Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: marica_27    29/05/2012    0 recensioni
Questa lettera è nata semplicemente in un momento di riflessione e sconforto, in un momento nel quale non sai assolutamente come sfogarti, e così ti aggrappi a ciò che ti piace di più fare e butti fuori tutto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E ormai un messaggio non basta più, non basta a me almeno.
Non mi basta più esserti amica, starmene lontana. Ogni giorno che passa scopro nuove cose, nuovi piccoli dettagli che mi farebbero amare tutto di te.
Penso che potrei amare il modo nel quale mi guardi quando ti prendo in giro, potrei amare il tuo vizio di fare i compiti la notte, di fare battute imbarazzanti e che non fanno ridere affatto.
Potrei amare il modo in cui ti arrendi, il modo in cui mi abbracci, mi sorridi.
Tu non lo sai, ma tutto questo potrebbe farmi impazzire, giorno dopo giorno. Come sta accadendo.
Potrei amare il modo in cui ci picchiamo amichevolmente, il modo in cui mangi, parli, cammini, corri libero sognando non so cosa.
Vorrei poter leggere nella tua mente, capire cosa pensi quando sono io a cercarti. Alla fine non lo fai mai tu, tranne quando mi mandi quei messaggi per chiedermi i compiti. Maledetta scuola!
Ma alla fine mi rendo conto che senza la scuola non ti avrei mai incontrato, non ti avrei mai sorriso come ti sorrido, non ti avrei conosciuto, non avrei avuto la possibilità di pensare: penso che potrei amarlo, un giorno.
Ricordo perfettamente quella notte, il tuo bacio, le tue mani sul mio corpo.
Era tutto così fottutamente piacevole. Un bacio, ma non solo. Una dichiarazione.
Poi il risveglio e la sorpresa. Ci sono quei maledetti momenti nei quali pensi: maledetti sogni.
Sì, era un sogno, un fottuto sogno.
Ma alla fine i sogni cosa sono? Sublimazione dei desideri, delle piccole voglie che spesso si hanno ma delle quali non ti accorgi.
Io quella notte ti ho sognato e improvvisamente ho visto una luce. Non quella della morte, è troppo presto ancora, la luce della rivelazione: mi piacevi.
Molte volte mi era balenata quella piccola idea, ma era troppo piccola per essere colta come un fiore campestre, come una bella e profumata rosa.
Ora quel piccolo bocciolo è diventato un roseto, troppo grande da controllare e curare.
Ma forse sono io stessa a non volerlo controllare. Lo lascio crescere incontrollato, fiorito.
E cammino lentamente, annuso ogni rosa, godo della vista di ogni fiore, così come con te.
Osservo ogni tuo piccolo movimento, inizio ad apprezzarlo, ammirarlo, amarlo fino a volerlo vedere sempre, ogni secondo.
Così come il tuo viso, il tuo sorriso.
Non mi basta più esserti amica, vorrei vivere quel sogno tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti.
Vorrei vederci tra dieci in una grande casa, tu mi porti in braccio, varchi la soglia della nostra casa, io vestita da sposa, tu nel tuo smoking nero, elegante e mi sorridi.
Ci baciamo un’altra volta e tutto è perfetto.
Tutto questo è una follia, una piccola follia che voglio permettermi, ma che so che non mi fa bene.
Una follia resta una follia se rimane tale, se non la si rende realtà. E chissà, un giorno questa potrebbe diventare vita.
Non si è mai troppo grandi per sognare, non si è mai troppo piccoli per amare.
 
                15 maggio 2012

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: marica_27