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Autore: Zolie    29/05/2012    1 recensioni
Storia di un solo capitolo di un Vampiro, della sua "relazione" con un personaggio davvero particolare e di un loro incontro dopo quasi un secolo che non si vedevano. Il problema è che durante il tempo passato ci sono stati un po' di cambiamenti per nulla trascurabili...
L'ho messa in questa categoria e non in quella di Angeli e demoni perchè il punto di vista principale è quello di un vampiro (ma l'ho scritta in terza persona)
Spero vi piaccia!!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia di un Vampiro e del suo Angelo


Il mondo gli era crollato addosso nel momento in cui l‘aveva rivista, quasi 100 anni dopo.
Il peso dei secoli passati, di tutto quello che era successo, gli si era lanciato contro senza alcuna pietà.

Il cuore del Vampiro si sarebbe messo a battere a mille, se solo avesse potuto, la prima volta che la vide.

Anche nel momento in cui la rivide, lei era uguale ad allora: esile e sottile, tanto da pensare che un soffio di vento avrebbe potuto portarla via, con il volto incorniciato da morbidi boccoli dello stesso colore del grano maturo. I suoi occhi grandi e intensi, turchesi e splendenti.

I loro sguardi si incrociarono per un solo attimo veloce e fugace: gli occhi della ragazza lucenti e quelli scuri e neri del vampiro, dello stesso colore della sua anima. Ed essi capirono in quell’istante che la loro vita non sarebbe stata mai più la stessa. Per nessun motivo sarebbero riusciti a tornare indietro, ne lo avrebbero voluto.

- Non è possibile. – riuscì solo a pensare.

Contro ogni aspettativa stava funzionando. Il Vampiro innamorato cambiò e non solo smise di uccidere e di ingannare, ma cominciò a provare qualcosa. A lei raccontò la sua vera storia e sempre grazie a lei capiva i suoi errori del passato, quelli a cui purtroppo non avrebbe più potuto rimediare. Forse la sua anima cominciò a rischiarirsi.
Lei diventò il punto più importante della sua esistenza.

E poi c’era stato l’attacco.
I capi dei branchi dei licantropi, quelli più forti, capaci di trasformarsi anche quando non c’era la Luna, sfondarono la porta della villetta isolata, dove viveva il Vampiro, in pieno giorno.
E il Fato volle che lì ci fosse anche la ragazza, che vegliava sul sonno dell’essere sovrannaturale.
Il vampiro riuscì a svegliarsi, mordeva, squartava e uccideva, ma questo non bastò a fermare i licantropi, decisi a vendicarsi dell’assassinio di un loro compagno, avvelenato in modo mortale, prima che lui incontrasse la ragazza.
Nell’attimo, che gli parve di vivere a rallentatore, in cui fu sopraffatto da quei carnefici, perché i nemici avevano il vantaggio della superiorità numerica e per il fatto che il Vampiro aveva i riflessi limitati durante le ore solari, l’unica cosa che riuscì a sentire fu l’urlo di colei che gli aveva fatto provare quella cosa chiamata “amore”.
E dopo ci fu solo il buio.


- Non può essere. – mormorò, con la voce rotta dalla sorpresa.

Quando si svegliò, si accorse subito di non essere nella sua casa.
Una figura emerse da un angolo della stanza buia. Era una vampira alta e piuttosto magra, dalla carnagione chiara e i capelli castani. Gli occhi erano nascosti da un ingombrante paio di occhiali da sole, che per un umano lì dentro sarebbero stati perfettamente inutili, se non d’impaccio.
Lui pensò di averla già vista da qualche altra parte e cercò di alzarsi in piedi, ma prima che la vampira provasse a fermarlo, svenne.

Si svegliò un altro paio di volte, ma subito dopo ripiombò nel buio.
Le ferite ci impegnarono parecchio a guarire e il Vampiro tremava nel sonno, incapace di controllare il proprio corpo, sia per il senso di incapacità causato dall’essere stato sconfitto, cosa che non gli era mai accaduta prima di allora, sia perché non poteva avere notizie della ragazza
Dopo diverso tempo (non aveva idea di quanti giorni fossero passati), riuscì ad alzarsi senza ricadere. La vampira, quella che credeva di avere già visto, lo squadrò con curiosità e gli spiegò quello che sapeva: la notte dopo l’attacco era uscita fuori e, sentendo odore di sangue di licantropi, era giunta in una villetta sperduta i mezzo alla campagna. Lì aveva trovato il vampiro in uno stato di semi-incoscienza e ferito, quindi l’aveva portato alla sua casa. Da un tatuaggio che entrambi avevano, capì che tutti e due erano stati trasformati dallo stesso vampiro, perciò aveva deciso di aiutarlo.
Lui non aveva detto una parola fino a quel momento e l’unica cosa che riuscì a chiedere, con voce roca, fu solo: - La ragazza? –
La vampira parve prima stupita dalla richiesta, poi scosse la testa dicendo: - Era troppo tardi. Non potevo più fare nulla per lei. –


Lei lo stava guardando fisso negli occhi, gli occhi di colui che, dopo l’attacco, era ricaduto nel peccato.
Il Vampiro sentiva il suo cuore rompersi e andare in frantumi. Le ginocchia gli cedettero e si ritrovò davanti a lei, caduto in ginocchio sull’erba bagnata da una leggera pioggia.

Il Vampiro aspettò la sera per lasciare la casa di colei che lo aveva curato e la ringraziò prima di andarsene, più che altro in modo meccanico, perché la sua mente era altrove.
Corse velocemente fino alla sua villetta e la trovò come l’aveva lasciata: la porta distrutta e il sangue sparso sul pavimento e sulle pareti, la tappezzeria macchiata. Solo i corpi dei licantropi che aveva ucciso prima di essere sconfitto erano spariti. Ma quello della ragazza era ancora lì, nel punto esatto dove l’aveva lasciata.
Il suo cuore non batteva più, i suoi occhi erano spenti, privi di qualunque luce, la sua pelle cinerea. Il Vampiro abbracciò quel corpo ormai freddo e solo in quel momento realizzò completamente quello che era successo.


Il corpo del Vampiro era scosso da tremiti, impossibili da fermare. Cominciò a piangere e le sue lacrime erano fatte di sangue.
Il sangue che lui aveva versato in gran quantità dopo averla persa.

Compresa la verità, prima desiderò che la vampira non l’avesse trovato almeno sarebbe morto, ma dopo decise che non sarebbe andato nell’Aldilà senza trascinare i colpevoli di quel fatto con sè.
E ormai non ci fu più nessuno che poté fermare la sua sete di vendetta. La sua anima, che si era rischiarata grazie alla ragazza, si tinse nuovamente di nero.


Il vampiro sapeva che lei era morta e che sicuramente era lassù, in Paradiso, quindi lui non l’avrebbe mai più rivista, essendo i vampiri, a pari dei demoni, esclusi dal Cielo.
Ma il Fato si intromise un’altra volta.
Ed Esso volle che il Vampiro, per nutrirsi, attaccasse la Protetta della ragazza, che, salita in alto, era diventata un Angelo Custode.
Lei, che aveva aperto le grandi ali bianche e candide, pronta a difendere la sua Protetta da ogni minaccia si fermò, quando riconobbe il Vampiro e lasciò la sua arma, una spada bianca, sospesa a mezz’aria.
Secondo la legge degli Angeli Custodi, avrebbe dovuto rendere inoffensivo ogni pericolo diretto a colei che era incaricata di proteggere, e chiunque sapeva che esisteva un solo ed unico modo per far diventare non pericoloso un vampiro... Ucciderlo.
Fu presa dai ricordi mentre lui continuava a stare lì in ginocchio, incapace di muoversi e di pensare. I mondi dei vampiri e degli angeli si trovavano su due piani completamente differenti.
Allora l’Angelo volle ascoltare il suo cuore, che le diceva di dare a colui che aveva amato una seconda possibilità, rivelandogli una cosa a lui sconosciuta: anche una creatura della notte, un vampiro, avrebbe potuto giungere al Cielo, se solo la sua anima non fosse stata nera come l’odio e la sete di vendetta da cui era accecato.
E dopo non aggiunse altro, ma se ne andò a raggiungere la sua Protetta, lasciando lì il Vampiro immobile.

E, se volete saperlo, la ragazza fece da Angelo Custode a molte altre persone, e lo è ancora tuttora, mentre un Vampiro che abbandonò il desiderio di vendetta, sta girando per il mondo, espiando le proprie colpe, in attesa del giorno della sua morte.
In attesa dell’attimo in cui il suo corpo si sarebbe trasformato in cenere, che si sarebbe poi dispersa al vento.
In attesa del momento in cui avrebbe rivisto il suo Angelo.



Angolino dell’autrice:
Buon pomeriggio a tutti! Questa storia è nata dopo che, per l’ennesima volta, ho ascoltato la canzone Stand in the Rain, che mi ha fatto venire quest’idea. Anche se in verità non c'entra un accidente di niente. Ho preferito non mettere alcun nome ai personaggi, credo che sia meglio così.
Mi piacerebbe davvero sapere se vi è piaciuta o meno, sappiate che accetto anche critiche.
Zolie
  
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