meglio qualcuno.
Alzò il viso imbarazzata.
- Finalmente ci vediamo, bambina – le soffiò a un palmo di naso lui.
Aveva una voce roca, profonda che la fece arrossire.
- Tecnicamente sarebbe un rapimento, ma non importa. Ciao Rodolphus – gli sorrise, Alice gli sorrideva sempre.
- Come la fai tragica, non te ne sei ancora andata quindi deduco non ti dispiaccia – non l’aveva ancora lasciata andare.
Si sentiva in soggezione Alice, ma allo stesso tempo leggera.
- Hai perso l’uso della parola o forse è la mia vicinanza che ti turba? –
Lei gli diede un colpo con la mano.
- Scemo, non mi fai paura! –
- Sei molto bella oggi, Alice
Era raro che lui, nelle poche volte che si era parlati, le facesse un complimento.
Ne era lusingata, Alice.
- Sono uguale a tutti gli altri giorni, Rod – era gentile, sempre con lui.
- Allora sei bella sempre, Alice
Adorava il modo in cui lui sussurrava il suo nome, le formicolavano le mani quando lo faceva.
- Non ti abituare a tutti questi complimenti, però… è un giorno speciale –
Le circondò la vita con un braccio facendola arrossire vergognosamente.
- Stai tranquilla, oggi non ti farò del male –
La strinse a sé e si abbasso fino ad essere all’altezza del suo viso.
- Rod… - sospirò Alice.
Lentamente, Rodolphus posò le labbra su quelle di Alice, facendole sgranare gli occhi per la sorpresa.
Lasciò che lei si abituasse a quel contatto, in un gesto stranamente gentile.
Poi, stancandosi di tutto quel romanticismo, si sollevò, ma non la allontanò da sé.
Non alzava gli occhi Alice, doveva ancora metabolizzare.
Le prese il mento tra le dita e glielo sollevò.
Gli occhi di Alice erano lucidi e sembravano più vivi del solito.
Non si trattenne Rodolphus, mise un braccio sotto le ginocchia di Alice e la prese in braccio.
Come facevano i mariti con le spose nelle tradizioni babbane, pensava la giovane.
La baciò con più foga facendo arrossire la piccola e inesperta Alice.
Aveva ancora le dite intrecciate nei capelli di lui quando si staccarono.
Poggiò la fronte su quella di lui che glielo permise.
Era stato il suo primo bacio.
La mise giù e se ne andò.
Rimase lì ferma e lo seguì con i suoi occhioni azzurri.
Sentiva ancora il sapore di nicotina tra le labbra, Alice.
 
 
Questa è la mia prima Alice/Rodolphus,
ringrazio Bessie per avermi fatto conoscere questo pairing fantastico e originale.
Vi consiglio di leggere le sue, di storie.
Grazie per essere arrivati fin qui.

Meissa;

  
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