“Oh, questo tè è squisito, Augusta! Cosa ti raccontavo? Ah sì, di mio nonno paterno...”
Lo zio Algie stava amabilmente intrattenendo una conversazione sulla famiglia e aveva scelto un aneddoto divertente di quando era piccolo: aveva ottenuto per Natale un carillon con una canzone a dir poco terrificante e i suoi genitori erano stati costretti a distruggerlo, per impedire che il bambino piangesse senza sosta.
La zia Enid rise di gusto, mentre afferrava un grosso piatto colmo di meringhe e lo passava al marito, offrendogliene una.
Lo zio, tranquillo, si sporse verso il piatto e ne prese una, quando un urlo squarciò l'aria.
I tre si voltarono verso la finestra.
“Mio Dio, Enid, l'hai fatto cadere!”
Un bambino era appena caduto dalla finestra, osservando il suolo farsi sempre più vicino, sino a quando il giardino non divenne quasi di gomma e si ritrovò a rimbalzare per la strada, terrorizzato.
“E' un mago!”
“E' vivo!”
“E' vivo ed è un mago!”
Zio Algie era venuto a prendere il tè e mi teneva appeso per le caviglie fuori da una finestra del secondo piano, quando zia Enid gli offrì una meringa e lui, senza farlo apposta, mi lasciò andare. Ma io caddi in giardino, e rimbalzando arrivai fino in strada.
Neville Paciock , Harry potter e la Pietra Filosofale