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Autore: shaolin7272    29/05/2012    1 recensioni
D’istinto Morgan alzò le mani “Ok calma , non ti agitare … parliamone” parliamone? Pensò, da dove diavolo esce sta' ... , questo è sbroccato, un movimento o una parola fuori posto e mi spara e poi finisce l’altro e io dico parliamone?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partecipante al contest : Dramatic

Nickname : Shaolin7272
Titolo: Al tramonto
Genere: drammatico
Rating: giallo
Avvertimenti:
Nda :
Questo racconto è un’opera di fantasia, personaggi e luoghi citati sono invenzioni, qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse è assolutamente casuale.

 

AL TRAMONTO

 

Era una bella giornata per essere i primi giorni di febbraio, sole caldo e niente vento , rara eccezione a Genova, perciò finito il turno Ferraris indossò la tuta e andò a correre in Corso Italia. Doveva sciogliere la tensione e riflettere, una buona corsa era l'ideale.

Aveva già percorso da Foce a Bocadasse un paio di volte quando decise di tornare indietro. Finalmente sereno poteva ammirare il sole che calava all'orizzonte.

All'improvviso un rimbombo in lontananza lo fece fermare. Si guardò intorno, nulla di allarmante in vista, qualche passante rado a quell'ora e il traffico veicolare intenso , non riusciva a individuare nulla di sospetto, eppure ne era certo, quello che aveva sentito era un colpo d'arma da fuoco. Scosse la testa probabilmente stava lavorando troppo, la deformazione professionale gli faceva brutti scherzi. Riprese lentamente a correre cercando di riprendere il filo dei suoi pensieri quando una donna dai capelli bruni scarmigliati sbucò da una via traversa e trafelata si aggrappò al suo braccio.

“La prego mi aiuti...mi aiuti” ansimò con volto spaventato mentre si guardava indietro.

Morgan sorpreso gettò un occhiata per accertarsi se la donna fosse ferita ma segni evidenti non ne scorgeva “ Si calmi, mi dica cosa succede è stata aggredita? ”

La donna fece cenno di no con il capo “Mio marito, si tratta di mio marito, è impazzito , sta inseguendo il suo ex datore di lavoro , ha una pistola … vuole sparargli...” la voce rotta , i suoi occhi scuri colmi di lacrime.

Morgan non esitò “Dove si sono diretti?”

“Giù alla spiaggia libera … la prego lo fermi , non è cattivo è solo ...” singhiozzando più forte

“Rimanga qui” le disse posandole le mani sulle spalle “Chiamo la polizia e vado a vedere, lei però stia qui” si raccomandò di nuovo.

La lasciò voltandosi prima di passare oltre la curva per controllare che la donna rimanesse dov'era , nel frattempo aveva già composto un numero che conosceva a memoria. La risposta non si fece attendere

“Hey bellezza , non eri a correre? Oppure sentivi già la mia mancanza?” la voce ironica del collega lo fece sorridere

“Zanna piantala di fare il buffone, sono in Lungomare Lombardo, un uomo ha esploso dei colpi d'arma da fuoco, la moglie dice che sta inseguendo il suo ex datore di lavoro verso la spiaggia libera, manda una pattuglia. Sto andando a controllare la situazione.”

“Ok Ferraris” il tono era cambiato diventando grave “Aspetta i colleghi, non fare di testa tua, mi hai capito?” Ma Morgan aveva già chiuso la comunicazione.

Zanna imprecò afferrando le chiavi della macchina e prendendo la pistola dal cassetto urlò a uno degli agenti “Manda una pattuglia in Lungomare Lombardo anzi convoglia tutte le pattuglie in zona, uomo armato. C'è l'ispettore Ferraris che lo sta seguendo” e detto ciò corse all'auto uscendo dal parcheggio sgommando preoccupato. Quel matto non avrebbe aspettato rinforzi ma sicuramente si sarebbe cacciato nei guai.

Ferraris in quel momento intanto stava maledicendo la sua pigrizia per non aver portato l'arma d'ordinanza, doveva sperare nell'arrivo di una pattuglia al più presto o la situazione poteva diventare decisamente sgradevole.

Pensando che Fortunato fosse già saltato in macchina per raggiungerlo lo confortò.

Un altro colpo, non poteva più aspettare doveva intervenire, come non sapeva, ma qualcosa doveva inventarsi.

Raggiunse la spiaggia e in lontananza scorse due figure , un uomo sulla quarantina con i capelli brizzolati dal volto pallido e tirato, indossava un giaccone verde e teneva sotto tiro una persona stesa a terra, un uomo più anziano con capelli bianchi e un cappotto chiaro, su una manica una macchia scura a indicare che almeno uno dei colpi era andato a segno.

Cercò di avvicinarsi mantenendo una certa distanza di sicurezza. L’uomo dal giaccone verde stava per sparare di nuovo, non aveva scelta doveva distoglierlo dal suo intento e senza riflettere esclamò un “Hey” che sorprese l'aggressore facendolo girare di scatto puntandogli contro la pistola. D’istinto Morgan alzò le mani “Ok calma , non ti agitare … parliamone” parliamone? Pensò, da dove diavolo esce sta' ... , questo è sbroccato, un movimento o una parola fuori posto e mi spara e poi finisce l’altro e io dico parliamone?

La frase aveva colpito l'uomo armato che sembrò osservarlo con curiosità .

Morgan Ferraris non passava inosservato, sulla trentina alto con la pelle color caffè latte e tratti lievemente esotici eredità di una madre anglo indiana era abituato ad essere squadrato con sospetto dalla gente e non ci faceva ormai più caso anzi a volte poteva essere un vantaggio. Rimase immobile cercando di avere l’aria più inoffensiva possibile . “Come ti chiami?” stava cercando di ricordarsi le tecniche di negoziazione dei corsi che aveva fatto e in quel momento sperava ardentemente funzionassero.

“Io mi chiamo Morgan e tu?” riprovò , e dai rispondi quasi pregando puntò i suoi grandi occhi nocciola in quelli dell’altro. Stava cercando di creare un contatto, come dicevano al corso … si contatto oculare guardare negli occhi senza sfidare semplicemente come se si stesse parlando al bar… si ok queste belinate vanno bene dette in un aula ma poi non è così semplice parlare ad una persona tranquillamente mentre stai osservando la canna di una rivoltella pronta a sparare.

Era tanto assorto dal pensiero che sobbalzò quando la voce gracchiante dell’altro rispose “Mario, mi chiamo Mario”

“Bene Mario , ora cerchiamo di calmarci e ragionare, abbassa quella pistola e parliamo un po’” e dagli con il parliamone mi sembra di essere uno strizzacervelli, ma poi perché non mi faccio mai gli affari miei, bastava chiamare i colleghi e che se ne occupassero loro ma no …

Mario incominciò agitarsi “No , non voglio parlare, non sono affari tuoi, tu non ti devi impicciare” la mano contratta sull'arma puntata contro di lui , Ferraris sentì un tuffo al cuore, belin aveva detto la cosa sbagliata, sentì un brivido freddo lungo la schiena e non era solo per il sudore, la bocca asciutta certo di beccarsi una pallottola . Ma all'improvviso l'uomo ricominciò a parlare

“Tu non puoi capire , tu non c’entri vattene , fatti gli affari tuoi” e poi voltandosi verso l’anziano steso a terra “Solo lui , è solo lui , il bastardo che mi ha rovinato” adesso singhiozzava “Ho 48 anni gli ultimi 20 passati a lavorare per lui...” si fermò ansante “Mi ha licenziato, è la crisi dice lui. Ma per chi? Lui ha il cappotto nuovo e la macchina pure... e io... ? non ho più soldi … mi stanno pignorando la casa … e tutto a causa sua ..” urlò

“Mario ascoltami ti prego, pensa a tua moglie”

“Che ne sai di mia moglie” ringhiò “quella povera donna si ammazza di lavoro per pochi euro”

“E’ stata lei a mandarmi, mi ha chiesto di aiutarti , pensa a lei” Morgan era preoccupato, dove sono i rinforzi? Dove si sono cacciati ?E' impossibile che non siano ancora arrivati , la questura è a due passi.

Infatti lui non li aveva visti ma Zanna e alcuni uomini nascosti dal muro li vicino cercavano il modo di risolvere la situazione nella maniera meno cruenta possibile.

Il sole ormai era scomparso, la luce era sempre più fioca, Ferraris meditò che l’unica cosa possibile da fare era cercare di avvicinarsi all’uomo e strappargli di mano l’arma.

“Mario posa quella pistola, per favore” riprese a parlare e contemporaneamente a muoversi lentamente verso di lui ,“sono un ispettore di polizia, tra poco arriveranno i miei colleghi e se non ti arrendi non esiteranno …”

“Non ho niente da perdere , che vengano ,…” agitò l’arma.

Ferraris era ormai a pochi passi ancora qualche centimetro e poteva provare a prendergli la pistola.

“Non ti muovere non ti avvicinare di più, ti sparo se ti avvicini …” Mario si era accorto del suo tentativo e quindi si fermò “Mario non farlo, pensa a tua moglie , se la ami fallo per lei , arrenditi, farò in modo che ti aiutino”

Mario gli puntò l’arma contro, il dito sul grilletto.

Era finita , Morgan aspettò lo sparo.

L’esplosione l’assordò …

Passò un istante prima di accorgersi che non era stato Mario a sparare, lo vide cadere lentamente con il volto stravolto e sorpreso, d’istinto lo disarmò mentre un paio di agenti irruppero sulla scena.

Ferraris si appoggiò al muro lasciandosi scivolare a terra , con gli occhi chiusi.

Zanna accorse trafelato verso di lui “Morgan sei ferito?”

Morgan non riusciva a parlare , in quel momento sentiva solo un frastuono nelle orecchie e il cuore battergli furiosamente.

“Morgan” ripeté Fortunato toccandolo turbato , poi il collega scosse la testa e rassicurato dal cenno, “Qual è la frase che non hai capito , spiegami, era aspetta i rinforzi, oppure quella di non fare cazzate?”

Morgan riaprì gli occhi, guardò il collega sbuffando .

Intanto sull’arenile erano arrivati i paramedici per soccorrere l’anziano, uno degli agenti chinatosi su Mario fece segno che per lui non c’era più nulla da fare.

All’improvviso arrivò la moglie che riuscì a passare nonostante il cordone di protezione “Mario no, Mario” accasciandosi sul corpo del marito singhiozzando “Perché … Perché” abbracciandolo e accarezzandogli il volto, uno degli agenti l'allontanò gentilmente.

Morgan si accorse di avere ancora in mano il revolver una Smith & Wesson , strano sembrava … sembrava leggero. Aprì il tamburo con le mani tremanti .

La pistola era scarica.

Mario aveva finito i colpi.

Sollevò lo sguardo verso il collega stupito.

“Non potevi saperlo, Morgan” cercò di rincuorarlo e poi dandogli una pacca sulla spalla e porgendogli la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi “Vieni , ti accompagno a casa”

“Potevamo salvarlo, potevo …”

Si rialzò con le gambe tremanti , Zanna gli mise un braccio sulle spalle “Andiamo”

Lo accompagnò verso l’uscita della spiaggia.

Morgan esitò poi si volse a guardare un'ultima volta Mario, un agente con gesto compassionevole aveva coperto il corpo con un lenzuolo bianco.

                                                                                                                                              Shaolin7272

 

 

Quindicesima classificata
Shaolin7272
Al tramonto

-Correttezza grammaticale, ortografica e morfo-sintattica: 6,5/10
-Stile narrativo: 6/10
-Caratterizzazione dei personaggi: 7/10
-Trama e sviluppo della storia: 7,5/10
-Originalità: 9/10
-Attinenza al bando (drammaticità): 6/10
-Gradimento personale: 3,5/5

Per un totale di 44,5 punti.

"Al tramonto" è una delle molte storie di questo contest che ho trovato particolarmente difficili da valutare. E' un racconto che non nasconde le sue potenzialità, soprattutto per quanto riguarda l'abilità dell'autore di affrontare uno spaccato di vita quotidiana con una buona dose di originalità, ma purtroppo ci sono anche vari difetti che compromettono la lettura. Andiamo con ordine; comincerò parlando degli aspetti positivi della storia.

Non negherò di essere stata molto colpita da questa storia, poiché le vicende che racconta sono decisamente difficili da riscontrare nell'ambito della scrittura amatoriale. Si va dritti al nocciolo di temi spinosi: il licenziamento a causa della crisi economica, le condizioni sociali di famiglie appartenenti alla classe medio-bassa e l'intervento armato della polizia. Il lettore si trova a porsi dubbi e questioni difficili da risolvere, motivo per cui mi complimento: il racconto è molto brillante, tuttavia, chi è dall’altra parte dello schermo rimane spiazzato.

La storia è troppo rapida: lo svolgimento si concentra su una sola scena, quella dell’incontro tra Mario, Ferraris e Zanna, la vera chiave della vicenda. Il lettore ha difficoltà nel concentrarsi nel susseguirsi delle vicende a causa dell’inframmezzarsi delle parti dialogate e del flusso di coscienza di Ferraris, che rallenta ciò che sta accadendo. Non ci sono linearità e fluidità: i periodi sono spezzati, molto spesso privi di segni di punteggiatura che opportunamente messi darebbero un ritmo alla lettura, permettendo a chi si trova dall’altra parte dello schermo di prendere pause quando è necessario. Un’altra caratteristica della tua storia che non ho amato molto è stato il registro lessicale che hai impiegato, a mio parere davvero troppo colloquiale. Insomma, mi rendo conto che può apparire adeguato al contesto (e per certi versi lo è) ma mi sembra eccessivo l’uso che hai fatto.

I personaggi sono caratterizzati soltanto a metà, senza la completezza di un’impostazione a tutto tondo: la maggior parte della storia è dedicata all’azione, quasi come se fosse la sceneggiatura di un film poliziesco. Esistono dei momenti d’introspezione dei personaggi, ma solo per quanto riguarda Ferraris e sono comunque poco approfonditi, come se l’azione continuasse anche nel pensiero, senza soluzione di continuità. Sicuramente è degno d’ammirazione il tentativo di smuovere la vicenda che hai compiuto attraverso il gesto finale di Zanna, ma manca una reale motivazione alle spalle. Ciò di cui questo racconto ha bisogno, a mio parere, è la riflessione, sotto tutti gli aspetti che ti ho elencato.

Tutti questi aspetti concorrono nel rendere la storia poco drammatica, di per sé. Il finale è indubbiamente triste, ma non c’è un vero dramma, niente che possa davvero far soffrire il lettore. Zanna e Ferraris abbandonano la scena del crimine quasi come se nulla fosse, impedendo considerazioni finali sul vero senso di quel gesto, che purtroppo rimane sospeso nell’aria senza che chi si trova dall’altra parte dello schermo possa mettersi nei loro panni. E’ quasi come se ciò facesse parte della loro routine, privando la morte del suo significato.

I problemi principali di questo racconto, tuttavia, sono la grammatica e l’impostazione visiva. Molte volte sbagli a mettere gli spazi, poiché a volte non li metti mentre altre volte sono doppi. Inoltre, lo spazio è obbligatorio dopo i tre puntini di sospensione, mentre prima è sconsigliato. Purtroppo, questo rende la lettura molto faticosa, perché il lettore è distratto da questo tipo di errori.

Inoltre, come ho fatto notare ad altri partecipanti, molte volte la punteggiatura nei dialoghi è sbagliata. Ti scriverò qua sotto un esempio di dialogo corretto utilizzando le virgolette alte:

Ciao,” disse Tizio. “Ho portato la pizza.”

Come puoi vedere, i segni di punteggiatura sono sempre interni alla battuta: se questa non conclude la frase è necessaria la virgola prima del dialogue tag, mentre se la conclude è necessario il punto. Naturalmente le lettere maiuscole seguono soltanto questo tipo di segno d’interpunzione.

Altri errori riguardano l’ortografia: scrivi “un occhiata”, l’età in numeri anziché in lettere, “si” invece che “sì”. Molto spesso mancano virgole, che renderebbero più fluido il periodare; altre volte sono poste in luoghi errati. Mi è dispiaciuto molto questo fatto, poiché la tua storia è molto particolare.

Questo mio giudizio può apparire negativo, ma in realtà ritengo che tu abbia molto da offrire, per cui non scoraggiarti: puoi solo migliorare! Sono sicura che la prossima volta andrà molto meglio, soprattutto considerando l’originalità dei temi che tratti e il genere poliziesco, che è sempre una ventata d’aria fresca nel sito e delle storie in generale.

  
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