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Autore: giurama    29/05/2012    0 recensioni
Morrigàn (nuovo personaggio) si unisce alla "confraternita" di Carlisle per testimoniare a favore di Reneesme. (Breaking Dawn).
E' qui che incontra di nuovo ALISTAIR....
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
- Questa storia fa parte della serie 'I millenni sono lenti a passare'
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C’era un sacco di gente.

Molti vampiri...

Nomadi... il Clan di Denali... c’era puzza di Spagna da qualche parte... Malta.... Egitto. Amun e il suo clan degli egizi.

Era immobile come una statua ma gli occhi avevano già capito ogni cosa... Movimenti impercettibili.

Qualcosa di pienamente percettibile però si era appena interrotto. Un lamento, una continua “tiritera”. Quei mormorii sommessi che provenivano dalla soffitta... Era la voce di Alistair. 

Una follata di vento portò l’odore del nomade alle narici della rossa.

Alistair.

-Alistair...- mormorò con un filo di voce.

Non volle neppure voltarsi. Respirò... sentì il profumo per la seconda volta, come se fosse una droga. Chiuse gli occhi. Il vento aumentò. (Esme aveva appena spalancato la finestra).

Si voltò lentamente.

Alto e snello, capelli scuri folti come sempre... Occhi rossi come il fuoco. 

La fissava. Lo fissava.

 

 

 

-Bel modo di trattare gli amici...! Carlisle mi dovrà un sacco di favori! Mio Dio Aro mi scoprirà di certo.- pensò. No, non pensava, stava proprio lamentandosi sommessamente in quella soffitta di casa Cullen.

Il trambusto del piano sottostante lo infastidiva.

Poi udì.

Udì quel tono soave. Quella voce femminile. Che aveva sentito pronunciare le più dolci parole e le più feroci minacce. I più caldi gemiti di piacere e i più forti urli di disperazione. Morrigàn.

In pochi attimi fu di sotto ed ebbe la certezza che era lei a parlare.

Quei capelli così rossi, mogano.

Lucidi.

Si voltò verso di lui.

Bellissima come sempre. Così sofisticata... con quel non-so-che di selvaggio. Di gioia di vivere, di avere quell’onnipotenza che faceva impallidire gli altri vampiri! (se mi concedete il gioco di parole!).

 

 

***

 

-Vi conoscete?- chiese gentilmente Carlisle. 

Morrigàn si voltò verso il capo clan. Aveva quel suo sguardo benefico che in realtà sembrava volerlo incenerire.

-Si...- sussurrò. -Che piacere rivederti!- aggiunse poi, rivolta ad Alistair.

Lui abbozzò un lieve sorriso sghembo.

-Allora... spiegami Carlisle. Se arriva Aro e la sua bella scorta di gentaglia più ovviamente i suoi “pedoni” da macello... io devo solo dirgli di non rompere il cazzo perchè quella cosina così carina non è una bambina. Ma una mezzosangue?-

Carlisle, ma anche altri vampiri, ebbero reazioni non poco rilevanti al modo di fare della nuova arrivata dai capelli più rossi di Maggie. Più rossi di un’irlandese!

-Si, in sostanza si!- sorrise Carlisle.

Lei annuì.

-Be’ mi sembra ragionevole... va bene!- 

Concluse.

Stava per uscire quando Carlisle l’afferrò per un braccio.

-Morrigàn ti prego, devi cacciare fuori dalla contea. C’è una “pace” in corso...-

Lei rifece il suo sguardo benefico.

-Certo! Non ti preoccupare.-

E sparì fra la vegetazione circostante la casa.

Alistair avrebbe tanto voluto parlarle...

 

Nella vegetazione la raggiunse.

Si fermarono entrambi in una radura a fissarsi di nuovo negli occhi. Sembrava di vedere il proprio passato negli occhi dell’altro. Tutto il tempo passato insieme. Tutte le cose che avevano fatto...

Alistair le si avvicinò ma lei lo precedette. 

Non facevano che fissarsi.

Lui abbassò la testa, fece un sospirò e la baciò.

Lei gli levò la camicia strappandogliela.

Lui le ridusse in brandelli il povero reggiseno che aveva sotto la giacca di taileur.

C’era un masso in quella radura. Morrigàn gli si mise a cavalcioni, Alistair era seduto su quella roccia.

Gli piantava le unghie nelle braccia muscolose. E lui sollevò la testa, forse per il dolore a quei tocchi infuocati, forse per il piacere al solo contatto con Morrigàn. Le scostò con forza la testa da un lato tenendola per i capelli e le affondò un morso nell’incavo della spalla, che intendiamoci, era già piena di cicatrici simili. 

Lei lo spinse a sdraiarsi sulla roccia che cominciava a sbriciolarsi in parte.

Graffi morsi urla e gemiti.

Alistair si fermò. Rimase immobile e poi si alzò.

-Hai sentito?- le chiese.

Lei annuì.

-Si... c’è qualcuno. O perlomeno... c’era...-

Alistair la guardò. Si passò una mano fra i capelli.

-Io torno a casa Cullen...-

Lei si sistemò la capigliatura scossa e spettinata, si chiuse la giacchetta, senza intimo.

E così si avviarono.

 

***

 

  
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